Candida come la neve

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Sono le 8 del mattino e stranamente mi sono svegliata presto ma con una strana pressione al cuore che mette agitazione. La cosa ancora più strana è che non c'è nemmeno un raggio di sole bensì la neve! Quanto adoro la neve, in effetti l'inverno è la mia stagione preferita solo per questo, così bianco e freddo. Solo che siamo in autunno... quindi non so quanto possa centrare la neve dato che ieri era soleggiato, penso che anche un bambino di 6 anni capirebbe che c'è qualcosa che non va. Scendo sotto in cucina e vedo mia madre che ha sistemato vari oggetti nel tavolo e disegnato un pentacolo al centro. << Buongiorno, che stai facendo con quelle boccette?>> << Per favore non intrometterti, è importante parliamo dopo>> risponde irritata. << Almeno dimmi cos'è questo, sembra interessante.>> << Un incantesimo, ora non parlare che mi devo concentrare.>> faccio come mi dice e sto ferma a guardarla. Dispone di 5 candele accese intorno a questo pentacolo e all'interno una bacinella piena d'acqua. I suoi occhi sono chiusi e sembra pregare con le mani congiunte, dopo pochi secondi vedo l'acqua illuminarsi di una luce bianca e poi ritorna normale. Apre gli occhi, inizia a prendere delle boccette e a versare l'acqua in esse. << A che ti servono quelle?>> << servono per proteggere la casa e utilizzo l'acqua di Luna.>> << Si può bere?>> mia madre mi guarda perplessa e risponde << No Evelyn potrebbe avere dei brutti effetti collaterali su di te.>> Si, si perché sono umana lo so. << E allora perché devi proteggere la casa?>> << Lo faccio da chi ci vuole fare del male>> in seguito aggiunge << è arrivata una lettera a tutti gli abitanti non solo da noi ma anche in città di proteggerci. Ora siamo in un momento abbastanza critico e siamo tutti in allerta da questa imminente catastrofe, forse con queste potremo scamparlo.>> << Che vuol dire forse? Non ne sei sicura?>> <<Non hai capito la gravità di tutto ciò, non puoi nemmeno partire non ce la farebbero ad accompagnarti i soldati e poi loro dovranno combattere per proteggere la città.>> << Combattere? Perché?>> << Perché c'è il rischio che ci attaccano e non finirà bene. Il preside è molto arrabbiato soprattutto con tuo padre perché si è lasciato sfuggire piccoli dettagli e non siamo più al sicuro. Quelle creature sono dannatamente diaboliche e astute, non bisognerebbe nemmeno dormire la notte per tenergli testa.>> la risposta mi fa rimanere abbastanza spiazzata e la cosa peggiore è che non posso fare niente. Dopo tutto questo non credo che vedrò più alcun futuro nella mia vita non so nemmeno se arriverò tra due giorni al mio compleanno, forse è meglio non arrivarci. Un rumore mi fa scattare sugli attenti, vedo tanti piccoli cocci di vetro a terra e mia madre rimane fissa davanti alla porta di spalle a me. Mi avvicino piano piano << Va tutto bene?>> le tocco una spalla per scuoterla ma non risponde. A questo punto mi sporgo oltre il suo corpo per vedere cosa sta guardando e ne rimango incantata. Un roseto di un nero intenso emerge dalla neve e sembra crescere a dismisura, << E' incredibile hai visto!>> esco fuori per guardare meglio da vicino e sento la voce di mia madre << La Rosa è proibita.>> << Eh? Perché?>> non risponde si avvicina e mi allontana dietro di lei. Nel mentre i vicini escono fuori dalle loro case e rimangono sorpresi e spaventati dinanzi a questo. Mia madre ci butta addosso quella che dovrebbe essere l'acqua di luna con un'espressione del viso contratta probabilmente arrabbiata. Al tocco dell'acqua i rami non sembrano ritararsi anzi crescono di più e le spine si irrobustiscono, mia madre ancora più arrabbiata prende il telefono e chiama mio padre. << Vieni subito qui con alcune delle tue truppe, ci sono delle rose!>> urla disperata mia madre al telefono. << Che vuol dire anche lì ci sono!?>> << Come da soli?>> mia madre attaccata il telefono più irritata di prima. << Dei che disastro!>> una signora circa l'età di mia madre si avvicina e le chiede << Voi sapete qualcosa riguardo a questo?>> << So quanto voi Miriam ed è meglio che proteggi te e la tua famiglia come meglio puoi, è questo vale per tutti!>> urla cercando di farsi sentire dagli altri. Dei mormorii si sollevano tra la gente, molti dicono << non verrà nessuno?>> altri << Come faremo? Di questo passo moriremo tutti.>> Mia madre cerca di farsi avanti tra la folla e dice <<State calmi e cerchiamo una soluzione perché d'ora in poi saremo soli.>> <<Non si può stare calmi è tutta colpa di quella ragazza sennò non saremmo in pericolo!>> urla un ragazzo giovane puntandomi il dito contro. Altri lo seguono << Si è colpa di quella ragazza, lei è maledetta, non la vogliamo qui. Vai via!>> Sento il mio cuore che accelera a ogni parola che mi dicono e vengo percossa da brividi di orrore, non è giusto, non è giusto. Perché a me? Non ho voluto io nascere così, perché farmene una colpa? Perché è facile dare la colpa agli altri anziché cercare di capire almeno come si possa sentire l'altro, ma non frega niente a nessuno. Le voci si alzano una dopo l'altra e si sussegue anche quella di mia madre che mi dice di entrare in casa ma non ascolto più nessuno. Corro via spintonando la gente per farmi strada e le loro urla si fanno sempre più fioche. Dopo essermi assicurata di essere andata il più lontano possibile, crollo a terra stringendomi nelle braccia e confondendomi con la neve. So di star gelando e che potrei ammalarmi ma questo non penso sia nemmeno paragonabile alla disperazione che provo e calde lacrime iniziano a bagnarmi il viso senza freno. Scoppio in un pianto liberatorio perché ho bisogno di sfogare l'emozioni, la frustrazione, la rabbia e la tristezza. Non credo di poter continuare a vivere così, è tutto un totale fallimento e non ha più senso niente, preferirei morire. << Credo che questa sarebbe la bara perfetta no?>> alzo la testa di scatto e rivedo il ragazzo misterioso di ieri che mi sorride. Improvvisamente mi sento così imbarazzata che lui mi veda così fragile, di solito non lo permetto a nessuno. Mi asciugo di fretta le lacrime e tiro su con il naso, vedo intorno a me delle piccole rose nere che sbucano dalla neve, in un certo senso mi sento in trappola. Rivolgo la mia attenzione a lui << Hai detto bara? Perché?>> << Mi sembravi così disperata e non c'è niente di meglio della neve che nasconde i defunti facendoli ricongiungere con la terra.>> Lo fisso stranita anche perché non capisco cosa intende davvero. Avvicino un dito a una rosa per toccarne i petali che sembrano soffici al tatto ma il ragazzo subito mi ferma << Non toccare, è una rosa proibita.>> << Anche tu con questa rosa proibita, non ci capisco più niente.>> sbuffo irritata. Si abbassa lentamente fino a che il suo viso arriva al mio e tiene legati i suoi occhi neri ai miei. Dice con voce flebile << Una Rosa proibita non si tocca. Ti avvolge lentamente fino a conficcare le spine nella tua pelle per poi stringerti in un abbraccio soffocato come se diventasse parte di te e non avrai più scampo. Alla fine muori.>> Dopo attimi di riflessione mi si illuminano gli occhi e gli dico <<Come il dolore?>> << Esattamente>> fa scorrere il suo sguardo lungo il mio corpo e aggiunge << mi guardi come una bambina innocente come se sapessi il significato della parola "dolore", ma sei troppo buona per fare del male anche ad una mosca.>> Questo suo commento mi fa rimanere spiazzata, sembra che sia entrato nella mia anima a guardare cosa c'è dentro per poter dire quelle cose. << Chi sei? Un mago? Perché penso che tu mi conosca più di quanto io conosca me stessa.>> Mi sorride come se avessi centrato in pieno il discorso ma non mi risponde anzi mi porge davanti ai miei occhi il mio mantello rosso. Sbarro gli occhi davanti a ciò << Co- come hai fatto ad averlo?>> << Ti era caduto poco fa mentre correvi così lo raccolto e ho pensato di farti il favore di riportartelo.>> <<Oh grazie, non me ne ero accorta.>> istintivamente gli sorrido per la sua gentilezza perché non mi capita di vedere tutti giorni una persona così.<<Perché rosso?>> << Rosso cosa?>> mi indica il mantello. << Ah questo...>> in effetti c'è un motivo forse anche più di uno. << Lo vedo da come lo guardi sembri molto affezionata.>> << Si mi ha accompagnato tutta l'infanzia e anche ora. Penso che il rosso sia un colore perfetto, racchiude in sé tante cose.>> <<Tipo?>> << Tipo... il sangue, è rosso come il sangue. Ma non il sangue vero, simboleggia le ferite del cuore ma può anche simboleggiare la passione e i sentimenti.>> << Oh io adoro il sangue.>> mi dice divertito, penso che non mi prenda affatto seriamente e lo guardo perplessa. << Continua, scusa per l'interruzione. Mi piace ascoltarti.>> abbasso lo sguardo per un momento per fare ordine nella mia testa e far fronte alla valanga di emozioni che mi sovrasta il cuore. << Poi mi ricorda il mio lato docile, una ragazza che guarda il mondo a colori e che cerca del bene ovunque come Cappuccetto Rosso.>> << Cappuccetto Rosso?>> << Si la fiaba. Non la sai?>> mi fa cenno di no. << Strano di solito tutti i bambini crescono con le fiabe. Cappuccetto Rosso è una bambina piccola chiamata così perché indossa sempre il suo mantello rosso fatto dalla nonna. Lei un giorno esce da casa per andare dalla nonna e portarle delle provviste perché sta male. Ma poi incontra il lupo cattivo che la trae in inganno, infatti lui arriverà per primo dalla nonna e la mangerà. Poi quando la bambina arriva a casa della nonna il lupo si finge di essere lei e la mangia. Alla fine entrambe vengono salvate dal cacciatore che le fa uscire dalla pancia del lupo.>> << E come fanno a essere vive se sono state mangiate?>> << Non so risponderti ma è semplicemente una fiaba per bambini. È ovvio che non è possibile una cosa del genere ma a me è sempre piaciuta.>> lui non proferisce parola e gli chiedo << Tu hai una fiaba preferita?>> << In realtà no ma una storia sì. Ma te la racconterò un'altra volta.>> Si alza e il suo sguardo si posa altrove come se esaminasse l'ambiente. << Il mio tempo ora è finito. Alla prossima cara Evelyn.>> Prima che se ne va mi sussurra all'orecchio << Sei candida come la neve.>> e svanisce di nuovo nel nulla. Mi lascia sola con il fiato sospeso e sorpresa allo stesso tempo perché mi ha chiamata per nome senza che glielo dicessi. Chi è lui veramente?

L'angelo è quiΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα