Il gioco è iniziato

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Che bello i miei genitori mi hanno messo le fragole nella torta come mi avevano promesso. Sono seduta davanti al tavolo mentre attendo mia madre che accende le otto candeline blu, sì il blu è il mio colore preferito. Mia madre mi sorride contenta e dice << Ora esprimi un desiderio, poi spegni le candeline. Che gli Dei siano con te cara Evelyn.>> << Grazie mamma.>> di lato a mia madre c'è mio padre che se ne sta distante senza proferire parola. Mentre penso a un desiderio mi ricordo che manca qualcosa, scatto sulla sedia e dico << Aspettate ho dimenticato Eddy! Salgo in camera e torno subito.>> << Va bene fa presto.>> risponde mia madre. Eddy è un piccolo cagnolino, mi è stato dato all'età di un anno anche se non me lo ricordo. Ma sono molto legata a lui e ogni compleanno è sempre con me. È diventato il mio compagno di vita e non mi lascia mai sola, ha delle guance rosee e dei occhioni grandi celesti, lo trovo davvero carino. Perlustro la camera in ogni angolo ma non lo trovo, mi abbondono a un sospiro e inizio a scendere le scale. << È tutta una messa in scena tu insieme a lei e questo ridicolo pupazzo!>> sento pronunciare queste dure parole da mio padre e subito abbasso lo sguardo nel pavimento. << Non dire così, ha solo noi ed è una bambina che ha bisogno di attenzioni proprio perché nessuno vuole starle accanto. E tu ti dovresti comportare da padre per una volta!>> Le parole di mia madre mi danno sollievo e conforto e decido di andare in cucina da loro, ma ciò che vedo mi devasta. Mio padre tiene in mano Eddy stringendolo nel collo come se volesse spezzarlo. Mi avvento su di lui << No! Per favore papà non farlo. È molto importante per me, ti prego!>> << Importante per te? Questa torta è importante per te?>> sento le lacrime che iniziano a uscire e annuisco debolmente. Mi guarda nei occhi e dice <<Bene.>> in unica mossa stacca la testa del cagnolino dal resto del corpo e cade miseramente a terra. Impossibile non dire che non sia rimasta sorpresa e scioccata tanto da rimanere paralizzata. << Co- cosa hai fatto... Perché lo hai fatto!? Perché?>> le mie ginocchia cedono e mi libero in un pianto disperato, il mio Eddy svanito nel nulla... Ora chi rimarrà più accanto se non ci sarà lui? Sento la voce di mia madre urlare contro mio padre per il gesto che ha fatto ma non li sto a sentire, il dolore è così forte da non riuscire a sopportarlo. Improvvisamente mi alzo e vado addosso a mio padre e appoggio le mie esili mani nel suo petto guardandolo intensamente << Non mi aspettavo una cosa del genere da te papà, ora sono sola.>> Mi guarda con un'espressione arrabbiata come se non mi avesse mai voluto e poi mi prese dal collo sollevandomi da terra, non aveva intenzione di lasciarmi andare. Mia madre accanto a lui cercava di togliere le sue braccia da me ma non accennava a farlo. Non importava se stessi soffocando, se avessi paura, a lui non importava niente. Solo quando sembra che avesse acquistato un po' di lucidità mi lasciò cadere a terra e un qualcosa di me morì quel giorno.

