Ghosts in the snow

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Saaaaalve! Amikissime mie, ho fatto il più presto possibile, anche perché questo capitolo è importante quasi quanto il precedente e fremevo dalla voglia di scriverlo e farvi sclerare un po' tutte (deheheh)

Vbb, non ho nulla da dire se non che mi duole il cuore a scrivere certi capitoli e non credete che mi diverta a farvi soffrire, ci soffro pure io... MA ADESSO BASTA SPOILER, godetevi la lettura e nada, alla prossima

Baci, M.

CAPITOLO 17 - GHOSTS IN THE SNOW

FRANK

Chiudo gli occhi, accarezzando delicatamente la carta della lettera come se fosse la pelle di Gerard. Sono pazzo e ridicolo, sì.

"Perché la sola idea di questa carta nelle tue mani mentre leggi mi fa male al cuore, perché vorrei assurdamente essere anche soltanto una carta, pur di vederti e starti vicino."

Sospiro e la ripongo nel cassetto, al riparo sotto tutti i vestiti, poi mi ricordo che dovrei fare le valigie e mi assale un senso di sollievo misto a malinconia. Da una parte sono contento di lasciare questo posto desolato e ormai estraneo, e di tornare da Mikey e vedere come sta, dall'altra non voglio abbandonare di nuovo la mia famiglia, specialmente mamma, che si trova in un periodo difficile, e Jamia, che in questi giorni è stata un'inesauribile fonte di conforto per me.

E poi è quasi Natale. Mamma mi ha chiesto di restare per festeggiarlo insieme, e per partecipare al matrimonio di Rossana con quel tipo arrogante, Matteo, ma io non posso e non voglio. Devo tornare a casa, la mia vera, nuova casa. Lì si trova il mio cuore, non qui.

"Ho paura, Frank. Tu non sai quanto."

Improvvisamente mi assalgono i brividi, e indosso la giacca di lana che nonna Beatrice mi ha premurosamente cucito in poco più di due giorni. Non posso dire che non mi trattino bene. Mi offrono tutto ciò che hanno, e nonostante sia un tutto ben misero in confronto a ciò a cui sono abituato, io lo apprezzo lo stesso, davvero.

Guardo fuori dalla piccola finestra della mia camera e osservo la neve cadere a piccoli fiocchi, posarsi sul terreno e sui tetti e sulla gente per strada, e ricoprire tutto di una pacata immobilità che conferisce un nuovo senso alle cose, come se la povertà fosse stata sostituita da una sorta di serenità rassegnata.

Chissà se anche laggiù nel New Jersey nevica ora. Magari Mikey ha fatto un pupazzo di neve nel giardino di Lynz, magari ora è fuori a lanciarsi palle di neve con gli amici.

La porta dietro di me si spalanca di colpo ed io mi volto per vedere Jamia avanzare a grandi passi verso di me. Indossa un cappotto pesante e un cappello di lana che le copre le orecchie, e ha le guance e il naso arrossati in un modo che la rende ancora più graziosa.

"Frank!" esclama, prendendomi per mano e trascinandomi fuori dalla mia stanza. "Dai dai vieni, sono tutti in strada!"

Aggrotto la fronte, confuso e un po' divertito, e mi lascio guidare da lei. Mi conduce nel vialetto davanti casa e vedo i bambini rincorrersi lungo la via, lanciandosi palle di neve e gridando contenti, vedo Rossana che stringe il braccio di nonna Beatrice, aiutandola a sedersi ad una piccola panchina, vedo i vicini che aiutano i propri figli ad accumulare più neve per farne un pupazzo, e vedo la gioia a lungo repressa e nascosta negli animi di ciascuna di queste persone.

Vedo Matteo, il fidanzato di Rossana, comparire nel mio campo visivo. Mi passa davanti, lanciandomi una lunga occhiata dall'alto in basso che io ricambio con aria di sfida, poi va dalla sua fidanzata e iniziano a parlare. Sembra quasi che confabulino, e la sua aria cospiratrice mi lascia perplesso. Le sta dicendo qualcosa di importante, qualcosa che....

Destroy MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora