✓ Seoul, Why Do You Sound Lik...

By amemipiaceilcocco

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{COMPLETA} «Pensaci, saremmo proprio una bella coppia. Tu la brava ragazza della porta accanto e io il bastar... More

intro
prologo
uno
due
tre
quattro
cinque
sei
sette
otto
nove
dieci
undici
dodici
tredici
quattordici
quindici
sedici
diciassette
diciotto
diciannove
venti
ventuno
ventidue
ventitré
ventiquattro
venticinque
ventisei
ventisette
ventinove
trenta
trentuno
trentadue
trentatré
trentaquattro
trentacinque
trentasei
trentasette
trentotto
trentanove
quaranta
quarantuno
quarantadue
quarantatré
quarantaquattro
quarantacinque
quarantasei
quarantasette
quarantotto
quarantanove
cinquanta
cinquantuno
cinquantadue
cinquantatré
cinquantaquattro
cinquantacinque
cinquantasei
cinquantasette
cinquantotto
cinquantanove
epilogo
the end

ventotto

706 30 3
By amemipiaceilcocco

«No, no, no! Assolutamente no!» tuonarono Jimin e Hoseok contemporaneamente, mentre Taehyung si andò a piazzare davanti alla porta di ingresso, sbarrandola con le mani.

«Mi dispiace, hyung, ma sono d'accordo con loro due!» accordò quest'ultimo.

«Che strano!» fece ironico Yoongi, passandosi una mano sulla fronte leggermente imperlata di sudore.

Lui e Namjoon erano gli unici ad essersi effettivamente ripresi dalla sbronza. Noi altri eravamo ancora vagamente alticci. Ci trovavamo tutti nel salotto (io, a dir la verità, solo con la metà del corpo, visto che le mie gambe erano ancora nel corridoio). Di fatti, ero comodamente sdraiata sul pavimento di parquet e, con le mani alzate in aria, creavo piccole storie con delle pecorelle immaginarie, dando loro, di tanto in tanto, nomignoli particolari. Al momento, Braccobaldo e Petronilla stavano avendo un'infuocata lite d'amore.

«È l'unica soluzione, Taehyung!» rispose Namjoon, sospirando al fianco di Yoongi. «Qui non c'è abbastanza spazio!»

«È infattibile!» si accodò Yoongi, volendo dare ragione al leader della band.

«Anche la vostra proposta è infattibile!» s'intromise Hoseok. «Come ci arriverebbe, esattamente, a casa? A piedi? Di taxi, al momento, non credo ce ne siano e nessuno di noi può guidare. Non che qualcuno abbia una macchina, in realtà!»

Namjoon sospirò, combattuto. Hoseok aveva ragione, tutto sommato.

«E dove la mettiamo?» domandò Yoongi, scrutando i volti di tutti i presenti. All'appello mancavano solamente Jin, che era collassato malamente sul proprio letto e Jungkook, ancora rinchiuso nella sua stanza, probabilmente anche lui nel mondo dei sogni.

«Può venire in camera con noi!» propose Jimin, dando una gomitata ad Hoseok che annuii vivacemente.

«E dove avete intenzione di farla dormire? Sul tappeto?»

Jimin si grattò la testa, pensieroso.

«Ehm...» mugugnò indeciso, concludendo con una scrollata di spalle. «Non ci ho pensato.»

«L'unica è farla dormire sul divano.» sentenziò Namjoon, strofinando le mani sui pantaloni prima di alzarsi.

«Hyung!» si lamentò Taehyung con fare canzonatorio. «Non possiamo fare dormire un ospite sul divano!»

«Chi vuole dormire sul divano?» domandò Yoongi ad alta voce, aspettando pazientemente che qualcuno si sacrificasse.

Io, che durante tutta la loro conversazione mi ero concentrata esclusivamente sulle mie pecorelle e non avevo ascoltato nulla, alzai un braccio.

«Io forse dovrei andare a casa!» annunciai, roteando su me stessa in modo tale da avere la pancia schiacciata contro il pavimento. Ovviamente, la testa girò come una trottola ma per poco.

