15. Sof: Bisogno

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Tornai alla Base 5 soprappensiero. Nella mia mente rimbombavano le parole di Max, ma anche il loro rifiuto alla mia proposta di aiutarli.

I ragazzi erano appena rientrati mentre io uscivo dallo studio di Max «Ragazzi. Potrei trovarvi un posto sicuro io. Non potete continuare a... Nascondervi così, non riuscirete a vivere liberamente» proposi guardando Nox che scosse la testa con un leggero sorriso «Grazie Angelo per la proposta, ma Nox e Max non possono stare alla B.L.C., e io e Opal non ci separeremo da loro» disse Zach «Mio nonno non lo verrebbe mai a sapere, me ne posso occupare io» insistetti, dispiaciuta per loro, pregandoli con il barlume di quella che ero «Grazie per l'offerta Sof, ma ce la sappiamo cavare, ce la siamo sempre cavata» intervenne Max mettendomi una mano sulla spalla per rassicurarmi. Guardai uno ad uno i loro volti determinati, adornati di sorrisi sicuri e coraggiosi. Quella era la famiglia di James. Capivo perché si fidava ciecamente di loro «Dove andrete?» sussurrai «A cercare tracce di Jase» replicò Nox sicuro, stupendomi «Ne ho parlato a Zach e Opal, e siamo giunti alla stessa conclusione» continuò con una sicurezza da ammirare «Verificheremo che Jase sia veramente morto» mi morsi la lingua per non urlare contro loro. Nox doveva aver notato la mia espressione perché si fece più dolce «Sof, credi davvero che sia morto?» lo fissai negli occhi luminosi e felini «L'ho visto Nox, l'ho visto mentre veniva trafitto da Lei, vorrei non credere a quello che ho visto! Vorrei tanto non crederci! Lo vorrei tanto!» il tono della mi voce si era alzato man mano che parlavo disperata, mentre tutti mi guardavano stupiti. Calò un silenzio rotto solamente dal passaggio delle auto per le strade «Sof?» mi chiamò Nox cauto «Dov'eri quando hai visto... La scena?» lo fissai stupita «Su... Sull'elicottero» mormorai «Ascoltami bene Sophie Hunter. Ricordi quello che ti ho detto meno di un'ora fa?» sempre più scioccata «Di... Fidarmi di James» balbettai «Credi davvero che Jase si farebbe sconfiggere così?» chiese «Andiamo Sof, sei quella che lo conosce meglio!» intervenne Opal allegra «Angelo, è di James Sharp che stiamo parlando!» aggiunse Zach. «BASTA!» esclamai «VOI NON C'ERAVATE!» scossi la testa «Sophie. Conosco tua nonna da molto tempo e nonostante sia andata fuori di testa, sono sicuro che non abbia ucciso James» intervenne Max, mi voltai verso di lui e lo guardai stranita «Come te la cavi con i tuoi amici, Sophie?» strabuzzai gli occhi «Cosa c'entra?» esclamai cercando di suonare offesa ma sembravo più sulla difensiva «Sophie, gli amici sono le persone che ti sono più d'aiuto in questo momento difficile. Non escluderli dalla tua vita. Tieniti pronta, ora devi andare prima che Steel ci scopri» mi spinse verso l'uscita di sicurezza «Opal la accompagni?» mi congedò l'uomo «Ma che significa, Max? Non ti capisco» dissi confusa «Concentrati solo a tenerti stretta gli amici e su eventuali attacchi. I luogotenenti si stanno movimentando, la tregua sta finendo e tu in questo stato non sei pronta. Noi partiremo alla ricerca di James e lo riporteremo da te» «Max io...» «Vai» mi incitò. Opal si mosse verso la mia direzione «No, vado da sola. Non rischiate ancora per me.» dissi «Ci rivedremo?» chiesi guardandoli tutti «Puoi giurarci, Angelo» ammiccò Zach. Sorrisi «Grazie. Grazie a tutti voi. Grazie Nox... Per prima, mi serviva un po' di conforto» «non c'è problema Sof, siamo amici» sorrise amabilmente «ricorda quello che ti ha detto Max e andrà tutto bene» lo ringraziai ancora e me ne andai, non prima di sentire Zach borbottare «Cosa è successo tra voi? Non ti sarai mica approfittato della ragazza di Jase, Nox?»

«Signorina Hunter! L'abbiamo trovata!» esclamò un Imperium a pochi metri dalla Base «Sono io che sono tornata» borbottai acida «Deve andare da Mr. Steel» lo prevedevo, quindi mi lasciai condurre al suo ufficio aspettando il suo rimprovero. Bussai ed entrai dopo un suo freddo "avanti", ritrovandolo di schiena a guardare fuori dalla finestra dietro la scrivania «Mr. Steel» annunciai la mia presenza dopo vari minuti di silenzio, lui si voltò finalmente verso di me, con in mano una cornice «Era Lucas, vero?» non me l'aspettavo come prima domanda. Non risposi perché sapevo che Nox non avrebbe voluto. Ma dicendo una bugia sarei stata smascherata in fretta grazie ai sistemi della B.L.C. Steel sospirò e appoggiò la cornice sulla scrivania. Rappresentava una donna dai ricci neri che sorrideva amorevolmente ad un neonato con ciuffi del medesimo colore della madre «Mi odia così tanto?» chiese l'uomo sempre con la voce incolore «Mi faccia il favore di non sparire un'altra volta così, signorina Hunter, è congedata» disse dopo il mio ennesimo silenzio . Uscii dalla stanza e mi diressi verso i dormitori, volendo passare però dalla palestra.  Raggiunsi quella senza effetti speciali, poiché era sempre piena quell'altra. Desideravo un luogo tranquillo. Mi fu subito chiaro che era già occupata da qualcun altro «Fossi in te non entrerei» mi girai di scatto «Seth» lo salutai controllando il tono della voce «Sophie» replicò uscendo dall'ombra a braccia incrociate «Che ha?» chiesi sbirciando dalla vetrata per vedere Jo lanciare coltelli a raffica, centrando sempre il bersaglio con una precisione assoluta. Una furia precisa e scattante, agile e veloce, proprio come dovrebbe essere un'Imperium dell'aria «Si sta sfogando» replicò il ragazzo guardandola a sua volta «Sono state settimane dure per lei.» continuò con la voce leggermente più incrinata. Mi voltai per guardarlo «Vi siete lasciati vero?» chiesi ottenendo un suo cenno «Fattelo dire. Siete degli idioti» replicai «Ha parlato quella che ha mollato tutto per un motivo idiota» rispose impassibile «Tu che ne sai del perché vi ho mollato tutti?!» lo attaccai «Non lo so. Ma vedo quello che ha causato il tuo comportamento. Sta andando tutto a rotoli e in gran parte è colpa della tua reclusione in te stessa.» disse impassibile guardandomi «Chi ti dice che con me non andrebbe peggio?!» «Non puoi saperlo se non ci provi» «non voglio rischiare, perché dopo sarebbe troppo tardi» Seth mi fissò intensamente con quegli occhi scuri «Non puoi vivere nella paura di ciò che potrebbe accadere. Tutti lo possono fare, ma tu no. Tu dovresti essere quella sicura.» e dopo aver dato un'ultima occhiata a Jo se ne andò. Tornai a guardare Jo allenarsi fino allo stremo, ripensando a quanto sentissi la sua mancanza. Entrai nella palestra e appena la ragazza mi vide sentii un sibilo all'orecchio e una folata d'aria, terminando con il tonfo di qualcosa che si impiantava nel muro. Mi aveva lanciato un coltello a pochi centimetri dalla mia faccia! La guardai con sguardo omicida che lei sostenne con mio grande stupore. Il rancore le si leggevano negli occhi castani e tutto il corpo teso rendeva evidente il suo nervosismo. Prima che me ne rendessi conto mi attaccò, scattò in avanti e mi accorsi appena del movimento del suo braccio, diretto verso il mio volto, permettendomi di abbassarmi per evitarla. Continuò ad attaccarmi imperterrita obbligandomi ad indietreggiare «Attaccami!» mi ringhiò, così invece di continuare a parare i colpi e schivare, passai al contrattacco. «Sei lenta» disse, ma non era un tono di scherno, era più un rimprovero «Sfrutta le correnti a tuo favore, rendono l'attacco più potente, dato che la tua semplice forza non basta» e come voleva dimostrare mi tirò una gomitata alla pancia che mi costrinse ad indietreggiare e a strisciare i piedi «Ti soffermi troppo a pensare dove colpirò. Devi agire d'istinto. Sei un'Imperium dell'aria nata, non dovrebbe essere difficile» mi sgridò. Quando mi ripresi continuammo a lottare. Riuscii a colpirla e anche lei lo fece finché non ci trovammo entrambe sdraiate a terra con le braccia allargate a riprendere fiato. Si sentiva solo il rumore dei nostri respiri «Ti ricordavo più forte» disse «Le mie capacità sono rimaste le stesse di cinque anni fa. Non sono migliorata, o meglio, non ho potuto. Almeno, così dicono i miei medici» dissi «almeno tu miglioravi» «come hai fatto a battere i migliori di ogni base se non riesci nemmeno a sconfiggere me?» chiese. Sospirai «Credo... Che mi abbiano lasciato vincere. L'unica con cui ho lottato veramente è stata quella Hemilton. Probabilmente era troppo orgogliosa per lasciarmi vincere» dissi. Ci pensavo già dalla prima Base che avevo sfidato. Non che non credessi nelle mie capacità, ma probabilmente se si fossero impegnati sul serio mi avrebbero steso tutti» «Non ti senti umiliata?» sospirai «Non me ne frega niente» ammisi «Volevo solo migliorarmi» seguii un silenzio che nessuna delle due ebbe il coraggio di rompere «Forza, lo so che muori dalla voglia di chiedermelo» dissi all'improvviso «No» «No?» «Lo so perché ci eviti.» «E perché?» «Perché sei stupida» mi scappò una risata senza gioia «Credi davvero che tenendomi a distanza riuscirai a difendermi dalla Blackwood?» il sorriso sulle mie labbra gelò «È una cosa inutile, Sof. E poi mi deludi, non credi che io sia capace di difendermi?» il tono della sua voce si alterò «Mi ha fatto male essere lasciata anche da te... Perché tutti mi lasciano quando ne ho più bisogno?» la sentii emettere un singhiozzo. Mi voltai per guardarla e vidi una lacrima scorrerle lungo la tempia. Mi si strinse il cuore. Avevo veramente fatto la scelta giusta allontanandoli tutti? Volevo che non soffrissero per colpa mia, volevo tenerli al sicuro, ma il legame era già stato creato, se quella donna voleva, poteva eliminarli ugualmente. Allora non è meglio tenerli vicino? Proteggerli da vicino? Proteggerci a vicenda? Max aveva detto che gli amici erano la cosa più importante nei momenti di difficoltà, mentre io mi sono allontanata da Jo quando aveva più bisogno di me. È troppo tardi aiutarla adesso? È troppo tardi farmi aiutare ora? Mi alzai e le tesi una mano. Lei la guardò per qualche secondo e poi l'afferrò, mentre con l'altra si asciugò le lacrime. Quando la tirai su la strinsi in un abbraccio spontaneo «Mi sei mancata da morire» lei restituì l'abbraccio «Finalmente hai recuperato la Vista, stupida Mondana» scherzò facendomi ridere tra le lacrime che minacciavano nuovamente di uscire «Mi spiace tanto. Non ti abbandonerò più» la strinsi più forte, lasciando che i suoi capelli mi solleticassero il volto «Sarà meglio per te. Sei perdonata. Quindi deduco che ho ottenuto il ruolo di tua insegnante dell'aria» mi staccai da lei «Tu? Mi prendi in giro?» chiesi duramente. Poi scoppiai a ridere vedendo la sua espressione imbronciata «Ovvio che sì» facendo sorridere anche lei «Ora togliti quella faccia cupa che hai e torna ad essere la Sophie che conosciamo» mi incoraggiò. Persi immediatamente l'ilarità «Jo, sono confusa. Sento ancora un vuoto dentro che non riesco a colmare... Non riesco più a gioire come prima» dissi con la voce improvvisamene tornata fredda «Un passo alla volta» disse comprensiva. La porta della palestra si aprì facendo entrare Philip «Oh, sei qui» disse sospirando di sollievo «Vado via per poco tempo e tu ne approfitti per scappare con due sconosciuti?» chiese con tono scherzoso ma si vedeva che era teso. «Philip lei è Joanne, Jo questo tizio qui è la balia che mi ha assegnato nonno Chris» li presentai ignorando il commento di Philip «Piacere» sorrise il ragazzo «anche per me» replicò lei cercando di non essere scortese. «Andiamo ad annunciare a Mr. Steel i tuoi insegnanti?» propose Jo «I miei insegnanti?» chiesi «Finora ho scelto solo te» «Davo per scontato che Aiden sarebbe stato quello dell'acqua» esclamò lei stupita, facendomi incupire «Jo, ho bisogno di persone di cui mi fido ciecamente, e nonostante tu mi abbia mentito parecchie volte non posso negarti il ruolo perché ti voglio veramente molto bene. Ma Aiden... Non so se sarò in grado di fidarmi ancora di lui.» dissi cercando di non suonare rancorosa. La ragazza non fece più domande e in silenzio, accompagnate da un Philip che mi guardava stupito, andammo a riferire il nuovo ruolo di Jo, dopo aver mandato Philip ad allenarsi «Me lo aspettavo. Comunque Joanne, vai a cercare Seth e Coral, raggiungi anche Aiden, ho una cosa da dirvi» annunciò l'uomo.

