54. Famiglia

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Jane

"Life isn't about finding yourself. Life is about creating yourself"

George Bernard Shaw


Two Week Later

Siamo tornati a casa da circa due settimane e, nonostante all'inizio non fossi molto entusiasta della grande notizia, ora sono troppo curiosa di sapere da quanti mesi sono incinta e possibilmente il sesso del bambino. Tom ha mantenuto la sua parola e mi ha aiutato a trovare una brava ginecologa che non distante molto da casa nostra.

Sono stati giorni veramente intensi, giorni in cui abbiamo parlato molto e fantasticato su come sarà il nostro bambino e quale nome ci piacerebbe dargli. Oggi finalmente avremo la prima visita dalla dottoressa e sono abbastanza agitata ma anche emozionata.

Ancora non abbiamo confidato la bella notizia a nessuno, vogliamo prima essere sicuri che vada tutto bene. Devo dire che nascondere le cose a Kira non è per niente semplice. Ad esempio, due sere fa siamo andate a cena insieme in una pizzeria vicino al campus e sono stata colta per l'ennesima volta dalla nausea. Ho dovuto inventare di essermi presa un brutto virus in Messico e che da quando siamo tornati non faccio altro che stare male con lo stomaco. Non sono molto brava a mentire e Kira è troppo sveglia per credere a qualunque cosa le venga detto ma, evidentemente, aveva altro per la testa perché invece di indagare è stata comprensiva e mi ha riaccompagnato subito a casa, consigliandomi però di andare da un medico.

"La signorina Stone?" l'assistente dello studio ginecologico interrompe i miei pensieri invitandoci ad entrare per la visita.

"Sì, sono io" dico alzandomi,  prendendo Tom per mano.

Ci dirigiamo lentamente e in religioso silenzio all'interno della stanza della nostra ginecologa, la dottoressa Emily Davis.

"Buongiorno dottoressa Davis, sono Jane Stone e lui è il mio compagno Tom Brown" mi presento in maniera sicura e professionale.

"Buongiorno a voi, allora ditemi...per quale motivo siete qui?" Chiede incrociando le mani sulla scrivania.

"Sì, allora...circa due settimane fa ho iniziato a stare poco bene. Avevo la nausea e mi sentivo spesso stanca così mi sono insospettiva e dopo aver visto che l'ultimo ciclo era saltato ho fatto un test di gravidanza che è risultato positivo" spiego con tranquillità.

"Può capitare nei primi mesi di avere questi sintomi. La nausea spesso si allevia dopo il terzo o il quarto mese ma, ovviamente, dipende da persona in persona. Per quanto riguarda la stanchezza purtroppo non passerà, anzi, gli ultimi mesi di gravidanza e il primo anno di vita del bambino saranno molto faticosi. Non voglio spaventarla signorina Stone, anzi, voglio farle capire che è perfettamente normale la sua condizione. Ora se volete possiamo procedere con l'ecografia" chiarisce.

"Certo" rispondo alzandomi per poi seguirla.

"Può sdraiarsi e sollevare la maglietta cortesemente?" Mi chiede azionando il macchinario.

Mi spalma uno strano gel sulla pancia che mi fa subito rabbrividire per il freddo. Tom stringe forte la mia mano e scruta ogni movimento della dottoressa come volesse tenerla d'occhio. La dottoressa esamina scrupolosamente l'interno della mia pancia con l'ecografo senza proferire parola.

"Dottoressa va tutto bene? Il bambino sta bene?" Chiedo allarmata dal suo silenzio.

"Vedete?" Dice indicando un punto preciso sullo schermo del macchinario.

"Cosa?" Chiedo incerta.

"I due puntini signorina, quelli sono i vostri bambini. Due bellissimi gemelli, complimenti" afferma sorridente.

"Due gemelli, dice sul serio?" Domando entusiasta.

"Scusate se mi intrometto, potete rendere partecipe anche me che non ci sto capendo niente" replica confuso Tom.

"Signor Brown, lei diventerà papà di due bellissimi bambini. La sua compagna sta portando avanti una gravidanza gemellare. Purtroppo è ancora presto per vedere il sesso poiché, da quello che vedo, dovrebbe essere di circa 9 settimane" specifica la Devis.

"Due bambini?" Chiede Tom scioccato.

Mi volto nella sua direzione  sperando di vederlo felice come due settimane fa, come quando abbiamo saputo di aspettare il bambino. Non avevamo intenzione di diventare genitori, un figlio non era nei nostri piani, figuriamoci due, ma nonostante tutto sono ancora più felice.

Lo guardo e mi perdo nel sorriso autentico che mostra mentre fissa lo schermo che immortala i nostri bambini.

"Amore, i nostri bambini" sussurro stringendo ancora di più la sua mano.

Ricambia la stretta e si avvicina al mio viso per poi depositare un bacio vero, dolce , sentito sulla mia fronte.

"Grazie" sussurra al mio orecchio.

"Di cosa?" Domando in risposta.

"Di avermi dato tutto questo" afferma sincero con occhi lucidi per l'emozione.

Mi volto un'ultima volta verso lo schermo. Non riesco a non guardarli, non riesco a non essere felice, non riesco a desiderare niente di più bello.


Finalmente ho una famiglia.

La mia. 

Way outDonde viven las historias. Descúbrelo ahora