𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 |...

By _XxMariix

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Tutti sappiamo cosa successe il 31 Ottobre 1981, Lord Voldemort uccise brutalmente Lily e James Potter, ma no... More

𝖭𝗈𝗍𝖾 𝗂𝗇𝗍𝗋𝗈𝖽𝗎𝗍𝗍𝗂𝗏𝖾 || "𝖨𝗇𝗍𝗋𝗈𝖽𝗎𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾"
𝖯𝗋𝗈𝗅𝗈𝗀𝗈 || "31 𝖮𝗍𝗍𝗈𝖻𝗋𝖾 1981"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 1 || "𝖰𝗎𝖺𝗍𝗍𝗋𝗈 𝖺𝗇𝗇𝗂 𝖽𝗈𝗉𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 2 || "𝖯𝗈𝗏𝖾𝗋𝗂 𝗀𝖾𝗇𝗂 𝖤𝗏𝖺𝗇𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 3 || "𝖯𝖺𝗀𝗂𝗇𝖺 846"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 5 || "𝖦𝗋𝖺𝗓𝗂𝖾 𝗍𝖺𝗇𝗍𝖾, 𝖮𝗅𝗂𝗏𝖺𝗇𝖽𝖾𝗋"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 6 || "𝖯𝖾𝗀𝗀𝗂𝗈𝗋 𝖼𝗅𝖺𝗌𝗌𝗂𝖿𝗂𝖼𝖺 𝗉𝖾𝗋𝗌𝗈𝗇𝖺𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 7 || "𝖴𝗇 𝗆𝖾𝗋𝖺𝗏𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗌𝗈 𝖺𝖼𝖼𝖾𝗇𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 8 || "𝖯𝖾𝗋𝗀𝖺𝗆𝖾𝗇𝖾 𝖺𝗅 𝗅𝖺𝗆𝗉𝗈𝗇𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 9 || "𝖤𝖼𝖼𝗈 𝖽𝗈𝗏𝖾 𝗅'𝖺𝗏𝖾𝗏𝗈 𝗏𝗂𝗌𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 10 || "𝖢𝗈𝗌𝗍𝖾𝗅𝗅𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 11 || "𝖬𝖺𝗅 𝖽𝗂 𝗆𝖺𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 12 || "𝖲𝗂𝗀𝗇𝗈𝗋...?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 13 || "𝖣𝗎𝖾 𝗏𝗈𝗅𝗍𝖾 𝗆𝖺𝗅𝖾𝖽𝖾𝗍𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 14 || "𝖢𝗈𝗆𝗂𝗇𝖼𝗂𝖺𝗆𝗈... 𝖻𝖾𝗇𝖾!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 15 || "𝖭𝗈, 𝗇𝗈𝗇 𝗁𝗈 𝗎𝗇 𝗇𝗈𝗆𝖾..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 16 || "𝖬𝗂 𝗎𝖼𝖼𝗂𝖽𝖾𝗋𝖺̀!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 17 || "𝖢𝖺𝗋𝗍𝖺 𝗂𝗇 𝖺𝖼𝗊𝗎𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 18 || "𝖰𝗎𝖺𝗅𝖼𝗁𝖾 𝗉𝗋𝗈𝖻𝗅𝖾𝗆𝖺 𝖽𝗂 𝗆𝖺𝗍𝗎𝗋𝗂𝗍𝖺̀"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 19 || "𝖭𝗈, 𝖬𝗂𝗇𝖾𝗋𝗏𝖺, 𝗂𝗈 𝗉𝖺𝗌𝗌𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 20 || "𝖲𝗍𝖺𝗂 𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾𝗇𝖽𝗈!"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 21 || "𝖣𝗂𝖼𝗁𝗂𝖺𝗋𝖺𝗓𝗂𝗈𝗇𝗂 𝖽'𝖺𝗆𝗈𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 22 || "𝖦𝗂𝗈𝖼𝖺𝗋𝖾 𝗂𝗇 𝗆𝖺𝗀𝗀𝗂𝗈𝗋𝖺𝗇𝗓𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 23 || "𝖳𝗋𝗈𝗉𝗉𝗈, 𝖽𝖺𝗏𝗏𝖾𝗋𝗈 𝗍𝗋𝗈𝗉𝗉𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 24 || "𝖢𝗈𝗆𝗉𝗅𝗂𝗆𝖾𝗇𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 25 || "𝖯𝗈𝗍𝗋𝖾𝗂 𝖼𝖺𝗆𝖻𝗂𝖺𝗋𝖾 𝗂𝖽𝖾𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 26 || "𝖨𝗇𝗍𝖾𝗋𝖾𝗌𝗌𝖾 𝗆𝖺𝗅𝗌𝖺𝗇𝗈...?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 27 || "𝖯𝗂𝗍𝗈𝗇 𝖺 𝖿𝗎𝗈𝖼𝗈? 𝖡𝖾𝗁..