Sento qualcosa bagnarmi le guance e mi sveglio di soprassalto. Ho il cuore che batte forte e il mio sguardo è perso rivolto a terra illuminato dai raggi solari che filtrano dalla finestra. È solo stato un brutto sogno niente di più, ormai quel che è successo è successo. La cosa che mi preoccupa è che domani è il mio compleanno e spero vivamente che non ci sia mio padre. Ma per ora è meglio non pensarci, ora ho bisogno di una colazione rigorosa per riprendermi un po'. Scendo le scale e sento uno strano silenzio, in effetti non vedo da nessuna parte mia madre. Ora ricordo che ieri sera mi aveva detto che sarebbe uscita sta mattina anche se non mi ha detto altro. Vabbè sarà una mattinata tranquilla e potrò stare in pace con me stessa per un po'. Mi prendo una tazza e verso il latte, di solito ci metto un po' di caffè e poi lo riscaldo e infine cosa che non deve mancare mai è inzuppare i biscotti. Quelli al cioccolato li adoro tantissimo, ecco cosa mi rende felice soprattutto dopo aver passato una giornata orrenda come ieri. Una volta finito mi rilasso nella sedia mentre sorseggio il latte, è tutto molto tranquillo e non nego che questo mi mette un po' d'ansia. Sono preoccupata per il continente in generale ci sono zone scoperte e sembrano pronti ad essere attaccati, infatti è da due giorni che mio padre manca. Mi chiedo come se la stiano cavando i soldati, magari posso chiedere a mia madre quando torna se sa qualcosa in più. Sento bussare alla porta e questo mi sveglia dalla trance dei miei pensieri, dovrebbe essere lei finalmente! Mi precipito verso la porta e quando la apro, rimango impietrita. È Daniel, sinceramente non me l'aspettavo ed è ferito. Vedo che si tiene il fianco destro e la sua mano è macchiata di sangue nero? Lo soccorro prendendo il suo braccio e avvolgendolo nel mio collo infine cerco di portarlo dentro per poi distenderlo nel divano. <<Daniel per favore, racconta che è successo.>> i suoi occhi guizzando da una parte all'altra come se fosse agitato. << Va bene facciamo così ora cerco di aiutarti e dopo quando ti sentirai meglio ne parliamo.>> Vado verso la cucina e dal cassetto prendo dei panni per tamponargli la ferita. Mentre lo pulisco fa delle smorfie forse sente un po' di dolore, poi si rivolge dicendomi << Potresti portarmi un po' d'acqua>> con voce flebile. Corro subito a farlo e gli porto il bicchiere pieno d'acqua, dopo aver bevuto fa dei respiri profondi e inizia a dire <<È iniziata.>>Mi guarda in modo preoccupato, non l'ho mai visto così serio di solito è uno che cerca sempre di scherzare su tutto. << È iniziata cosa?>> << La battaglia e... la capitale è... sotto attacco>> con stupore chiedo << Sono già arrivate quelle creature?>> << Si e siamo stati presi alla sprovvista e se vedi come è messa è un pandemonio.>> << E mio padre?>> << Non lo so, non ero con lui. Ero con una squadra che stavamo facendo evacuare più cittadini possibili. Anche se qualcuno è stato ferito, altri sono morti non siamo riusciti a fare in tempo. Quelli erano venuti in modo silenzioso e stavano iniziando a rapire la gente e le loro urla venivano soffocate. Quando siamo riusciti a far uscire quei pochi che abbiamo salvato sono corso da te per vedere se stavi bene.>> respira a fatica a ogni parola detta e il suo sguardo è perso nel vuoto come se stesse vivendo un incubo. Mi dispiace non poter far niente, mi sarebbe piaciuto star fuori e aiutare la gente ma mia madre mi ha proibito di uscire. << Lo sapevate che saremmo stati attaccati?>> << In un certo senso si, sapevamo che stavano tramando qualcosa. E in diverse zone ci sono diverse concentrazioni di energia nera che fa rabbrividire le ossa solo a sentirle.>> << Sembra che mi stai descrivendo la morte.>> << Lo è Evelyn e devi stare attenta che questo villaggio potrebbe essere il prossimo bersaglio. Si sono concentrati di più sulla capitale ma anche qui sono successe cose strane e di solito non attaccano molti villaggi loro mirano al centro. Forse qui c'è qualcosa che gli interessa.>> << Oh, immagino che anche qui c'è ne andremo.>> << Forse.>> Qualcuno bussa alla porta mi precipito ad aprire e vedo mia madre nascosta dietro questa grande mantella nera. << Mamma?>> << Niente domande ora.>> dopo che entra chiudo la porta e cammino verso il salone da Daniel. << Mamma, Daniel è qui. È venuto a trovarmi ma è ferito.>> lei ci raggiunge mentre fa scivolare nella nuca il suo cappuccio che rivela i suoi lunghi capelli ramati. Saluta Daniel e gli chiede << È grave la situazione?>> << Si signora.>> lei sospira e si avvicina a lui esaminandogli la ferita. << Evelyn lascia che me occupi io. Ho un incantesimo adatto per rimarginargli la ferita.>> << Va bene. Quelle buste sul tavolo che hai portato cosa sono?>> << Niente di importante.>> mi avvicino a lei e le appoggio una mano sulla spalla, lei si gira a guardarmi forse un po' stranita. Le chiedo << Stai bene? Mi sembri fredda.>> si scosta da me mentre si avvicina a dei stipetti per prendere una ciotola e delle erbe. << Si sto bene, non ti devi preoccupare. A proposito tieni queste.>> mi porge delle boccette contenenti dell'acqua. << A che servono?>> << È acqua di luna, è un importante incantesimo serve per purificare l'ambiente dalle energie negative, proteggere e anche guarire dipende dall'uso che si fa.>> << Ma io non le so usare.>> << Non fa niente, troverai qualcuno che saprà usarle e ti aiuterà. Mettile da parte e conservale con cura.>> Salgo in camera e nell'armadio inizio a cercare dentro questi scatoli una borsa adatta per mettere dentro queste boccette. Le appoggio a terra e inizio a cercare la borsa, con un movimento faccio cadere alcune boccette e noto che una si rompe. Altro che cura, non riesco a fare mai una cosa giusta che finisco a fare al contrario. Mi alzo e sposto le altre boccette nella scrivania, prendo i cocci di vetro e li raccolgo nelle mani. Guardandoli mi sento un po' come loro, così rotta, così fragile ma questa è la vita e la descriverei in una sola parola: sopravvivenza. Nel mentre raccolgo un pezzo di vetro non mi accorgo di essermi tagliata il dito e il sangue inizia a gocciolare lentamente a terra. Corro subito a buttare i pezzi nel cestino e prendo un fazzoletto per pulirmi la ferita. Sento qualcosa che mi formicola nel collo quasi come fosse un respiro. Qualcuno mi tocca delicatamente il fianco << Il gioco è iniziato.>> sussulto e mi giro di scatto ma non vedo nessuno eppure una voce l'ho sentita. Probabilmente sono così preoccupata per tutto quello che sta succedendo che me lo sono immaginata, per forza non c'è altra spiegazione. Mi avvicino all'armadio e finalmente trovo questa piccola borsa marroncina a tracollo e li inserisco tutti qua dentro. Prima di scendere le scale sento Daniel dire << Evelyn non è pronta a tutto questo e la farebbero fuori subito.>> mia madre risponde << Infatti dovresti stare sempre con lei e proteggerla.>> << Certo che lo farò e la mia più cara amica non potrei mai abbandonarla.>> << Io non so cosa succederà da ora in poi ma se succederà qualcosa promettimi che la terrai lontana dai soldati e dalla crudeltà del mondo. Perché non aspettano altro che sacrificarla, è questione di tempo prima che verranno a prenderla.>> << Si e fino ad allora io e Evelyn saremo lontani da qua. Non ci troveranno stia tranquilla signora.>> << Chiamami Anastasia per favore, così mi fai sentire vecchia.>> sento ridere entrambi e sembra che il mondo sia stato ingiusto con me fin da quando sono nata. Stanne certo io non lascerò questo posto costi quel che costi, sarà pure un pericolo ma io non abbandono la mia famiglia. Sento un'aria fredda avvolgere il mio corpo e una voce che sussurra al mio orecchio << La morte sta arrivando cara Evelyn.>> Ancora una volta non c'è nessuno.

L'angelo è quiWhere stories live. Discover now