14. Jase: la mia ragazza al Campo

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Courteny Young non è sempre stata così odiosa, o forse lo è sempre stata e prima fingeva. Non mi sarei mai messo con una pazza assetata di potere.
«Hai mai riprovato a suonare? Sono sicuro che la tua mano potrebbe guarire. Dopotutto molti dottori sono passati dalla parte dei Ribelli» le chiesi mentre ritornavamo nella mia cella «Pensi ai bei vecchi tempi?» replicò lei «Non è che abbia altro da fare» la ragazza sospirò «Un po'di tempo fa ho chiesto a uno di loro se potesse far qualcosa per la mia mano» ammise «ma ha detto che se fosse stata recente non avrebbe avuto problemi... Ormai non c'è più nulla da fare» mancavano anche a lei, così come mancavano a me, quelle dolci note che produceva. Per un breve instante mi sembra la ragazza ingenua di un tempo, quella dolce, timida e delicata come la sua musica. Guardandola in quel momento ricordai cosa mi piacesse tanto di lei.

Ero tornato da poco da Las Vegas, dove ero riuscito a padroneggiare completamente il dominio sull'acqua in appena un mese e mezzo, rendendo molto orgogliosa Ellen. Inserirsi nella routine del Campo non fu affatto difficoltoso, immediatamente raggiunsi livelli notevoli e iniziai a farmi notare da tutti. Forse dipendeva anche dal fatto che al Campo, vi era una maggioranza di "scartati", quando i migliori non erano ancora tornati dal loro periodo di apprendimento con i loro mentori. A differenza degli altri, le mie giornate non erano costanti, perché Ellen mi affidava spesso incarichi quali recuperare suo figlio Seth Frost, fare da spia, controllare gli altri Luogotenenti, scoprire cosa hanno in mente Meng Xu e Theresa Barker... Insomma ero abbastanza impegnato. Ci fu un periodo nella quale Ellen non si fece più sentire, costringendomi a passare troppo tempo al Campo e con i loro membri.