Ci ritrovammo tutti nello studio di Mr. Steel «Che ci doveva dire?» chiese Aiden «Aspettate» disse. Passarono minuti silenziosi quando finalmente bussarono alla porta. Nella stanza entrò un ragazzo dai capelli neri e lo sguardo vitreo «Eli» mi lasciai sfuggire, ottenendo lo sguardo di tutti «Ragazza misteriosa! Ci sei anche tu! Fai parte della squadra?» chiese con il volto rivolto verso di me «Vi conoscete?» si informò Steel «No, ci siamo scontrati per caso. Mi ha aiutato a trovare lo studio la prima volta» replicò il ragazzo con tono gentile «Mi fa piacere. Ragazzi, lui è Eli Twain.» il ragazzo alzò una mano in segno di saluto «E sarà un nuovo compagno di squadra» vidi Jo alzare gli occhi al cielo e sbuffare «Mi sembra di capire che non tutti siate così contenti» affermò il ragazzo imbarazzato lasciando Jo interdetta «Sono qui per dirvi che io mi ritiro dell'incarico di vostri mentore e tutore» «Cosa?!» esclamò Jo scandalizzata «Fammi finire Joanne» la rimproverò «Ho decisamente troppe cose da fare, e comunque continuerò ad essere il dirigente della Base5. Il mio posto verrà preso da Aiden, essendo stato promosso ad un livello superiore al vostro e finché non avrete raggiunto tutti la maggior età dipenderete da lui» «Ma nemmeno Aiden ha la maggior età» commentò Seth impassibile «Tra quattro mesi circa sì. E comunque è più grand di voi anche se solo di qualche mese.» disse fissando i suoi ex allievi uno per uno «Due cose da sapere sul vostro nuovo compagno di squadra. Eli non ti dispiace se lo racconto vero?» «Nessun problema Mr. Steel» «Due anni fa, ha perso la vista in un massacro causato dai Ribelli. Tutti i suoi compagni di squadra sono morti, così come il suo mentore, tutti eliminati da Susan Blackwood in persona. Il ragazzo ha passato gli ultimi due anni della sua vita nei sotterranei di Boston, a migliorare il suo dominio sulla terra per non restare indifeso. Ora è tra i migliori Imperium di terra che abbiamo, quindi non sottovalutatelo perché è cieco.» raccontò. Guardai Eli e notai che nonostante il racconto, si sforzava di mantenere un'espressione serena. «Ora potete andare.» iniziarono tutti ad uscire in silenzio quando Steel mi fermò «Signorina Hunter. Sarà meglio che inizi subito» annuii e raggiunsi Jo, proponendole di cominciare immediatamente.

