Crush on Mr. Bad Boy

By zetaaaaaa

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Da tempo conoscevo i figli del re di Asgard, Thor e Loki, ma quest'ultimo aveva sempre suscitato in me una ce... More

0-Prologo
1-Il ciondolo
2-Imparai a fluttuare
3-Il primo errore.
4-Grandi confessioni.
5-Odinson e Laufeyson.
6-L'incoronazione.
7-Heimdall.
8-Strinsi un patto con la Morte.
9-Cosa accadde?
10-Tutto un trucco.
11-Prigioniera della passione.
12-Stretta allo stomaco.
13-La spietata verità
14-Tutto scomparve.
15-Un nuovo giorno.
16-Tra sogno e realtà.
17-L'inizio della fine.
18-La fine dei giochi. O quasi.
19-Troppo vero.
21-Ci era mancato.
22-Non di nuovo.
23-Non mi libereró mai di lui.
24-Forza e fragilità
25-Jet.
26-Nuovi compagni.
27-Pronti all'azione.
28-Rientro in scena con fulmini e saette.
29-Primi passi.
30-Non puoi allontanarti dai miei pensieri.
31-Sangue nelle vene
32-Fuoco e Ghiaccio.
33-Finalmente Asgard.
34-Ogni ostacolo è invisibile.
35-Parole laceranti.
36-False identità.
37-Ingannando.
38-Qualcosa di nuovo.
39-Inferno.
40-Figlio dell'inganno.
41-Il principe delle Malefatte.
42-La fuga.
43-Libertà.
44-I figli di Frigga.
45-Guardare ma non vedere.
46-Salvezza.
47-Il mio Universo.
48-Il Principe di Asgard.
49-Promesse silenziose
50-La verità conosciuta
51-Rotta per una nuova vita.
52-Debolezze.
53-Tutto da capo.
54-Non c'è una pausa..
55-Doppia faccia.
56-Un potenziale Avenger
57-Di nuovo il Trio
58-Un vecchio amico.
59-Amore e odio.
60-Accendiamo i motori.
61-Torna a casa.
62-I assure to you brother,
63-the sun will shine on us again.
64-La fine di un viaggio durato 64 pagine.
Crush on-2

20-Il grande ritorno.

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By zetaaaaaa

Quando arrivai al piano terra, quindi nell'atrio principale, Heimdall mi aspettava mentre giocherellava con il suo elmo. Appena mi vide cercó di sorridere, anche se quello che venne fuori fu più una smorfia.

-Come stai?

Perchè fanno tutti questo genere di domande?? Esitai a rispondere.

-Certo, che domanda stupida. Vieni, andiamo a parlare fuori, ormai ha smesso di piovere.

Seguii mio padre mentre usciva dal palazzo. L'odore dell'erba bagnata e della pioggia si intonava con il mio umore, peró tutto sommato mi piaceva quando pioveva, mi rilassava i nervi e mi sentivo in pace con me stessa. Cosa che amo tutt'oggi. Heimdall fece un gran respiro e poi lasció lentamente il fiato.

-Amo quando piove. Qui ad Asgard non succede quasi mai.

Sorrisi tra me e me.

-Dove andiamo?

Chiesi mentre uscivamo dalla piazza sotto il palazzo.

-Vorrei soltanto farti sentire meglio e magari potremmo parlare da padre e figlia, come solo poche volte abbiamo fatto, peró so che non ricordi nulla...

-Aspetta, come fai a saperlo?

Heimdall ridacchió.

-Io vedo ogni cosa, ho una vista di 10000000000/10. So cosa è successo tra te e Loki.

10000000000/10? Wow.

-Ho anche io ho questa cosa della super-vista?

-Certo. Solo che Loki con la sua magia ti ha impedito di usarla, difatti non fai più incubi riguardanti la distruzione dell'Universo. Quindi è un bene per te.

A me non importava di fare incubi! Volevo essere in grado di vedere tutto.

-Ma sarebbe bellissimo avere il dono della super-vista, come posso riaverlo indietro?

Chiesi traboccante di speranza.

-Puoi riaverla indietro anche adesso. Peró vedere tutto non è un vantaggio, talvolta è una dannazione.

Annuii cupa.

-Capisco.

-Oh eccoci arrivati!

Esclamó contento Heimdall. Un negozio era davanti a noi. Non era grande ma da fuori sembrava molto grazioso, aveva una grande insegna in legno lavorato e scintillante, che ancora gocciolava dal temporale appena finito, stampata sull'insegna c'era scritto "Pasticceria Arien".
Perchè mi aveva portato in una pasticceria? Una fragranza dolce e calda si diffuse nell'aria e il mio stomaco inizió a lamentarsi. Si distingueva parecchio dagli alti e massicci palazzi asgardiani, quella pasticceria sembrava un'antica bottega. Andammo verso l'entrata e quel dolce profumo si intensificó, ci asciugammo i piedi sul tappeto esterno, poi Heimdall spinse la porta di entrata, che si spalancó con un dolce drin, che proveniva da un campanellino sopra alla porta. Ci dirigemmo al bancone, il parquet sotto i nostri piedi scricchiolava e quell'odore paradisiaco mi confondeva i sensi. Ci sedemmo sopra a degli sgabelli in legno. La porta che era dietro al bancone si aprì e uscì fuori un ometto paffutello, con un lungo grembiule infarinato. Aveva occhi color del miele, che esprimevano bontà, i capelli erano nascosti sotto il cappello da cuoco e un paio di baffi neri erano striati di grigio e probabilmente davano un indizio sulla sua età. Rivolse un grande sorriso a mio padre.

-Heimdall! Pensavo ti fossi dimenticato di me, sai? Chi è questa giovane donna vicino a te?

La sua voce era allegra e trasportava il buon'umore.

