𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄...

Od Chiarasaccuta_writer

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SECONDO CAPITOLO DELLA SAGA Dopo le terribili perdite avvenute nella società degli Shinigami, nuovi cambiamen... Více

1(Parte I/II)
1(Parte II/II)
2 (Parte I/II)
2(Parte II/II)
3(Parte I/II)
3 (Parte II/II)
4 (Parte I/II)
4 (Parte II/II)
5 (Parte I/II)
5(Parte II/II)
6 (Parte I/II)
6(Parte II/II)
7 (Parte I/II)
7(Parte II/II)
8(Parte I/II)
8(Parte II/II)
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10 (Parte I/II)
10 (Parte II/II)
11 (Parte I/II)
11(Parte II/II)
12 (Parte I/II)
12 (Parte II/II)
13 (Parte I/II)
13(Parte II/II)
14 (Parte I/II)
14 (Parte II/II)
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16 (Parte I/II)
16(Parte II/II)
17(Parte I/II)
17 (Parte II/II)
18 (Parte I/II)
18 (Parte II/II)
19 (Parte I/II)
19 (Parte II/II)
20 (Parte I/II)
20 (Parte II/II)
21(Parte I/II)
21 (Parte II/II)
22(Parte II/II)
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24 (Parte I/II)
24 (Parte II/II)
25(Parte I/II)
25(Parte II/II)
26 (Parte I/II)
26 (Parte II/II)
27(Parte I/II)
27(Parte II/II)
28 (Parte I/II)
28(Parte II/II)
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22(Parte I/II)

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Od Chiarasaccuta_writer

Shiori e Momo erano ancora premuti schiena contro schiena. La prima si guardava intorno in cerca di una via d'uscita, mentre il secondo continuava a fissare il Bakemono afferrare con veloci zampate i membri della guardia Koide per portarseli alle fauci.

Il fatto che lo Yokai in questione non cercasse neanche lontanamente di sfiorare i due intrusi fu, per Goemon e Noriko, l'ennesima conferma al loro dubbio: Quei giovani erano dei mezzidemoni, e i due Nobili sapevano per certo che avrebbero posto fine alle loro vite maledette nel minor tempo possibile.

"Quindi, cosa facciamo adesso?" Domandò Momo, il quale aveva subito intercettato lo spostamento del Bakemono in direzione delle Shoji, in modo da prevenire la fuga delle sue prede.

Shiori strinse le dita intorno al manico della Katana, in preda alla confusione. "Li uccidiamo, prima che loro lo facciano con noi."

"Stavolta non contesterò." Disse Momo, tirandola con forza fra le sue braccia, prima che l'enorme zampa dello Yokai la toccasse. Shiori vide i lunghi artigli del Bakemono afferrare uno degli uomini caduti al suolo, accanto a loro, sollevarlo in aria e infilarselo fra le fauci. "A proposito, uccidere dei Nobili non è forse un peccato mortale?"

"I Koide non hanno nulla di Nobile." Sibilò la giovane, ritrovando la stabilità.

"Va bene, ma non farti acchiappare di nuovo per i capelli!"

La Kawaakari non ebbe modo di contestare, né di afferrare la seconda spada, che dovette sollevare la prima per frenare l'avvento della lama di Noriko contro il suo viso. Le due Katane batterono fra loro, prima di cominciare a sferrarsi colpi violenti.

Stavolta, per Shiori, fu molto più difficile parare i fendenti che le si scagliavano contro,a causa delle movenze micidiali che la Nobile attuava nei suoi confronti. Ogni volta che le armi si scontravano, Noriko avanzava, facendola indietreggiare di proposito, e tentando di colpirla in punti differenti, in modo da sottometterla tramite il dolore. I suoi occhi scuri erano animati dalla rabbia, scaturita a sua volta dalla terribile umiliazione che aveva subito poco prima per mano di Momo.

Shiori, più indietreggiava più avvertiva il sangue colare dai fianchi e dalle braccia, lì dove l'avversaria era riuscita ad aprire tagli profondi sulle sue vesti, fino a sfregiare la carne bianca.

