Destroy me

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Allora.

Questo capitolo è stato un parto, letteralmente. Ero impacciata, confusa e anche un po' timorosa di scrivere qualcosa di troppo osceno e privo di significato, o al contrario troppo semplice e superficiale, o di non descrivere appieno tutto ciò che avrei voluto descrivere, perciò sì, se non è un granchè beh... io ci ho provato.

Oh e... godetevelo. Ve lo dico col cuore, perché probabilmente è l'unico capitolo non doloroso di tutta la ff(sono sadica sì vero sì) <3

Baci, M.

CAPITOLO 11 - DESTROY ME

FRANK

Fermate il tempo. Fermate gli orologi, fermate la gente che cammina per le strade, fermate il cane dei vicini che abbaia e il gocciolio del rubinetto nel bagno.

Fermate ogni cosa, perché Gerard viene verso di me spingendomi quasi violentemente contro la parete, afferrandomi per le spalle e avventandosi sulle mie labbra senza darmi nemmeno il tempo di pensare o chiedergli spiegazioni. Le mie parole affogano nella sua bocca, che inizia a divorare la mia senza chiederle il permesso.

E la mia ricambia. Altroché se ricambia. Gli afferro i capelli, affondandoci i polpastrelli dentro, mi spingo contro di lui e lo bacio come non l'ho mai baciato prima (e sì che è successo soltanto due misere volte, ma okay), gli passo le braccia attorno al collo e siamo un groviglio di lingue, carezze, sospiri e sguardi ardenti.

Mi stacco di colpo, fissandolo affannosamente. "Gerard, tu non..."

"Sssh" fa lui, posandomi un dito sulle labbra. Lo lascia scendere lungo il mento, sul mio collo, fino al petto, per poi circondarmi di nuovo la vita e riavvicinarsi. Sto letteralmente rabbrividendo di piacere.

"Non ce la facevo più" sussurra contro le mie labbra, con il suo respiro che mi solletica le guance. "E dopo tutto questo... io avevo solo bisogno... avevo solo bisogno di averti."

Assaporo le sue parole ad una ad una, sospirando e chiudendo gli occhi.

Ha ragione. Tutto quello che è successo oggi, tra la notizia di Lynz, la morte di mio padre, la guerra... non credo avrei potuto rialzarmi dopo tutti questi colpi e tornare in piedi come se nulla fosse successo. Non credo sarei riuscito a superare il dolore.

Avevamo entrambi bisogno di questo.

Non gli rispondo nemmeno. Semplicemente, gli poso le mani sul petto, continuando a fissarlo negli occhi, e gli sbottono la camicia, bottone dopo bottone, il più lentamente possibile. Mi tremano le mani mentre lo faccio, e il suo sguardo intenso non fa che mandarmi ancora di più nel panico, ma quando finalmente riesco a toglierla, ne sono contento.

Lui è... perfetto. Bellissimo, all'esterno come all'interno, di una bellezza particolare e rara, quelle che trovi soltanto poche volte nella vita, quelle bellezze che ti fanno chiedere "ma perché non sono nato così?", quelle che fanno invidia a qualsiasi individuo, maschio o femmina che sia.

Lascio scorrere le mani sul suo petto, sulla pancia, sulla schiena, dietro il collo, e lui chiude gli occhi come se davvero gli piacesse, come se davvero mi volesse.

Gerard Way mi vuole.

Vuole me.

All'improvviso lui fa allontanare le mie mani e mi afferra per i fianchi, facendomi sedere sul tavolo e posizionandosi tra le mie gambe. In questo modo io sono alla sua stessa altezza, e rimaniamo così a fissarci negli occhi per qualche istante.

Gerard scuote la testa, sorridendo. "Frank..."

"Cosa?" chiedo, un po' allarmato.

Lui appoggia la testa nell'incavo tra la mia spalla e il collo, inspirando forte. "Nulla" bisbiglia. "Nulla. Voglio solo stare con te, non importa dove e come."

Destroy MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora