CAPITOLO 12

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Arrivati abbastanza lontani da casa Gabriel si ferma a una benzina e, mentre un uomo alto e magro riempiva il serbatoio, lui allunga la mano dietro il suo sedile e cerca qualcosa '' cosa cerchi? '' chiedo ma si limita a sbuffare e a slacciare la cintura, per poi girarsi e frugare nei sedili posteriori '' Gabriel?'' allungo il collo per vedere ma lui mette il palmo della mano davanti i miei occhi impedendomi di guardare '' non guardare, altrimenti non sarà più una sorpresa ... '' toglie la mano davanti i miei occhi e lo trovo seduto al suo posto, con un pezzo di stoffa colorata in mano. Prima che possa chiedere qualcosa l'uomo si avvicina al finestrino a chiama Gabriel che prende un paio di banconote dal suo portafoglio e le porge all'uomo. Poi si allontana dalla benzina e accosta al margine della strada '' spiegami dove hai intenzione di portarmi ... '' '' te l'ho già detto, è una sorpresa '' '' sicuro che non vuoi uccidermi e lasciare il mio corpo in un campo abbandonato, mentre le formiche mangiando la mia cerne? '' fa una faccia schifata '' Dio, Charlie, che schifo! Da dove prendi queste cose assurde? '' '' dai tuoi film horror! '' fa una risata allegra e profonda '' ma sai che tutto è fottutamente falso '' '' le cose possono succedere '' la sua risata si fa più acuta, poi mi fa segno di girarmi '' devo coprirti gli occhi '' risponde al mio sguardo preferito '' perché? Ho già detto che non guardo dietro '' '' non devi vedere la strada che facciamo altrimenti capisci subito dove andremo '' '' è un modo carino per dirmi che sono intelligente? '' ridacchia '' su da, girati '' '' Gabriel, non voglio morire ... '' dico con voce teatrale. Lui sbuffa '' non fare la scema, voglio arrivare lì per il tramonto ma dobbiamo sbrigarci. Adesso non fare storie e fatti mettere la benda '' sospiro e mi giro, in modo che lui possa legare il pezzo di stoffa dietro la nuca. Quando avvicina la benda ai miei occhi chiudo le palpebre e sento la stoffa fredda contro la pelle,poi la lega dietro la testa prendendo per sbaglio qualche capello e facendomi fare una smorfia. Quando ha strinto bene, mi lascia e mi libera. Mi giro verso di lui, sperando sia la direzione giusta. '' contento? '' chiedo, lo sento ridere. Poi le sue labbra calde si posano sulle mie e mi da un lento e profondo bacia, prendendosi tutto il tempo per gustare le sensazioni e il sapore. Poi si stacca di nuovo, e, sentendo le sue labbra sfiorare ancora le mie dice '' contentissimo ''. Il rombo del motore mi fa capire che ci siamo rimessi in viaggio e io sprofondo nel sedile cercando di immaginare dove voglia portarmi '' come va equitazione? '' chiedo nello stesso momento in cui lui mi chiede '' come va chitarra? '' scoppiamo a ridere '' prima tu '' dice lui precedendomi '' bene, diciamo che ogni lezione diventa più complicato '' dico gesticolando '' ma sto anche conoscendo persone nuove grazie alle lezioni collettive. Mi piace '' '' è una bella cosa '' '' e tu? '' '' benissimo. Liberty diventa ogni giorno più veloce, e la sua corporatura si fa sempre più massiccia. E poi stiamo istaurando un rapporto niente male '' '' non è che mi tradirai con il cavallo? '' '' Miele è una candidata più adatta ... in classifica ti sta raggiungendo al primo posto '' agito la mano per dargli uno schiaffo sul braccio ma l'unica cosa che trovo è la manovella del sedile, che mi fa mugolare di dolore. '' aho ... '' dico massaggiandomi la mano ''da bravo fidanzato dovevi dire: non ti tradirò mai, amore mio, sei l'unica cosa importante per me! '' '' non ti sono mai piaciute queste cose! '' '' un po' di romanticismo non fa mai male '' ridacchia '' aspetta che ci riprovo. O amore della mia esistenza, perdonami. Dammi un bacino così risolviamo tutto '' dice con voce esageratamente mielosa facendomi scoppiare a ridere '' non voglio darti un bacino! '' dico per reggere il giro. Ma dopo qualche secondo lui sfiora le labbra contro dandomi un bacio rubato '' ehi! '' lo rimprovero '' dovrei bendarti più spesso '' '' cosa? Mi dispiace deluderti mio caro Gabriel ma non sei Christian Gray, e questo non è cinquanta sfumature di grigio '' dico agitando le braccia '' sei una guasta sogni! '' scherza lui, dandomi un pizzico sul braccio, riuscendo solo a farmi ridere.