Solo dopo l'ennesimo taglio, che la colpì all'altezza della spalla, la Kawaakari decise di smettere di giocare. Impugnò la spada con più forza e si scagliò sull'anziana, attaccandola con fendenti veloci. Le passò intorno e, una volta dietro la sua schiena, la colpì con un taglio netto all'altezza delle scapole, prima di tornarle davanti e tentare d'avventarsi contro il suo petto.

Se non fosse stato per il ringhio emesso dal Bakemono, molto probabilmente, Shiori ce l'avrebbe fatta. Invece, il miagolio stridulo provocato dall'animale le fece perdere la concentrazione, permettendo a Noriko di gettarle le braccia al collo e spingerla supina al suolo. Le fece sbattere la testa più volte, prima che Shiori afferrasse nuovamente la spada per tagliarle di netto la fascia posta a proteggerle lo stomaco. Quando la stoffa a motivi geometrici scivolò sui suoi fianchi, la Kawaakari affondò la lama all'interno della carne, sentendo la Nobile gemere di dolore sopra di sé.

Noriko avvertì il sapore del sangue renderle amara la bocca e il peso del colpo, provocato dai piedi di Shiori, abbattersi violentemente sul suo addome. La donna venne scaraventata contro il tavolo basso che poco prima aveva occupato insieme alle sue famiglia e, una volta aperti gli occhi, afferrò la prima brocca d'Acqua Purificata che le si parò davanti per berla tutta d'un fiato. Sapeva che la ferita ci avrebbe messo poco a guarire e, nel frattempo, lei avrebbe potuto riprendersi il suo onore.

Si mise immediatamente in piedi e fece una giravolta su se stessa, evitando che le due Katane di Shiori si infrangessero sul suo corpo ormai raggrinzito a causa dell'età. I fermagli che le tenevano avvolti i capelli in un'acconciatura scomoda ricaddero al suolo, e le sue ciocche corvine sulla schiena, mentre lei correva in quel mare di cadaveri pur di ritrovare una spada da poter utilizzare.

Solo quando si ritrovò accanto una delle zampe posteriori del Bakemono, dinnanzi il corpo inerme di suo cognato, notò ciò che stava cercando. Con un movimento veloce afferrò l'impugnatura dell'Uchigatana dell'uomo, voltandosi per battere la spada al centro della formazione a X che Shiori aveva creato con le due lame nel chiaro intento di tagliarle la gola.

Le due si fissarono negli occhi per un istante, come se volessero esprimere attraverso lo sguardo tutto l'odio e il ribrezzo che l'una provava nei confronti dell'altra, prima di cominciare di nuovo a lottare più veloci e furenti che mai.

La Kawaakari tentò di colpire la Nobile allo stomaco per una seconda volta, ma l'avversaria evitò agilmente il suo attacco e le sgusciò alle spalle, colpendola con un calcio sulla schiena. Quel colpo la fece avanzare di parecchi passi, portandola a posare una mano sopra il fulgido pelo bianco del Bakemono pur di sostenersi. Improvvisamente, una scarica di minacciosa potenza le attraversò il corpo da cima a fondo. La connessione primordiale che intercorreva fra lei e quegli esseri si fece ancora più imponente, nel momento in cui i suoi occhi azzurri incontrarono quelli gialli del felino. Aveva il muso e i denti sporchi di sangue, eppure non sembrava essere intenzionato a farle del male. Era chiaro la riconoscesse come sua simile, ma, allo stesso tempo, sembrava quasi che le stesse dicendo di sfruttare lo Yugen per porre fine a quel combattimento il prima possibile. E, per un attimo, Shiori fu quasi tentata di farlo, ma si ricredette.

Era abbastanza forte da poter mettere a tacere quella stupida vecchia senza l'ausilio della propria abilità, di questo era certa.

Strinse il pugno sopra la pelle di quello Yokai, avvertendo poi la lama della spada di Noriko affondare al di sopra della sua spalla. Shiori si voltò seduta stante, sentendo con chiarezza la lama scivolare lungo la carne e il sangue imbrattarle le vesti, prima di scattare al lato opposto della sala e osservare la Nobile come se le avesse fatto il peggiore dei torti.

Lei, però, sorrideva malefica. "È inutile opporre resistenza, la tua vita è finita. Sei destinata a sopperire all'interno delle mura di questa pagoda."

Shiori non sorrise, il suo sguardo rimase freddo e le sue dita accarezzarono i manici rossi delle sue spade. "Tutti dobbiamo morire, prima o poi, ma stia certa che io non lo farò oggi."

Noriko non ebbe modo di rispondere, che si ritrovò nuovamente a dover parare violenti calci e fendenti tipici delle arti marziali combinate che i Kawaakari apprendevano fin da bambini.

Momo, al contrario delle due donne, non poteva fare affidamento su alcuna arma. Durante il combattimento sollevava braccia e gambe nel tentativo di colpire Goemon Koide, il quale si dimostrava decisamente molto più avvantaggiato di lui per merito della Katana con cui continuava a colpirlo senza sosta. Il giovane si trovò talmente in difficoltà che, alla fine, decise di lanciarsi contro una corta Wakizashi, abbandonata davanti il cadavere di uno degli uomini, per afferrarla e parare un colpo che lo avrebbe ferito alla nuca. Subito dopo, impugnò l'arma a due mani, e cominciò a destreggiarsi malamente con essa, cercando di ricordare il modo in cui aveva visto i suoi compagni lottare. Come se non bastasse, Goemon non gli dava scampo, colpendolo come se lui fosse la preda principale della sua battuta di caccia. Cercava in ogni modo di ficcare la spada nella sua carne, approfittandosi della confusione che l'ingenuo mezzodemone pareva dimostrare.

Un sorriso maligno increspò le labbra del capostipite, prima che riuscisse ad afferrare il suo avversario per un polso e tirarlo con irruenza contro la lama appuntita della sua Katana.

Momo si ritrovò a dover fare ricorso a tutto il suo peso pur di cadere di fianco invece che avanti. Eppure, la punta dell'arma disegnò una riga imprecisa all'altezza del suo petto, tagliando la stoffa azzurra della casacca e sfregiando la carne abbronzata, lasciandolo cadere al suolo arrabbiato come non mai.

Goemon gli salì sopra, a cavalcioni, e cercò di ferirlo nuovamente. Ci sarebbe anche riuscito se Momo non avesse cominciato a rotolare su se stesso per invertire le posizioni. Quando gli fu sopra, si lanciò all'indietro per rimettersi in piedi nel momento stesso in cui l'uomo ritornò all'attacco, brandendo la spada contro di lui.

Ora che il giovane era disarmato gli veniva ancora più difficile contrastare quelle sfilettate che riuscivano ad aprire tagli profondi sulle sue braccia e sulle sue spalle.

Preda della rabbia, Momo si lanciò sul corpo del suo avversario e, sopportando l'ennesima ferita al fianco, riuscì a stringere il suo collo fra le mani per premerlo poi contro la carta di riso delle pareti dipinte. Se non fosse riuscito a ucciderlo, era sicuro, che lo avrebbe portato personalmente fra le fauci del Bakemono, consapevole che quest'ultimo stava già faticando a tenere a bada ciò che rimaneva dell'armata Koide.

Lanciò uno sguardo veloce a quel grosso gatto, prima d'essere costretto ad allontanarsi perdendo così la presa che era riuscito, con fatica, a ottenere sulla gola di quel vecchio dallo sguardo cattivo.

"Dannato demone..." Lo insultò Goemon, tornando nuovamente all'azione. Sferrò attacchi molto più precisi, mirati a ferire il giovane alla giugulare, nel vano tentativo di metterlo a tappeto in pochi minuti.

Momo, sebbene non fosse in grado di usare le armi, sapeva per certo come sfruttare al meglio le arti marziali. Roteò velocemente su se stesso e abbassò il proprio corpo, gettandosi in avanti per colpire a palmo aperto Goemon al centro dell'ombelico. Lì dove il Seika tanden risiedeva. Una scarica d'energia si sprigionò dalle sue mani, immobilizzando l'avversario solo per un attimo, dando così a Momo il tempo di passargli un braccio intorno al collo e premergli la testa contro il proprio petto.

