SMILE

By Julia_blaze

447 95 105

(IN REVISIONE) In un mondo devastato da una terribile Inondazione, la popolazione mondiale si è ridotta ad un... More

Prologo
1 - Abbraccio
2 - Stanza
3 - Crisi (1)
4 - Crisi (2)
5 - Charles
6 - Cartella
7 - Pioggia (1)
8 - Pioggia (2)
9 - Potere (1)
10 - Potere (2)
11 - Memorie
13 - Lucia.
14 - Trovata
15 - Verità
16 - Controllo
17 - Rivelazioni (1)
18 - Rivelazioni (2)
19 - Odio
20 - Scomparso (1)
21 - Scomparso (2)
22 - Nathan
23 - Parole
24 - Campana
25 - Cuore
26 - Fragile
27 - Ballo
28 - Notte
29 - Fuori
30 - Brillare
31 - Heiji (1)
32 - Heiji (2)
33 - Riconciliazione
34 - Partire
35 - Sometimes I don't wanna be happy
DOMANDE ED ANNUNCI

12 - Inondazione

9 1 1
By Julia_blaze

Charles era seduto sul letto, nell'appartamento di Lucy, che guardava fuori dalla finestra. La pioggia scendeva incessante, era pomeriggio. Com'era possibile che fosse già pomeriggio?

E lei, lei dov'era?

Passarono minuti su minuti, e poi la porta dell'appartamento si aprì ed entrò la signorina. Era bella, bella come al solito, aveva quei capelli marroni che le ricadevano nella solita treccia disordinata che usava quando usciva dal suo appartamento. Gli occhiali, leggermente abbassati sul naso, le conferivano quell'aria rilassata, da brava ragazza, che avvinghiava tutti quanti con le sue dolci parole, ed i movimenti piccoli quanto mirati si compivano quasi da soli. La sua sola presenza, rallegrò infinitamente il cuore di Charles, che improvvisamente uscì da quello stato di mezzo - trans in cui si ritrovava, ed alzò il capo per vedere quella piccola figurina fare il suo ingresso nella stanza.

Era fradicia, teneva in mano un ombrello bianco che il ragazzo conosceva, ed aveva l'aria di chi ha appena visto tutta la vita passargli davanti. Non era stanca, no, anzi sorrideva pure, ma era come se avesse appena capito il senso dell'universo. Si guardava attorno, come se non lo vedesse, e scrutava impercettibilmente ogni singolo atomo della stanza. Lo ispezionava, lo controllava, come alla ricerca di qualcosa.

Il ragazzo, sarebbe stato ore ed ore a fissarla: così bella, così piccola e fradicia, con quel sorriso meraviglioso e gli occhiali pieni di goccioline microscopiche. La vita snella, alta non più di un metro e cinquanta, la signorina Foster era tutto quello di cui Charles, in quel momento, aveva bisogno.

O almeno, così credeva.

"Charles, non va bene" disse alla fine la signorina, interrompendo quel silenzio irreale che c'era nella stanza.

"Cosa?" chiese il ragazzo, facendole posto vicino a sé, e lei si sedette sul letto con lui.

"Questo" rispose, facendo un gesto con la mano.

"Hai appena indicato me" commentò Charles, ora un po' irritato, e la signorina Foster scoppiò a ridere e gli accarezzò una mano.

"No, non intendevo te" rispose, poi si fece seria "avevo dieci anni quando è successo." mormorò, con la voce spezzata

"Parli dell'Inondazione?"

"Sì" silenzio, solo la pioggia a provocare un minimo rumore, sembrava che anche i respiri si fossero messi in modalità silenzioso "avevo dieci anni, vivevo in una meravigliosa campagna francese. I miei genitori... Loro mi tenevano lì, per nascondermi al mondo: una persona con un Potere come il mio... non si poteva rendere pubblica. Il mondo esterno a quella villa in campagna non mi conosceva, ed io non conoscevo lui."

Ancora, ci furono dei minuti di silenzio. Charles aspettò, pazientemente, che fosse Lucy a proseguire, e lei rimase per tanto tempo a guardarsi le gambe incrociate sul copripiumino azzurro.

"Un giorno il cielo è diventato nero" proseguì la signorina "ed è arrivato un forte vento dall'est. La pioggia ha iniziato a scendere e non si è più fermata, il vento soffiava e non la smetteva, e faceva freddo, e le pareti tremavano, e tutto il mondo tremava." ora era agitata, e nella sua voce si percepiva angoscia "mia madre mi disse di salire in cima ad un monte, e di arrivare alla vetta entro la notte. Disse che lei e papà sarebbero arrivati. Beh io salii il monte, ed aspettai giorni: vidi le acque inondare tutto, vidi arrivare il mare da dove una volta c'era l'Italia. L'acqua sporca, che saliva costantemente e non sembrava intenzionata a fermarsi, iniziò a circondare il mio piccolo monte, e fui costretta a salire su uno ancora più in alto. Rimasi lì per settimane, e spenso di essere sopravvissuta solo grazie al mio Potere, ma quando mi trovarono ero senza forze."

Le forti braccia di Charles abbracciarono la signorina, e le asciugarono le lacrime che le si erano andate a formare negli occhi. Non si rendeva conto che parte di quello che provava, in quel momento, era dovuto al rilascio del Potere da parte della guaritrice, ma forse non gli importava.

"Nessuno sa cosa sia successo, di preciso. C'è chi sostiene sia stata colpa del surriscaldamento globale, chi crede in un'opera divina... Fatto sta che un giorno le acque hanno iniziato ad alzarsi, ed hanno sommerso tutto. Enormi tsunami, terremoti, era come se la terra stessa volesse spazzarci via. Eppure, non ci è riuscita." Charles abbracciò stretto la signorina, che alla fine si tirò a sedere e lo guardò negli occhi sorridendo.

Aveva ancora le gote abbastanza arrossate, ma sorrideva come al solito e lo fissava. I suoi capelli rossi tutti scompigliati, la dentatura bianca e splendente, gli occhi enormi e leggermente strabici... Charles era un ragazzo dall'aria leggermente persa, ma che nonostante non avesse titoli di studio, una buona istruzione o semplicemente delle conoscenze un po' più approfondite su quello che lo circondava, era una persona che aveva capito come funzionava la vita.

La signorina Foster chiuse gli occhi per qualche secondo, ed un ricordo affiorò nella sua mente: l'acqua che saliva, le scorte che finivano, lei nel bosco tenuta in vita solo dai lividi sul suo ventre. Le braccia, le gambe, che lentamente si ricoprivano di chiazze viola, le facevano male e le pulsavano. Poi una figura, un essere umano di sesso maschile che la raccattava dolcemente dal pavimento umido. Non l'aveva visto bene, quella volta, ma si ricordava perfettamente le sue parole: "mi dispiace" aveva detto "non volevo che colpisse anche te". La mente della signorina, aveva iniziato a dimenticare lentamente il dolore, ed i lividi stessi avevano iniziato a svanire. Il petto dell'uomo che l'aveva presa le sfiorava il volto, mentre lui camminava con il suo corpo in braccio. Ma stava davvero camminando? Alla signorina sembrava quasi fluttuasse nell'aria, ma forse era solo un'effetto della stanchezza. Mormorava parole dolci, parole di scusa, in cui spiegava che non voleva che anche lei risentisse delle sue azioni. Ma quali azioni? Chi era quell'uomo? Di cosa parlava?

La signorina, si era lasciata andare tra le sue braccia, e finalmente si era addormentata.

"Lucy, Lucy mi senti?" la voce di Charles la risvegliò dal ricordo. Era stato come rivivere quel giorno, per lei. In un attimo, si era ritrovata di nuovo su quel terreno umido, con il cielo nero e l'acqua tutto attorno.

"Sì, ti sento" rispose la ragazza, aprendo improvvisamente gli occhi e scoprendoli lucidi. No, lei non piangeva, non davanti ad un'altra persona.

"Lucy" la chiamò dolcemente Charles, posandole una mano sulla spalla "va tutto bene".

"Diario dell'ICP, giorno 21.

Le memorie stanno tornando, ora inizio a ricordare. Mi è tornato in mente il corpo caldo di quell'uomo che mi ha salvata. Ora, sono in grado di sentire di nuovo quelle emozioni, a piacimento. Non sono cose che mi piace ricordare, quindi comunque cerco di non lasciarle scorrere. Prima però ho perso il controllo: era la prima volta da quando Lui ha smesso di respirare, che il mio cuore e la mia mente si aprivano così.

Non ne posso più, non faccio altro che pensare a lui: le sue mani, il suo sorriso, le sue labbra... Non faccio altro che ricordare. Vorrei poterle bloccare, le memorie, come posso chiamarle.

Ma non è solo Lui il problema, non è solo Peter, è tutto quanto: quell'uomo che mi ha salvata, quando c'è stata l'Inondazione, lui chi era? Perché ha detto quelle parole? Cosa voleva dire? Perché poi è sparito? Sono tante le domande che ho, e poche le risposte. Non so più neanche se ha davvero senso tutto questo.

Perché sono nata così, se i miei erano normali? Cosa è successo quando io e Peter... Non ci voglio pensare. Sono una persona che porta la vita, ma in quel momento ero una calamita per la morte.

Cosa sta succedendo? Perché tutto questo? Perché qui, perché ora? Dopo cinque anni dalla Catastrofe, quando finalmente ho deciso di tirare fuori il mio Potere, dopo che sono diventata qualcuno, perché proprio ora deve venire fuori tutto ciò?

Ed a volte vorrei soltanto urlare che non è tutto come sembra: ho cercato l'indipendenza dai miei genitori per tutta la vita, e poi è arrivata un'Inondazione a portarmi via loro. Ora certo, sono libera, ma forse se quell'uomo non avesse detto quelle parole... Forse il mio animo sarebbe meno in pena. E forse non passerei la vita a chiedermi perché. Perché sono così, perché posso sentire le persone, perché sono l'unica diversa. Non so niente, eppure mi fanno in continuazione domande.

Vorrei dirglielo, al dottor stronzo, che non ne ho idea: non so cosa faccio, non so perché lo riesco a fare, so solo che quando tocco qualcuno sento tutto quello che ha dentro. Passato e presente, per me sono una cosa sola, ma forse se sapessi...

Anche il dottore è una grande incognita, tra l'altro: oggi mi ha detto una frase. "Ogni persona ha qualcosa che non va", ha detto. La conosco, è una citazione di un libro di Makoto Shinkai, l'avevo letto in un pomeriggio estivo sotto l'ombra di una betulla, nel giardino della mia villetta. Si chiama "il giardino delle parole", e la poesia completa dice:

"Morbido suono di passi, cose che non cambiano nemmeno in mille anni, ogni persona ha qualcosa che non va". Ma perché dirmelo proprio in quel momento? Che fosse un riferimento a Peter? Ma no, ma che ne sa lui di quella notte. Che ne può sapere di quando le stelle cadenti hanno riempito il cielo e la luna era così vicina che pareva più grande del sole. Che ne sa di quella notte sulla cima di un Istituto, che ne può sapere. Nessuno sa, solo Peter. E lui non c'è più.

Prossimo aggiornamento previsto per domani."

Continue Reading

You'll Also Like

24M 834K 69
"The Hacker and the Mob Boss" ❦ Reyna Fields seems to be an ordinary girl with her thick-framed glasses, baggy clothes, hair always up in a ponytail...
4M 161K 69
Highest rank: #1 in Teen-Fiction and sci-fi romance, #1 mindreader, #2 humor Aaron's special power might just be the coolest- or scariest- thing ever...
2.1K 255 12
Non so che descrizione mettere ma vi consiglio di leggere questa storia se siete anche voi fan dei Bnkr44 ma soprattutto della ship piccolaster. ⚠️...
13K 295 33
Kala Syel è una ragazza di 15 anni che vive con i suoi "genitori", che la usano e la maltrattano. lei però non sa che la sua famiglia biologica, i Ki...