Incontro inaspettato

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Mio padre mi guarda fisso nei occhi << Cambio di programma, partirai domani. Ci sono alcuni problemi che si devono risolvere prima.>> << Tanto non sarei partita comunque! Te l'ho detto io da qui non me ne vado.>> << Evelyn fa come ti ho detto e non ribattere, non esigo questi atteggiamenti da bambina immatura.>> Mia madre accanto a me sospira << Cosa sta succedendo?>> << Delle città sembrano essere state attaccate, ogni giorno più di due persone muoiono ma non ci sono tracce dei colpevoli e tutte le vittime in comune hanno il petto squarciato e il cuore viene strappato.>> << Com'è possibile?>> chiedo scioccata. Mio padre sbuffa alla mia domanda << I demoni Evelyn, solo loro sono capaci di queste atrocità e prego gli Dei affinché non diventi un omicidio di massa.>> << Devo andare all'Accademia ho tanto da lavorare e fare indagini, questa storia mi puzza e vedi non combinare altre delle tue in mia assenza, devi essere sempre sorvegliata o da me o da tua madre.>> Si sì come no, lo sappiamo entrambi che non sarà così, non sarà lui a limitare la mia libertà. Se ne va e sbatte la porta dietro di sé, rimango sola con mia madre. << Mamma io esco un po', ho bisogno di schiarirmi le idee.>> << Ma non puoi, hai sentito tuo padre no?>> << Vabbè non lo saprà giusto? Posso contare su di te?>> <<Evelyn per piacere rimani qua non voglio che ti succeda qualcosa di brutto.>> << Esco solo pochi minuti e torno subito, ti prego!>> Mia madre mi guarda scettica e risponde << Va bene solo 20 minuti, alle 12 puntuale ti voglio qui mi raccomando.>> << Grazie mille, ti voglio tanto bene mamma.>> Le do un bacio nella guancia e risponde << Anch'io...>>

Sono seduta in una panchina di legno sotto grandi alberi che mi coprono dal sole, la natura sta iniziando a perdere un po' il suo colore, ormai è arrivato l'autunno. Tante foglie sono a terra e sembra che danzano con il vento come una melodia armoniosa, avevo tanto bisogno di rilassarmi questa situazione mi sta davvero stressando. Ancora non ho preparato il borsone per partire domani ma vorrei restare qui, non credo di avere tanta scelta sennò mi caccerebbero con la forza. Non che abbia chissà quali motivi di rimanere qui ma è pur sempre casa mia, dovrei prima salutare Daniel ci tengo molto a lui e chissà come si sentirà dopo la mia partenza. Solo che in questo momento ho una strana sensazione come se ci fosse qualcuno ad osservarmi dietro. Mentre mi alzo mi capita di posare lo sguardo verso il basso e vedo una sottile striscia scura che sporca l'erba, all'inizio non capisco cosa sia fin quando non mi volto. Rimango senza parole... non di nuovo, no per favore perché devo vedere queste cose ancora una volta. Crollo a terra dinanzi alla figura appesa all'albero, sento le lacrime uscire prepotentemente e non riesco a frenarle. Questo ragazzo giovane credo sia un soldato, giace soffocato appeso a una corda con il petto squarciato senza cuore. C'è tantissimo sangue e... credo di non sentirmi proprio bene. Devo assolutamente andarmene e pericoloso e devo avvisare tutti, ogni secondo che passa sembra che il mio cuore perda dei battiti e ho difficoltà a respirare alla vista di questo orrore, mi dispiace da morire per questo ragazzo. Cerco di alzarmi e barcollo un po' con il corpo teso che diventa sempre più pesante da reggere, non credo di farcela. Inizio ad avere la vista annebbiata e la preoccupazione sale insieme alla voglia di rimettere tutto quello che ho mangiato sta mattina. Il malore è così forte che mi obbliga a chiudere gli occhi, tutto di me si spegne e sembra di cadere nell'oblio.