-Lei è mia figlia, Andromeda.

-Non ci posso credere! Come passa il tempo...che vi porto?

Non sapevo come rispondere, ma per fortuna ordinó Heimdall.

-Portami due pagram belli caldi e due tazze di licto.

Pagram? Licto? Di cosa stava parlando? Mi diede un'occhiata come per dire "Tranquilla, fidati di me".

-Arrivano subito!

Quello che presumo fosse Arien scomparve dietro la porta, per poi tornare poco dopo con un vassoio circolare nero in una mano. Lo posó sul tavolo.

-A voi!

Poi entró di nuovo nella stanza dietro al bancone.
Guardai il pagram e il licton. La tazza era un boccale di birra, con dentro un liquido color argento e non avevo idea di cosa fosse, invece il pagram era un saccottino soffice, con dello zucchero a velo sopra. Heimdall prese il suo boccale e mandó giù un bel sorso di licton.

-Oh sì, mi ero dimenticato di questo sapore. Andromeda non è veleno, assaggia.

Mi incitó a bere. Presi il boccale con entrambe le mani e bevvi un sorso. Era la cosa più...non esistono aggettivi. Sembrava latte caldo mischiato a biscotti al cioccolato, con l'aggiunta di miele e carrettate di zucchero a volontà. Un sapore divino, stavo rinascendo.

-Ehi vacci piano, se no non ti godi il pagram.

Mi avvertì Heimdall con i baffi pieni di zucchero a velo. Era buffo. Posai il boccale e iniziai a ridere, indicando la faccia di mio padre.

-Cosa c'è? Ho..ho qualcosa sulla faccia?

Annuii, continuando a ridere. Prese un fazzoletto e si pulì i baffi.

-Sai, mi ricordi tanto tua madre...Hai la sua risata.

-Davvero?

Non mi commuovo facilmente, ma lo stavo per fare.

-Oh sì e sarebbe orgogliosa di te. Sai, ci siamo incontrati proprio qui. Lei aveva ordinato un pagram e io un boccale di licton, solo che ci avevano scambiato le ordinazioni e da lì abbiamo iniziato a parlare e ci siamo conosciuti.

-Per una pura casualità il destino vi ha fatto incontrare.

Sussurai. Poi presi il pagram e gli detti un bel morso. La pasta era morbida e soffice, e un ondata di cioccolato si riversó nella mia bocca. Fantastico. Suonate le fanfare, avevo trovato il cibo fatto a mano dagli Dei!
Finito di magiare presi altri quattro pagram da portare via, pagammo il conto ad Arien e tornammo al castello di Asgard. Heimdall mi lasció davanti alla porta della mia camera.

-Sai, ho una casa qua vicino e se vuoi puoi venire a stare qualche giorno da me...

Disse Heimdall.

-Grazie..padre.

-Chiamami papà.

Poi ci abbracciammo e andó via. Ci voleva un po' di normalità.
Aprii la porta della stanza, ma qualcosa era cambiato, o meglio, tutto era cambiato, sembrava che fossi entrata in una casa estremamente elegante: c'era un divano nero di classe, una televisione enorme ad alta definizione appesa alla parete bianca di fronte al divano, un tappeto in cachemere verde e nero posava sul parquet marrone scuro e un tavolino di vetro sotto il televisore era pieno di joystick e console. Avevo sbagliato stanza, quindi mi girai, per aprire la porta e andarmene, ma la porta era scomparsa. Panico. Battei un pugno sul muro dove avrebbe dovuto esserci la porta, imprecando.

-Andromeda...

Una voce mi chiamó. Quella voce. No, non era possibile, stavo impazzendo. Mi girai di scatto con le palpitazioni al massimo.
Loki era davanti a me in piedi, i capelli neri erano più lunghi e gli arrivavano alle spalle, gli occhi verdi scintillavano. Indossava una felpa nera a maniche lunghe, con una cerniera bianca nel mezzo, jeans neri che gli andavano alla perfezione e scarpe bianche da ginnastica con scritto "Nike" su un lato. Stava mangiando un pezzo di pizza margherita.

-Loki? Sei un fantasma?! Dove sono? Come sei vestito?? COSA CAZZO STA SUCCEDENDO?!

Stavo andando in escandescenza. Lui era morto davanti ai miei occhi, e ora stava lì, mangiandosi la pizza come se niente fosse. Presi un cuscino dal divano e glielo lanciai. Gli arrivó in faccia e poi cadde a terra insieme al pezzo di pizza.

-Ma cosa fai? La mia pizza!

Gridó infuriato.

-TU DOVRESTI ESSERE MORTO! TI HO VISTO PRECIPITARE NEL NULLA!

Raccolse il cuscino e lo mise sul divano e si sedette.

-Ci sono mille modi per ingannare la morte. Ora posa quel sacchetto che hai in mano in cucina, prendi uno straccio e pulisci a terra, dove mi hai fatto cadere il pezzo di pizza!

Scossi la testa in preda al panico.

-Nonono tu sei un pazzo!

Mi girai e iniziai a battere i pugni sul muro.

-AIUTATEMI! AIUTOO! CHE QUALCUNO MI AIUTI!

Loki mi prese per le spalle, mi giró verso di lui e poi mi attaccó al muro.

-Devi stare calma, smetti di distruggermi casa e fammi spiegare.

Sussurró tappandomi la bocca con una mano. Gli presi il polso e allontanai la sua mano dalla bocca. Ci guardammo negli occhi. Come una calamita gli lanciai le braccia attorno al collo, mi prese in braccio tirandomi su per i fianchi e iniziammo a baciarci famelici.

Così è iniziato "The Avengers", quindi altri personaggi si aggiungeranno presto alla nostra storia.

Bye😜

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