Namjoon e Yoongi sospirarono a fondo, mentre Jimin mi raggiunse, accovacciandosi di fianco a me.

«Abbiamo deciso che resti qui a dormire! È troppo tardi, ormai!»

«Eh?» quasi gridai. «No, non posso mica restare qui. Se lo scopre Bang Pd mi licenzia! Ho già rischiato troppe volte!»

«Ma che stai dicendo?» ridacchiò Hoseok, guardandomi come se fossi pazza.

«La verità! L'altro giorno ha beccato me e Jungkook nel bagno degli uomini e per poco non mi ha rispedita in Australia!»

Cinque paia di occhi si spalancarono improvvisamente e le bocche dei ragazzi fecero altrettanto. Solo nel vedere la loro espressione scioccata compresi di aver detto qualcosa di troppo.

«E cosa ci facevate tu e Jungkook nel bagno degli uomini?» mi interrogò Yoongi, cercando di sopprimere una risata al contrario di Hoseok che sprigionò il suo demone interiore!

«Il nostro maknae!» gridò a tutto volume, appoggiandosi con un braccio contro la parete per reggersi in piedi. «Wow! Non lo credevo così... così... come si dice?»

«Idiota?» proposi.

«No, intendo dire...»

«Immaturo?» propose Namjoon non troppo divertito dalla situazione.

«No.»

«Continuo a pensare che sia "idiota" la parola che stai cercando.» ripetei.

«No, io...»

«Potreste smetterla di parlare di altre persone mentre queste non sono presenti? Non è carino.» tuonò una voce, proveniente dal corridoio, proprio dietro di me. Girai il collo e sbirciai da sopra la mia spalla e sentii un nodo stringersi intorno alla mia gola. «E, tanto per precisare, eravamo nel bagno degli uomini perché la principessa, a quanto pare, non è in grado di riconoscere la differenza tra un uomo e una donna.»

«Ma...» ero pronta a protestare: era stato lui a trascinarmi in quel bagno. Poi, però, ragionandoci su, non era un bene che gli altri sapessero quello che era effettivamente accaduto, per cui serrai la bocca e mi limitai ad osservare Jungkook, ora di fianco a me.

«Quello con Bang Pd è stato solo un fraintendimento, ma ora è tutto a posto!» concluse il moro, sporgendosi sopra di me per osservare i suoi hyung nel salotto. Forse, sarebbe stato opportuno che mi alzassi.

«Già.» bofonchiai, mentre con estrema cautela, cercavo di alzarmi in piedi.

Per fortuna che Jimin era rimasto al mio fianco perché, nonostante i miei sforzi, quando mi fui eretta ebbi un forte giramento di testa. Jimin, prevedendo ciò, mi aveva cinto i fianchi con un braccio, evitandomi una bella caduta.

«Credo sia arrivato il momento di metterti a nanna!» mormorò sorridendomi dolcemente.

«Jimnie, mettila pure nel mio letto. Dormo io di qua!» disse Hoseok, seguendoci verso la loro camera.

«Ecco qua!» disse Hoseok, raccogliendo una felpa poggiata distrattamente sul letto e facendomi segno di salirci sopra. Io, comunque, esitai.

«Ehm...» cominciai, dubbiosa. «Non è che avete qualcosa di più comodo da prestarmi?»

Tutti e tre abbassammo lo sguardo sui miei jeans strappati: era impensabile che io dormissi con quelli.

Jimin annuì prima di avviarsi verso quello che immaginai essere il suo armadio. Dopo aver rovistato per un po', tirò fuori un paio di pantaloni di tuta e una maglietta, entrambi scuri e me li porse.

«Questi dovrebbero andarti bene.» mi sorrise.

«Il bagno è tra la nostra camera e quella del maknae!» annunciò felicemente Hoseok.

Una volta cambiata negli indumenti prestatimi da Jimin, feci ritorno dai ragazzi solo per scoprire che Hoseok aveva già lasciato la stanza.

