Due pezzi di puzzle

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Ormai sono diverse notti che faccio solo incubi e quando mi sveglio non riesco più a dormire. Lo scenario è sempre lo stesso e sembra così realistico tanto da farmi spaventare. La mattina mi sveglio con il viso stanco e non riesco a stare concentrata durante le lezioni e qualche volta vengo rimproverata dal professore Carter che non vuole sentire ragioni. Oggi Nicholas non c'è, molto probabilmente si trova in altre aule per seguire le lezioni sugli altri elementi. Lui ed io siamo gli unici a saper padroneggiare tutti e 4 elementi e questo a volte è oggetto di invidia e paura. Il preside ha detto che non c'è bisogno che io segua tutti i corsi come Nicholas dato che è lui ad insegnarmi ma è bene che sia presente almeno in queste anche per socializzare e sentirmi parte del gruppo. Per il preside Smith dice che sono una risorsa fondamentale proprio perché riesco a sconfiggere i demoni e che la mia magia lo affascina molto. Quando sarò pronta mi manderà insieme all'esercito nel covo dei demoni per ucciderli perché lui crede nelle mie potenzialità ma io ho molta paura anche solo ad immaginare. Di certo sapere che Nicholas è un demone non mi rallegra la notizia ma questo mi fa capire che nulla è certo e che vivo in un mondo fatto di illusioni e false speranze. Fa strano vedere qualcuno che si aggrappa a qualsiasi cosa possa essere la loro salvezza per poi rivelarsi non essere tale. Io sono sempre stata una persona realista con i piedi per terra, cercando sempre di fare il possibile per me stessa anche se ci sono volte in cui non si può fare niente. Ciò che mi preoccupa più di tutti è il futuro, sembra come se tutti fossimo ignari del destino che ci aspetta mentre si combatte qualcosa che non è nella nostra portata. Tutto ciò che mi viene in mente sono solo due occhi rossi che non smettono di tormentare la mia testa. << Evelyn? Evelyn.>> mi sussurra Alisia, le rispondo con un cenno e lei mi chiede se sto bene. << Sono solo un po' stanca, non ti preoccupare.>> lei mi guarda indugiando nel mio sguardo per capire se sto mentendo ma annuisce appena. Dopo pochi minuti la campanella suona e si solleva un mormorio di voci e sospiri di sollievo tra i miei compagni, mentre mi alzo Alisia mi raggiunge << Andiamo in mensa a mangiare insieme?>> << No scusa non mi va di pranzare. Non ho fame.>> le sorrido dispiaciuta. << Oh, andiamo. Non hai mangiato niente nemmeno sta mattina.>> << Si lo so ma mi si è chiuso lo stomaco, più tardi sicuramente mi verrà fame. Tu intanto vai magari Michael vuole passare del tempo con te.>> le dico rivolgendo il mio sguardo in lontananza. << Va bene non insisto. Ci vediamo dopo.>> tira su la sua borsa ponendola in spalla e se ne va mentre io esco fuori in cortile sedendomi sotto gli alberi. Sotto il mio sguardo inizio ad aprire un libro che mi ha dato il preside qualche giorno fa per approfondire la magia dei 4 elementi e i vari incantesimi di attacco e difesa. In lontananza sento il rumore del portone che si apre e passi pesanti che colpiscono il terreno avanzando senza timore. Quando mi passano davanti riconosco che è la pattuglia di mio padre che è ritornata, appoggio il libro accanto a me e cerco con lo sguardo Daniel. È da tanto che non lo vedo e in questi giorni ho avuto così tanto da fare da non avere il tempo nemmeno per pensare a me stessa. I soldati mi sembrano tutti uguali tanto che non riesco a distinguerli, hanno una giacca e pantaloni neri con delle strisce blu. Tutti indossano un berretto da cui non trapela fuori nessun capello perché tutti li hanno corti, mentre di fianco a loro tengono delle spade. Solo quando un ragazzo si volta verso di me riconosco che è Daniel, prima di raggiungermi si rivolge verso il suo compagno sussurrandogli qualcosa all'orecchio e si avvicina a me. << Evelyn, non pensavo di incontrarti qui! Vieni qua fatti abbracciare.>> allunga le braccia e vado incontro ad abbracciarlo. Mi era mancato il suo calore e il suo sorriso, ho tante domande da fargli ho bisogno di ritornare ai vecchi tempi quando trascorrevamo intere giornate insieme ma ora non è più così, lui non ha più tempo per me. << Mi sei mancata tanto.>> mi dice baciandomi la testa e io lo stringo di più a me. Dopo un po' ci scostiamo l'un l'altra e ci guardiamo nei occhi << Allora che mi racconti? Come vanno gli studi qui, qualche progresso?>> << Si va tutto alla grande, ho scoperto di saper usare tutti gli elementi anche se non ho ancora pieno controllo.>> gli si illuminano gli occhi alla notizia, mi scuote le spalle e dice con fervore << Ma è fantastico! Sono sicuro che un giorno diventerai un abile guerriera e che supererai pure me.>> mi sorride in modo sincero e chiede << Senti so che è una questione delicata ma vorrei sapere se stessi bene. Ultimamente ho visto tuo padre più nervoso del solito e non ha esitato a trattare male qualcuno di noi durante il viaggio. Non è che per caso ti->> Lo interrompo bruscamente e senza guardarlo in faccia dico << Si insomma lui... lui ha provato...>> le parole non riescono ad uscire e non faccio altro che pensare ai ricordi di quello che è successo ieri. Ho cercato di non pensarci fino ad ora ma ogni volta fa solo male, lui mi guarda con aria dispiaciuta di chi vorrebbe far qualcosa ma non è nella posizione per farlo eppure Nicholas... No lui è un'altra storia. Daniel vede l'esitazione nel mio viso e dice << No, lascia stare. Scusami se te l'ho chiesto non volevo turbarti così tanto. Spero che un giorno tutto questo possa finire.>> << Io non capisco perché nessuno riesce a reagire, nessuno fa niente come se tutto andasse bene.>> Tranne una persona. Lui alza lo sguardo nell'albero sopra di noi e i suoi occhi sembrano avere un'aria abbattuta << Nessuno di noi ha il coraggio di affrontarlo. Lui ci minaccia, lui è un tiranno di cui nessuno vorrebbe avere a che fare. Solo il sguardo basta per intimidire una persona, non mi stupisce che uno come lui sia al capo dell'esercito perché bisogna essere duri e avere sangue freddo ma fino a un certo punto.>> In questo momento mi sento come se qualcuno ci osservasse e quando sia io sia Daniel ci voltiamo notiamo mio padre in lontananza che ci guarda. Il suo sguardo è così serio da mettere i brividi e spero che non si sia ricordato nulla della sera precedente, Daniel si volta verso di me dicendo << Penso voglia che torni da lui. Mi dispiace ma devo andare, non voglio creare casini.>> si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia. Non faccio in tempo a dirgli se ci saremmo rivisti che se ne va lasciandomi qui sola con i miei pensieri turbolenti. Passo il tempo continuando a leggermi il libro indisturbata fin quando si fa l'orario per le lezioni pomeridiane. Mi alzo e mi incammino per arrivare alla porta ma due persone attirano la mia attenzione, sono girate di spalle una è più alta dell'altra. Credo siano loro e questa cosa mi stupisce che camminano fianco a fianco, li raggiungo velocizzando il passo << Michael, Alisia!>> Loro si girano e mi guardano sorpresi e spaventati << Shh! Abbassa la voce.>> mi dice Alisia preoccupata. Alzo un sopracciglio non capendo cosa stia succedendo mentre Michael sospira << Di questo passo non so quante speranze abbiamo per riuscire nell'intento.>> Alisia si volta verso di lui guardandolo male come al solito << Se continui così è ovvio che non ci riusciremo.>> << A fare cosa?>> chiedo intromettendomi. << Abbiamo appena visto tuo padre e Daniel entrare nell'ufficio del preside, non possiamo farci sfuggire quest'occasione. So che loro parlano di cose strane e intime.