Quel giorno, quella ragazza mi aveva colpito veramente, la lontananza con la mia Fi mi permetteva di vedere anche le altre ragazze e non ero sicuro che fosse un bene. Era il periodo in cui mi resi conto di essere... Beh, bello agli occhi del sesso opposto e ovviamente la cosa mi rese abbastanza orgoglioso da tirarmela.
Stavo tornando al mio capannone quando sentii le note di un pianoforte. Era da tempo che non sentivo qualcosa di così rilassante ed armonioso, non credevo nemmeno che qualcuno suonasse al Campo. Ma doveva essere normale. Ci fornivano di tutto quello che desideravamo in cambio di impegno, dedizione e la vita. Io nel mio capannone avevo tutti i libri e le matite, gessi, carboncini possibili. Lettura e arte erano i miei personali trofei. Mi appoggiai alla porta di quel capannone sconosciuto e mi lasciai trascinare dalla musica che abili dita suonavano. Ascoltavo illegamente il pianista ogni sera da quel giorno in poi, perché riusciva a darmi una pace che cercavo da quando lasciai la B.L.C. Un giorno mi addormentai sui gradini del capannone del pianista e la mattina dopo venni svegliato bruscamente da una ragazza che strillava «Oh, mio Dio, James Sharp!» «Sì, James Sharp» borbottai stirandomi la schiena che mi faceva malissimo per aver dormito una notte intera sulle scale. Alzai gli occhi e vidi Courtney Young illuminata dalla luce del sole dell'alba. Mi sembrava un angelo con quei capelli biondo e la vestaglia bianca. «Che... Che ci fai fuori dai miei alloggi?» balbettò agitata e rossa in volto. Mi ricordai di lei, era la ragazza che mi aveva presentato Joy alla Base1, quella che mi aveva insegnato a suonare il piano. Non me la ricordavo tanto carina. «Niente. Ieri sera ti ascoltavo mentre suonavi e mi sono addormentato» risposi tranquillo, ammettendolo con sincerità, mentre mi tiravo su. Ero nettamente più alto di lei e ciò mi fece tenerezza. Al Campo c'erano ragazze molto robuste che mettevano paura solo a guardarle. Lei si guardò le pantofole mentre appoggiava il peso da un piede all'altro, segno del suo nervosismo. «Quindi... Ti piaccio mentre suono?» chiese sempre più imbarazzata. Inarcai un sopracciglio senza capire dove volesse andar a parare «Sì» risposi facendo spallucce «Ho cercato in tutti i modi di attirare la tua attenzione lo sai? Da quando avevo dieci anni, quindi è da tre anni che ti vado dietro» disse alzando lo sguardo con espressione improvvisamente seria. Ah, quindi aveva una cotta per me? Non c'era da stupirsi. Mi limitai a fissarla così lei continuò. «se... Se vuoi, solo se vuoi, puoi passare ogni sera da me. Io suono per te. Invece di stare qui fuori, al freddo» mormorò così piano che mi costrinse ad avvicinarmi per ascoltarla. Lei arrossì ancora di più. «Mi farebbe piacere» risposi sorridendole. Ed era vero. Mi piaceva la sua musica.
Così ogni sera avevamo appuntamento nella sua capanna e io mi limitavo ad appoggiarmi sul piano mentre la guardavo suonare. Quando suonava la sua espressione si faceva lontana e le sue dita danzavano sulla tastiera in modo elegante e mellifuo, incantandomi. Mi piaceva quella ragazza, mi faceva quasi scordare Sophie. Quasi.
Una sera aveva appena terminato un brano composto da lei «Che ne dici?» mi chiese senza balbettare. Perché col tempo si era abituata alla mia presenza. Anche se durante gli allenamenti ci ignoravamo completamente «Sono incantato» risposi sincero con un sorriso, facendola arrossire. Presi lo sgabello e mi misi accanto a lei e mi scrocchiai le nocche. «Mi insegni qualcosa?» chiesi sfiorandole il braccio facendola irrigidire. «Umh...» balbettò. Poi mi passò per la testa un' idea. Mi sporsi e la baciai «Ora sei più rilassata?» le chiesi mentre lei si irrigidì ancora di più «Mio Dio mi hai baciata!» strillò portandosi le dita sulla bocca. «Sì» risposi. Poi si tuffò addosso a me e mi baciò con più vigore dando vita a qualcosa di più intenso, anche se entrambi eravamo privi di particolari esperienze.
Inizialmente era bello passare il tempo con lei, ma poi si fece appiccicosa e irritante, minacciava di morte tutte le altre ragazze che mi guardavano con la coda dell'occhio e mi stava sempre addosso blaterando idiozie sul futuro. Acquistò una certa fiducia in se stessa, il che era un bene per lei, perché la portò a migliorarsi notevolmente, raggiungendo quasi il mio livello e rendendo orgogliosi Zelda e Oscar, ma non per gli altri. Soprattutto non per me.
«Guardalo ancora e ti brucio viva, sgualdrina!» stavamo insieme da cinque mesi e non era migliorata di una vigola, anzi continuava a peggiorare. La povera ragazza nuova del Campo, che guardava solo dove metteva in piedi, scappó a gambe levate. Courtney mi prese il braccio e appoggiò la testa sulla mia spalla «La bruceresti veramente?» chiesi con tono neutro «Per te brucerei tutto il mondo» replicò, raggiungemmo il lago e ci sedemmo al molo. Lei non si staccó da me nemmeno per facilitarmi i movimeti per sedermi. «Domani torno da Ellen. Mi ha affidato un incarico» dissi quasi con sollievo «Non accettare. Mi mancheresti troppo. Ti affidano troppi incarichi per i miei gusti» figurati se non accetto un incarico per te. «mi piacciono. Mi distraggono da...» mi bloccai immediatamente. Credevo di averla dimenticata. «Da?» mi incitò lei «Da tutto» risposi. «Anche da me?» chiese con tono civettuolo. Soprattutto da te. Non capivo perché non l'avessi ancora mollata. Forse temevo che avrebbe fatto del male a tutti quelli del Campo, anche se la maggior parte di loro mi odiava. Oppure sapevo che sarebbe diventata ancora più insopportabile e appiccicosa. Altrimenti era per pietà, perché aveva smesso di suonare poco dopo che ci eravamo messi insieme, per via di una ferita alla mano sinistra durante gli allenamenti, e la cosa dispiaque più a me che a lei perché, anche se mi farà sembrare uno stronzo, la musica era la sua unica attrattiva, anche il viso dolce e il corpo mozzafiato hanno una notevole posizione, ma quelli non erano particolarmente importanti. «Se ci sei tu non avrò più bisogno della musica» mi disse quel giorno. Ma era ora di lasciarla. Per la mia sanità mentale. Tanto non sarei più tornato al Campo dopo l'operazione "Nox", che nome ridicolo ed arrogante. Sarei rimasto da Ellen e avrei seguito i suoi personali ordini. «Sai Courtney... Credo che faremmo meglio a lasciarci» dissi cauto. Lei si irrigidì sulla mia spalla. «Tu credi?» chiese con uno strano tono. Liberai il braccio da lei e presi a camminare avanti ed indietro sul molo «Non tornerò più al Campo. Andrò in giro e...» «Idiozie. Dimmi chi è» sbottò lei «Cosa?» chiesi «Chi è la tr*ia?» «Mi prendi in giro? Credi che ti abbia tradito?!» ringhiai adirato. Per quanto non la sopporti non sono così vile da tradirla. «Giusto. Chi potrebbe essere meglio di me?» disse più calma. Chi? Tutte forse? «Non mi puoi lasciara per lavoro James» forse era meglio farle credere che l'avessi tradita. «Va bene. Noi due non stiamo bene insieme. Non mi lasci spazio e io ne ho bisogno, okay? Ho bisogno di qualcuno che mi ascolti, ma che mi sappia consigliare, che mi legga tutto negli occhi, qualcuno come...» diamine, non me la sono ancora scordata. «qualcuno come chi?» insistette lei abbassando la voce. Prima che me ne rendessi conto, lei mi sparò in faccia un fuoco esplosivo che io soffocai con l'acqua del fiume. «Ma sei impazzita del tutto?!» esclamai. «Sì» replicò lei. Davvero? Evocai un braccio d'acqua che la trascinò in acqua e la mollai lì.