Angolo autrice
Sopra, un nostro contrariato James, in una scena di qualche capitolo fa. Il dragone mi è venuto troppo in basso...

Non sapevo se pubblicare o meno, poi ho pensato "io le statue le voglio" e ho deciso di pubblicare.

In questo capitolo una domanda sorge spontanea. Perché Sophie è l'unica persona tra quelle che vogliono bene a James che ha ormai accettato la sua morte? Che non crede sia vivo? Mentre Jo e i Geminus si ostinano a non crederci? Ecco la spiegazione. Jo non ci crede perché è la prima fase del lutto, negazione, unita alla rabbia di averlo appena riavuto indietro, non può sopportare psicologicamente di perderlo di nuovo. I Geminus invece non hanno visto James morire, e ripongono una totale fiducia verso il ragazzo, avendolo conosciuto nel periodo in cui faceva parte dei Ribelli, ovvero la sua parte più combattiva e riflessiva. Sophie, invece, non è che abbia accettato completamente la sua morte, più che altro non si vuole illudere di sperare. L'ha visto con i suoi occhi che Susan lo trafiggeva. Le si è formata in testa l'idea che Susan voglio farle fuori tutte le persone che ama ed è ostinata a vendicare la madre e James. Più che altro lo preferisce morto, piuttosto che nelle grinfie della donna, utilizzato come Peeta su di lei. O peggio, se invece non fosse nelle mani di Susan, vorrebbe dire che si è salvato ma che non abbia voluto stare con lei. Quindi per la sua coscienza, la sua morte è più accettabile degli altri casi, non volendo che il ragazzo soffra per colpa sua.
Comunque Eli si pronuncia Ilai.
E il prossimo capitolo è dal punto di vista di James. Titolo: "un vero amico".

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