3. Incontri Inaspettati

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"If you want to be happy, be."

Lev Tolstoj


Vengo svegliata da una serie di pugni che colpiscono incessantemente la porta di casa. Devo ancora aprire gli occhi quando sento la voce di una ragazza che urla dall'altra parte.

"Ti prego apri, è un'emergenza" grida senza smettere di colpire la porta, neanche fosse un sacco di Boxe.

Mi alzo il più velocemente possibile con il cuore a mille e l'ansia di svegliare tutto il palazzo.

"Menomale, ti prego devi aiutarmi" sbraita, entrando in casa mia come una furia.

"Scusami, ma chi sei?" Domando scioccata, ancora alla porta.

"Eh sì scusami, sono la tua vicina, mi chiamo Kira. Vivo proprio qui di fronte. Non ho acqua calda in casa e devo farmi assolutamente una doccia dopo la sbronza di ieri" parla senza prendere mai fiato.

"Ehm ok, se vuoi puoi usare la mia doccia. Posso chiedere perché tutta questa fretta?" Domando curiosa, mentre mi dirigo in cucina per preparare un lungo ed intenso caffè.

"Scherzi? Ho lezione di scienze politiche tra 15 minuti e se arrivo in ritardo quel vecchio del Professore Frietzgard mi boccia un'altra volta" controbatte, iniziandosi a spogliare in salotto.

"Studi a Stanford? Che bello" dico entusiasta.

"Non credere che sia così bello come pensi, comunque diciamo che non è niente male" risponde prontamente, restando con solo la biancheria intima addosso.

"Non sai quanto sei fortunata. Vai a farti la doccia io nel frattempo preparo il caffè" affermo gentilmente.

"Sei un angelo, sono sicura che diventeremo grandi amiche" mi stampa un bacio veloce sulla guancia che mi lascia letteralmente senza parole per poi sparire nella mia camera da letto.

Non appena sono certa che Kira non possa vedermi sorrido per l'assurdità della situazione. Anche se il nostro incontro è probabilmente il più bizzarro di tutti i tempi sono felice che abbia bussato alla mia porta. In un certo modo, sapere che vive proprio di fronte a me mi fa sentire meno sola.

E' una ragazza singolare, forse un po' troppo esuberante ma è anche molto bella: bionda, non molto alta ma con un fisico tonico.

Spero davvero che riusciremo a diventare amiche. Ho bisogno di qualcuno con cui vedermi ogni tanto e trascorrere magari qualche serata.

Kira mi risveglia all'improvviso dai miei pensieri, piombando in cucina, profumata e vestita.

"Questo caffè è la fine del mondo" dice sorseggiando frettolosamente.

"Felice che ti piaccia" rispondo sorridendo.

"Se vuoi possiamo vederci quando finisco le lezioni" afferma con gentilezza.

"Certo, vieni a chiamarmi quando torni" rispondo felice.

"A dopo allora. Grazie mille per avermi prestato la tua doccia" mi ringrazia per poi scappare via.


Sono le cinque del pomeriggio e dopo aver fatto la spesa e aver comprato alcune cose per casa, mi ritrovo a passeggiare nel cortile del campus.

Sono stata fuori tutto il giorno pur di non pensare. A quest'ora mio padre avrà di certo capito che me ne sono andata e il fatto che non abbia provato a contattarmi mi fa stare ancora più in ansia. Non ho più visto Kira da questa mattina, probabilmente starà ancora all'università.

Passeggio con calma per passare il tempo e scaricare i nervi, questa sera si sta veramente bene, non fa troppo caldo, anzi, una leggera brezza mi colpisce il viso, risvegliando ogni fibra del mio corpo.

E' assurdo come cambiare aria faccia sentire in questo modo, è incredibile il senso di pace che provo. Sembra quasi un sogno, un bellissimo e perfetto sogno.

Mentre cammino, il rumore di una risata non troppo distante arriva alle mie orecchie, costringendomi a voltarmi.

E' il ragazzo del muretto.

Appena si accorge della mia presenza il suo splendido sorriso si trasforma in un piccolo broncio e gli occhi, che fino a pochi minuti fa emanavano una luce accecante, diventano cupi, come fosse infastidito.

Provo a far finta di niente, provo a ignorare il mio disagio nel sentire i suoi occhi sul mio corpo e, dopo alcuni secondi, decido di proseguire per la mia strada, come se i suoi occhi non mi avessero turbato, come se il suo cambiamento d'umore non avesse innescato mille dubbi nella mia testa.

Prendo il cellulare dalla tasca e faccio partire la chiamata all'unica persona che in questo momento può farmi sentire bene.

"Ehi" è sempre bello sentire una voce amichevole, familiare.

"Ciao" rispondo a Cathy

"Tutto bene Jane? Com'è Stanford?" Avevo bisogno di parlare un pò con lei, di raccontarle la mia prima giornata fuori da Cape Cod.

"Indescrivibile, mi ha lasciato senza parole. La casa è pazzesca e fortunatamente la mia vicina di casa è simpatica e simpatica. Non potevo desiderare di meglio. Tu stai andando al Molox?" Non riesco a non far trapelare la mia emozione e senza neanche rendermene conto le lacrime scendono sul mio viso silenziosamente.

"No in realtà sono già qui. Ho visto la tua chiamata e mi sono presa una piccola pausa. Sei sicura che vada tutto bene? Ti sento strana" questa volta non sono stata abbastanza brava a nascondere la mia commozione.

"Sono solo felice."




💫Spazio autrice 💫

Ciao a tutti,

Dal prossimo capitolo Jane inizierà una "nuova quotidianità"...cosa succederà? ❤️

Way outWhere stories live. Discover now