«E mi hai lasciata lì come una babbea. È stato il giorno più brutto e umiliante della mia vita» dichiarò ridendo. Eravamo entrambi sdraiati sul mio letto di pietra, sopra quel sottile strato di materasso a guardare il meraviglioso soffitto grigio. «Ecco. Così sei molto meglio, è persino piacevole parlare con te. Perché non puoi essere sempre così? Senza flirtare senza ritegno con me? Cosa ti spinge a comportarti da...» «Troia?» terminò lei «Esatto» confermai. Lei sospirò «Non... Non conosco altro modo per sentirmi superiore» rispose. La capivo. In effetti mi comportavo così anche io, da arrogante, da sbruffone, giusto per sottolineare la mia superiorità agli altri. Ma la differenza è che io lo faccio per farmi odiare, in modo che nessuno si affezioni a me, altrimenti sarei costretto ad abbandonarli. Ma Nox è un chiaro esempio di testardaggine suprema, non sono riuscito a liberarmi di lui nemmeno se mi comportavo da stronzo. E con lui i due Gemelli ovviamente. Poi c'era Sophie, con cui non riuscivo a non essere me stesso, quella ragazza mi porta a dare il meglio di me. «Esistono sempre altri modi» replicai a Courtney. Lei scosse la testa «Tu non capisci James. Quando stavo con te, mi sentivo così inferiore, del tutto inadeguata a te! Non hai idea di cosa si provi a cercare di essere qualcuno di superiore a quello che sei. Volevo essere alla tua altezza, dimostrare a tutti che ti eri scelta una ragazza in gamba, che sapeva quel che faceva. Ma lo sai quanto è difficile correrti dietro? In tutti i sensi? Mi sono impegnata tanto, e nonostante nessuno mi sopporti sono soddisfatta del risultato raggiunto, mi piace vedere le persone che mi temono e rispettano, cosa di cui tu non ti accorgi nemmeno perché sembra che ci sia nato per essere il migliore. Tu sembri nato per stare al vertice, non riesci a capire cosa si prova a guardare dal basso. È stato difficile per me starti accanto, costantemente, con la paura di perderti perché non ero abbastanza.» «Non dovevi dimostrare niente Court, mi piacevi per quello che eri.» «E saresti rimasto con me se non fossi cambiata?» rimasi in silenzio perché la risposta era chiara. Probabilmente l'avrei lasciata ugualmente perché non è lei la persona che volevo accanto «Sono sempre stata gelosa di lei, lo sai?» riprese malinconica davanti al mio silenzio «Lei non aveva bisogno di attirare la tua attenzione. C'è l'ha sempre avuta senza nemmeno sforzarsi. Il potere le era stato servito su un piatto d'argento. Aveva tutto quello che più desideravo e non aveva mosso un dito per ottenerlo...» «Tu non sai cosa ha sacrificato.» dichiarai. Courtney balzò in piedi e si passò una mano sul volto. Quando si voltò aveva gli occhi lucidi «Non sarò mai alla sua altezza per te, vero?» mi limitai a guardarla, in modo che ci arrivasse da sola alla risposta. Abbassò lo sguardo «Continua a pensare al passato James. Perché non ci sarà un futuro per voi due.» disse arrabbiata per poi uscire di scena.

Angolo Autrice
Sopra Aiden
Sorpresi per la pubblicazione anticipata? Purtroppo sabato avrò da fare, quindi ho voluto farvi questa sorpresa!
Miei carissimi Imperium! Avete notato che i capitoli del terzo libro sono decisamente più lunghi dei libri precedenti? Perché non riesco più a farli corti? Esigo una spiegazione.
A parte questa parentesi in questo capitolo avete conosciuto meglio la cara "Fenice", che odiate tanto. Beh, confesso che è uno dei miei personaggi preferiti... Ma io sono di parte, amo tutti i miei personaggi dato che conosco la storia di tutti. Comunque, confesso che in bozza ho pronto qualcosa e quindi forse potrei pubblicare un'altra volta... Ci vediamo con Sophie nel prossimo capitolo che avrà come titolo "Bisogno".

P.s. Mi sono scordata di dirvi che dovete tenere sotto controllo il secondo libro "rapita" presto arriverà una sorpresa!!!

Elements: Perdita (in revisione) Where stories live. Discover now