Prova a fermarmi

By isolatedwr

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(COMPLETA) Per Emily è giunto il momento più atteso della sua vita. Inizierà l'università dei suoi sogni nel... More

Cast.
booktrailer.
prologo.
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Ringraziamenti e progetto futuro.

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By isolatedwr

Mi allontano il più possibile da quel locale. Ho bisogno di stare in solitudine senza il peso di niente addosso.

Piove a dirotto, fa freddo ed è buio, ma in questo momento non me ne frega nulla, voglio solo andare via da qui,  in dormitorio a farmi una doccia calda; visto che sono già completamente bagnata. Batto i denti scossa dal tremore per via di tutto questo vento, ma continuo ad andare avanti senza obiezioni.

«Dove cazzo pensi di andare?»Sento una voce fin troppo conosciuta, attutita dallo scroscio d'acqua e dallo sfrecciare delle macchine sulla strada parallela. Ci mancava solo lui.

«Liam tornatene da dove sei venuto!» Rispondo a tono senza girarmi nemmeno, continuo a camminare spedita sul terreno scivoloso; a malapena vedo la strada dinnanzi a me da quanta acqua scende. Direi ottimo tempismo per iniziare a piovere.

Sento una mano afferrarmi il polso facendomi torcere verso il suo busto. «Ma mi spieghi cosa ti passa per la tua fottuta mente? Smettila di fare la bambina e torna dentro!» È completamente fradicio anche lui, con i capelli zuppi, l'acqua che gli contorna il viso, le goccioline che cadono da sopra le ciglia... un Dio è.

Solo adesso noto che ha solo una maglietta a maniche corte addosso. «Ti ammalerai», constato osservando l'indumento bianco che è diventato una seconda pelle, attaccato ai suoi addominali e pettorali scolpiti. Penso di star per aver un mancamento.

Lui sbuffa per poi prendermi nuovamente il polso. Si sta incamminando di nuovo dentro al locale, ma prontamente strattono il braccio da lui. «Liam lasciami stare, voglio stare da sola».

«Madonna santa, hai rotto la minchia!» Alza il tono della voce. È arrabbiato come al solito, ma questa volta intravedo un'altra emozione: la preoccupazione. Forse è questo l'unico motivo per la quale resta qui.

«Non volevi tanto che ti stessi alla larga? Bene, ti ho accontentato, ora levati!» Esclamo, inizio a innervosirmi, non può decidere tutto per me.
Sta tremando violentemente dal freddo, gli darei il mio cappotto, ma è fradicio e farebbe solo peggio.

«Te vieni con me e taci. Sono le una di notte e piove a dirotto, non rendere tutto più complicato», mi trascina con lui, ma continuo a divincolarmi dalla sua stretta.

«Vattene da me! Non ce la faccio più!» Strillo sotto al rumore assordante della pioggia.

«Stai delirando, nessuno ti ha fatto niente adesso!», decreta, ma io non mi lascio abbattere dal suo giudizio e per la prima volta mi sfogo con lui.

«Sei tu! Sei tu la causa dei miei problemi. Mi stai soffocando», parlo in preda all'emozioni, lui cerca di ribattere, ma io lo interrompo, proseguendo con il mio discorso. «Non riesco a respirare quando si tratta di te quindi per favore, stammi alla larga. Smetti di fare lo stronzo, smettila di giocare con me e prendermi in giro. Non ce la faccio più!» Ripeto per l'ennesima volta, lui continua a guardarmi senza proferire parola. Sembra quasi sorpreso da ciò che sto dicendo.

«Io sto cercando di andare avanti, di aprirmi con Richard, ma non riesco a stare con lui se continui a farmi del male! Mi spezzi il cuore ogni volta che posi i tuoi occhi su di me, quindi abbozzala!» urlo a un palmo dal suo viso. Sono arrabbiata con lui, ma non mi rende le cose facili se continua a osservarmi con questa espressione impercettibile. Assimila le mie parole, sorpreso da ciò che gli ho appena detto. Anche io lo sono, di solito non mi comporto così, non metto in chiaro ciò che provo e di sicuro non lo urlo in faccia alla gente.

Dopo dieci secondi buoni di sguardi perentori, finalmente risponde. «Davvero hai il coraggio di aprire la bocca? Dopo tutto quello che mi hai fatto?» domanda a voce molto più bassa rispetto alla mia. Ha un viso così teso... sembra quasi ferito da ciò che gli ho appena rivelato, come se si sentisse in colpa.

