Perdita di memoria

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Cerco di aprire lentamente gli occhi mentre sento delle voci che si fanno sempre più vicine e non mi sembrano familiari. Vedo quasi tutto bianco, un letto bianco, delle tende bianche e una parete. Vedo una mano levare le tende e appare una signora penso sia un'infermiera, mi fissa per qualche secondo e poi dice << Sembri stare più che bene anche se c'è voluto un po'.>> << Chi è lei? E perché sono qui?>> << Io sono Lydia piacere di conoscerti, ti aveva portato qui un ragazzo non mi ricordo credo si chiamasse Nicholas e ti avevo vista piena di sangue e ferita così mi sono presa cura di te tutto il tempo.>> <<Oh grazie.>> << E' un piacere.>> abbasso lo sguardo e cerco di vagare nella mia mente per ricordare qualsiasi cosa fosse successo per ridurmi in quelle condizioni ma ho solo un vuoto di memoria. Mi rivolgo a Lydia e le chiedo << Tu sai cosa mi è successo?>> mi guarda dubbiosa e risponde << No non aveva->> qualcuno spalanca la porta senza nemmeno bussare e dice a Lydia di uscire subito, lei si china di fronte alla figura ed esce. Quando incontro gli occhi glaciali di mio padre mi salgono i brividi soprattutto perché il suo viso sembra fuoco e fiamme più incazzato che mai. Quando si avvicina sorride, si prende una sedia e si mette accanto al mio letto. << Ora mi dici come hai fatto e subito.>> << A fare cosa?>> << Non prendermi in giro. Chi l'ha sconfitto quel demone? Di certo non gli Dei.>> lo guardo confusa << Quale demone? Di che parli? Io non so niente.>> << Eri tu quella ad Eclipse dove c'è stata una violenta esplosione di luce e tu eri quasi morta, la risposta è ovvia. Ora dimmi come hai fatto?>> << Io... non ricordo niente, mi dispiace.>> si alza dalla sedia sbuffando. << Sei una buona a nulla, non sei mai servita a niente era meglio se ti lasciavano lì. Me ne vado ho già perso la pazienza con te.>> Se ne va sbattendo la porta, poco dopo entra di nuovo Lydia dice sorridendo << Sempre un po' i nervi alterati eh?>> << Non è la prima volta.>> dico sospirando. << Ora se non ti dispiace devo andare a parlare con il preside e comunicargli che ti sei svegliata.>> << Come il preside? Dove siamo?>> << All'Accademia delle Arti Occulte.>> << L'Accademia delle streghe?>> << Si ma ti consiglio di non dirlo così noi preferiamo chiamarci definirci discendenti degli Dei. Le streghe è un termine rude per indicare qualcuno che lavora con la magia a scopo malefico. Ora vado a dopo.>> Appena esce dalla porta sposto le gambe dal letto e appoggio i piedi a terra. Quando provo ad alzarmi sento subito le gambe cedere a terra come se fossero addormentate e mi rimetto seduta, chissà da quanto tempo sono qui. Aspetto un paio di minuti giusto per riabilitare le mie articolazioni e mi sento pronta. Verso il fondo della stanza c'è una sedia con dei vestiti sopra, credo siano per me non penso che mi faranno andare in giro vestita così come mia nonna. Infatti trovo un biglietto con scritto "per Evelyn", sono gentili che si preoccupano per me. Inizio a indossare uno alla volta i vari pezzi che compongono l'outfit sono delle calze lunghe e nere che ricoprono interamente le gambe, sopra ad esse una gonna che sta a vita alta e arriva fino a poco prima del ginocchio e infine una maglietta bianca con sopra una giacca blu scura. Devo dire che questo non è per niente il mio stile ma sempre meglio di quella roba che indossavo prima. Prendo un respiro profondo ed apro la porta, vedo un ampio spazio che si espande fino al fondo di questo corridoio per finire con delle scale. Inizio a scenderle stando attenta a non cadere a terra e infine mi ritrovo al centro di un'area rettangolare da cui si formano vari corridoi. Al centro di questo pavimento a quadri in bianco e nero c'è una statua grande che raffigura una donna seminuda con questa stoffa leggera che le ricopre le parti intime. Il suo corpo è in disequilibrio con una gamba tesa un po' in avanti rispetto all'altra, le sue mani sono rivolte verso l'alto che sorreggono un'anfora da cui cade dell'acqua, chi sarà mai questa donna? << Ti sei persa fragolina?