>> mi sussurra Michael. Quando abbasso lo sguardo vedo Alisia che tiene in una mano una piccola boccetta con del liquido trasparente << Ma quello a che ti serve?>> << Ah, questa. È una piccola pozione che ci aiuterà in caso di emergenza. Devo dire che non sarò brava nel lanciare gli incantesimi di attacco ma sono abile nelle pozioni.>> dice facendomi l'occhiolino divertita. Più li guardo più penso siano una coppia folle dove uno segue le follie dell'altro e penso che questa sia la cosa più divertente di loro due, anche se lei non lo sopporta. << È meglio che non ti aggiungi a noi, potremmo fare più rumore in 3. Già in due siamo troppi e soprattutto con lui la probabilità che accada un evento spiacevole è alta. Soprattutto per questo ho preparato la pozione.>> dice Alisia. << No tranquilla, non avrei potuto lo stesso. Sto andando da Nicholas ora. Mi raccomando state attenti.>> << Si va bene>> <<Certo.>> mi rispondono entrambi e ognuno se ne va per la propria strada. Percorro il solito corridoio fino ad arrivare alla porta che apro lentamente, i miei occhi si posano subito sulla sua figura e rimango nella soglia a guardarlo incuriosita. È girato di spalle rivolto alla finestra che guarda l'orizzonte, le sue mani si trovano dentro le tasche del pantalone e la sua posizione risalta le spalle larghe che riesco a intravedere dal tessuto della maglietta un po' stretta. Il colore dei vestiti che indossa è totalmente nero come i suoi occhi e gli dona un'aria diversa, inusuale, impenetrabile dove nessuno può raggiungerlo. Ancora la sua identità rimane velata ai miei occhi tanto da volerne saperne di più. << Vuoi starmi a fissare ancora a lungo fragolina?>> sentendo le sue parole gelide le mie guance diventano un po' rosa dall'imbarazzo per essere stata colta alla sprovvista. << No, non ti stavo fissando.>> dico cercando di convincere più me stessa che lui. << Entra.>> mi dice quasi sia un ordine. Avanzo di un passo e richiudo alle mie spalle la porta, lui non si smuove dalla posizione in cui si trova come se qualcosa lo turbasse. Appoggio la borsa a terra e aspetto che lui mi dica qualcosa, si volta leggermente dicendo << Inizia a fare l'esercizio di respirazione e svuota la testa da qualsiasi pensiero. È fondamentale avere sempre il controllo del proprio corpo, quando sei pronta dimmelo.>> Non rispondo e mi limito a fare ciò che mi ha detto, mi siedo a terra e chiudo gli occhi. Anche se cerco di non pensare a niente, i miei pensieri vanno a lui, oggi è più strano del solito e non so se preoccuparmi. Ho visto una moltitudine di lati che di solito non mostra, quelle più divertenti a quelle più terrificanti ma è la prima volta che vedo questa. A volte ho la sensazione che qualcosa di grande stia arrivando e questo lui sembra saperlo bene. Si muove nel buio nascondendosi dalla luce del sole, nessuno si accorge di niente ma lui è scaltro, non gli sfugge niente. Un raggio di luce gli illumina metà viso, Dei è bellissimo. Guardo attentamente i tratti del suo viso così definiti fino a che la mia attenzione viene attirata da un piccolo tatuaggio dietro il suo orecchio. Ha una piccola mezzaluna calante di colore nero, non so cosa potrebbe significare ma è come se fosse l'altra faccia della luna quella scura, quella che non mostra al cielo. Se dovessi definire la parola oscurità parlerei di lui, enigmatico agli occhi di chi lo guarda con dentro un mondo diverso dagli altri eppure i nostri sembrano sfiorarsi. Legati da un filo impercettibile, destinati a incontrarsi in un punto in cui la notte ha bisogno della luna e la luna ha bisogno della notte per splendere. Lui era la notte. Io la luna. Un duo complementare. Così difficili da capire ma dannatamente incastrati come due pezzi di puzzle. 

L'angelo è quiWhere stories live. Discover now