Una nuova amica

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"Ciò che è oscuro, ma non si vede."

Il preside mi ha detto che da domani dovrò iniziare a seguire le lezioni di tutti e 4 elementi. Dobbiamo scoprire se sono stata davvero io a uccidere il demone perché ciò significa che anch'io sono affine a un elemento come gli altri, anche se a pensarci Nicholas aveva detto che non sono più umana e ne sembrava estremamente convinto. E pensare che fino a qualche giorno fa non ero considerata da nessuno solo perché ero una semplice umana che avrebbe ostacolato tutti. Ora sembra che mi guardano in modo diverso ma ciò è tutto da vedere perché potrei rivelarmi anche una delusione e non avere nessun potere a quel punto non so cosa succederà, quindi per ora sono in un periodo di prova. Ma solo una persona mi ha amata incondizionatamente ed è mia madre e mi manca così tanto, appena avrò del tempo libero andrò a cercarla così le racconto quello che mi è successo e se riuscirò a sviluppare un potere ne sarà fiera. La collana che ho addosso con questa bellissima pietra bianca è tutto ciò che mi ricorda lei e il suo sorriso, mi ricorda il modo con cui ha sempre cercato di proteggermi soprattutto dalla rabbia di mio padre e sempre stata così premurosa. Sospiro mentre guardo la luna splendere nel cielo, a questo punto dato che non riesco a dormire scendo sotto e farò una piccola passeggiata per schiarirmi le idee. In questa stanza che mi è stata assegnata non ci sono solo io ma anche un'altra ragazza ma che ancora non sembra essere tornata, forse è in missione non mi hanno fatto sapere nulla su di lei. Vado verso l'armadio e aprendolo vedo una marea di vestiti e anche abiti eleganti, c'è anche l'uniforme che ho indossato oggi questa c'è l'hanno tutti la si indossa solo per le lezioni. Mi tolgo il pigiama e indosso un pantalone blu e una felpa grigia, sono sicura che uscendo fuori faccia un po' fresco purtroppo non posso più mettere il mio mantello rosso perché è stato ritrovato a brandelli insieme ai vestiti che avevo addosso. Il mantello è stato uno dei regali più che belli che potesse farmi mia madre, spesso lei mi raccontava un sacco di fiabe tra cui la mia preferita è quella di Cappuccetto Rosso per questo mi regalò il mantello rosso proprio come quello della bambina. Nel mentre la mia mente viene trasportata dai ricordi scendo le scale per arrivare al piano terra ed esco di corsa varcando il portone, mi ritrovo subito davanti al vasto giardino e la statua al centro. Mi incammino e giro intorno in ogni angolo di questo vasto spazio verde per trovare un punto in cui appoggiarmi anche per stare seduta. In lontananza dietro una colonna nella parte opposta a dove sono io vedo una figura che si muove leggiadra come stesse danzando, ha dei lunghi capelli che si muovono a ogni singolo spostamento del corpo e qualcosa insieme a lei l'avvolge. Mi avvicino sempre di più e quando si accorge della mia presenza mi guarda per un secondo e si mette a correre, aumento il passo e le dico << Aspetta non scappare da me voglio solo parlare con te.>> Al sentire le mie parole si ferma e finalmente riesco a raggiungerla i miei occhi incontrano i suoi con uno sguardo duro e serio. << Ma tu non sei quella che ho visto sta mattina seduta nel banco accanto al mio?>> lei mi risponde << Mi pare di averti già vista. La figlia di Riley giusto?>> io annuisco << Ormai non si fa altro che parlare di te in questa Accademia e non capiscono come mai tuo padre non ti abbia mai menzionata.>> Non avrei mai voluto essere soggetta a così tanta attenzione in vita mia ma potrei capire il punto di vista di mio padre avrebbe solo fatto una brutta figura per la sua reputazione. Le rispondo << Avrà avuto le sue ragioni, comunque sono Evelyn piacere di->> mi interrompe dicendo << Si so chi sei, io sono Alisia Cooper e per favore la prossima volta che mi vedi concentrata a fissare il vuoto non disturbarmi.