«Liam adesso stai esagerando! Pensi davvero che solo tu hai sofferto? Io provo a migliorare per te, ma cerchi sempre ogni modo per farmi arrivare al limite. Beh, sai che c'è? L'ho oltrepassato, quindi te lo ripeto. Stammi lontano! Mi stai addosso solo per lo sfizio di farmi soffrire», sibilo e mi volto senza aspettare che replichi. Non ce n'è bisogno.

Inizio a camminare a passi svelti per allontanarmi il più possibile dalla sua voce, dal suo corpo, dai suoi occhi.
Ovviamente ciò che eseguo è solo una barzelletta: Mi pianto sul posto appena ascolto ancora la sua profonda voce.

«Ti sbagli!» Grida. Mi giro verso di lui, mentre lo vedo compiere diverse falcate per arrivare accanto a me, come sempre. Chiudo un secondo gli occhi sotto alla violente tempesta.
«Darei qualsiasi cosa pur di smetterla di starti accanto!» Esclama a un passo da me.
Mi si mozza il respiro appena pronuncia questa frase. I suoi occhi si incastrano con i miei. La sua voce si perde nel vuoto, la tensione sale. Vedo solo lui, ogni suo movimento, ogni suo sguardo.
Noi che abbiamo affrontato mille rapide di un fiume che ci ha portato nello stesso mare.

Vede che non rispondo, in galera da lui stesso, così continua, avvicinandosi ancora di un passo a me, con voce flebile e sofferente. «Ma non ci riesco».

È un sussurro quello che spara, ma io lo sento sin troppo bene da non capacitarmene. Adesso mi viene a dire queste cose? Quando sono a un passo dall'esaurirmi?
«Perché?» Mormoro senza staccare gli occhi da i suoi. Mi sto sciogliendo in una pozza per terra sotto alle sue iridi infuocate.

Non risponde, continua a scrutarmi senza aprire bocca. Sto per allontanarmi, per mollare. Sin quando mi prende dalla vita e si fionda sulle mie labbra senza un minimo di preavviso.

Nemmeno il tempo di comprendere ciò che sta succedendo che mi sono già staccata, allarmata.
Ma il suo sguardo non cambia, resta sulle mie labbra. È famelico, fuori controllo. Apro la bocca sorpresa per ciò che ha effettuato, non riesco a comprenderlo, ma ormai la mia mente è in delirio.
Alza i suoi fanali blu su di me, leccandosi le labbra.

Penso sia la scena più sexy che abbia mai visto, con i suoi riccioli corvini impregnati d'acqua e la maglietta che è diventata trasparente attaccata al suo busto scultoreo.
Adesso è lui ad avere il controllo, può fare di me ciò che vuole.

Mi avvicino lentamente a lui, poggiando le mie piccole mani sopra ai suoi pettorali, abbassa lo sguardo verso di essi per poi riportarlo sul mio viso. È folgorato da me.
Il suo cuore sta battendo prepotentemente, in sintonia con il mio; mi avvicino ancora di più, sentendo lo stomaco strapparsi in mille pezzi dall'emozioni.

«Cosa stiamo facendo?» Sussurro a un millimetro dalla sua bocca.
Non gli permetto nemmeno di rispondere che ci stiamo già baciando.

Afferra le mie guance in modo possessivo spingendosi ancora di più sulla mia bocca avida. Gli concedo l'accesso aprendo le labbra soltanto per lui. Incalza la sua lingua che avvolge prontamente la mia.
Così, senza preavviso, mugolo sulla sua bocca, in estasi, avvolgendo le braccia intorno al suo collo, mentre stringo e tiro i suoi capelli, lui di conseguenza mi ripaga con un gemito. È un bacio tormentato, passionale, sublime. Non ho mai voluto qualcosa così prepotentemente in tutta la mia vita.

Sono stata troppo in astinenza da te Liam.

Mi prende dai fianchi per poi addossarmi a una parete con forza. Spinge il suo corpo sopra il mio, imponente e con brutalità. Non si stacca dalla mia bocca, anzi, il bacio diventa ancora più selvaggio per quanto possibile.

Siamo assetati l'uno dell'altro, bramosi di approfondire il contatto. Sento la sua eccitazione spingere sul mio ventre, sto completamente andando a fuoco, in autocombustione. Se lui non mi stesse tenendo, penso che sarei già spappolata per terra, inerme come gelatina.

