40. Ripartiamo da noi

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Tom


Credo di non aver mai provato così tanta stanchezza nella mia vita, sono stato rinchiuso per più di tre ore nel distretto di Cape Cod e le domande che mi hanno fatto sembravano non finire mai.

Sono grato a Gareth per il suo aiuto e per aver convinto i colleghi che il mio è stato solo un atto di difesa, in questo modo non potranno incolparmi in nessun modo, che poi se analizziamo la situazione è la verità.

I colleghi del dipartimento non sembravano molto convinti, soprattutto perché possedevo un'arma.

Ho dovuto raccontare ogni cosa, come io e Jane ci siamo conosciuti, quando mi ha rivelato la sua storia, se avevo mai visto il padre prima di ieri, quante volte ho notato dei segni di violenza sul suo corpo, perché ho deciso di seguirla fino a Cape Cod e altri elementi fondamentali per provare gli abusi del padre.

Non è stato facile ripercorrere gli ultimi mesi, soprattutto considerando che non dormo da circa 24 ore.


Una volta fuori dall'edificio la prima cosa che faccio è accendermi una sigaretta per alleviare la tensione e la stanchezza.

Sono le 7.00 del mattino e Jane probabilmente starà ancora dormendo quindi ho un po' di tempo per rilassarmi.

Ieri sera ho avvisato mia padre di tutto quanto, inizialmente era molto arrabbiato e non faceva altro che imprecare dall'altra parte del telefono poi, spiegandogli che non corro nessun pericolo si è calmato e mi ha consigliato di prendermi qualche giorno di vacanza prima di tornare a Stanford.

Forse è una delle cose più sensate e carine che abbia mai detto.

Per una volta ha pensato al mio benessere e non ai voti che prendo, alle materie che devo seguire e al mio futuro lavoro.

Penso che prenderò seriamente in considerazione la sua proposta, ovviamente dopo essermi assicurato che Jane stia bene.

Gli ultimi giorni sono trascorsi così in fretta che mi sono dimenticato di avvisare Kira e Mike di quanto accaduto, non che abbia intenzione di scendere nei dettagli, ma voglio avvertirli che Jane sta bene e che presto torneremo.

Prendo il telefono e mando un messaggio nella Chat che ho creato appositamente dopo la partenza di Jane, in modo che se qualcuno avesse avuto sue notizie poteva avvisare tutti senza dover fare troppe chiamate.

Tom: "Jane sta bene, vi racconteremo tutto una volta tornati a Stanford."

Butto la sigaretta per terra e mi dirigo in ospedale per andare a trovare la mia ragazza, o almeno spero che sia ancora la mia ragazza.

Quando sarà pronta, vorrei parlarle di noi, non so cosa siamo al momento, vorrei che le cose tornassero ad essere come prima, anzi, meglio di prima.

Mi piacerebbe iniziare a costruire il nostro futuro insieme, ma dobbiamo volerlo entrambi, non posso certo costringerla.


Busso piano alla porta per evitare di svegliarla, qualora stesse ancora dormendo.

"Avanti" non appena risponde apro la porta per entrate nella sua camera.

"Ciao, come ti senti?" Chiedo sedendomi vicino a lei.

"Meglio, mi fa ancora male la testa però" risponde dolcemente.

"E' normale, non temere, presto passerà" dico sorridendo.

"Ti hanno interrogato? E' tutto ok?" Chiede cautamente.

"Sì, tutto bene. Tu? Ieri sera è passato Gareth, giusto?" Cerco di assicurarmi che tutto fili per il meglio.

"Sì, è stato molto gentile e comprensivo. Abbiamo parlato molto" afferma serena.

"Bene, sono felice. Gareth è una brava persona e un degno professionista" dichiaro sollevato.

"Tom..." mi chiama con voce roca e timorosa.

"Dimmi" rispondo all'istante.

"Cosa succederà ora? Cosa farò? Sono così confusa e spaventata" Afferma con gli occhi lucidi.

"Jane...devi stare tranquilla, andrà tutto bene, te lo prometto. Volevo aspettare ancora qualche giorno per parlartene ma...vorrei tornare alla nostra vita. Puoi tornare a lavorare al Green e venire a stare da me, ovviamente se per te va bene." Rispondo, asciugandole il viso totalmente bagnato dalle sue lacrime. 

Mi guarda così profondamente da destabilizzarmi, con quel verde inteso che annienta ogni confine e barriera, con le labbra gonfie e socchiuse che sembrano implorarmi.

Mi guarda come solo lei sa fare.


"Sì" dice infine.

Una semplice parola che basta a far scoppiare il mio cuore di gioia, due lettere essenziali che alimentano la mia speranza e il mio amore.

Mi avvicino lentamente alle sue labbra, senza mai interrompere il contatto bisognoso dei nostri occhi.

La bacio con dolcezza e trasporto.

Una bacio senza malizia ma solo con tanto affetto e comprensione. 





💫 Spazio Autrice 💫 

Ciao Girlsssss,

scusate se vi ho fatto aspettare. 

Allora come vedete le cose si stanno pian piano sistemando. 

Tom e Jane presto torneranno alla loro vita, o forse no 😉

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate ❤️

Way outWhere stories live. Discover now