CAPITOLO 30

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Più i minuti scorrevano più il desiderio di scendere e scoprire se Gabriel fosse davvero lì dentro aumentava. Il traffico rallenta la macchina, e io sono sul punto di scendere e correre verso la discoteca quando la voce di Dave mi ferma.

Cosa pensi di fare una volta scesa? Come farai ad entrare lì dentro? Non ti aspetti certo che una discoteca del genere non abbia delle guardie del corpo?

Mi rendo conto che la voce è solamente nella mia testa. Sono diventata pazza. La mia coscienza è la voce di Dave ... stiamo scherzando? Sto davvero raggiungendo un punto di non ritorno. Eppure non aveva torto ... non ho un biglietto e non sono né così carina né sicura di me da aggirare le guardie ed entrare. La mia mano tremava vicino la maniglia dello sportello, come sul punto di aprirlo. Freno i miei istinti e mi ripeto di stare calma. Insomma ... Gabriel non è l'unico ad avere una costosissima moto Ducati rossa. Potrebbe averla chiunque. Nessuno si accorge del mio nervosismo che si prolunga anche quando ormai la discoteca è lontana. Quando saliamo a casa di Noemi, dove avremmo passato la notte, ognuna è immersa nei proprio pensieri, tanto da parlare solo a monosillabi. Ci addormentiamo, strette strette sul letto di Noemi. Ma non riesco a dormire. Mentre i pensieri felici delle mie amiche fanno passare loro una nottata piena di bei sogni, i miei non fanno che tenermi sveglia. La voce di Dave non si è più insinuata, fortunatamente, nella mia testa, ma le immagini di Gabriel con altre ragazze a divertirsi in svariati modi, mi tormentavano. Quella che ci siamo presi è una pausa, non ci siamo lasciati veramente. Quel pensiero cercava di soffocare altri come '' chi prendiamo in giro? Non ci salutiamo neanche! '' o '' per lui 'pausa ' non è che un modo gentile per dire ' ti mollo, perché non mi soddisfi e non mi piaci più ''. Riesco ad addormentarmi solo quando dalle tapparelle chiuse della finestra cominciano a spuntare i primi fasci di luce. Il risveglio più che brusco, lo definirei doloroso. Un movimento vicino a me interrompe il mio sonno, ma un dolore che mi trapassa il corpo e la testa, mi fa svegliare completamente, con un urletto di sorpresa. Mi ritrovo stesa per terra, la schiena dolorante, come anche la testa. Noemi si affaccia dal letto con un'espressione colpevole

'' scusa... ''

Sussurra, mordendosi il labbro e guardandomi. Stanca, dolorante e irritata, sbuffo e mi alzo, prendo le mie cose e lascio la camera, diretta in bagno. Mi lavo, mi vesto, e rimango lì davanti allo specchio, ripetendomi di calmarmi e non rispondere male alle mie amiche. Ma quando ci ritroviamo a tavola, per la colazione, la mia irritazione non fa che aumentare sentendole parlare di ragazzi e robe varie. Mi sento tradita da Jessica, che solo la sera prima pregava Noe di non parlare di amore o roba del genere

Invidiosa?

Mi spiego perché la mia coscienza deve ripetutamente cambiare voce. Tre anni fa, quando il problema del bullismo e della società erano entrati nella mia vita, la voce che mi suggeriva idee e mi consigliava cosa fare era quella di mia madre. Due anni fa è subentrata la fastidiosa voce di mia sorella, quando il problema ' rimarrò-sola-come-un-cane-perché-sono-brutta' mi affliggeva. Adesso quella di Dave, ma non ne capisco il motiva. Sta di fatto che è irritante. Scelgo di non rispondere perché non vorrei sembrare pazza ai miei stessi occhi.

'' andiamo al centro commerciale? Vorrei comprarmi qualcosa di sexy ''

'' oh si! '' esclama entusiasta Jessica '' adoro fare shopping! ''

'' Charlie, che ne dici? ''

Le ragazze mi guardano con le mani congiunte e gli occhi imploranti, erano davvero di buon umore. Se lo fossi stata anche io, di certo non avrei smorzato il loro entusiasmo, ma visto che non lo sono ...

'' dico che non mi va ''

Le sorprendo, e si scambiano uno sguardo confuso, poi Jessica mi chiede

Non Lasciarmi MaiWhere stories live. Discover now