L'angelo è qui

By book_ismy_life

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Evelyn è l'unica ragazza umana nata nelle terre di Astria. Vive in un piccolo villaggio apparentemente tranqu... More

Amore e odio
Prologo
Litigi
Una rosa nera
Piuma nera
Un destino scritto
Incontro inaspettato
Il gioco è iniziato
Risveglio
Perdita di memoria
Una nuova amica
Una nuova avventura
Un cuore spezzato
Un'insopportabile mancanza
Incertezze
Pietra di luna
Un altro mondo
Sospetti
Luna nera
Due metà differenti
Ancora non è il momento
La chiave di tutto
Il confine
Hai paura?
Amici solo per oggi
Due pezzi di puzzle
Chi sono io?
Coraggio o bugie
Nascondersi dalla luce del sole
Da quale parte stai?
Il bacio dell'angelo
Uccidimi per favore
Non possiamo stare insieme
Il potere della creazione
La festa
Le porte dell'inferno
Dedica

Candida come la neve

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By book_ismy_life

Sono le 8 del mattino e stranamente mi sono svegliata presto ma con una strana pressione al cuore che mette agitazione. La cosa ancora più strana è che non c'è nemmeno un raggio di sole bensì la neve! Quanto adoro la neve, in effetti l'inverno è la mia stagione preferita solo per questo, così bianco e freddo. Solo che siamo in autunno... quindi non so quanto possa centrare la neve dato che ieri era soleggiato, penso che anche un bambino di 6 anni capirebbe che c'è qualcosa che non va. Scendo sotto in cucina e vedo mia madre che ha sistemato vari oggetti nel tavolo e disegnato un pentacolo al centro. << Buongiorno, che stai facendo con quelle boccette?>> << Per favore non intrometterti, è importante parliamo dopo>> risponde irritata. << Almeno dimmi cos'è questo, sembra interessante.>> << Un incantesimo, ora non parlare che mi devo concentrare.>> faccio come mi dice e sto ferma a guardarla. Dispone di 5 candele accese intorno a questo pentacolo e all'interno una bacinella piena d'acqua. I suoi occhi sono chiusi e sembra pregare con le mani congiunte, dopo pochi secondi vedo l'acqua illuminarsi di una luce bianca e poi ritorna normale. Apre gli occhi, inizia a prendere delle boccette e a versare l'acqua in esse. << A che ti servono quelle?>> << servono per proteggere la casa e utilizzo l'acqua di Luna.>> << Si può bere?>> mia madre mi guarda perplessa e risponde << No Evelyn potrebbe avere dei brutti effetti collaterali su di te.>> Si, si perché sono umana lo so. << E allora perché devi proteggere la casa?>> << Lo faccio da chi ci vuole fare del male>> in seguito aggiunge << è arrivata una lettera a tutti gli abitanti non solo da noi ma anche in città di proteggerci. Ora siamo in un momento abbastanza critico e siamo tutti in allerta da questa imminente catastrofe, forse con queste potremo scamparlo.>> << Che vuol dire forse? Non ne sei sicura?>> <<Non hai capito la gravità di tutto ciò, non puoi nemmeno partire non ce la farebbero ad accompagnarti i soldati e poi loro dovranno combattere per proteggere la città.>> << Combattere? Perché?>> << Perché c'è il rischio che ci attaccano e non finirà bene. Il preside è molto arrabbiato soprattutto con tuo padre perché si è lasciato sfuggire piccoli dettagli e non siamo più al sicuro. Quelle creature sono dannatamente diaboliche e astute, non bisognerebbe nemmeno dormire la notte per tenergli testa.>> la risposta mi fa rimanere abbastanza spiazzata e la cosa peggiore è che non posso fare niente. Dopo tutto questo non credo che vedrò più alcun futuro nella mia vita non so nemmeno se arriverò tra due giorni al mio compleanno, forse è meglio non arrivarci. Un rumore mi fa scattare sugli attenti, vedo tanti piccoli cocci di vetro a terra e mia madre rimane fissa davanti alla porta di spalle a me. Mi avvicino piano piano << Va tutto bene?>> le tocco una spalla per scuoterla ma non risponde. A questo punto mi sporgo oltre il suo corpo per vedere cosa sta guardando e ne rimango incantata. Un roseto di un nero intenso emerge dalla neve e sembra crescere a dismisura, << E' incredibile hai visto!>> esco fuori per guardare meglio da vicino e sento la voce di mia madre << La Rosa è proibita.>> << Eh? Perché?>> non risponde si avvicina e mi allontana dietro di lei. Nel mentre i vicini escono fuori dalle loro case e rimangono sorpresi e spaventati dinanzi a questo. Mia madre ci butta addosso quella che dovrebbe essere l'acqua di luna con un'espressione del viso contratta probabilmente arrabbiata. Al tocco dell'acqua i rami non sembrano ritararsi anzi crescono di più e le spine si irrobustiscono, mia madre ancora più arrabbiata prende il telefono e chiama mio padre. << Vieni subito qui con alcune delle tue truppe, ci sono delle rose!>> urla disperata mia madre al telefono. << Che vuol dire anche lì ci sono!?>> << Come da soli?>> mia madre attaccata il telefono più irritata di prima. << Dei che disastro!>> una signora circa l'età di mia madre si avvicina e le chiede << Voi sapete qualcosa riguardo a questo?>> << So quanto voi Miriam ed è meglio che proteggi te e la tua famiglia come meglio puoi, è questo vale per tutti!>> urla cercando di farsi sentire dagli altri. Dei mormorii si sollevano tra la gente, molti dicono << non verrà nessuno?>> altri << Come faremo? Di questo passo moriremo tutti.>> Mia madre cerca di farsi avanti tra la folla e dice <<State calmi e cerchiamo una soluzione perché d'ora in poi saremo soli.>> <<Non si può stare calmi è tutta colpa di quella ragazza sennò non saremmo in pericolo!>> urla un ragazzo giovane puntandomi il dito contro. Altri lo seguono << Si è colpa di quella ragazza, lei è maledetta, non la vogliamo qui. Vai via!>> Sento il mio cuore che accelera a ogni parola che mi dicono e vengo percossa da brividi di orrore, non è giusto, non è giusto. Perché a me? Non ho voluto io nascere così, perché farmene una colpa? Perché è facile dare la colpa agli altri anziché cercare di capire almeno come si possa sentire l'altro, ma non frega niente a nessuno. Le voci si alzano una dopo l'altra e si sussegue anche quella di mia madre che mi dice di entrare in casa ma non ascolto più nessuno. Corro via spintonando la gente per farmi strada e le loro urla si fanno sempre più fioche. Dopo essermi assicurata di essere andata il più lontano possibile, crollo a terra stringendomi nelle braccia e confondendomi con la neve. So di star gelando e che potrei ammalarmi ma questo non penso sia nemmeno paragonabile alla disperazione che provo e calde lacrime iniziano a bagnarmi il viso senza freno. Scoppio in un pianto liberatorio perché ho bisogno di sfogare l'emozioni, la frustrazione, la rabbia e la tristezza. Non credo di poter continuare a vivere così, è tutto un totale fallimento e non ha più senso niente, preferirei morire. << Credo che questa sarebbe la bara perfetta no?>> alzo la testa di scatto e rivedo il ragazzo misterioso di ieri che mi sorride. Improvvisamente mi sento così imbarazzata che lui mi veda così fragile, di solito non lo permetto a nessuno. Mi asciugo di fretta le lacrime e tiro su con il naso, vedo intorno a me delle piccole rose nere che sbucano dalla neve, in un certo senso mi sento in trappola. Rivolgo la mia attenzione a lui << Hai detto bara? Perché?>> << Mi sembravi così disperata e non c'è niente di meglio della neve che nasconde i defunti facendoli ricongiungere con la terra.>> Lo fisso stranita anche perché non capisco cosa intende davvero. Avvicino un dito a una rosa per toccarne i petali che sembrano soffici al tatto ma il ragazzo subito mi ferma << Non toccare, è una rosa proibita.>> << Anche tu con questa rosa proibita, non ci capisco più niente.>> sbuffo irritata. Si abbassa lentamente fino a che il suo viso arriva al mio e tiene legati i suoi occhi neri ai miei. Dice con voce flebile << Una Rosa proibita non si tocca. Ti avvolge lentamente fino a conficcare le spine nella tua pelle per poi stringerti in un abbraccio soffocato come se diventasse parte di te e non avrai più scampo. Alla fine muori.>> Dopo attimi di riflessione mi si illuminano gli occhi e gli dico <<Come il dolore?>> << Esattamente>> fa scorrere il suo sguardo lungo il mio corpo e aggiunge << mi guardi come una bambina innocente come se sapessi il significato della parola "dolore", ma sei troppo buona per fare del male anche ad una mosca.>> Questo suo commento mi fa rimanere spiazzata, sembra che sia entrato nella mia anima a guardare cosa c'è dentro per poter dire quelle cose. << Chi sei? Un mago? Perché penso che tu mi conosca più di quanto io conosca me stessa.>> Mi sorride come se avessi centrato in pieno il discorso ma non mi risponde anzi mi porge davanti ai miei occhi il mio mantello rosso. Sbarro gli occhi davanti a ciò << Co- come hai fatto ad averlo?>> << Ti era caduto poco fa mentre correvi così lo raccolto e ho pensato di farti il favore di riportartelo.>> <<Oh grazie, non me ne ero accorta.>> istintivamente gli sorrido per la sua gentilezza perché non mi capita di vedere tutti giorni una persona così.<<Perché rosso?>> << Rosso cosa?>> mi indica il mantello. << Ah questo...>> in effetti c'è un motivo forse anche più di uno. << Lo vedo da come lo guardi sembri molto affezionata.>> << Si mi ha accompagnato tutta l'infanzia e anche ora. Penso che il rosso sia un colore perfetto, racchiude in sé tante cose.>> <<Tipo?>> << Tipo... il sangue, è rosso come il sangue. Ma non il sangue vero, simboleggia le ferite del cuore ma può anche simboleggiare la passione e i sentimenti.>> << Oh io adoro il sangue.>> mi dice divertito, penso che non mi prenda affatto seriamente e lo guardo perplessa. << Continua, scusa per l'interruzione. Mi piace ascoltarti.>> abbasso lo sguardo per un momento per fare ordine nella mia testa e far fronte alla valanga di emozioni che mi sovrasta il cuore. << Poi mi ricorda il mio lato docile, una ragazza che guarda il mondo a colori e che cerca del bene ovunque come Cappuccetto Rosso.>> << Cappuccetto Rosso?>> << Si la fiaba. Non la sai?>> mi fa cenno di no. << Strano di solito tutti i bambini crescono con le fiabe. Cappuccetto Rosso è una bambina piccola chiamata così perché indossa sempre il suo mantello rosso fatto dalla nonna. Lei un giorno esce da casa per andare dalla nonna e portarle delle provviste perché sta male. Ma poi incontra il lupo cattivo che la trae in inganno, infatti lui arriverà per primo dalla nonna e la mangerà. Poi quando la bambina arriva a casa della nonna il lupo si finge di essere lei e la mangia. Alla fine entrambe vengono salvate dal cacciatore che le fa uscire dalla pancia del lupo.>> << E come fanno a essere vive se sono state mangiate?>> << Non so risponderti ma è semplicemente una fiaba per bambini. È ovvio che non è possibile una cosa del genere ma a me è sempre piaciuta.>> lui non proferisce parola e gli chiedo << Tu hai una fiaba preferita?>> << In realtà no ma una storia sì. Ma te la racconterò un'altra volta.>> Si alza e il suo sguardo si posa altrove come se esaminasse l'ambiente. << Il mio tempo ora è finito. Alla prossima cara Evelyn.>> Prima che se ne va mi sussurra all'orecchio << Sei candida come la neve.>> e svanisce di nuovo nel nulla. Mi lascia sola con il fiato sospeso e sorpresa allo stesso tempo perché mi ha chiamata per nome senza che glielo dicessi. Chi è lui veramente?

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