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 28 || "𝖠𝗓𝖺𝗅𝖾𝖺 𝖦𝗅𝗈𝖾̈𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 29 || "𝖡𝗎𝗀𝗂𝖾 𝗆𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗋𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 30 || "𝖲𝖺𝗋𝖾𝖻𝖻𝖾 𝗉𝗈𝗍𝗎𝗍𝖺 𝖺𝗇𝖽𝖺𝗋 𝗉𝖾𝗀𝗀𝗂𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 31 || "𝖨𝗆𝖻𝗋𝗈𝗀𝗅𝗂𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 32 || "𝖨𝗇𝖿𝖺𝗆𝖾 𝗌𝗂𝗇𝗈 𝖺𝗅𝗅'𝗎𝗅𝗍𝗂𝗆𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 33 || "𝖲𝖼𝖺𝗇𝖽𝖺𝗅𝗂𝗓𝗓𝖺𝗍𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 34 || "𝖯𝖺𝗍𝖾𝗋𝗇𝗂𝗍𝖺̀ 𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝗍𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 35 || "𝖣𝗂𝗌𝖺𝗏𝗏𝖾𝗇𝗍𝗎𝗋𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 36 || "𝖦𝗈𝗆𝗆𝗈𝗌𝗎𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 37 || "𝖠𝗋𝖺𝗇𝖼𝖾, 𝖺𝗋𝖺𝖼𝗁𝗂𝖽𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 38 || "𝖬𝗂 𝗂𝗇𝗌𝖾𝗀𝗇𝗂 𝗂𝗅 𝖿𝗋𝖺𝗇𝖼𝖾𝗌𝖾?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 39 || "𝖴𝗇𝖺 𝗉𝗋𝖾𝖼𝗂𝗌𝖺 𝖼𝗈𝗇𝗌𝖺𝗉𝖾𝗏𝗈𝗅𝖾𝗓𝗓𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 40 || "𝖠𝗏𝖾𝗏𝖺 𝖺𝗏𝗎𝗍𝗈 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗈 𝖾 𝗇𝗂𝖾𝗇𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 41 || "𝖧𝗈 𝗈𝖽𝗂𝖺𝗍𝗈, 𝗁𝗈 𝗎𝖼𝖼𝗂𝗌𝗈..."
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 42 || "... 𝗆𝖺 𝗁𝗈 𝖺𝗆𝖺𝗍𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 43 || "𝖵𝗂 𝗈𝖽𝗂𝗈, 𝗏𝗂 𝗈𝖽𝗂𝗈 𝗍𝗎𝗍𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 44 || "𝖴𝗇𝖺 𝗌𝗈𝗋𝗉𝗋𝖾𝗌𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 45 || "𝖭𝗂𝖼𝗁𝗈𝗅𝖺𝗌 𝖥𝗅𝖺𝗆𝖾𝗅 𝖾 𝖺𝗌𝖿𝗈𝖽𝖾𝗅𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 46 || "𝖣𝗈𝗆𝖺𝗇𝖽𝖾, 𝖼𝗈𝗇𝖿𝗈𝗋𝗍𝗈 𝖾 𝗋𝗂𝗌𝗉𝗈𝗌𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 47 || "𝖲𝗂𝗇𝖼𝖾𝗋𝗂𝗍𝖺̀"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 48 || "𝖱𝖾𝗀𝗎𝗅𝗎𝗌 𝖡𝗅𝖺𝖼𝗄"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 49 || "𝖢𝗈𝖽𝖺𝗋𝖽𝗂𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 50 || "𝖠𝗅𝗅𝖺 𝗌𝖺𝗅𝗎𝗍𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 51 || "𝖥𝗋𝖺𝗆𝗆𝖾𝗇𝗍𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 79 || "𝖯𝗎𝗀𝗇𝖺𝗅𝖺𝗍𝖾 𝖺𝗅𝗅𝖾 𝗌𝗉𝖺𝗅𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 80 || "𝖫𝖾𝗂, 𝗅𝗈𝗋𝗈"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 81 || "𝖨𝗋𝗋𝖾𝗌𝗉𝗈𝗇𝗌𝖺𝖻𝗂𝗅𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 82 || "𝖦𝗅𝖺𝖼𝗂𝗎𝗌"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 83 || "𝖴𝗇𝖺 𝗉𝗂𝗎𝗆𝖺 𝖺𝗓𝗓𝗎𝗋𝗋𝖺"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 84 || "𝖧𝖺𝖽𝗋𝗂𝖺𝗇 𝖯𝗈𝗍𝗍𝖾𝗋?... 𝗌𝗂𝗌𝗌𝗂𝗀𝗇𝗈𝗋𝖾"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 85 || " 𝖲𝖼𝗈𝗆𝗉𝖺𝗋𝗌𝖾 𝖾... 𝖼𝗈𝗆𝗉𝖺𝗋𝗌𝖾?"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 86 || "𝖮𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗀𝗂𝖺𝗅𝗅𝗂 𝖾 𝗈𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗋𝗈𝗌𝗌𝗂"
𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 87 || "𝖡𝗋𝗂𝗏𝗂𝖽𝗈"

𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 4 || "𝖠𝖿𝖿𝖾𝗍𝗍𝗎𝗈𝗌𝖾 𝗉𝖺𝗋𝖾𝗇𝗍𝖾𝗅𝖾"

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By _XxMariix

Capitolo 4 || "Affettuose parentele"

Hagrid era appena andato via.
«Siri...?» mormorò Harry cercandolo con le mani; erano tentativi tenui visto che stava provando a non attirare l'attenzione di nessuno.
Non attirò sguardi, nemmeno del suddetto che stava chiamando.

Sirius era immobile sul posto, lontano dal mondo, fissando la folla proprio in quel punto.
Vedeva con la coda dell'occhio il suo figlioccio agitare delicatamente le mani, ma non si girò. Sembrava non sentir rumori né sussurri, né urla, né null'altro.

Finalmente, finalmente, Harry riuscì a beccarlo, toccandogli quello che sembrava un gomito.
"Eccoti!".
L'adulto sobbalzò, mano alla bacchetta, abbassò lo sguardo, puntando l'oggetto, pronto a colpire.
Poi vide il ragazzo, che fissava un punto più in alto della sua testa, lo sguardo truce e vittorioso.
«Ei tesoro, più giù con quegli occhi».
«Tesoro te lo sbatto in pancia, Sirius Orion Black».
Il suddetto rise silenziosamente, poggiando una mano sulla schiena del ragazzo, invitandolo ad avanzare.

Harry, l'espressione truce dimenticata, e Sirius, sempre disilluso, ora silenzioso e vigile, si avviarono verso l'emporio "Madame Malkin"; lì dovevano comprare tre uniformi in tinta unita nere, i mantelli, il cappello e i guanti in pelle di drago. "E anche più, conoscendolo" pensò il ragazzo.

Appena entrati, il campanello pendente, pieno di sonagli argentei, che fecero un suono dolce e lungo, dopo il quale una strega tarchiata, vestita di tutto punto, una tunica rosa perlaceo, stretta in vita da una cintola nera sfavillante.
«Hogwarts, caro?» domandò la donna con un sorriso gentile. Adocchiò la civetta, ed il suo sguardo caldo perse dolcezza.
"La solita non amante degli animali" ricordò Sirius, trattenendo un risolino.

All'inizio del loro quarto anno, lui, Remus, Marlene e Lily erano andati sempre da lei, come la maggior parte degli studenti di Hogwarts, a costringere il licantropo a prendere una nuova uniforme, visto che la sua era oramai troppo stretta sulle spalle ed i fianchi.

«Avanti, Rem» aveva detto Lilian dalla voce incantatrice «ne prenderò una nuova anche io, mi sta stretta! La comprerai, fosse l'ultima cosa che faccio!».
Parlava con il solito tono autoritario, quello che avrebbe tramandato al figlio e che non ammetteva repliche.
Remus, pallido e con le occhiaie scure sul punto di scomparire, aveva annuito senza entusiasmo.
Marlene lo aveva spinto, giocosa, dentro il negozio raggiungendo appena le sue spalle alte, magre e larghe con le mani abbronzate.

Il Sirius quindicenne aveva riso, stringendo al petto la gatta siamese di Lily, che aveva sviluppato un forte affetto per lui, a quanto sembrava.
La padrona, per carattere, si era offesa a morte quando la sua gattina, a metà del terzo anno e di nemmeno quattro mesi, aveva cominciato a far più fusa a Sirius, Remus e James che a lei o le sue amiche.
«Su su, Moony! Avanti, non puoi usare le mie, o quelle di Jaime, quelle di Pete escluse a priori... quindi prendine due o tre nuove!».