Un urlo soffocato fuoriuscì dalle labbra dell'uomo, che aveva sentito la propria energia interna squilibrarsi, attirando così l'attenzione di una Noriko sanguinante e affaticata. Shiori approfittò della distrazione della donna per spingerla a terra, sferrandole poi un'elegante colpo di tallone sul fianco, in modo da poterle dare il colpo di grazia.

La Kawaakari sollevò una delle Katane ma, prima che potesse abbassarla, l'estremità appuntita di uno spillone la colpì all'avambraccio, facendole perdere la presa sulla spada. Ovviamente, la donna non ebbe bisogno di girarsi per capire che l'artefice di quell'attacco non fosse altro che Izumi Koide.

Momo avvertì il gemito che era scappato dalle labbra della sua compagna, e si voltò immediatamente nella sua direzione commettendo un errore.

Goemon sfruttò la situazione a suo vantaggio, decidendo di colpirlo con una sfilettata goffa al bacino. Ora che il suo Ki era compromesso, avrebbe dovuto fare molta più attenzione.

Il capostipite si avvicinò a Momo, alzò la mano sinistra e lo colpì con un pugno ben assestato alla guancia che lo fece indietreggiare in direzione del tavolo, a corto di fiato. Ora era vulnerabile, e Goemon decise di porre fine alla sua vita lanciandogli contro la Katana. Shiori, però, intercettò immediatamente quel movimento, scagliando così l'unica spada che le era rimasta in direzione di quella dell'avversario.

Le due lame cozzarono ed entrambe caddero ai piedi di Momo, che si preoccupò di afferrare istantaneamente la spada della sua alleata per restituirgliela, prima che Noriko potesse attaccarla alle spalle.

L'anziana si sollevò disperata e cercò di afferrare la Katana, invano. Shiori preferì afferrarla per i capelli e gettarla al suolo, prima di appropriarsi della spada nel momento in cui le capitò roteante sopra il palmo.

"Okaasama!" Urlò Izumi, da lontano, correndo verso di loro.

Ormai sull'orlo di una crisi di nervi, Shiori gettò a terra la propria Katana per strapparsi, con la mano destra, il Kanzashi che le era stato lanciato da quella ragazzina viziata al centro del braccio. Lo sfilò dalla carne con una violenza che si trattenne dall'esternare e lo lanciò in direzione del petto di Izumi, centrandola in pieno.

La giovane non riuscì ad evitare quel colpo e lo spillone le si conficcò a fondo fra le vesti, trapassandole per trovare prima la carne e poi il cuore. Una macchia di sangue che si faceva via via sempre più larga intrise la seta che aveva indosso, prima che lei cadesse all'indietro sotto lo sguardo attonito di Noriko e quello gelido di Shiori.

Un grido di puro dolore si liberò dalle labbra della Nobile, richiamando l'attenzione del marito sopra l'omicidio che si era appena consumato sotto i suoi occhi increduli.

Goemon reagì con una furia che non riuscì più a contenere. Vedere la figlia cadere a terra, immersa nella pozza provocata dal suo stesso sangue, senza riuscire a sollevarsi per colpa di quei due maledetti mezzi Yokai, lo fece andare su tutte le furie. Si voltò verso Momo e lo afferrò per la treccia rossa, tirandolo verso il basso in modo da costringerlo a inginocchiarsi per terra. Una volta che fu alla sua mercé, sollevò la Katana e fece tranciare di netto il suo collo, ma il giovane aveva già sollevato la mano per racchiudere l'intera lama fra le dita. Scie di sangue bollente si riversarono lungo le nocche e il polso, mentre la spada, bloccata fra il medio e l'anulare, minacciava di tagliargli in due la mano.

"Morite! Tutti e due! Morite immondi bastardi!" Sbraitò l'uomo, come ad animare ancora di più il fuoco di una rabbia che era divampata senza dargli il tempo di riflettere.

Una rabbia che, ora, stava consumando anche Noriko. La Nobile sembrava aver recuperato tutte le sue energie per accanirsi contro la Kawaakari al massimo delle sue possibilità. Ora, gli impatti scaturiti dalle loro spade erano talmente forti e violenti da produrre scintille. Persino Shiori notò che il metallo dell'unica spada che reggeva in mano si stava irrimediabilmente scheggiando sotto l'attacco brutale di quella donna che, con uno scatto deciso, era riuscita a privarla della seconda spada. La Kawaakari non riuscì nemmeno ad abbassarsi per riprenderla, che si ritrovò con la schiena premuta contro il pavimento e la Katana di Noriko puntata contro la sua gola.