'' manca ancora tanto? '' dico in un lamento, stufa di non riuscire a vedere e di stare rinchiusa in una macchina '' sembra che il tempo non finisca mai '' '' sono passati solo 20 minuti, Charlie, tra cinque minuti arriviamo. Spero ... '' '' non è che ti sei perso? '' lo stuzzico '' certo che no! Ho un grande senso dell'orientamento '' '' grande quanto il tuo voto in fisica? '' '' Charlie non scherzare. Sai che ti amo ma se alludi ancora alla scuola ti faccio scendere dall'auto! '' i cinque minuti si trasformano in dieci e i dieci in quindici, passati a canticchiare ogni canzone che trasmettevano alla radio. Alla fine non ce la faccio più e esplodo '' Gabriel basta! Ho sete, ho fame, ho bisogno di scendere da quest'auto e avere di nuovo la possibilità di sfruttare la vista! '' '' ci siamo quasi '' '' c'eravamo quasi anche un quarto d'ora fa '' '' adesso ... ecco! Siamo arrivati! '' faccio un sospiro liberatorio e slaccio la cintura di sicurezza. Avvicino le mani alla benda, con un sorriso smagliante, pronta a vedere il luogo dove mi ha portata ... '' ferma! '' dice togliendo le mani da vicino il viso '' come ...? Perché? '' '' devo ancora preparare tutto, stai ferma qui. Quando il tuo cellulare squilla, puoi uscire dall'auto. Tieni, ti lascio gli occhiali '' dice mettendo la montatura tra le mie mani '' ci vorranno solo pochi minuti '' sbuffo '' conto fino a trecento, poi uscirò a questa macchina e ti ucciderò in modo lento e doloroso, proprio come tu stai facendo a me '' scoppia a ridere, poi mi bacia dolcemente '' conta fino a dieci e poi inizi a contare '' '' cos ....? '' ma la portiera sbatte, lasciandomi da sola. Comincio a contare, ogni numero accompagnato da un sospiro esusto. Arrivo fino a duecentonove poi non ce la faccio più. Sbuffo pesantemente e mi tolgo la benda dagli occhi con un gesto impaziente, impreco per i capelli ancora aggrovigliati nel nodo e cerco di slegarli con il minor dolore possibile. Poi sbatto le palpebre e appoggio la montatura degli occhiali sul naso, guardandomi intorno stranita. Troppo impegnata a lamentarmi non mi ero accorta dell'odore di salsedine che alleggiava nell'aria. Esco dalla macchina con la fronte aggrottata e riconosco il parcheggio dove di solito mio padre lascia la macchina per poi andare in spiaggia. L'asfalto, quasi completamente coperto di sabbia, creava un contrasto con il colore ocra dei granelli che si muovevano al soffio del vento. Deglutisco e chiudo la portiera dietro di me, avanzando dove la sabbia si accumulava sempre di più creando dune sempre più alte. Il rumore delle onde si faceva sempre più forte e l'orizzonte si tingeva di un blu lucente. Avanzo ancora un po' chiedendomi dove fosse Gabriel e perché aveva pensato tutto questo. Dove iniziava la vera e propria spiaggia mi fermo, riesco a vedere le onde infrangersi sulla sabbia e bagnandola, dandole un colore più scuro e una forma più compatta. I miei piedi affondano nella sabbia e io fatico ad avanzare. Più in là noto una figura e mi avvicino, sperando fosse Gabriel. In fondo, la spiaggia era deserta. Più mi avvicinavo più notavo il suo viso, i suoi capelli scompigliati dal leggero vento che soffiava, stava sistemando qualcosa sulla sabbia, concentrato su ciò che faceva. Erano questi i momenti in cui mi veniva voglia di disegnare. Qualcosa di prezioso con uno sfondo prezioso. Avanzo un altro po' e noto il suo piano di lavoro. Sulla sabbia aveva steso una coperta dalle sfumature colorate, i bordi erano mantenuti da quattro pietre abbastanza grandi e al centro c'erano delle candele circondati da fiori. Non so perché ma mi viene da ridere. Forse per il nervosismo, forse perché nessuno ha mai fatto qualcosa di così bello e romantico per me. Forse perché nessuno mi fa sentire bene e bella come ci riesce lui. Alza lo sguardo mentre era chino su una cesta di vinimi affiancata da una borsa da viaggio. Si raddrizza imbarazzato '' ahi ... dovevo fare più veloce '' borbotta passandosi una mano fra i capelli. Rido senza motivo, forse per la felicità, forse perché mi divertiva la sua espressione. Lui mi guarda un po' stranito, ma corro verso di lui e gli butto le braccia al collo, facendogli perdere l'equilibrio e cadendo sulla morbida sabbia morbida. Mi fiondo sulle sue labbra e all'inizio sembra un po' sorpreso, poi ricambia il bacio facendolo diventare più passionale. Ribalta le posizioni, così che io sia sotto di lui. Con un lento e dolce gesto mi accarezza il braccio, la spalla, il collo, fino ad arrivare alla nuca, dove infila le dita tra i miei capelli e mi spinge verso di lui, mentre io lo avvicino di più. Era come se volevamo fonderci l'un l'altro. Il profumo che alleggiava nell'aria rendeva tutto più magico, salsedine, odore di mare, bruciato. Bruciato? Mi ci vuole un po' per capire davvero che si trattava di qualcosa di bruciato. È normale che in spiaggia ci sia questo odore? '' Gabriel ... '' cerco di dire tra i nostri baci roventi e socchiudendo le palpebre '' mmm...? '' lui sembra non accorgersi di nulla, come incantato, stregato. Decido a malincuore di staccarmi dalle sue labbra e riprendendo fiato dico '' non senti anche tu questa puzza? ''. Gli occhi verdi sono lucenti e fiammeggianti. Si guarda intorno ancora sopra di me e fa una smorfia indecifrabile '' no ... aspetta, forse qualcosa ... '' guardo le sue labbra ancora gonfie e rosse e quasi decido di dimenticare tutto, riprendendo da dove avevamo interrotto. Ma Gabriel allunga il collo dietro di se, nascondendo il suo viso '' ma che cazz ... '' e in quel momento lo vedo alzarsi fulmineo e gridare isterico. Lo guardo spaventata correre verso il mare, mentre l'orlo dei suoi jeans andavano a fuoco. Letteralmente. Mi metto a sedere e mi copro la bocca con le mani. Gabriel si butta dell'acqua senza pensarci due volte. Mi alzo velocemente e corro verso la riva. '' Gabe? '' grido spaventata, ma esce quasi subito, poco più lontano dalla riva. Si alza e mi sorride, poi con una smorfia di dolore sprofonda di nuovo in mare, con un tuffo sordo. Inizio a spaventarmi '' Gabriel? '' ma lui non sale né da segni di vita. Comincio a slacciarmi le scarpe ma si rivela più difficile del previso. Intanto continuavo a chiamare il suo nome, e proprio quando sono riuscita a slacciare il primo nodo, lui sale in superficie, ma riesco a vedere solo la sua testa galleggiare a ritmo delle onde '' Charlie aiuto! Affogo! '' lascio perdere le scarpe e mi butto nell'acqua ancora con esse indosso. Non so nuotare e andare sott'acqua mi spaventa ma non posso lasciarlo affogare, cerco di camminare il più veloce possibile a dispetto delle onde che mi fermavano ma riesco comunque ad arrivare da Gabriel. L'acqua mi arrivava più giù della vita e quando mi avvicino a lui, rideva come un matto. Si alza e fa qualche passo verso di me '' dovevi vedere la tua faccia. Eri terrorizzata '' spalanco la bocca '' stavi andando a fuoco! '' si morde il labbro inferiore '' penso di aver urtato per sbaglio l'unica candela che sono riuscito ad accendere ... '' '' stavi affogando! '' '' era solo un modo per farti entrare in acqua '' quando sto per ribattere aggiunge '' so che non lo avresti fatto di tua spontanea volontà '' incrocio le braccia davanti al petto '' mi hai fatto spaventare. Ero terrorizzata '' si avvicina e cerca di sciogliere le mie braccia '' amo quando ti preoccupi per me '' mi da un dolce bacio sulla mascella e io mi sciolgo '' odio quando fai così '' ridacchia avvicinandosi alle mie labbra '' non è vero '' quella affermazione divertita mi fa svegliare dall'incantesimo con cui mi aveva addolcito. Lo spingo dando pressione con le mani sulle sue spalle, e lui sorpreso, cade nell'acqua, quando emerge mi guarda irritato cosa che mi fa scoppiare a ridere '' ah-ah '' dice antipatico, ma io non posso smettere di ridere '' è così che tratti il tuo fidanzato, dolcezza? '' '' ehi '' dico puntandogli il dito contro '' questa è