60. Epilogo

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Jane


Five Month Later


Un colpo lancinante mi coglie di sorpresa costringendomi a spalancare gli occhi per lo spavento.  E' notte fonda e sento il cuore battere forte e il vento bussare alla finestra come per chiamarmi o avvisarmi che sta per accadere qualcosa.

Accendo con le mani tremanti la luce del comodino e subito dopo mi ritrovo seduta ad osserva un enorme chiazza di liquido sparsa su tutto il lenzuolo.

"TOM" urlo impaurita

"Amore torna a dormire, è solo un brutto sogno" farfuglia rintronato.

"Tom mi si sono rotte le acque" sbraito esasperata.

"C-cosa? Quando? Perché?" Chiede agitato, balzando sul letto come una gazzella.

"Forse perché sono incinta di 9 mesi, idiota. Aiutami a prendere le mie cose e andiamo all'ospedale" affermo per poi piegarmi in due dal dolore a causa di un'altra contrazione.

Osservo Tom correre da una parte all'altra della camera senza un briciolo di controllo. La tensione è alle stelle e il fatto di aver programmato un parto cesareo tra una settimana non aiuta di certo. Non sono minimamente preparata ad un parto naturale, nella mia testa era tutto organizzato nel minimo dettaglio e ora, ogni cosa è andata in frantumi.

Prendo di corsa il cellulare dalla borsa e mando un messaggio alla dottoressa per avvisarla dell'accaduto e per supplicarla di venire in ospedale.

"Piccola, ho caricato tutto in macchina. Ora ti prendo in braccio e andiamo, ok?" Chiede stando molto attendo al tono.

"No no, riesco a camminare" Dico dirigendomi verso la macchina.

"Aspetta ti aiuto" dice, sistemandomi all'interno dell'abitacolo.

"Devo chiamare Mike, Kira, i miei genitori e se vuoi anche tua madre. Dimmi tu, non so come comportarmi"  domanda frettoloso.

"Sì, certo che devi chiamarla. Sai benissimo che ci siamo avvicinate molto in questi ultimi mesi. Ci sentiamo ogni giorno e ci vediamo quasi tutte le settimana. Che domande fai?" Dico seccata.

"Amore scusami, sono solo agitato e tu sei palesemente instabile, non so cosa fare o dire" rivela risentito.

"Hai ragione, scusami. Ho paura" controbatto dispiaciuta.

"Devi stare tranquilla, ok? Andrà tutto bene" dice, stringendomi la mano.

La suoneria interrompe le mie paranoie e appena leggo le parole della dottoressa mi tranquillizzo all'istante. 

"Stai tranquilla, ci vediamo in ospedale. Sto arrivando"


"Tutto bene?" Chiede Tom apprensivo.

"La ginecologa sta arrivando in ospedale" spiego

"Bene, tra 5 minuti siamo lì" specifica.


Stiamo per diventare genitori.

Non si torna più indietro.

Tra poche ore potrò vedere per la prima volta il volto dei miei bambini.

Tra poche ore sarò ufficialmente una mamma. 




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