Mentre mi succhia e morde le labbra, un minimo di ragione prende il controllo.
Dio mio, siamo impazziti, abbiamo mille problemi da affrontare e ci riduciamo a ciò. Che cavolo stiamo facendo?

Una protesta affiora sulle mie labbra, ma le sue mi impediscono di parlare.
Non penso nuovamente più a nulla. Non ci riesco.
«Stai zitta per favore, goditelo e basta», sussurra con voce roca contro la mia bocca.

Ha ragione, questo è un bacio di addio, noi non potremmo essere più nulla.
Siamo così diversi, ma la cosa più importante è che sarebbe troppo complicato. Ci siamo messi noi stessi in tutto questo guaio e ora ce ne dobbiamo prendere le conseguenze.

Intreccia le sue dita con le mie e le porta al di sopra della mia testa.
Sto morendo di eccitazione, le sue mani con le mie, la sua bocca vogliosa, il suo corpo premuto e bagnato. Voglio di più. Di più di lui.

Ci scostiamo un secondo per riprendere fiato per poi continuarci a esplorarci. Non mi potrei mai staccare, mi è mancato fin troppo, sarebbe impossibile.
Ha lui il controllo, mi tiene salda al muro freddo e bagnato e non posso fare altro che avvolgere le mie esili braccia intorno alla sua enorme e tonica schiena. Mi struscio su di lui, cercando inutilmente di alleviare la passione che ci accomuna.

«Cristo», ruggisce, per poi passare la sua bocca esperta sul mio collo. Deposita dei baci bagnati carichi di desiderio; arriva verso il mio lobo sinistro fino a sotto il mio mento.
Giro la testa all'indietro per dargli spazio e lui di conseguenza inizia a succhiare, a leccarlo.

Ansimo senza vergognarmene. Cavolo, sono in un altro pianeta. Mi fa impazzire. Il suo profumo accompagnato dall'odore della pioggia dà completamente alla testa.

«Mi fai uscire di cervello Emy», mi mordicchia il collo, poi arriva alle labbra e mi bacia ancora e ancora.

Mi ha chiamata Emy per la seconda volta e mi sento scoppiare dalla gioia. «Liam», sussurro contro ai suoi denti, lui non sembra ascoltarmi. «Non fare il cattivo con me, io sono stata sempre me stessa. Non ti ho mai mentito», continuo imperterrita.
Magari è il momento meno adatto, ma voglio che sappia che non ho mai fatto niente di proposito e che l'ho sempre amato alla follia in ogni istante.

Appena pronuncio questa frase però si stacca da me, come scottato dalla mia pelle.
Ha le labbra gonfie, mentre mi guarda con quegli occhi irriconoscibili. Ansimiamo entrambi per riprendere fiato; io sono ancora spiaccicata su questo muro scivoloso, debole di muovermi.

«Sul serio Emily?» Sputa acido nella mia direzione, fissandomi con sufficienza.

Rieccoci con questo "Emily".

«Cosa?» Sussurro incapace di parlare, schiarendomi dopodiché la voce.

«Sei la solita», ride senza gioia, mentre mi guarda insofferente e  privo di gioia; mi sta venendo da piangere. Dio, che cazzo abbiamo fatto.

E Sam? Glielo diremo?

Liam davanti a me continua a sfrecciarmi fulmini addosso come se avesse sentito i miei pensieri. «Senti, non facciamo cazzate e lascia perdere. Posso capire ti sia mancato questo genere... di cose, ma è stato divertente tutto qui. Non cambia nulla tra noi».

«Sei stato tu a baciarmi per primo», affermo imbarazzata di me stessa.

«Sì... continua a dare la colpa agli altri come sempre, tanto ti riesce così bene», schernisce con abominio. Senza dire altro si gira per avviarsi dentro al locale.

Mi sta lasciando sola.

Una rabbia furiosa si insinua dentro di me. Adesso lo sbaglio è solo mio? Per lui è stato solo divertente?

«Samantha dovrebbe capire che razza di persona sei! Fai schifo!» Gli grido dietro ancora addossata alla parete. Amare lacrime si confondono con la pioggia.
Lui, di conseguenza al mio urlo, mi riserba solo di un dito medio, senza nemmeno girarsi, rientrando dopodiché nel locale.

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