Un'insopportabile mancanza

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 "Sei capace di abbandonarti all'amore?"

<<Evelyn vieni qua, c'è qualcuno che ti vuole conoscere!>> apro lievemente la porta e verso la fine delle scale noto mia madre insieme ad un bambino. << Lui è un lupo?>> chiedo con voce flebile, mia madre si avvicina sempre di più alla porta e mi raggiunge << No tesoro no, lui non è cattivo. Anche lui è come te ed è solo dato che si è appena trasferito, vorrebbe fare amicizia con te>> sento dei piccoli passi e il bambino affianca mia madre tenendo le braccia dietro la schiena. Guarda prima mia madre e poi me, quando cerca di avvicinarsi mi ritraggo in fondo alla stanza ma poi vedo che mi porge un grande mazzo di fiori, delle margherite. << Visto Evelyn, è stato così gentile da portarti dei fiori. Non ti farà del male.>> Allungo la mano per prendermi i fiori ma accidentalmente tocco la sua e la ritraggo subito, il cuore mi batte forte perché è la prima volta che tocco qualcuno al di fuori della famiglia. Di solito nessuno mi vuole stare accanto, mentre lui mi sorride. I suoi occhi sono di ghiaccio e splendono chiari alla luce del sole, mi guarda con risoluta sicurezza e dice << Piacere io sono Daniel. Posso entrare?>> mia madre mi guarda e cerca di farmi fare un passo avanti, io annuisco e lui apre di più la porta per entrare. << Anastasia vuoi venire a prenderti del tè così ci facciamo quattro chiacchere?>>dice una voce femminile al piano di sotto. Mia madre si gira e risponde << Certo, ora arrivo!>> poi riporta l'attenzione verso di me << Bene, ora devo andare ma ci vediamo tra un po', comportatevi bene.>> affretto il passo verso di lei e le prendo il braccio << Come mi lasci qui! Da sola con lui! Non voglio, ho bisogno di te mamma per favore.>> Lei mi sorride con dolcezza << Devi stare tranquilla, sono sicura che ti farà sentire a tuo agio e se ti dirà qualcosa di brutto chiamami subito che lo concio per le feste.>> mi accarezza i capelli e mi saluta scendendo le scale. Mi trovo di spalle a Daniel e faccio un bel respiro per affrontare la situazione, mi giro e gli chiedo <<Allora cosa ci fai qui?>> << Perché mi hai definito come un lupo prima?>> entrambi sussultiamo nel momento in cui parlammo all'istante. Ci guardiamo in silenzio e dopo poco continua a dire << Scusami, che stavi dicendo?>> non sopporto quando mi guarda così intensamente mi fa diventare le guance rosa. <<Oppure non vuoi parlare?>> io non gli rispondo non riesco a parlare per quanto mi senta pietrifica da questo incontro, lui si gratta la testa e dice << Be allora iniziamo con cose facili. Quanti->> abbasso lo sguardo e lo interrompo dicendo << Lupo è... una persona cattiva.>> << E io lo sono?>> << No io, non lo so. Non riesco a distinguere una persona cattiva da quella buona.>> si avvicina e mi porge la mano, io la guardo interdetta non capendo che volesse fare e mi dice << Ti darò almeno cento motivi per fidarti di me e capire che sono una persona buona Evelyn.>>nei miei occhi comparve uno strano luccichio sentendo le sue parole, nessuno mi aveva mai detto cose simili. Almeno cento motivi per fidarti di me...

Non ho dormito per tutta la notte rimanendo con il pensiero costante del sangue sul suo volto e del suo petto squarciato. Ormai si intravedono le luci dell'alba e i miei occhi cercano di chiudersi ormai stanchi ma improvvisamente parte lo squillo di una sveglia. Inizio a svegliare Alisia scuotendola dalle spalle ma lei si gira dall'altra parte e continua a dormire come se nulla fosse. << Alisia svegliati che sono le 7:00.>> urlo a perdi fiato e lei scatta subito sugli attenti, mi guarda sgranando gli occhi e poi prende la sveglia per guardare l'orario << Oh è tardi!>> Si alza subito e si precipita in bagno a prepararsi nel mentre mi chiede << Come mai sei ancora in pigiama tu?>> << Penso che me ne resterò a letto.>> << Ma sei pazza non puoi saltare le lezioni quando ti pare e piace e poi ti farebbe bene distrarti un po'.>> Mi butto nel letto e sospiro guardando il soffitto << Evelyn ci sei?>> << si ci sono ma è come se non ci fossi allo stesso tempo.>> Alisia esce dal bagno già vestita e sistemata e mi guarda incrociando le braccia << Sei sicura di non voler venire?>> io annuisco e prima che esce si avvicina e mi abbraccia << Ma più tardi parliamo e non potrai sottrarti dalla nostra chiacchierata, hai bisogno di sfogarti sei visibilmente distrutta.>> le sorrido e lei mi fa l'occhiolino, chiude la porta e rimango sola con me stessa. All'improvviso mi viene in mente un'idea, apro l'armadio e prendo la busta che mia madre mi diede il giorno in cui ci separammo. Oltre alla scatolina, c'è anche una lettera che non ho mai aperto ero presa da tante altre cose che mi dimenticavo sempre di leggerla. Apro la lettera e noto la sua calligrafia semplice e perfetta così chiara e malinconica allo stesso tempo.

L'angelo è quiOnde as histórias ganham vida. Descobre agora