guerra '' lui sorride malizioso, cosa che mi fa spaventare '' e guerra sia '' senza darmi il tempo di muovermi o girarmi, con un balzo esce velocemente dall'acqua, circonda la mia vita con un braccio e si lascia cadere portandomi con se. Ho solo il tempo di chiudermi il naso tre il pollice e l'indice prima che l'acqua mi circondi. D'istinto serro gli occhi e solo quando usciamo dall'acqua e l'aria fredda mi investe li riapro, tornando a respirare e prendendo un'enorme boccata di vita. Mi appoggio sulle spalle di Gabriel e la testa sul suo petto, mentre lui riprende gli occhiali dalla superficie dell'acqua e li rimette al loro posto. Per fortuna riesco a vedere nonostante le goccioline che dominano le lenti. Non ero mai stata sott'acqua per così tanto tempo, non sono abituata. '' un colpo basso '' dico chiudendo gli occhi. Lui mi circonda con le sue braccia '' almeno ti ha fatto calmare '' mi stacco e lo guardo, sfidandolo. '' ah si? '' aggrotta le sopracciglia mentre io appoggio le dita sulla impalpabile superfice dell'acqua e comincio a tempestarlo di goccioline senza dargli il tempo di controbattere. Mi giro e scappo verso la spiaggia ma lui riesce a prendermi '' dove pensi di andare, eh? '' ricominciamo la nostra battaglia, ridendo a crepapelle, fino a quando non ne posso più e lo prego di fermarsi '' basta! Basta! '' dico coprendomi il volto con le mani '' siamo in guerra donzella! Nessuna pietà '' si avvicina a continua a investirmi di goccioline. '' ti prego! '' di ridendo. Anche lui si ferma e così riesco a sentire la sua risata. Mi giro e lo guardo sorridermi, completamente bagnato, la maglietta che aderiva perfettamente al suo petto rivelando in parte il suo fisico asciutto '' se mi avessi detto che saremmo venuti qui, mi sarei portata un cambio '' dico camminando verso la spiaggia, subito seguito da lui. Mi prende la mano '' avrei rovinato la sorpresa '' con un gesto impaziente scosta i capelli bagnati dal viso. Al nostro passaggio la sabbia diventa umida. Si gira verso il male e sobbalza '' cazzo, il tramonto! '' mi costringe a correre e quando siamo arrivati al punto dove aveva sistemato tutto mi permette di girarmi. Il sole era quasi del tutto sparito sotto l'orizzonte azzurro e il cielo era quasi del tutto nero, ma gli ultimi raggi rimasti, riuscivano a dare sfumature intense intorno alla sfera di fuoco, o di quel che restava. Un arancione rosato segnava una linea tra il cielo e il mare mentre il colore passava al rosa, al magenta, al viola, al blu, fino a diventare sempre più scuro. '' wow '' dico di fronte a quello spettacolo mozza fiato. Gabriel mi lascia la mano e si toglie la maglietta, rivelando i suoi addominali e la sua perfezione, cosa che mi fa arrossire. Mentre appoggia la maglia sulla coperta stesa, si china verso il borsone e ne estrae un enorme telone, lo avvolge alle spalle e poi si gira verso di me, spalancando le braccia e invitandomi a rifugiarci '' ho dimenticato l'altro a casa. Pardon'' '' ma va! '' dico ridacchiando. Vado verso di lui e mi faccio circondare dalle sue braccia forti appoggiando la guancia sulla sua pelle umida, e indirizzando gli occhi allo spettacolo del cielo. Ci sediamo sulla coperta e appoggio la testa nell'incavo del suo collo mentre i raggi del sole spariscono del tutto. Gabriel si alza e circonda l'asciugamano sulle mie spalle. Prende dei fiammiferi e accende le candele, una per una, mentre la luce della fiamma gli illumina il viso rendendo la sua bellezza quasi scultorea. Prende dalla cesta di vimini un paio di panini e mentre si siede accanto a me prendendo possesso di una parte del telone e appoggiando la testa sulla mia. Rimaniamo in silenzio per un po' guardando le fiamme delle candele che si muovono a ogni soffio del vento. Poi il cellulare di Gabriel squilla e allunga una mano per prenderlo. Alzo la testa e, stando attenta a non urtare nessuna candele prendo un altro panino '' prendimene uno anche a me '' dice