>> mi giro di scatto e rivedo il ragazzo misterioso << Ancora tu? Che ci fai qui?>> << Che c'è sei dispiaciuta di dovermi vedere?>> << Non credo di aver detto questo.>> << E tu perché sei qui, soprattutto vestita in questo modo?>> << Non vale tu non hai risposto alla mia domanda e poi sono così brutta vestita così?>> << No niente affatto, sei molto graziosa.>> mi sorride come se avesse capito che la sua risposta mi abbia messo a disagio. Fa un passo verso di me << Io ci vivo qui, passo le mie giornate qui, studio qui e ora sto andando in aula. Quindi tu cosa ci fai qui?>> lo guardo esterrefatta perché non mi aspettavo minimamente che lui fosse uno studente di questa Accademia. << Io... be io ero in infermeria e poi non so altro.>> si avvicina ancora di un altro passo << Ne sei sicura?>> un altro passo verso di me << Si per-perché?>> perché d'improvviso sto balbettando mannaggia a me e ora chissà cosa pensa. << Perché non mi sembri affatto umana.>> queste sue parole mi scalfiscono dentro e mando giù un groppo che mi si è formato in gola. << Come dici? Non umana? Impossibile.>> Si avvicina di più a me e mi prende il polso stringendolo nella sua mano e i suoi occhi neri si incastrano perfettamente con i miei. Dopo pochi secondi dice << No, non lo sei almeno non più. Mai visto qualcosa di simile. Non sarà facile da oggi in poi la strada per te e questa conversazione può finire pure qui.>> mi lascia andare e mi volta le spalle << Aspetta non ho finito, ho tante domande da porti che vuoi dire che non sarà più facile la strada per me?>> continua a camminare senza rispondermi e io che pensavo fosse una persona educata. Inizio a seguirlo ma lui è sempre più avanti di me di qualche passo fin quando non si ferma davanti a una porta e la apre. Riesco a raggiungerlo e vedo una grande aula, sono presenti tanti ragazzi seduti nei banchi che rivolgono la loro attenzione al ragazzo di fronte a me. << Nicholas Morrison entra immediatamente e la prossima volta non fare più ritardo sennò non entri proprio la prossima volta.>> Aspettate quel Nicholas? Quello che ha nominato Lydia? La domanda che mi sorge se è davvero stato lui ad aiutarmi. Almeno ora non devo più etichettarlo ragazzo misterioso, il signore che sembra avere una cinquantina d'anni guarda dritto verso di me. << E lei? Perché se ne sta lì impalata? Entra.>> impacciata gli rispondo << No ma io non so->> << Non mi interessa quali scuse lei abbia ma fare ritardo il primo giorno è inconcepibile. Ora entra e non farmi perdere la pazienza.>> Varco la soglia e tutti sono fissi a guardarmi, vado in fondo per cercare un posto libero e lo trovo vicino a una ragazza che è intenta a guardare la finestra. Mi sedio qui facendo meno rumore possibile e inizio a guardarmi un po' intorno, la ragazza accanto a me ha lunghi capelli ricci neri che le arrivano oltre le spalle e noto che è vestita al mio stesso modo ma un po' tutti in realtà. Mi sporgo verso di lei e le dico un "ciao" ma lei non sembra aver sentito o semplicemente non vuole rispondermi, sono davvero tutti strani qui. << Signorina Riley?>> chiede il professore, mi alzo subito in piedi e rispondo con un sonoro sì. Tutti si girano a guardarmi anche la ragazza di fianco a me questa volta con stupore. << Sei richiesta nell'ufficio del preside.>> percorro la strada al centro che separa le due file di banchi e sento molti ragazzi mormorare << Ma è lei!>> <<Si la figlia del Generale.>> << Chissà se è brava quanto lui.>> al sentire tutte queste parole me ne scappo di corsa dall'aula perché loro non sanno che non ho i poteri e se lo scoprissero farei solo una brutta figura forse per questo i miei genitori non mi hanno fatto uscire oltre al villaggio in cui abitavo. Esco fuori dall'aula e mi incammino fino alla fine del corridoio, dopo essermi ritrovata di nuovo al centro dell'Accademia risalgo le scale per andare da Lydia sicuramente lei sa dove si trova l'ufficio del preside. Appena arrivo davanti alla porta dell'infermeria si apre e mi ritrovo Lydia davanti << Finalmente sei qui! Non ti trovavo da nessuna parte, era un problema se fossi scappata. Vieni non perdiamo altro tempo ti porto dal preside Smith.>> senza dire una parola la seguo.

Dopo aver percorso vari corridoi stretti siamo usciti fuori da questa ala dell'Accademia ritrovandoci nel vasto giardino formato da 5 incroci. Lydia mi ha spiegato che questa ala in cui eravamo è quella dell'acqua nella quale si trovano solo studenti e lezioni legati a questo elemento e di conseguenza anche le altre tre strutture sono formate allo stesso modo, un'ala per ogni elemento. Mentre la quinta ala dove stiamo andando ora si trova l'ufficio del preside e una sala dove mensilmente si riunisce il consiglio degli anziani. Questa idea innovativa è stata fatta dal preside dato che in passato ci sono state lotte sanguinarie tra i vari soldati che non riuscivano ad andare d'accordo dato che ci sono elementi opposti tra loro tipo acqua e fuoco, quindi era più facile scontrarsi. Arriviamo di fronte a un portone grande in legno e Lydia semplicemente appoggia la mano facendola aprire << Solo i membri che fanno parte del consiglio o chi è autorizzato dal preside stesso ad entrare può aprire le porte perché qui non entra o esce chi vuole e quando vuole, tienilo a mente.>> Questa sembra essere un area molto riservata si vede da quanto è spoglia e silenziosa, dopo pochi minuti ci ritroviamo davanti al suo ufficio e sento la sua voce << Lydia, Evelyn potete entrare.>> Appena entriamo lo saluto, mi fa cenno di sedermi davanti a lui e così faccio. << Evelyn se sei qui e perché è insorto qualcosa più grande di noi e a quanto pare ne sei coinvolta.>> si schiarisce la voce e continua << tre giorni fa quando c'è stato l'attacco nei confini di Astria come ben sai è stata attaccata anche la capitale, Eclipse, noi avevamo avvistato una forte esplosione di energia e quando siamo risaliti al luogo ti abbiamo trovata svenuta a terra ferita.>> Il mio viso sbianca di colpo << Tre giorni? Sono qui da tre giorni!>> << Si esatto, i colpi erano fatali e addosso avevi del sangue nero che solo i demoni hanno quando vengono distrutti. Quindi è chiaro sei riuscita a uccidere un demone.>> Un demone? Che dice? Io non ricordo nulla ma sento dei brividi scorrermi lungo il corpo come se la parola stessa "demone" mettesse paura. Guardo il vuoto e scuoto la testa, Lydia mi appoggia una mano nella mia spalla << Io... non, non ricordo bene. Scusatemi, per favore non fatemi del male.>> sento le lacrime scendermi lungo il viso e il mio cuore batte velocemente. Ho paura che anche loro mi sgridano come mio padre, so di non essere un peso per gli altri ma se spero che abbiano pietà di me. Lydia mi dice << Va bene così, non preoccuparti se non ricordi.>> << È sotto shock ed è visibilmente spaventata ma Lydia devi fare tutto quello che è necessario per farle riacquistare la memoria, è importante per tutti noi. Sapevo che non eri affatto pronta a questo mondo.>> Alzo lo sguardo verso di lui ed è come se riscontrassi la durezza di mio padre nel suo viso, non sono poi così diversi. Mi alzo dalla sedia perché ne ho abbastanza anche di lui, non bastavano le urla di mio padre evidentemente no. Prima che io aprissi la porta sento bussare, il preside risponde << Si Gray?>> è Daniel? Che bello è da tanto che non lo vedevo. Apre la porta e lo vedo con il viso affannato e con indosso la sua solita uniforme, prima guarda me e poi il preside. << Evelyn perché piangi?>> prima che potessi rispondere interviene il preside << Non perderti in chiacchiere con la signorina Riley potrai parlarle più tardi. Spero che tu sia qui per portarmi delle informazioni preziose.>> lui risponde << Si signore, siamo riusciti a portare tutte le persone dei villaggi nei templi.>> i templi eh, ora che ci penso ne avevo sentito parlare da qualcuno prima che mi allontanassi da casa. << Quindi tutto apposto?>> << Si a quanto pare siamo stati attaccati perché erano affamati. Per ora la situazione è tranquilla ma non so quanto durerà.>> affamati chi? Sono sicuro che parla dei demoni, Il viso di Daniel è molto serio e tiene la testa alta ma sembra che qualcosa gli dia fastidio. Ci sono tante cose che non so e che devo assolutamente scoprire, qualcosa mi dice che ci sono cose più oscure sotto.

L'angelo è quiWhere stories live. Discover now