Centro.
«No!» aveva sbottato Remus, arrossendo delicatamente sul viso, dandogli un'aria angelicamente innocente «Piuttosto ne prendo una!».
«L'HAI DETTO! ORA SEI COSTRETTO!» gridò Sirius, indicandolo drammatico.
Aveva fatto cadere Caroline, la gatta siamese, di qualche centimetro, prima di riafferrarla al volo.

Remus l'aveva fulminato con lo sguardo, gli occhioni ambrati astiosi, vinto.
Lily gli aveva sorriso, i capelli rossi fissi in una treccia formante uno chignon che svettava sulla cima della testa. Marlene aveva spinto con più entusiasmo l'amico davanti a Madame Malking, che gli sorrise incoraggiante, misurandogli le spalle, le braccia ed il busto.
Alla vista del gatto aveva storto il naso, ma non aveva detto nulla.
Diventò però, da quel momento, vittima delle calunnie della rossa, indignata.

«Sì, ho bisogno di-» Harry non ebbe il tempo di finire la frase che la strega lo aveva già trascinato su uno sgabello, facendogli posare - con poca delicatezza - la gabbia della sua civetta.
Essa stridette indignata e Sirius non poté che dirsi d'accordo.
"Se non fossi ricercato le affatturerei tutte le dita".
La civetta delle nevi guardò verso di lui, come se potesse vederlo, come a concordare il suo pensiero.
Sirius rabbrividì al pensiero. "Impossibile".

Accanto ad Harry, sull'altro sgabello, stava in piedi un ragazzino apparentemente della sua età con i capelli quasi bianchi, la pelle pallida, anche se non bianca come quella del corvino, e il viso appuntito.
"Oh santissimo Godric... porco Salazar, porco Salazar...".

Il mantello che portava era palesemente troppo lungo e gli ricadeva molle nel corpo come una coperta, coprendo lo sgabello sul quale era in piedi.
Uno affiancato all'altro, la differenza d'altezza era il fulcro fra i due.
Harry, di un orgoglioso 1,57, torreggiava sul ragazzino di un po'.

«Ciao, anche tu ad Hogwarts?» chiese alzando lo sguardo, leggermente stizzito per la loro marcata differenza.
«Sì» rispose Harry con semplicità. Quel tono non gli era piaciuto e il sorriso che gli aveva rivolto inizialmente si era congelato sulle sue labbra.
«Nel negozio qui a fianco, mio padre sta comprando i miei libri e mia madre sta guardando le bacchette» disse, la sua voce lenta e strascicata, marcando il tono alla menzione del padre.
"Oh no, un Lucius Malfoy junior".
«Tu hai una scopa da corsa?» continuò. Aveva una voce monotona, che stesse fingendo?

«Sì» rispose Harry, mantenendo il tono neutralmente cortese «questo Natale, per regalo». Aggiunse piano, per dare un'informazione innocua nel tentativo di far sembrare un vago interesse.

"Ora lo strangolo, sì sì, la cara, carissima Cissy sarà distrutta, povero fiore. E Bella, la cara cugina Bella, alla violenta morte del suo figlioccio potrebbe morire d'infarto ad Azkaban, pensando positivo".
«Che modello è?» il suddetto, sbirciando il viso di Harry. Valutò gli occhiali, costosi, sottili, occhiali tondi senza età, adatti a tutti. Di un semplice color argento-avorio, rimase per un attimo interdetto quando si rese conto che i materiali eran veri.
«Il mio è una-» aveva ricominciato, pronto a tessere le lodi del suo senza alcun dubbio costoso manico di scopa.
«Una Comet duecentosessenta» lo precedette Harry, senza sorprendersi quando il biondo boccheggiò confuso; probabilmente era sorpreso che quel ragazzino pallidissimo avesse il suo stesso privilegio.

"Oh oh, colpito ed affondato!".
Il ragazzo si guardò intorno.
«Dove sono i tuoi genitori?» chiese non vedendo altre persone. Un sorrisetto indecifrabile gli si dipinse in volto, come convinto che il suo vicino dovesse star per forza mentendo.
«Sono morti» rispose Harry secco, girando la testa di scatto, poi sentendo la sua civetta stridere piano per la caduta di un paio di spilli.
Più tempo passava, più quel ragazzino diventava antipatico. Il suo ghignetto era irritante e perfido, vivo nel volto appuntito, affilato in modo quasi grottesco per la sua giovane età.

«Oh, mi dispiace» rispose con un tono che esprimeva tutto il contrario. Al corvino venne l'istinto di gettarsi con le unghie sguainate, come un gatto furioso, sul suo ghigno strafottente. Sentiva lo sguardo di Sirius ardere sulla schiena. La civetta strideva ancora, più forte, per via di un rotolo di seta lilla caduto sul parquet, seguito a ruota da altri due color alga e color malva.

«Ma loro erano come noi?» chiese il biondo.
"Mossa sbagliata, piccolo bastardello viziato".
«Erano inglesi, se è quello che intendi» rispose Harry, deciso a guardare altrove.
«No, non hai capito. Sei per caso stupido? Intendo un mago e una strega!».
Alla sua risposta indignata entrambi dovettero trattenere le risate.
«Oh, è vero, sono davvero tonto! Erano una strega e un mago, sì». Quella risposta sembrò soddisfarlo abbastanza.

«Ottimo, ma ti ho ancora chiesto il tuo cognome» continuò.
Il ragazzo dai capelli corvini notò con stizza che, a tutti gli effetti, non gli aveva chiesto il nome. Non era stato il solo a notarlo, però.
"Ma è già vecchio dentro come il padre ed il nonno? Bah, non mi stupirei".

Harry, anche se controvoglia, stava per rispondere, proprio quando Madame Malkin lo raggiunse.
«Ecco a te, caro!» esclamò giovale, dandogli due pacchetti più pesanti di quello che sembravano.
Gli tese anche la lista che le aveva dato prima di esser trascinato sullo sgabello, notanto solo in quel momento che Sirius aveva aggiunto all'ordine quattro mantelli nuovi, due neri, gli altri grigio e bianco perla, tre cappotti, due in tinta unita, uno nero, uno bianco crema, l'ultimo con un motivo a scacchi raffinato, di velluto all'apparenza soffice e cinque paia di guanti, due grigi, uno porpora, lungo prima di metà gomito, uno nero, che terminava probabilmente pochi centimetri sotto il gomito e l'ultimo color bronzo.

«La ringrazio» disse Harry, utilizzando il tono più cordiale che potè, sentendosi leggermente in colpa per esser stato sul punto di risponderle freddamente. Afferrando le buste ed i soldi per pagare, si voltò verso l'altro ragazzo, che fissava con arbitrio le buste ed il proprietario.
«Arrivederci, ci rivedremo a scuola, suppongo» "Temo, Harry, temo che vi rivedrete. Povero figlioccio mio...".

«Beh, si, ci vediamo a scuola» ripeté il biondo, guardando apertamente la fronte di Harry. "Mi sembrava strano, che non se ne fosse accorto in pochi minuti" pensò il corvino, zampettando fuori dal negozio con le buste in una mano, zaino in spalla, monete sonanti, e gabbietta nell'altra.

«Ugh» sbottò in un vicolo vicino ad un locale pieno di vita, sentendo un buon profumo di paste e pane appena sfornati.
«Tu sai chi era quello?» bisbigliò Sirius all'orecchio di Harry, che scosse la testa.
«Mi sono fatto un'idea, spero di sbagliarmi» mormorò, chiudendo gli occhi.
«Quello è Draco Malfoy» diede voce ai suoi pensieri l'adulto, parlando più forte.
"Perfetto".
«Il figlio di tua cugina Narcissa?» chiese, giusto per confermare la conferma.
A ripensarci bene quel pensiero risultava un po' maniacale.

«Lui» affermò Sirius «Un perfetto Purosangue» sputò fuori con disprezzo, scuotendo la testa, facendo sbattere i suoi sciolti capelli neri sulle guance esangue.
«Ed è così brutto essere un Purosangue?».
«No, perché? Dipende dalle ideologie e dalla famiglia che ti inculca le idee, poi se le segui, peggio per te, se le calpesti per terra, meglio».
«Perché ne parli come se fosse un gravissimo, estremo, pesante insulto» affermò il ragazzo un po' confuso. L'atteggiamento di Draco non gli era piaciuto affatto, ma forse poteva essere stato solo un errore, forse non era lo spocchioso viziato che sembrava.

«Beh...».
«Oh, lasciamo stare» sospirò Harry, aprendo gli occhi «passando ad altro, perché hai aggiunto altre cose nuove alla lista?».
"Oh no, la sgridata dalla fusione di Moony e la Furia Rossa dopo l'incontro con l'incarnazione di Abraxas Malfoy no, non oggi né mai".

~●•°●~

Տℰℰ ℽ❆Ⴎ Տ❆❆ℕ

Revisionato [✔]

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