Gabriel. Lo ascolto e poi ritorno a sedermi, incrociando le gambe. Appoggio il panino davanti a lui e scarto il mio. Poi lo guardo e vedo la sua espressione. Sembra turbata '' Gabriel? '' dico mettendo una mano sulla sua spalla. Trasalisce e mi guarda, poi spegne il cellulare e lo mette nel borsone. Si passa una mano sul volto. '' tutto bene? '' a gattoni mi avvicino a lui e mi metto davanti. Gli prendo il volto e con un gesto gentile gli alzo la testa, allacciando il suo sguardo al mio '' sai che puoi dirmi tutto vero? '' mi guarda intensamente e dopo qualche minuto schiude le labbra, ma non ne esce nessun suono. Sorride, ma è un sorriso triste '' certo, ma è tutto okay. È la solita cosa, i miei genitori partono improvvisamente stasera e io non posso salutarli '' '' ma sono tornati da poco '' alza le spalle '' è il lavoro ... '' mi mordo il labbro e deglutisco '' se vuoi ... se vuoi possiamo tornare e andare a salutarli se è quello che vuoi '' sorride teneramente e mi sposta in modo che io sia seduta su di lui. Scuote la testa '' no. Voglio stare qui con te almeno fino a mezzanotte. Voglio essere il primo a farti gli auguri '' ridacchio allacciando le braccia al collo e appoggiando la testa su di esse, respirando il suo odore nascosto dalla salsedine ''ho appena scoperto che ho un'enorme bisogno di un tuo bacio. Oddio penso di star morire, oddio ... '' scoppio a ridere, e alzo la testa in modo tale che i nostri nasi si tocchino '' vediamo di risolvere subito allora '' dico un attimo prima di baciarlo.


'' no! Il solletico no! '' dico chiudendomi riccio, ma senza risolvere niente. Gabriel continuava a farmi il solletico e a farmi ridere senza pietà. '' questa è la conseguenza per aver preferito rispondere al cellulare piuttosto che degnarmi della tua attenzione '' continuo a ridere '' Gabriel! Fermati '' non riesco a fermarmi '' poteva essere mia madre! '' '' e da quando Charlie White risponde a sua madre? '' '' Gabriel! Stop! '' per mia fortuna si ferma e si stende vicino a me '' sei cattivo. È così che tratti la tua fidanzata '' lui ride e il suo petto vibra. La mia mano cerca la sua e si attorciglia con essa '' vieni qui '' dice spalancando le braccia. Mi stringo conto di lui e mi faccio abbracciare. '' guardare le stelle con te vicina è tutt'un'altra cosa che vederle insieme a qualcun altro '' mi alzo sui gomiti e lo guardo. I suoi occhi erano fissi sul cielo sopra di noi e i lineamenti erano rilassati mentre un leggero sorriso gli incurvava le labbra '' è un modo carino per dirmi che mi ami? '' ridacchia e il suo sorriso si fa più ampio, mi guarda e prende una ciocca dei miei capelli rigirandosela tra le dita e mettendomela dietro l'orecchio. '' si '' dice infine. Sorrido '' mi piace '' dico facendolo ridere. Poi il suo cellulare vibra e lui lo prende senza spostarsi di un millimetro. Vede lo schermo e sorride '' auguri amore mio '' dice dandomi un bacio sulle labbra, alzandosi sui gomiti '' grazie '' dico una volta che ci siamo staccati. Lo guardo e per una volta lascio che le emozioni mi spingano ad agire. Alzo una mano e gli accarezzo il viso, la curva dello zigomo, la linea delle labbra. Lui infine prende la mia mano e da un dolce bacio sul palmo '' Gabriel '' dico riavendo la sua attenzione. Mi lascio cadere in quegli occhi smeraldo, oscurati dalla notte '' promettimi una cosa ''dico '' dimmi '' aggroviglio le nostre mani e sorrido imbarazzata, guardandole '' forse, è una cosa stupida ... forse non dovrei dirla, in fondo ... '' mette il dito sotto il mento e mi alza il viso finchè i suoi occhi non trovano i miei '' Charlie, continua '' sospiro '' promettimi che resterai con me, promettimi che qualunque cosa accada non mi lascerai. Promettimi di non lasciarmi, Gabriel, mai '' sfiora la guancia e poi toglie un ciuffo caduto sulla mia fronte, poi ritorna ai miei occhi '' te lo prometto. Non ti lascerò mai Charlie, mai ''.


Non Lasciarmi MaiWhere stories live. Discover now