We only live once

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Comincio ad odiare questa fanfiction. Trasmette troppe cose a me per prima che la scrivo, e mi chiedo perché io stia creando qualcosa di così doloroso e triste. Eppure continuo, perché credo nella storia e so che almeno a una buona parte di voi piace, e questo mi fa davvero davvero felice, non sapete quanto: )

Comunque.

Buona lettura

M.

CAPITOLO 8 - WE ONLY LIVE ONCE

FRANK

Non torno più in casa Way per le successive due settimane, o anche più. Mi sento in colpa per Mikey, perché sicuramente neanche lui avrà più voluto vedere Gerard ed è rimasto da solo. Di nuovo.

Lo odio. Lo odio per quello che ci ha fatto, lo odio per averci fatto aspettare, sperare, desiderare che lui tornasse. Lo odio per essere tornato e aver distrutto tutto, con una semplice frase.

Lei è mia moglie, Lindsey.

Odio anche quella donna, perché ci ha portato via Gerard.

E lui non ha neanche vent'anni, dannazione. È un ragazzo. Un ragazzo che è cresciuto troppo presto, e ora si ritrova sposato con una donna ricca sfondata che lui non ama. Non so nemmeno perché lo ha fatto.

So soltanto che non riavrò più indietro il mio amico, e devo farmene una ragione.

Come se non bastasse, qualche settimana dopo il nostro ultimo incontro, eccolo varcare la soglia del bar in cui lavoro. È accompagnato da Lindsey e un altro paio di coppie. I ragazzi sono tutti soldati con la divisa militare, proprio come Gerard, mentre le donne sono sicuramente ragazzine ricche e viziate come Lindsey.

Ecco le sue nuove compagnie, quindi.

Io sono dietro il bancone, e quando uno di loro si avvicina per ordinare qualcosa mando Jonas, il cameriere più giovane, perché non ho proprio voglia di avere a che fare con nessuno di loro.

"... e per questo mi ha detto 'Non ci pensare nemmeno amico!'" ride uno dei soldati, e tutti quanti ridono con lui, compreso Gerard. Solo che quella non è la sua risata. Non è la risata che ero abituato a sentire, quella serena e spensierata che riusciva a tirarmi sempre su di morale in qualunque situazione. È una risata estranea, sconosciuta e fredda. Falsa.

Proprio in quel momento, come se si fosse accorto dei miei occhi posati su di lui, alza lo sguardo e mi nota. La sua faccia è palesemente sorpresa: non sapeva che lavorassi qui.

Mi rendo conto, con un colpo al cuore, che lui non sa più nulla di me. Non sa cosa ho fatto negli ultimi dodici mesi, non sa che me ne sono andato di casa, non sa che ho comprato un appartamento, non sapeva nemmeno del mio nuovo lavoro, e di certo non sa quanto ho lottato per prendermi cura di Mikey. Cosa che lui ha smesso di fare.

Il tempo scorre, e loro al tavolo continuano ad ordinare alcolici. Gerard beve più di tutti, ed è strano perché lui mi aveva sempre detto di odiare la birra e cose simili, e ora invece è al quarto bicchiere pieno. Vorrei tanto correre lì e tirargli una sberla, gettargli quella dannata birra in faccia e scuoterlo per farlo svegliare, ma l'unica cosa che riesco a fare è continuare a guardare quanto si diverte, quanto sembra felice.

Potrete dire qualsiasi cosa di me, ma non che il mio istinto mi tradisce. Il mio istinto non sbaglia mai. E adesso mi sta dicendo ciò che è certo come la morte: Gerard è diventato un vero e proprio pezzo di ghiaccio, un concentrato di falsità che non so proprio dove abbia trovato, e non so proprio perché lo sia diventato.

Dopo qualche minuto, non ne posso più. Avere uno spettacolo del genere davanti non è davvero il massimo, così mi dirigo in cantina, dove c'è sicuramente da sistemare qualche scatolone o roba simile.

Destroy MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora