Ashes

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Ehi amike ehi...sono di nuovo qui bc non potevo resistere a dare una conclusione a questa storia, per quanto dolorosa. Probabilmente pubblicherò l'epilogo a pochi giorni da questo ultimo capitolo, perciò non disperate perché ci sarà ancora qualcosina per sorprendervi, dopo tutto il dolore che vi ho procurato mmh ; )

Buona lettura

M.

CAPITOLO 27 - ASHES

GERARD

"Ho pensato tante, troppe volte a come cominciare questa lettera. Ho pensato tanto anche a come giustificare tutto ciò che sto per fare. In realtà non ci sono giustificazioni, non ci sono scuse, e lo so bene. Non c'è perdono per me.

Eppure, cos'altro potrei fare?

In fondo è pura e semplice scienza. Riuscireste mai a vivere senza arti? Senza occhi, senza polmoni, o senza un cuore? È scientificamente impossibile, esatto.

È la stessa cosa.

Dio, mi sento così patetico. Non ho nemmeno il coraggio di salutarvi. Vorrei potervi dire che mi mancherete tutti, che il mio dolore nel lasciarvi è quasi più forte della mia determinazione.

No.

Non è così.

Non sento niente. Non sento assolutamente niente. È così strano, perché ci ho provato tante volte. Ho cercato disperatamente di sentire qualcosa, qualsiasi cosa, di essere consapevole del mondo circostante, di tornare ad essere umano. Tornare ad essere vivo.

Ma io sono morto.

Sono morto con lui, e lo sapete bene. In fondo, sapete anche voi che questa è l'unica soluzione possibile. Non servo più a niente, perché dovrei essere qui? Magari hai ragione tu, Ray, magari in un'altra vita potrò incontrarlo di nuovo, e allora perché non provarci subito, perché non levarsi subito il pensiero?

Un viaggio di settimane per poter arrivare a lui, e un solo giorno per poterlo salutare. È stata questa la mia ricompensa finale. Un giorno, poche ore, pochi minuti prima che lui si sgretolasse tra le mie braccia, prima che perdessi completamente la presa sulla sua anima e la lasciassi a vagare, finalmente, libera.

No, non è giusto.

E sono passati quasi due anni. Non posso credere che il tempo sia volato così in fretta. Due anni in cui non ho vissuto, ho tirato avanti limitandomi a respirare, a mangiare, a bere, a dormire. Nemmeno mia figlia... nemmeno lei, che Dio mi perdoni, nemmeno lei è riuscita a guarirmi.

Mi dispiace, mi dispiace tantissimo. Non doveva finire così, non doveva finire affatto.

Ricordo ancora la prima volta in assoluto in cui i nostri sguardi si incrociarono. La ricordo perfettamente, come se fossero passati giorni, e non anni.

Ricordo che pensai che non ero solo, alla fine. Che eravamo in due, in tutto quel bel casino. E no, non era uno stupido pensiero da adolescente incompreso. Perché sono maturato, sono diventato un uomo, e lui ha continuato ad essere l'unica persona con cui poter parlare, parlare davvero, l'unica persona a cui poter affidare il mio cuore. Ho continuato a cercare i suoi occhi quando entravo in una stanza, ho continuato ad allungare silenziosamente la mia mano, fino a toccare la sua, ho continuato soprattutto a ferirlo, e sono stato uno stupido, stupido, stupido perché ecco come è finita.

Eravamo due stelle in collisione, e lo scontro è stato duro. Troppo. Alla fine non era possibile evitarlo. Spero vada meglio, la prossima volta.

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