«Hobi?» chiesi comunque, sedendomi con cautela sul morbido materasso.

«È uscito poco fa, munito di una copertina, pronto a passare la notte di là!» rispose Jimin, allontanando per un momento gli occhi dal cellulare che teneva in mano. Era comodamente sdraiato sul letto, con le gambe incrociate, stese davanti a sé e una mano sotto la nuca, a mo' di cuscino.

«Mi sento in colpa per costringerlo a dormire sul divano.» mugugnai, ripiegando i miei vestiti e poggiandoli ai piedi del letto.

«Fidati, per Hoseok-hyung non è assolutamente un problema, soprattutto perché si tratta di te!» disse Jimin, voltandosi su un fianco per rivolgermi tutta la sua attenzione. «Forse te l'ho già detto, ma lui stravede per te!»

«Ah sì?» cercai di non dare a vedere quanto effettivamente le sue parole mi avessero resa felice.

Jimin annuì, sorridendo lievemente.

«In realtà, è grazie a lui se sei qui a lavorare!»

«Lo so. Bang Pd-nim mi ha raccontato di come mi avete, o meglio, mi ha trovata su youtube!» ridacchiai pensando a Hoseok, un rapper particolarmente famoso in madre patria che, girando su youtube, sente dei brani di una qualsiasi persona e mobilita un'intera agenzia affinché tu vada a lavorare con loro.

«Noi altri, ad essere sinceri, eravamo particolarmente restii all'idea di far entrare qualcuno di estraneo nel nostro circolo.» sorrisi, immaginandomi i BTS sotto forma di setta segreta, di cui Bang Pd è a capo. «Lui, invece, no. Era convinto che fossi la persona giusta per aiutarci fin dal primo momento. Ci ha visto lungo!»

Per un po', nessuno dei due disse nulla, entrambi troppo persi nei nostri pensieri.

«Mi ricordo ancora che, quando stavate lavorando al suo brano, ogni sera tornava a casa saltellando da una parte all'altro, sprizzando felicità da tutti i pori solo perché era riuscito a passare del tempo insieme a te! Dire che adora lavorare con te è un eufemismo!»

Rilasciai un sospiro di sollievo.

«È bello sapere di essere apprezzata così tanto da qualcuno!»

A differenza di qualcun altro, avrei voluto aggiungere, ma tacqui.

«So cosa intendi.» continuò Jimin, chiudendo gli occhi per un momento. «Sai, all'inizio, quando avevamo appena debuttato, invece che impazzire di gioia insieme agli altri, sono crollato nello sconforto.»

Mentre Jimin parlava, mi sdraiai sul letto di Hoseok, senza staccare gli occhi dalla minuta figura del ragazzo vicino a me.

«Ero terrorizzato da quello che le persone potessero pensare di me. Volevo essere perfetto, a tutti i costi. Volevo essere quel tipo di persona di cui gli altri, in futuro, si sarebbero sicuramente ricordati. Mi allenavo da mattina alla sera nella sala prove, a volte insieme agli altri, a volte solo io e Jungkook, ma spesso da solo. Curavo meticolosamente ogni più piccolo dettaglio e, anzi, me la prendevo con me stesso, credendomi un incapace. Col passare del tempo, i nostri fan aumentarono ma io, invece che rilassarmi, mi ritrovai ad avere il mio stesso fiato sul collo. La situazione era peggiorata drasticamente, al punto che tutti i membri erano preoccupati seriamente con me; al punto che Band Pd mi impediva di allenarmi insieme agli altri. Chiaramente, era uno strazio per me. Tutto ciò che volevo era potermi preparare al massimo, insieme a loro.»

Lo osservavo, sentendo un nodo formarsi in gola. Avevo sempre notato che Jimin si impegnasse al massimo in ogni cosa, ma non avevo mai pensato che, in passato, avesse sofferto per ciò. Era straziante pensare che una persona gioiosa come lui si fosse ridotta così male solo per paura di non piacere agli altri.