>> << Per questo quando sta mattina ti avevo salutato non mi avevi risposto.>> << Si mi stavo concentrando sulla mia energia, stavo cercando di esercitarmi. So che potrei sembrarti brusca ma io non sono brava con le persone.>> questo sembra essere un sollievo per le mie orecchie << Figurati, nemmeno io sono brava con le persone non fanno altro che disprezzarmi.>> lei mi chiede << Perché ti disprezzano?>> prima di rispondere ci rifletto un po' su << Mi prometti di non ridere o prendermi in giro?>> lei mi sorride << Posso essere stramba ma non sono cattiva fino a questo punto.>> << Semplicemente sono umana almeno credo.>> << Come umana? Non possiedi la magia?>> scuoto la testa e la sua faccia e visibilmente sorpresa << Caspita è raro vedere qualcuno senza magia ma non per questo sei meno degli altri. Ma allora se sei umana perché sei qui?>> << Sono qui da tre giorni, il preside crede che io abbia sviluppato dei poteri perché mi hanno trovata nella città Eclipse ferita con del sangue nero.>> << Sangue nero! Impossibile, com'è potuto succedere?>> << Sinceramente non lo so, non me lo ricordo.>> << E' stata dura per te immagino.>> << E' stato più traumatico il risveglio credo, mi sono ritrovata in infermeria insieme a Lydia quindi capirai che non è stato bello ritrovandomi in un posto che non conoscevo affatto.>> << Si posso capire.>> Dopo questa breve pausa di silenzio le chiedo << Tu come mai sei qui? È notte fonda.>> mi risponde ridendo << Potrei farti la stessa domanda. Io mi stavo allenando, purtroppo io non riesco a padroneggiare bene l'acqua.>> alza il braccio verso di me e la sua mano viene avvolta da una luce blu da cui si forma dell'acqua che invece di mirare davanti a me devia il percorso spostandosi a sinistra. << Ecco vedi non riesco a gestire questa magia come vorrei e ogni sera cerco di allenarmi per assumere il pieno controllo. Mi alleno duramente perché spesso le altre persone mi prendono in giro e mi chiamano "Alisia la stramba".>> << Deve essere terribile, ma tu non devi lasciarti ferire dalle parole degli altri perché quello che hai non condiziona ciò che sei. Questo me lo ha insegnato mia madre, lei sì che è una persona fantastica e mi ha dato la forza di andare avanti pur avendo tutte le persone contro per la mia natura umana.>> Lei mi sorride dolcemente << Tu e tua madre siete delle persone davvero gentili ma questo mondo è troppo crudele per le persone come noi. Una cosa che devi assolutamente ricordare è che qui si punta solo alla sopravvivenza.>> << Lo terrò a mente.>> sento una voce che dice << Chiamami.>> mi rivolgo ad Alisia. << Hai detto qualcosa?>> lei mi fa cenno di no. Possibile che l'abbia sentita nella mia testa << Chiamami>> risento questa voce come un sussurro e dal nulla si alza un po' di vento, d'istinto mi giro verso la statua come se fossi attratta da essa. << Sai qualcosa su questa statua? So che ogni elemento ne ha una ma questa è la quinta. Chi è lei?>> Alisia posa il suo sguardo verso la statua << Lei è una Dea ma non usa i 4 elementi che conosciamo. Delle voci dicono semplicemente che è stata raffigurata come simbolo protettrice dell'Accademia ma è sempre rimasta ignota a tutti. In effetti non capisco che senso ha fare un'altra statua se gli Dei sono 4.>> Mi avvicino di più alla statua e i suoi occhi sono rivolti verso il basso che guarda il pavimento in modo triste, più la guardo più mi trasmette un senso di inquietudine come se avesse vita propria. <<Chiamami.>> ripete questa voce e nella mia testa si formano vari flashback un po' confusi, vedo case distrutte, una creatura spaventosa e stavo scappando. E poi... io si ricordo ero in procinto di morire, era davvero spaventoso quel demone. Al ricordo di ciò mi si formano le lacrime e le mie ginocchia cedono a terra in preda alla disperazione. Alisia si avvicina dicendo << Evelyn che ti prende? Tutto a un tratto sei diventata pallida.