"Muori, puttana demoniaca." Sussurrò a denti stretti, certa d'avere la vittoria in pugno.

Shiori, però, sollevò immediatamente il braccio sinistro e avvolse le dita intorno al polso della donna, impedendole così di muovere la spada. Con la destra, invece, afferrò il manico della propria Katana e gliela ficcò all'interno del fianco. Fissò gli occhi nei suoi, vedendo quelle pupille scure lasciar scivolare via l'odio che l'aveva mossa, e la sua presa sopra di lei farsi sempre meno intensa.

La Kawaakari si rimise in piedi con eleganza, fece una giravolta su se stessa e nel movimento impugnò la Katana a due mani, sollevandola prima di calarla velocemente sopra il collo di Noriko, decretando così la fine della loro battaglia.

Momo aveva approfittato di quel preciso istante per cercare di sottrarre a Goemon la Katana, eppure lui continuava ad agitarsi come una bestia in gabbia che il giovane faceva fatica a tenere ferma. Stanco di temporeggiare, Momo gli afferrò la gola fra le mani e, con una manovra violenta, gli spezzò l'osso del collo.

I due compagni, ansimanti, sollevarono l'uno lo sguardo in direzione dell'altra, come per accertarsi che ciò che avessero fatto fosse reale e tangibile. Eppure, invece che soddisfazione, sulle loro spalle si posò soltanto il peso del grave omicidio che avevano commesso.

***

Itami fece il suo ingresso in quel momento, spalancando con forza le Shoji. Il corpo del Bakemono gli si parò davanti, facendolo sbuffare infastidito. Avrebbe dovuto premere la propria schiena contro la parete pur di passare senza restare schiacciato e così fece. L'adrenalina gli scorreva in corpo a un ritmo troppo veloce per farlo stare fermo, al contrario Yori e Ichiro che sembravano essere pietrificati.

I due non avevano parlato durante la strada. Avevano bensì osservato la pelle di Itami farsi sempre più strana e ricoprirsi di sottili scaglie scure che contrastavano con il chiarore della sua pelle, segnata dai lividi e ferite.

Il giovane, però, non aveva fatto caso alle loro espressioni. Sognava già d'assaporare il momento in cui avrebbe staccato le teste ai capostipiti Koide e alla loro figlia, senza aver messo in conto di poter restare deluso da ciò che avrebbe avuto modo di vedere al di là dello Yokai.

Una volta aggirato il corpo sanguinante del Bakemono, la prima cosa che i suoi occhi chiazzati di rosso notarono fu la presenza dei due cadaveri di Noriko e Goemon ai piedi di Shiori e Momo. Questi ultimi stavano lottando con le unghie e con i denti per decimare, insieme allo Yokai, ciò che restava della guardia della Famiglia Nobile, totalmente inconsapevoli del torto che gli avevano appena rifilato.

Persino Izumi era morta, abbandonata in una pozza di sangue in cui Itami non avrebbe potuto farle alcun male se non sputare sul suo deplorevole cadavere.

Il mezzodemone strinse con forza i pugni, avvertendo la rabbia cominciare a scorrere in quelle vene che premevano sotto la pelle del braccio. "Non posso crederci..." Cominciò a borbottare, sentendo la presenza di Yori e Ichiro affiancarlo. "Quei due piccoli stronzi... Quei due balordi li hanno uccisi al posto mio." Sibilò velenoso, avanzando a falcate verso i combattenti. "Che siate maledetti!"

In quell'istante la battaglia parve fermarsi, i membri della guardia che si erano abbattuti sui corpi di Shiori e Momo si allontanarono, e i due giovani si voltarono a fissare gli alleati con uno sguardo stranito.

"Come avete potuto ucciderli? Era un mio compito!" Li rimproverò Itami aspramente, mentre Yori denotava con orrore le sue orecchie allungarsi, i suoi denti farsi più affilati e la sua schiena ricoprirsi di scaglie nere.