«Poi,» riprese con un mezzo sorriso, «qualcosa è cambiato. Il mio modo di vedere i fan è cambiato. Ho capito che loro mi avrebbero sostenuto, in ogni caso. Ho capito che, anche se non ero perfetto, a loro sarebbe andato bene comunque. Ora so che loro mi apprezzano per la persona che sono e che non devo spingermi al limite solo per cercare di soddisfare qualcun altro. Va bene così.»

Solo allora tornò a guardarmi, con gli occhi che brillavano.

«Quando dico che mi sono spinto al limite, lo intendo davvero.» con un delicato movimento del corpo, tornò nella sua posizione originale e fissò gli occhi sul soffitto. «Come ti ho già detto, mi era stato vietato di allenarmi a meno che non fosse negli orari prestabiliti. Per cui, un giorno, ero uscito nel pomeriggio, dicendo di voler andare a trovare un amico da cui mi sarei fermato la notte. La verità era che mi ero fiondato in palestra e avevo ballato per un'infinità di tempo. Provai per tutta la notte, senza tregua, fino a che, quando il sole cominciava a sorgere, ero collassato, privo di sensi.»

Sussultai sul letto. Perché, Jimin?

«Fu Jungkook a trovarmi. Non so per quale motivo si trovasse lì, in quel preciso momento, ma al mio risveglio, incontrai i suoi occhi preoccupati scrutarmi con attenzione. Sono abbastanza sicuro che le sue guance fossero bagnate.» soppresse a stento una risatina. «Fu la prima volta in cui Jungkook alzò la voce con me. Dopo che mi ebbe aiutato a riprendermi, mi sgridò, proprio come fanno le mamme quando i propri figli non rientrano all'orario pattuito, urlandomi contro tutto ciò che aveva tenuto dentro.»

«"Sei un deficiente!" aveva gridato. "Cosa credevi di fare, imbecille? Credevi davvero che non ci fossimo accorti che, nonostante le precauzioni prese, qualcosa non andasse? Quando vorrai renderti conto che a nessuno interessa nulla di quanto ti impegni, Jimin-hyung? I fan vogliono solo vederti felice, non chiedono altro! Così facendo, li fai preoccupare e basta. È questo quello che vuoi? Che siano in pena per te? Non vuoi, piuttosto, che gioiscano nel vederti sereno e felice di fare quello per cui hai lottato per tanti anni?"» a questo punto non trattenne più le risate. «Era proprio un ragazzino insolente. Come si è permesso di parlare in quel modo a me, il suo hyung?»

Notai l'ironia nella sua voce e mi ritrovai a sorridere.

«È solo merito suo se ho capito di star commettendo un'enorme stronzata! Se non ci fosse stato lui, non so cosa starei facendo adesso.» voltò il viso verso di me e mi sorrise dolcemente. «Adesso, sto solo aspettando il momento giusto per rendergli il favore. Anche se credo che quel momento sia finalmente arrivato!»

Lo guardai, vagamente perplessa.

«Che intendi dire?» domandai, osservandolo scuotere i capelli arancioni, ormai schiariti, rivelando così la sua fronte.

«Intendo dire che il maknae ha bisogno che gli dia qualche dritta su come gestire la sua vita! Per quanto mi riguarda, al momento la sta gettando sotto un ponte. Non gli permetterò di commettere l'errore più grande della sua vita, proprio come lui non l'ha permesso a me.»

Nonostante Jungkook non fosse la mia persona preferita, era bello sapere che tra lui e Jimin ci fosse uno stretto rapporto di amicizia, che andava al di là del semplice legame di membri della stessa band. Nella peggiore delle ipotesi, in cui il gruppo si fosse sciolto, ero sicura che tutti loro sarebbero rimasti in buonissimi rapporti, proprio perché accomunati da un sincero sentimento. I BTS, lo avevo imparato, non erano una semplice band e, a pensarci bene, nemmeno dei semplici amici. I BTS erano una vera e propria famiglia, pronti a sostenersi in ogni circostanza e nonostante tutto.


{spazio autrice}

vi chiedo di prendervi un momento per apprezzare il bellissimo sorriso di jiminie


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