Sento un po' di dolore alla testa e con fatica cerco di aprire gli occhi, una voce profonda e sconosciuta dice << Finalmente sei sveglia.>> Che? Da quando c'è qualcuno qui? Per gli Dei le sorprese non finiscono mai e poi saranno già passati i venti minuti, oh mamma. Ora che riesco a vedere meglio mi alzo di scatto anche se una fitta alla testa mi impedisce di stare ferma dove sono. Per un attimo mi sono dimenticata della voce che ho sentito poco fa ma non è importante devo solo tornare a casa al più presto. Mi giro e vado a sbattere contro questa persona << Per favore potresti toglierti!>> dico esasperata. Ma quando alzo lo sguardo vedo due occhi neri e penetranti che sembrano inchiodarmi sul posto e mi fa sentire a disagio. È un ragazzo alto e ha delle spalle larghe, indossa una camicia blu scura e dei pantaloni neri aderenti molto elegante devo dire. Ha un'aria molto strana, mi trasmette paura e mi fa venire la pelle d'oca << Tu chi sei? Non ti ho mai visto da nessuna parte.>> Mi guarda con le mani in tasca in modo del tutto indifferente << Non importa chi sono.>> << E poi perché sei vestito così? Stai andando a qualche cerimonia?>> Alla mia domanda si gira e punta il suo sguardo verso quel povero ragazzo ormai morto e solo a pensarci mi sale un groppo in gola. Gli chiedo << Mi prendi in giro?>> << Niente affatto, pensa invece tu che sei vestita con dei stracci potevi metterti qualcosa di più aderente.>> sorride in modo beffardo. << Come ti permetti! Questi non sono affari tuoi.>> << Oh credevo che potessi farlo dato che a te è piaciuto farti gli affari miei.>> << Almeno io non ti ho insultato.>> << E chi ha insultato? Io no di certo, ho solo detto che potevi indossare qualcosa di più grazioso.>> Questa situazione non mi piace, è tutto troppo strano. << Perché non sembri affatto preoccupato per quella persona morta?>> << Di certo non sono come te che svieni alla vista di un po' di sangue.>> << Un po' di sangue!? Questo non ha nemmeno il cuore ed è morto dissanguato ma lo hai visto!>> Sbuffo esasperata e dico << Lascia stare, ora è meglio che vada ho perso fin troppo tempo.>> Lui non dice niente e mi fissa ma quando lo supero mi blocca il braccio e sento delle piccole scariche elettriche come se passassero dal mio braccio al suo, sentendo delle sensazioni strane e brutte. Mi giro a guardarlo e lui ricambia il mio sguardo con leggero stupore << Sei umana vero?>> <<Risponditi da solo.>> dico brusca. Tanto ora mi guarderà come tutti e mi disprezzerà, non ha nemmeno senso rimanere qui a parlarne. << Per questo non sei affatto sorpresa e ti comporti come se nulla fosse, davvero interessante.>> << Per cosa dovrei sorprendermi? Non ti seguo.>> << Niente.>> << Senti ora non mi interessano i tuoi dilemmi, ho questioni più urgenti da risolvere e sei pregato di togliere la mano dal mio braccio, nemmeno ti conosco.>> lui ride come se avessi detto chissà quale barzelletta, è possibile che quando cerco di essere seria faccio ridere. Sbuffo spazientita << Si dà il caso che sono seria.>> toglie finalmente la mano <<grazie.>> Nel momento in cui inizio a camminare sento di nuovo la sua voce << Capelli rossi aspetta.>> << Ancora ma che vuoi? E poi non mi chiamo capelli rossi potevi trovare un modo più carino per chiamarmi.>> << Tipo? Principessa? Credo che sarebbe perfetto. Mi scusi principessa per il mio sgradevole comportamento, ne farò ammenda e forse rimedierò.