>> anche se sento la sua voce non l'ha ascolto perché sono assorta nei ricordi che sembrano così reali, eppure quella voce l'avevo già sentita. Il suo nome iniziava con la "E", mi giro verso Alisia << Tu hai idea di un nome che possa iniziare con la "E"?>> << Fammici pensare, Elia?>> << No>> << Elena?>> <<No>> << Erika?>> << No nemmeno questo, tranquilla lascia stare forse più avanti mi verrà in mente.>> mi allontano dalla statua e le dico << Forse è meglio che rientriamo se non andiamo a dormire ci sveglieremo stanche.>> << Si hai ragione, andiamo.>> mentre camminiamo noto che viene nella mia stessa direzione e ci fermiamo entrambe nella stessa porta << Non dirmi che sei tu la mia compagna di stanza?>> mi chiede sorpresa. << Si a quanto a pare. È stata una fortuna non credi?>> << Altroché poteva capitarmi di peggio ma tu mi piaci.>> << Penso che diventeremo grandi amiche.>> << Si l'importante e che non sei una di quelle ragazze che fa casino, il rumore è insopportabile.>> << A chi lo dici, io sono tutto l'opposto.>> Prima di entrare in stanza mi strattona il braccio e si abbassa a terra facendo sedere anche a me, mi fa il segno di stare in silenzio e poi si mette a guardare oltre alla ringhiera che finisce con le scale. << Comandante Riley nelle piccole cittadine vicino al mare sono scappate almeno un centinaio di persone e di questo passo si creerà scalpore ovunque, i demoni non avranno pietà. Continuando così si arriverà alla distruzione di questo Continente.>> È la voce di Daniel che ci fa qui tra l'altro con mio padre. Vedo queste figure nell'ombra avanzare verso il corridoio e vedo mio padre girato di spalle a Daniel con aria altezzosa << Non me ne frega niente, tu e gli altri dovete far in modo di riportare queste persone al punto di partenza. Abbiamo bisogno solo di persone che sappiano combattere e difendersi non dobbiamo sfidare il confine che ci separa dal male. Ti è chiaro?>> dopo alcuni secondi d'attesa Daniel risponde con <<Si, Signore>> la sua voce è quasi impercettibile. Daniel e mio padre escono fuori e noto che Alisia si alza subito di scatto << Non mi piace per niente la situazione che si sta creando ma scoprirò cosa sta succedendo e fino ad allora io diventerò più forte.>> ha dei occhi così determinati che quasi la invidio perché vorrei avere la sua forza e la sua tenacia per non mollare mai. Mentre ci dirigiamo nella nostra stanza le chiedo <<Tu hai idea di cosa stiano tramando?>> << Solo una cosa ho capito, non riescono più a sostenere le battaglie contro i demoni e le sacerdotesse sono sempre meno quindi il potere di conseguenza diminuisce. Le sacerdotesse sono un tramite tra gli Dei e gli elementi, sono lo spirito che li unisce per raggiungere un potere divino ma il loro potere può contenere la malvagità dei demoni non superarla. Una cosa ancora non mi è chiara del perché prendono le persone e le portano al confine.>> << Di certo non credo stiano facendo la cosa giusta. Appena potrò domani parlerò con Daniel di questa faccenda lui sicuramente saprà qualcosa.>> << Daniel? Ne parli come se lo conoscessi.>> << Si infatti è così, è il mio unico amico d'infanzia e sempre stato molto premuroso con me a differenza di tutti gli altri. Ed è l'unico che mi ha visto per come sono davvero.>> << Lo descrivi come se fosse l'angelo più buono di questo pianeta ma ti dico solo di stare attenta.>> sono sicura che lui non è pericoloso come Alisia pensa, io so che lui non è cattivo solo una persona lo è ed è mio padre. Dopo che entriamo in camera ci cambiamo per poi buttarci entrambe nei rispettivi letti << Buonanotte Evelyn.>> le sorrido e rispondo << Buonanotte Alisia.>> chiudo gli occhi e sprofondo nell'oscurità.

L'angelo è quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora