Non Lasciarmi Mai

Od Dreamer84

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Tutte i personaggi delle favole hanno qualche problema nelle loro vite. Eppure loro vivono una favola, ogni g... Viac

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
mi odierete :')
CAPITOLO 15
CAPITOLO 16
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
cari lettori....
CAPITOLO 20
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
AVVISO
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
EXTRA (Dave)
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
CAPITOLO 37
CAPITOLO 38
Piccola Comunicazione
CAPITOLO 39
CAPITOLO 40
CAPITOLO 41
CAPITOLO 42
CAPITOLO 43
CAPITOLO 44
CAPITOLO 45
CAPITOLO 46
CAPITOLO 47
CAPITOLO 48
CAPITOLO 49
CAPITOLO 50
CAPITOLO 51
CAPITOLO 52
CAPITOLO 53
CAPITOLO 54
CAPITOLO 55
CAPITOLO 56
CAPITOLO 57
CAPITOLO 58
CAPITOLO 59
CAPITOLO 60
CAPITOLO 61

CAPITOLO 31

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Od Dreamer84

'' Che imbarazzo! Perché siamo gli unici con un catorcio del genere? Guardate che belle auto ...''

Noemi guarda con invidia le macchine nel parcheggio. In effetti non ha tutti i torti, auto sportive, d'epoca, decappottabili, danno tutte la stessa impressione

Soldi, soldi, soldi

Dave, alla guida, sbuffa sonoramente

'' lo hai ripetuto una decina di volta, adesso potresti anche finirla ''

Ma la mia amica è troppo impegnata a guardare oltre il finestrino. Le avevo severamente vietato di non mettere qualcosa di appariscente, per non attirare troppo l'attenzione ( cosa insolita per lei) ma alla fine aveva accettato. Indossa dei semplici pantaloncini di jeans e una lunga camicia aperta che fa intravedere la sua canotta color del sangue. Il rosso le è sempre stato bene, forse per la pelle chiara o i capelli biondi. Magari anche perché rispecchia il suo carattere passionale e possessivo. In effetti siamo vestiti un po' tutti in modo sobrio: Dave con una delle sue maglie con qualche allusioni a serie tv o a libri; io con dei semplici leggings neri e una semplice maglia verde a tinta unita. Forse, quella che ha osato di più è proprio Jessica, con un elegante vestitino primaverile, dalla tenue fantasia colorato su uno sfondo panna, quasi bianco, indossato, magari, per attirare l'attenzione di Dave, anche se non ne aveva bisogno. Quei due, ormai superata la tempesta, sembrano non volersi più staccare. Nel profondo spero anche io che questo momento di burrasca passi, lasciando spazio ad un limpido cielo senza nuvole. Poggiando la fronte sul finestrino riesco a intravedere Sophia e Paolo scendere dalla moto. Anche lei indossa un vestito, anche se dai colori più seri e più aderente. Non è accattivante ma semplicemente bella. In più il sorriso che rivolge a Paolo, una volta avvicinata a lui, mi provoca una stretta al petto e sono costretta a distogliere lo sguardo, ma ormai sono circondata. Noemi sorrideva sullo schermo del cellulare mentre Dave si chinava verso Jessica per darle un bacio, una ricompensa per il fatto che avesse trovato un parcheggio vuoto. Coppiette ... coppiette ovunque. Mi sento un'intrusa adesso, una guasta feste. Se non fosse stato per me, adesso Noemi sarebbe uscita con Castiel, mentre Dave e Jessica avrebbero festeggiato la loro riconciliazione. Perfino Paolo e Soph, ne sono sicura, avevano meglio da fare che assecondare una tizia mollata ma che non vuole accettarlo. Quando scendiamo, Dave nota subito il mio sbalzo d'umore

'' stai diventando troppo lunatica per i miei gusti ''

Mi punzecchia. Gli sorrido, guardandolo di traverso e alzando le spalle. L'ansia cancella ogni buona conversazione che avrei potuto intraprendere e Dave, dopo qualche altro tentativo si dedica alla sua ragazza. Sophia e Paolo ci raggiungono all'entrata, e ci mettiamo subito in fila. Una fila lunga chilometri e lenta da far spavento. Dopo l'ennesimo passettino non posso fare a meno di sbuffare ogni minuto, tanto da infastidire le altre persone di fronte a me. Sono nervosa, irritata e affamata, per la fretta ho dimenticato di prendere il panino che mia madre mi aveva lasciato pronto sul tavolo. Sicuramente qualcuno lo avrà già mangiato, rifletto pensando al panino, magari quella ladruncola di mia sorella, perfino mia madre potrebbe averlo fatto. Mentre la mia mente viaggia a casa, cercando di prendere il panino con la forza del pensiero, Dave, di fronte a me, forse troppo stanco di essere lontano dalla sua ragazza, mi cede il posto e così mi ritrovo a capo del mio gruppo. Bene, una mezza-single a capo di una mandria di coppiette. Sospiro, annoiata da questa situazione e dai miei pensieri. Come mi sono ridotta! Fare una lunghissima fila solamente per vedere se il mio pseudo ragazzo mi tradisce con una pseudo oca. Dovrei essere contenta di stare con i miei amici in luogo del tutto nuovo per noi, o almeno per me, e invece mi lamento di essere l'unica non-proprio-single del gruppo. Diciamolo chiaramente: l'unica sola. Per un momento ho l'idea di alzare i tacchi e andarmene, dichiarando apertamente che questa è solo una pazza follia. E poi ecco la sua voce, la sua irritante voce, troppo alta e acuta per essere spontanea. La sento sempre più forte fino a che la sfiga non la fa capitare proprio affianco a me. D'istinto mi nascondo, incollandomi alla spalla di Dave di fronte a me e chiudendo i pugni nella sua maglietta, in modo da nascondere il viso. La sua risata, quella che non sento da tanto ma che ha, adesso, il sapore della nostalgia. Ride a qualcosa detta da lei. Il mio Gabe è divertito da qualcosa detta da qualcuno che non sono io

'' sono sicura che nessuna ti ha mani fatta divertire come ... ''

E poi la sua voce viene coperta dalle altre. Mi libero dal mio nascondigli, sbirciando e notando che la gente in fila si lamenta, sbuffa, urla perché loro due stanno entrando senza aspettare. Che rabbia! Nessuna lo ha mai fatto divertire come lei? Ma andasse a fanculo, quell'oca spennata. Le mie lamentele vengono interrotte da qualcuno che mi tamburella le mani, ancora strette nella maglia di Dave ... che proprio di Dave non è. Alzo lo sguardo, terrorizzata. Dave è dietro di me, questo è uno sconosciuto! Immediatamente allontano le mano e balbetto delle scuse. Il ragazzo, dai lineamenti duri ma non per questo spiacevoli, mi lancia uno sguardo quasi spaventato e si rigira, lisciandosi la maglia. L'imbarazzo mi assale e sento le guance accaldate. Che figura! Ecco cosa succede quando ti innamori! Comincia a fare cose folli finchè non diventi folle ... che gran scocciatura. Però le parole di Silvia mi hanno ricaricato. Sono pronta per sapere la verità, in fondo il fatto che sono entrati solo loro non significa che sono intenzionati a fare qualcosa di ... intimo. Abbasso lo sguardo sulle mie mani. Mi sento così squallida, così insicura, così spaventata. Voglio una risposta, ma se non mi piacerà? Il cuore pulsa più forte man mano che ci avviciniamo. Noemi sembra risvegliarsi e mi affianca, sorridendo elettrizzata

'' mi hanno parlato benissimo di questo posto! Sono contentissima di aver trovato i biglietti e di stare con voi! ''

Risponde eccitata prendendomi per un braccio e facendomi sorridere. Lanciando uno sguardo dietro di me noto che anche gli altri sono abbastanza euforici. Il minimo che posso fare per loro e fargli godere la serata. Basta con Gabe, basta con questi problemi. Ci sono i miei amici e questo rende tutto più emozionante.

Il sorrido rimane sulle mie labbra per circa 15 minuti finchè tutti i miei amici decidono di diventare meno amici e più coppietta. L'euforia di Noemi si è spiegata subito quando, appena entrati, abbiamo trovato Castiel aspettarla vicino il bancone del bar. Si è tuffata nelle sue braccia e la coppietta ' virtuale ' è diventata realtà. Devo dire che ci hanno provato, hanno cercato di parlare un po' con me e condividere un discorso sensato, ma le luci soffuse sono, evidentemente, troppo allettanti e l'atmosfera troppo eccitante. In più la poltrona che Castiel ha prenotato sembra sia un luogo perfetto per limonare. Mentre Sophia e Paolo hanno il buon gusto di spostare il loro teatrino nella pista da ballo, io mi ritrovo circondata da coppiette che si sbaciucchiano. Vista da fuori può sembrare una situazione divertente: la mollata posta al centro delle due coppie innamorate, che avevano pensato bene di metterla al centro per non farla sentire sola. Questa situazione, vissuta, diventa deprimente e triste, per non aggiungere imbarazzante. Sto cercando di resistere, ma quando Castiel accarezza la gamba di Noemi, non ce la faccio più e mi alzo. Le mie scuse sembrano non interessare, ma sospiro di sollievo quando riesco ad uscire da quella situazione. Decido di cercare il bagno. Impiego secoli a cercarlo, sballottata da una parte all'altra da persone sconosciute e troppo ubriache per notarmi. Gli occhiali mi scivolano giù dal naso e mentre mi fermo per sistemarli qualcun altro mi spiange. Gli occhiali cadono e io vado nel panico. Mi abbasso tastando il pavimento e cercandoli. Qualcuno mi calpesta la mano ma nessuno sente le mie lamentele. Non vedo nulla, solo macchie indistinte, colori senza una forma. Come faccio? Sento gli occhi riempirsi di lacrime. Questa serata non potrebbe andare peggio.

E invece ...

'' sono tuoi? ''

Sento una voce parlarmi dall'alto e alzo il viso, distinguendo subito la forma un po' contorta dei miei occhiali. Li afferro immediatamente e sorrido, alzandomi e infilandomeli. Il mondo ritorna ad avere una forma e ogni cosa un proprio colore, sospiro di sollievo e mi giro per ringraziare il mio salvatore, ma le parole mi si bloccano in gola. Silvia mi stava squadrando da capo a piedi, con un sorrisino divertito stampato in faccia. Si infila una ciocca di capelli dietro l'orecchio e incrocia le braccia al petto. La mia buona educazione prevale

'' grazie per gli occhiali ''

'' sei venuta qui per vedere di persona? ''

Grida per sovrastare la musica. Ma avrà sentito i miei ringraziamenti? Certo che è proprio una maleducata

'' no '' affermo orgogliosa '' sono qui con i miei amici e ... ''

Mi afferra il polso e comincia a trascinarmi, ignorando il fatto che stavo parlando

'' sei diventata fastidiosa '' urla girando il viso verso di me '' adesso vedrai come stanno le cose e spero ti metterai l'anima in pace ''

Saliamo delle scale di cui ignoravo l'esistenza, fino ad arrivare in un pianerottolo dove la musica è più ovattata e c'è più privacy. C'è anche un piccolo angolo dove i ragazzi ballano. Sembra una zona riservata ai vip e questo mi mette a disagio. Intenta a guardami intorno, notando anche l'esistenza delle cameriere, non mi accorgo di essere arrivate ad un piccolo tavolo circondato da una poltrona a semicerchio piena di ragazzi ubriachi e divertiti.

'' vedi chi ho incontrato giù, dolcezza ''

Dice Silvia, lasciandomi il polso e andando a sedersi sulle gambe di colui che riesce a farmi più male con un solo sguardo. A causa della luce soffusa non riuscivo a vedere i suoi occhi, di quel verde che mi piace tanto, ma non mi sfugge la sua espressione indifferente. Neanche quando mi guarda cambia. Mi viene la voglia di sorridergli, di abbracciarlo eppure lui rimane là, facendo la cosa che temevo facesse: nulla. Nel suo sguardo non vedevo nulla, né emozione, né sorpresa. Sembrava semplicemente annoiato. Deglutisco sentendo lo sguardo di tutti i presenti su di me. Gabriel poggia una mano sulla gamba di Silvia e io ho la speranza che lo avesse fatto per cacciarla, invece si mette ad accarezzarla, come se io non fossi lì. Prendo in considerazione l'idea di andarmene, quando lui sussurra qualcosa e Silvia e lei, sbuffando rassegnata, si alza e mi lancia uno sguardo annoiato

'' mi stai rovinando la serata ''

Mi dice svogliata prima di raggiungere gli altri ragazzi intenti a ballare. Anche lui si alza, facendomi segno di seguirlo. Né una parola, né un sorriso. Perché mi tratta in questo modo, adesso? Lo ascolto. Le mie emozioni si stanno gonfiando, come palloncini, ad ogni minuto che passiamo in silenzio. Mi conduce in un piccolo posto appartato, non lontano da sguardi indiscreti ma dove, almeno, nessuno di avrebbe sentiti

'' cosa ci fai qui? ''

Incrocia le braccia al petto, sospirando come fosse annoiato

'' ehi, grazie anche io sono felice di rivederti ''

Gli rispondo con voce di finto divertimento. Lui non sembra cogliere l'ironia, guardandomi con occhi severi, tanto che io non riesco a non aggiungere

'' è un posto pubblico, posso ... ''

''Charlie '' mi interrompe bruscamente '' cosa ci fai qui? ''

Non riesco a trattenermi. Il suo viso duro, la sua voce severa, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato!

'' cosa ci faccio qui? '' ripeto incredula come se avessimo ricominciato la conversazione '' sono qui per parlare con te, idiota! Pensi che mi sia sfuggito il fatto che mi eviti come la peste, a scuola? Io non capisco come tu ... noi ci siamo ridotti in questo modo ''

'' non c'è niente da capire '' afferma distogliendo lo sguardo '' le cose finiscono e ... ''

'' le ... cose? '' ripeto calcando su quest'ultima parola. Ma cosa sta dicendo? Dove vuole arrivare? '' è questo quello che pensi di noi? Della nostra ... ''

'' non c'è più nessun noi! '' sbotta irritato '' né nessun 'nostro', né nessuna relazione, va bene? ''

Il mio respiro si blocca, la mia mente elabora le sue parole, ma non riesce a trovare la ragione di quell'improvviso cambiamento. Cosa è successo? Perché tutto così veloce? Ormai lo aveva detto, tanto vale chiarire un po'

'' ho ... fatto qualcosa che non andava? Qualcosa che ti ha dato fastidio? ''

La mia voce è diventata sottile, la gola è diventata secca, il mio cuore gridava ' basta' mentre la mia mente voleva di più per elaborare e superare meglio il dolore, la tristezza

'' non hai fatto niente ''

Dice sospirando e solo dopo comprendo le sue parole

'' è perché non ho fatto niente? ''

Ripeto incredula. Di fronte al suo silenzio non posso fare a meno che ridere, per nascondere le lacrime che mi offuscavano la vista. Dopo qualche minuto di attesa vedo le sue mani infilarsi dentro le tasche

'' sei contenta adesso? Posso ritornare dai miei amici? ''

'' mi hai mai amata? ''

Alzo il viso verso di lui, velocemente. La mia domanda a bruciapelo lo lascia perplesso, la prima reazione che vedo da parte sua. Deglutisce

'' non cambierebbe niente ''

'' per me si ... ''

Dico quasi sussurrando. Voglio sentire la sua risposta e non mi importa quanto potesse fare male. Desidero sapere se quello che abbiamo passato è stato vero e ricambiato, almeno in parte

'' per alimentare le tue sciocche idee? '' quasi ringhia contro di me '' per darti una ragione per provare a riconquistarmi? È finita, Charlie. È un punto fermo messo a questo '' dice indicando lo spazio fra noi '' qualunque cosa sia stata ''

Le sue parole mi feriscono, ma sono stanca di stare in silenzio e fermarmi. Lascio scivolare le lacrime e decido di non volere rimpianti

'' io ti ho amato, invece '' rispondo sorridendogli. Un sorriso alimentato da tutte le nostre avventure e disavventure, qualcosa che per me è stato vero '' e, anche se non cambia nulla, ti amo ancora '' mi asciugo le lacrime e quasi ridacchio davvero per quella mia fragilità e stupidità '' per questo ti auguro di essere felice ''

Avrei voluto baciarlo, un ultima volta, anche se non avesse ricambiato. Ma il mio masochismo ha un limite, perciò gli sorrido ancora e me ne vado. Scendo le scale, neanche sento gli spintoni, le urla, la musica. Sono troppo circondata dal silenzio, la quiete prima della tempesta.

-

La tempesta arrivò silenziosa e lenta, come mai mi sarei aspettata. Ero troppo triste per congratularmi per il mio autocontrollo. Mi ritrovai rannicchiata contro la parete della discoteca, a piangere silenziosamente pensando a quel vuoto opprimente troppo pesante per permettermi di stare in piedi. Udivo a stento le risate che i ragazzi ubriachi mi rivolgevano vedendomi lì. Non mi preoccupavo che qualcuno mi prendesse e portasse via, per approfittarne di me, una ragazza stravolta dalle lacrime, con il trucco sbavato e il naso colante. Avevo ottenuto la risposta che cercavo e questo mi aiutava a essere un po' lucida, anche se ne avrei preferita un'altra. Magari qualcuna che contenesse un 'ti amo ' o almeno un ' mi dispiace'. Mi accontentavo anche di un ' ti voglio bene'. Il cellulare squilla e io mi impongo di prenderlo e rispondere.

'' pronto? ''

'' cazzo, Charlie, dove sei? Ti stiamo cercando da tanto! ''

'' ehm ... '' mi guardo intorno, un po' spaesata. Forse non sono così lucida come pensavo '' vediamoci alla macchina, okay? ''

'' sei ubriaca? ''

Chiede apprensivo Dave. Mi sistemo gli occhiali sul naso

'' no, Dave '' poi aggiungo '' ma un bicchierino con qualcosa di forte aiuterebbe ''

'' non ci... ''

'' Charlie! '' quasi mi rende sorda Noemi gridando in quel modo al cellulare '' oh mio Dio, Charlie, sei viva! Mi hai fatta morire lo ... ehi! Lascia il cellulare! Dave! ''

'' alla macchina '' sento la voce di Dave '' ma rimane al telefono mentre vai, non vorrei che ti succedesse qualcosa ''

'' sto bene, Dave '' sbuffo alzandosi e stiracchiandomi. Ma lui insiste e io sono costretta ad assecondarlo '' va bene, va bene, ma non urlare. Ho un mal di testa incredibile ''

L'unico problema è che non ricordo il posto dove abbiamo parcheggiato, così comincio a vagare alla ricerca di quell'auto completamente diversa dalle altre. Anche i miei amici hanno lo stesso problema e cominciamo a ridere, divertiti dalla situazione. Riesco a trovarla per prima e provo a dare indicazioni anche gli altri. In un secondo mi ritrovo stretta fra le braccia di Noemi e Sophia, chiedendomi cosa è successo una volta visto il mio viso bagnato dalle lacrime. Alzo le spalle, cercando di sorridere, ma i loro volti preoccupati e le loro voci apprensive non fanno altro che suggestionarmi di più, scoppiando a piangere. Dave mi abbraccia e io lo ringrazio sporcando la sua maglietta di Doctor Who con lacrime e moccio.

'' ti ho sporcato la maglietta '' dico come fosse la rivelazione dell'acqua calda '' scusa ''

Alzo il viso verso di lui che mi rivolge un sorriso

'' tranquilla, tanto non mi piace poi così tanto ''

E invece io so che è una tra le sue preferita e comincio a piangere ancora e ancora, accolta da tanti abbraccia, stretta accanto a Noemi e appoggiata da Jess e mia cugina, che aveva abbandonato Paolo per consolarmi. Quando arrivai a casa bastò un solo sorriso di mia madre per farmi piangere ancora. Non riuscivo a smettere e non riuscivo a capirne il motivo. È come se tolto il tassello con scritto ' Gabriel' tutta le mie convinzioni fossero cadute e un equilibrio si fosse rotto. Ascoltavo a malapena i discorsi di mia madre, mentre mi coccolava sul mio letto e mi diceva che non dovevo abbattermi così, dovevo reagire. Eppure mi sentivo come se fossi ritornata al principio. Mi sono illusa che Gabriel rimanesse lì per sempre, a tenere in equilibrio il muro della mia vita e ingenuamente avevo riposto in lui tutte le mie speranza, i miei sogni e il mio futuro. Mi addormentai tra le braccia della mamma, stanca dalle lacrime e dalla serata disastrosa.

#SpazioAutrice

scrivendo il capitolo mi sono sentita malissimo, lo devo ammettere. Ma, come ha detto il nostro Gabriel, le cose finiscono ... dite che Charlie l'abbia presa bene? Bhe, si è fatta sentire, ha detto la sua!

spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo alla prossima


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