>> Sono davvero scioccata, non credo di aver mai incontrato qualcuno che abbia la lingua lunga quanto la sua. Prima che io possa aprire bocca mi precede avvicinandosi sempre di più a me << Comunque bella la mantella il suo colore si confonde perfettamente con i tuoi capelli.>> Lo guardo male anche perché c'è qualcosa in lui che non mi convince. Si avvicina al mio orecchio e mi sussurra <<Ti do un consiglio, non fidarti dei sconosciuti men che meno di chi sembra essere dalla tua parte.>> Il suo sguardo sembra perso altrove e i suoi capelli castani svolazzano sulla fronte al soffio del vento. << Che intendi?>> << Evelyn che ci fai qui?>> Daniel da lontano mi saluta e inizia a raggiungermi, nel momento che ritorno a focalizzarmi sul ragazzo misterioso non lo vedo più. Guardo Daniel confusa << Io, be stavo parlando...>> e mi rigiro spostando lo sguardo accanto a me dove c'era poco fa quel ragazzo ma sembra sparito nel nulla. << No niente lascia stare.>> << Va tutto bene?>> << Si, si tu?>> << Si dai non mi posso lamentare anche se di una cosa si, non voglio che tu domani te né...>> lo vedo sbarrare gli occhi e sembra spaventato. << Evelyn ma che scherzo è questo?>> << Daniel quale scherzo?>> alza il braccio e mi indica l'albero. << Quello, quel ragazzo perché è ridotto in quel modo?>> << Io non lo so ero venuta per fatti miei e l'ho trovato già così, non ho fatto niente io.>> << Ti credo ma tu non dovresti stare qui, da una parte è un bene che domani parti. È troppo pericoloso per te. >> << Ma sai che io non voglio andarmene da qui, non riuscirò a stare con il pensiero che non ti vedrò più per sempre e anche mia madre non può stare sola con mio padre non lo sopporterei.>> Si avvicina e mi accarezza la guancia << Tu non devi preoccuparti e poi i confini sono più sicuri per te, non sono molto abitati infatti lì non attaccano. Starai lì almeno finché la situazione qui non si sarà calmata, hai visto no?>> << Si. Lo so.>> dico con aria dispiaciuta. Daniel si sposta avvicinandosi al corpo << Perché lo stai guardando? Non ti fa impressione?>> << Si un po' ma sono abituato ormai e più dettagli abbiamo meglio è>> dopo pochi secondi mi dice << Evelyn qua c'è una scritta fatta con il sangue.>> << Con il sangue?>> puntualizzo spaventata. << Cosa c'è scritto?>> << C'è scritto: Io sono qui.>> << Non è una informazione molto utile, non dice granché.>> << Questo lo dici tu, io ho una mezza idea di chi possa essere, andiamo.>>

Sono davanti casa mia e Daniel ha voluto accompagnarmi per tutto il tragitto. << Sta sera vieni a salutarmi vorrei vederti un'ultima volta.>> << Certo ci vediamo sta sera>> mi dà un bacio nella guancia e si avvia, menomale che non mi ha visto arrossire. Quando apro la porta mia madre mi viene incontro agitata e arrabbiata << Cosa ti avevo detto! Ti avevo chiesto solo una cosa da fare e non riesci nemmeno a rispettarla! Sei sempre così superficiale, tu sta sera ovviamente non esci e ringrazia gli Dei che tuo padre non è ancora tornato.>> Mi vergogno a guardarla in faccia perché sono tremendamente dispiaciuta non era mia intenzione disobbedire ma non è stata colpa mia. << Sono stati i 20 minuti più brutti della mia vita, non hai idea di quello che è successo mamma.>> << Magari fossero solo 20 minuti signorina!>> << Quanto è passato?>> chiedo preoccupata. << Un'ora.>> << Un'ora, be dai non è tanto.>> << Ma ti senti quando parli, poteva succedere di tutto in questa ora e sei sotto la mia responsabilità.>> << Intanto siediti così ti racconto tutto ma non agitarti per favore.>> 

L'angelo è quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora