L'angelo è qui

By book_ismy_life

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Evelyn è l'unica ragazza umana nata nelle terre di Astria. Vive in un piccolo villaggio apparentemente tranqu... More

Amore e odio
Prologo
Litigi
Una rosa nera
Piuma nera
Un destino scritto
Incontro inaspettato
Candida come la neve
Il gioco è iniziato
Risveglio
Perdita di memoria
Una nuova amica
Una nuova avventura
Un cuore spezzato
Un'insopportabile mancanza
Incertezze
Pietra di luna
Sospetti
Luna nera
Due metà differenti
Ancora non è il momento
La chiave di tutto
Il confine
Hai paura?
Amici solo per oggi
Due pezzi di puzzle
Chi sono io?
Coraggio o bugie
Nascondersi dalla luce del sole
Da quale parte stai?
Il bacio dell'angelo
Uccidimi per favore
Non possiamo stare insieme
Il potere della creazione
La festa
Le porte dell'inferno
Dedica

Un altro mondo

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By book_ismy_life

Oggi io e la mamma siamo al mercatino che fanno ogni fine settimana a Eclipse. Entriamo in uno stretto sentiero occupato da una lunga fila di bancarelle per abbigliamento e altre di cibo. Camminiamo fianco a fianco mentre lei guarda dritto per cercare qualcosa di interessante, io mi perdo a guardare delle caramelle gommose che sono esposte lungo i banconi. Di tanto in tanto mia mamma mi butta un'occhiata per non perdermi di vista ma è talmente concentrata a guardare i vestiti di fronte a lei che non si è accorta che mi sono allontanata. Corro subito prima a destra e dopo un tratto a sinistra e finalmente arrivo ai banconi stracolmi di frutta, i miei occhi si illuminano appena vedono un gruppo di fragole rosse raccolte in una cassa di legno. Mentre il negoziante è distratto nel parlare con altre persone allungo subito una mano e prendo due fragole. Prima di allontanarmi del tutto mi guardo in giro e sembra che nessuno mi abbia notata nel mentre mi avvicino a un albero per sedermi e gustarmi le fragole. << Sai che non dovresti stare da sola piccoletta?>> sobbalzo dallo spavento e accanto a me vedo un uomo giovane con indosso un maglioncino beige e pantaloni neri. Mi affretto ad alzarmi e indietreggio di un passo terrorizzata << Sei davvero adorabile, come ti chiami?>> richiudo in un pugno l'ultima fragola e scuoto la testa. Sento dei passi che si avvicinano << Evelyn? Dove sei?>> mi giro e trovo mia madre che urla il mio nome. Noto che l'uomo è scomparso nel nulla ma al suo posto a terra c'è una piuma nera, che sia di un corvo? Ma è troppo grande per essere quella di un corvo.

Dopo buoni 10 minuti esco dal bagno pronta per affrontare un nuovo giorno, Alisia è seduta nel letto che finisce di mettersi le scarpe. Dei rumori attirano la mia attenzione, sono metallici e forti da fare eco in tutta l'Accademia, mi affaccio alla finestra e vedo che nel giardino sono disposti sia a destra che a sinistra i soldati ordinatamente nelle file lasciando spazio al centro. << Alisia per caso sai se c'è qualche evento speciale?>> si alza dal letto e mentre si sistema la gonna dice << Mmm fammi pensare. Forse dovrebbero arrivare le sacerdotesse.>> La notizia mi fa battere il cuore tanto da destabilizzarmi << Come le sacerdotesse?>> << Si loro vengono periodicamente una volta al mese, per purificare la nostra Accademia e rinforzare le barriere che l'avvolgono oltre a renderla invisibile.>> << E perché ciò?>> mi guarda lanciandomi un'occhiataccia e dice << Mi sembra ovvio. È per non farci scoprire dai demoni, cerchiamo di allontanarli e confonderli in qualsiasi modo possibile e rendere l'Accademia più sicura.>> << Quindi sono davvero indispensabili.>> affermo. Alisia agguanta lo zaino e apre la porta << Mi sembri nervosa sta mattina o sbaglio?>> sospira e dice << L'idea di rivedere Keller non mi sta a genio. Ieri per poco non ho commesso un omicidio.>> Immaginare lei che prova a ferirlo mi fa ridere giusto un po' << Non dirai sul serio spero>> dico divertita. << Al 99% ti direi di no ma è più probabile l'1%, la mia pazienza è davvero suscettibile.>> Arrivate alla fine del corridoio entriamo in aula e vedo già il prof seduto nella cattedra intento a leggere un libro, io e Alisia lo salutiamo per educazione ma lui non sembra sentirci. Mentre passiamo in mezzo alle due file per andare nei nostri posti sento bisbigliare quel gruppo di ragazze in prima fila e guardarci ridendo. Cerco di ignorarle e mi siedo vicino al muro, Alisia viene accanto a me e trascina la sedia verso dietro per sedersi. << Non credi di potertela svignare così facilmente solo perché ieri ero andato alle lezioni dell'altra ala.>> << Che cosa vuoi Keller?>> chiede Alisia spazientita. << Non credo che il prof sarà contento di vederti seduta vicino a?>> mi guarda aspettando una mia risposta << Evelyn.>> dico schietta. <<Giusto, perdonami non mi ricordavo il tuo nome. Diglielo pure tu Evelyn che dovrebbe rispettare di più le regole.>> Alisia mi precede dicendo << Io le rispetto solo quando non ci sei tu. Con la tua presenza tutto è concesso.>> Michael sorride e dice << Attenta questa frase è un'arma a doppio taglio.>> L'espressione di Alisia da calma diventa furiosa e controvoglia si siede davanti a me accanto a Michael.

Finalmente sono passate queste lunghe 5 ore e possiamo uscire dall'aula ma prima vengo richiamata dal prof << Senti Riley farai meglio a far uscire al più presto possibile il tuo potenziale altrimenti questo anno non lo superi perché fin ora non ci sono stati risultati.>> Lo guardo affranta e gli dico << Lo so, cercherò di fare del mio meglio.>> Quando esco mi ritrovo Alisia che mi dice frettolosamente << Devo andare in camera che ho dimenticato la sciarpa e la giacca che sto morendo di freddo. Tu intanto vai in mensa che poi ti raggiungo.>> annuisco e le nostre strade di separano. Passo vicino alla statua della Dea dell'acqua situata nell'atrio ma poi mi fermo quando vedo che il portone centrale di apre. La luce del sole illumina ogni angolo di questo posto apparentemente scuro, noto due figure che entrano. Una è mio padre vestito con la sua solita imponente armatura e l'altra è una giovane donna dalla quale si riescono a scorgere solo i suoi occhi perché il resto è interamente coperto. La donna ha il capo avvolto in un velo bianco da cui non esce nemmeno un capello e ciò la rende un po' misteriosa. Si avvicinano lentamente verso di me e mio padre le sorride in modo loquace, è da quando mi ha aggredita quella volta in camera che non lo vedo, il suo viso è una totale falsità che a guardarlo mi viene il voltastomaco. Improvvisamente la donna si gira verso di me e mi fissa senza staccarmi gli occhi di dosso, sembra non ascoltare più mio padre e viene dritta verso di me. La donna con leggero stupore dice << Anastasia?>> al sentire il nome di mia madre fa rimanere sorpresa anche me << Come conosci mia madre?>> Di sott'occhio noto mio padre poco più in disparte che ci guarda contrariato e la sensazione mi provoca dei brividi lungo la schiena. << Per gli Dei davvero sei sua figlia? Siete davvero simili, quanto mi manca!>> trilla entusiasta. Non sarà lei- << Piacere Rachel Davis e tu come ti chiami?>> si è lei Rachel la donna del vento così la definiva mia madre. << Sono Evelyn Riley. Tu sei- una sacerdotessa vero?>> ridacchia e dice << Pensavo si capisse per il modo bizzarro in cui noi sacerdotesse ci vestiamo.>> << Perché siete coperte dalla testa ai piedi?>> << Posso dire che è una forma di protezione sia dalle persone che dalle energie contaminate nei ambienti circostanti per essere sempre pure.>> << Davvero bizzarra come usanza.>> << Prima o poi ci si abitua. A proposito tua madre dov'è? Ho cercato informazioni dappertutto anche nei templi ma nessuno sa niente.>> Evidentemente quello stronzo di mio padre non le ha detto niente, pensa solo a farsi la bella faccia davanti a tutti è davvero la personificazione del lupo. << Lei è morta.>> dico con espressione cupa, i suoi occhi nocciola lentamente si spengono di luce e dice << Come- Com'è possibile? Dimmi che stai scherzando.>> faccio no con la testa e i suoi occhi guardano il vuoto << Un demone l'ha uccisa e voleva uccidere me.>> La vedo sbarrare gli occhi lucidi e dice << Santi numi! Mi dispiace che tu abbia dovuto affrontare questa enorme sofferenza, immagino ti manca molto.>> Sospiro e dico << Si tutte le notti ancora la sogno inerme nel pavimento di casa con il petto squarciato e i suoi occhi verdi che guardano il cielo con pietà e mi sveglio sempre piangendo. E' difficile dormire la notte ma è come se l'avessi sulla coscienza e purtroppo prima di venire in questa Accademia ho perso il mio mantello rosso che mi aveva regalato e senza di esso mi sento spoglia.>> Rachel afferra le mie mani con determinazione << La prossima volta te ne porterò uno nuovo così che possa in parte placare questa mancanza d'accordo?>> << Sei davvero gentile, grazie Rachel.>> le sorrido nel mentre sento qualcuno che mi tocca il braccio << Evelyn andiamo a mangiare che il mio stomaco sta- Oh! Mi scusi non l'avevo notata, buongiorno.>> Vedo Alisia che si rivolge a Rachel abbassando la testa leggermente << Tranquilla, non c'è bisogno di essere così formali. Ora devo andare pure io ho dei doveri che mi aspettano, a presto ragazze.>> Rachel va incontro a mio padre e se ne escono fuori << Ha sempre quella faccia seria tuo padre? Sembra che voglia uccidere qualcuno.>> dice ironica. << Non me né parlare lasciamo stare.>> entriamo in mensa e molti studenti sono seduti nei tavoli a mangiare e chiacchierare, ancora non sono abituata a tutta questa confusione perché ogni volta mi fa battere il cuore dall'imbarazzo nel l'essere notata. Alisia mi fa cenno di seguirla verso i banconi per prendere i pasti e subito noto una vaschetta piena di fragole, scatto veloce come un fulmine e mi riempio il piatto. Poi mi accorgo che Alisia mi sta guardando e ride << È buffo il modo in cui afferri le fragole e vedi gli altri come una minaccia compresa me.>> << No non è vero.>> rispondo sulla difensiva. << Suvvia stavo scherzando.>> mi sorride. << Le fragole sono il frutto più buono di questo mondo.>> si avvicina e mi sussurra al mio orecchio << Oh, oh mi sa che qualcuno ti sta osservando.>> mi giro di scatto e chiedo << Chi?>> mi tira il braccio per andare a sederci verso un tavolo libero << Shh, non ti agitare così. Attiri solo l'attenzione e poi capisce che stiamo parlando di lui.>> << Lui chi!?>> sbuffo spazientita. << Nicholas sennò chi altro.>> abbasso gli occhi e guardo le fragole con un velo di tristezza, pensavo fosse Daniel è da due giorni che non lo vedo e mi mancano tanto i suoi abbracci calorosi. << A cosa stai pensando?>> mi chiede Alisia. << A niente tranquilla. Senti ma quanto si intratterranno le sacerdotesse?>> << Di solito una o due notti dipende da quanto è duro il lavoro che devono svolgere. Ora che le città sono deserte sembra che la situazione si sia calmata, hanno trovato delle sistemazioni per la gente nei templi per farli stare al sicuro finché non si trova una soluzione. Mentre i giovani vengono tutti qui per imparare l'arte della magia e poter combattere. Anche se questa quiete mi fa paura.>> << Perché ti fa paura?>> << L'ignoto ha sempre fatto paura, non sappiamo da dove provengono i demoni nessuno si è mai spinto oltre il nostro territorio che conosciamo. Si suppone ci sia un altro mondo.>> ascolto attentamente le sue parole e per attenuare la tensione inizio a mangiare con gusto le fragole << Davvero inquietante.>>

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