"Sta mutando, vero?" Domandò Ichiro, che aveva già avuto modo di vedere una reazione simile da parte di Ryo. Quando Yori, al suo fianco, annuì, il Samurai rimase sconcertato. "E allora perché non stiamo facendo nulla per fermarlo?!"

"Perché non penso si trasformerà veramente." Mormorò lei, cercando di convincere più se stessa che il ragazzo.

Fu in quell'istante che Itami lanciò per terra i soldati che gli sbarravano la strada, ora più che indaffarati nell'attaccare un Bakemono assennato e stanco, per poi afferrare Shiori e Momo per la scollatura delle loro vesti e avvicinarli al suo viso. "Allora, sentiamo, perché li avete uccisi?"

Momo strattonò immediatamente la sua presa, così come Shiori, premurandosi poi di rispondere a tono. Non aveva alcuna voglia di doversi sorbire i suoi inutili capricci. "Se magari fossi arrivato qualche minuto prima ti avremmo volentieri ceduto l'onore."

"Sareste dovuti venire a salvarmi subito, invece di divertirvi al posto mio." Itami cercò di calmarsi, ma era ormai impossibile.

Shiori sembrò l'unica ad accorgersene, per questo motivo decise di incoraggiare l'inevitabile. "Non ti abbiamo di certo tolto tutto il divertimento. Perché non riduci in cenere questo posto e la facciamo finita?"

Itami rimase per un attimo interdetto davanti quelle parole, lasciandosi poi andare a una risata strafottente. "Non è poi così male come idea, Yuki-chan."

"Hai degli sbalzi d'umore un po' troppo frequenti tu." Lo provocò Momo, notando con grande sorpresa l'amico ignorarlo per piegarsi su se stesso e chiudere gli occhi, in modo da poter concentrare tutto il suo Ki nel luogo più recondito del suo corpo. Lì, dove la sua vera potenza risiedeva.

Improvvisamente, Itami diede voce a un grido che fece piombare il luogo in un silenzio surreale. Persino il Bakemono aveva smesso di miagolare e le guardie avevano lasciato andare le loro armi.

Gli occhi di tutti erano fissi sul corpo irriconoscibile di quel giovane e sul fumo che si stava sprigionando dalle sue membra.

Fu allora che Yori corse verso Ichiro e si aggrappò al suo braccio, nascondendo la testa sulla sua spalla. Shiori e Momo, invece, si presero istintivamente per mano, mentre la fitta nube soffocante a cui Itami aveva dato vita continuava a espandersi a ogni grido.

La vista dei giovani venne offuscata, prima che l'urlo si trasformasse in un ruggito brutale. Shiori e Momo furono i primi a notare la completa trasformazione a cui Itami si era sottoposto. Nulla di umano era presente sul suo corpo, ora allungato e strisciante. Le quattro zampe erano munite di tre artigli che avevano preso a graffiare i Tatami unti di sangue sotto i loro piedi, la sua pelle era coperta da scaglie color pece che risplendevano alla luce delle candele e il suo lungo muso si era innalzato lentamente. Ai lati della bocca sbucavano tre lunghi baffi dorati, mentre gli occhi screziati di rosso si erano assottigliati così tanto da poter essere scambiati per quelli di un serpente.

Ora davanti a loro non c'era Itami, ma solamente un dragone. Ciò che era cresciuto grazie all'odio e alla rabbia che da bambino, Itami, non aveva fatto altro che ricevere. Tutto ciò che aveva coltivato ora era maturato, ma in qualcosa di terribilmente spaventoso.

Itami strisciò pesantemente per la stanza, troppo piccola per contenere tutto il suo corpo, e abbassò il capo facendo cenno ai suoi alleati di salirgli sul dorso.

Ichiro aggrottò le sopracciglia, sconvolto dall'aver visto qualcosa di simile. "Dobbiamo..."

"Salirgli in groppa, sì!" Esclamò lei, ma un membro della guardia Koide urlò di catturarli prima che fosse troppo tardi.

