SMILE

By Julia_blaze

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(IN REVISIONE) In un mondo devastato da una terribile Inondazione, la popolazione mondiale si è ridotta ad un... More

Prologo
1 - Abbraccio
2 - Stanza
3 - Crisi (1)
4 - Crisi (2)
5 - Charles
6 - Cartella
7 - Pioggia (1)
8 - Pioggia (2)
9 - Potere (1)
10 - Potere (2)
12 - Inondazione
13 - Lucia.
14 - Trovata
15 - Verità
16 - Controllo
17 - Rivelazioni (1)
18 - Rivelazioni (2)
19 - Odio
20 - Scomparso (1)
21 - Scomparso (2)
22 - Nathan
23 - Parole
24 - Campana
25 - Cuore
26 - Fragile
27 - Ballo
28 - Notte
29 - Fuori
30 - Brillare
31 - Heiji (1)
32 - Heiji (2)
33 - Riconciliazione
34 - Partire
35 - Sometimes I don't wanna be happy
DOMANDE ED ANNUNCI

11 - Memorie

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By Julia_blaze

La signorina Foster si sedette sul letto, e guardò il corpo del rosso vicino a sé. Era ancora profondamente addormentato, così la ragazza si alzò senza fare rumore ed andò in salotto.

La finestra, le permetteva di avere una meravigliosa vista su tutta l'Isola: l'Istituto era in cima ad un colle, e la sua finestra dava proprio sull'esterno.

Gli edifici, resi così piccoli dalla prospettiva, le suscitavano una specie di compassione. Lei era lì, con un bellissimo quanto ingenuo ragazzo riccio, un lavoro e dei pazienti di cui prendersi cura. A sedici anni aveva una casa, un'assicurazione medica, un posto fisso, mentre le persone che stavano lì sotto per la maggior parte delle volte non sapevano cosa sarebbe successo l'indomani.

Le dita della signorina, andarono istintivamente a toccare un ciondolo che teneva appeso al collo: si trattava di una piccola catenella d'argento, con una foglia d'acero dello stesso materiale come ciondolo. Non era nulla di particolare, solo uno dei regali dei tanti PP che aveva aiutato...

E allora perché ora i suoi occhi erano pieni di lacrime? Perché non riusciva a frenarle, perché non riusciva a smettere di toccare quella piccola foglia? Perché le dita le tremavano, e le labbra semiaperte emettevano un flebile lamento? Perché quella collanina era al suo collo, e non con tutti gli altri regali dei PP? Perché? Perché ora i suoi occhi erano rossi, ed il solito sorriso che aveva sulle labbra era svanito?

Forse le memorie di un tempo passato, invasero la sua mente in modo prepotente, senza chiedere il permesso o bussare. Forse un passato che aveva cercato di seppellire stava riemergendo, ma perché proprio in quel momento? Aveva una vita perfetta, stupenda, aiutava le persone come aveva sempre voluto fare, aveva una persona che le interessava e che l'aveva baciata solo poche ore prima. Aveva tutto, aveva una casa, aveva l'indipendenza che aveva sempre cercato prima della Catastrofe.

E allora, cosa mancava?

Forse, proprio in quel momento, dentro di lei qualcosa si era appena risvegliato: il ricordo di due occhi color ambra e trentadue denti bianchi come il latte. Forse una risata, o un piccolo fiore che cadeva lentamente dall'ultimo piano di un edificio altissimo. Forse dei capelli castani, che risplendevano alla luce delle stelle, e forse il desiderio di stare a guardarli per sempre. Forse, semplicemente la necessità di intrappolare quel luccichio, per vederlo ancora ed ancora.

Forse, la coscienza che quel luccichio si era spento per sempre.

E le lacrime scesero incessanti per tanti minuti, mentre il respiro della signorina appannava il vetro della finestra e la pioggia scrosciava a ritmo con il suo cuore. Ed allora, la mano che stringeva la collanina fu l'unica cosa che rimase immobile: il corpicino esile della guaritrice si accartocciò a terra, mentre l'immagine di una figura che cadeva, lentamente, invadeva la sua mente.

"Non è giusto, non è giusto, io l'avevo seppellito, non può tornare così fuori" eppure stava riemergendo, quell'immagine straziante di un corpo alto e muscoloso, che seguiva quel piccolo fiore nella sua eterna caduta. Che sorrideva, mentre la sua schiena si avvicinava lentamente ad una strada asfaltata, ed i suoi occhi si chiudevano mentre il cemento si avvicinava.

E poi, un mare rosso sangue.

La piccola Lucy Foster si portò il gioiello alle labbra, e ci lasciò un bacio sopra, per poi infilarla nuovamente sotto la maglietta.

La pioggia scendeva, e mentre lei cadeva verso il pavimento, le memorie scendevano nel profondo del cuore di una piccola figura seduta sul parquet di un'appartamento.

Il suono del respiro di Charles nell'altra stanza, le gocce di pioggia che cadevano incessantemente fuori dall'edificio, e gli occhi che ancora sfornavano litri e litri di acqua salata.

"Perdonami" disse, con un soffio di voce, Lucy, guardando fuori dalla finestra "perdonami, se non sono riuscita a prendere la tua mano."

...................

Il dottor Dickens era sulla porta dell'Istituto, che guardava la pioggia scrosciare su tutto il giardino. I suoi occhi neri, fissavano i movimenti di due elementi.

Prima dell'Inondazione, c'erano solo sette meraviglie nel mondo. Si diceva spesso: "le sette meraviglie", eppure... eppure ormai quelle meraviglie erano sparite. Erano state sommerse, e si trovavano in fondo al mare: il Colosseo, la Muraglia Cinese, era tutto sott'acqua. E quindi, non c'erano più meraviglie nel mondo.

Tuttavia, il dottor Dickens ne era assolutamente certo: lui non stava guardando due semplici elementi, che componevano il mondo dopo l'Inondazione. Lui stava guardando due delle nuove meraviglie del mondo, che si muovevano in sincro nel giardino del suo Istituto. Una delle due scrosciava, incessante, ormai da giorni, e non sembrava intenzionata a smettere. Anche la seconda, del resto, non sembrava intenzionata a smettere: la seconda ballava, con gli occhi chiusi ed un vecchio mp3 nelle orecchie, e si bagnava della prima.

Le due, non erano niente di particolare prese da sole: una ragazzina che balla e della pioggia. Eppure, prese assieme, erano delle meraviglie.

Il dottor Dickens guardava quel corpicino muoversi, e non è che la signorina fosse particolarmente brava, ma ai suoi occhi in quel momento non esisteva nulla di meglio. E si muoveva, come se sapesse quei passi a memoria: così aggraziata, così sicura di quello che stava facendo, così tranquilla e leggiadra, la signorina Foster ballava con gli occhi chiusi e le braccia allargate e non si preoccupava dell'acqua incessante che scendeva dal cielo.

Se il dottore fosse stato un po' più vicino, avrebbe visto che non era solo acqua quella cha bagnava la faccia della ragazza, ma che in mezzo a tutta quella pioggia c'erano anche le lacrime ed il desiderio incessante di tornare in dietro.

"Ancora una volta" pensava la signorina, ma questo il dottore non lo poteva sentire: "ancora una volta, dammi la possibilità di farlo ancora una volta, questa volta sarò più svelta e la prenderò, quella mano".

Dickens rimase fermo, dritto, a guardare quel corpicino muoversi liberamente, e solo quando le danze della signorina furono finite decise di avvicinarsi a lei.

"Deve piacerle tanto l'idea di prendersi una bronco" disse, allungandole un asciugamano, e la ragazza sorrise, quasi.

"Lei non sa quanto" rispose, scoprendo con stupore che il suo tono di voce era fermo, non spezzato dai singhiozzi. Dickens le si mise vicino, e le indicò un punto indefinito del giardino.

"Coraggio" disse, con lo stesso tono di voce che usava con Charles "venga con me a fare due passi."

I due si incamminarono, la signorina sotto la pioggia ed il dottore sotto il suo ombrello bianco. Attraversarono il grande giardino dell'Istituto, in silenzio, e poi uscirono: presero un sentiero nel bosco lì vicino, ed iniziarono a camminare lentamente.

"I ciliegi sono in fiore" disse l'uomo, suscitando una leggera risata nella signorina.

"Non è possibile" commentò "non ho girato l'Isola, ma siamo nella stagione sbagliata per la fioritura dei ciliegi."

"Lo so" rispose l'uomo, sorridendo a sua volta "ma quest'Isola è particolare: i ciliegi fioriscono durante la stagione delle piogge."

"Ma qui cosa c'era prima dell'Inondazione?" chiese la ragazza, fermandosi.

"Parte del Giappone" rispose l'uomo, grattandosi la pelata "ma l'Isola si è spostata da dov'era inizialmente, con la Catastrofe, e così anche il clima è cambiato. La maggior parte degli ex- giapponesi ora si trova su un'Isola che si trova dov'era il loro Giappone."

La signorina Foster rimase a guardare un piccolo fiore di ciliegio, che l'uomo le aveva messo sulla mano. Le tornò in mente, per la seconda volta in quel giorno infernale, l'immagine di quel piccolo fiore che cadeva dall'ultimo piano di un altissimo edificio: un fiorellino rosa, caduto per colpa di una folata di vento. E forse, se non fosse stato per quello stupido fiorellino, quella persona sarebbe stata ancora con lei.

Che stupida, che stupida che era stata a non prendere quella mano! Che cretina, che deficiente, che insulsa... Umana. Che insulso essere umano, che era diventata. Gli occhi le si bagnarono di nuovo, e nonostante la pioggia non avesse cessato di scendere, la sua testa improvvisamente smise di essere colpita dalle piccole gocce.

"Ogni persona ha qualcosa che non va" disse Dickens, sfiorandole leggermente la collana con il dito, per poi andarsene e lasciarle il suo ombrello bianco tra le mani.

Angolo autrice:

oh oh, cosa sta succedendo? Chi è la persona delle memorie di Lucy, e cosa sa il dottor Dickens? Aggiorno presto.

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