Quella dichiarazione fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Shiori e Momo lasciarono immediatamente l'uno la mano dell'altra, la ragazza ripose le sue Katane nei foderi e, insieme, corsero in direzione del dragone per aggrapparsi alle sue scaglie dure e lucenti. Si arrampicarono, sentendo i fendenti procurati dalle armi lanciate accanirsi contro la pelle infrangibile di Itami, mentre loro prendevano posizione aiutando poi Yori e Ichiro a fare lo stesso.

La donna ebbe bisogno di sostenersi alla sorella, prima di mettersi in testa al gruppo e avvolgere le braccia intorno al collo di quell'essere serpentiforme. Ichiro non si lasciò aiutare, era abbastanza agile da riuscire a salire da solo. Prese posto accanto a Yori e le avvolse i fianchi con le braccia, in modo da sostenerla in quello che sarebbe stata un'esperienza che non sarebbe riuscito a dimenticare.

Quando furono tutti su di lui, Itami si sollevò sulle zampe e, con artigliate possenti, si premurò di strappare le teste dai colli di quelle insulse guardie e trangugiare le loro membra con tutti i vestiti.

Li uccise con violenza, muovendosi da una parte all'altra della stanza fino a distruggerla completamente. Il rumore delle carni dilaniate, delle ossa rotte e delle urla si mischiavano ai rumori emessi dal suo enorme corpo, che cominciava soffrire chiuso in quella sala troppo piccola per lui.

"Itami!" Lo chiamò Momo, sentendo i palmi dolere a causa della pressione avuta con le scaglie. "Dobbiamo andare via da qui! Sta per crollare!"

Il drago voltò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi sottili assunsero una sfumatura quasi mortale prima che, cibatosi dell'ultimo membro della famiglia Koide, cominciasse a serpeggiare lungo le parenti. Si sostenne con gli artigli e cominciò a risalire sempre più velocemente, frantumando i tetti e ascoltando le urla e i lamenti a cui i suoi compagni si abbandonarono nello stesso istante in cui distrusse, con tutto il suo peso, l'ultimo soffitto.

Le tegole esplosero e si dispersero nel vento, mentre Itami si innalzava libero nel cielo, lasciando dietro di sé un ruggito vittorioso che risuonò per tutta la Capitale degli Shinigami, attirando l'attenzione dei cittadini.

Shiori aprì gli occhi, stringendo la mano di Momo e ascoltando il rumore del vento sferzarle i capelli bianchi sul viso. Mossa da un'improvvisa preoccupazione decise di voltare il proprio sguardo in direzione di ciò che restava della magione Koide, e lasciò che lo Yugen si impossessasse dei suoi occhi in modo da migliorare notevolmente la sua vista.

Doveva essere sicura che non ci fosse alcun testimone, nessuno in grado di ricondurli allo sterminio che si era consumato all'interno di quella pagoda. Invece, le sue speranze vennero infrante dalla figura di Zeno che, con uno sguardo sereno e colmo di strafottenza, li osservava dal pavimento innevato accanto a ciò che rimaneva della dimora dei Nobili.

Shiori voltò lo sguardo nello stesso istante in cui si ritrovarono a sorvolare l'immensa Città Celeste, coperta da un manto niveo che riusciva a renderla ancora più affascinante e suggestiva. Strinse le dita su quelle scaglie sporgenti e si maledisse a mezza voce.

Non solo qualcuno li aveva visti ma, quel testimone, era persino Zeno.

Lo stesso Zeno con cui aveva trascorso parte della sua vita, di cui si era fidata, e con cui era riuscita a costruire un legame profondo che, egli stesso, era riuscito a distruggere.

_________________________________________

Uchigatana: Spada Giapponese leggermente ricurva e molto più lunga di una Katana

Wakizashi: Al contrario, quest'ultima è molto più corta di una normale Katana

Okaasama: Madre

Kanzashi: Lungo e sottile fermaglio appuntito, usato come ornamento per i capelli 

Seika Tanden: è un punto psicofisico, immateriale, a circa 4 centimetri sotto l'ombelico dove avvengono le interazioni basale che provengono dalle forze vitali della natura collegate con la vita e la morte

Shoji: Porte Scorrevoli

Ki: Energia interna

Pokračovat ve čtení

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