Lancelot (Cursed)

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Sentii il mio battito aumentare mentre stringevo la mano di scoiattolo. Stavamo correndo nel bosco già da un po' nella speranza di raggiungere senza essere trovati, il posto che ci era stato indicato da Nimue.
Il nostro villaggio era stato attaccato, tutto andava in fiamme e avevo visto la mia famiglia morire sotto ai miei occhi.
Mi era stato dato il compito di proteggere il bambino e così avrei fatto.

Ci eravamo fermati accanto ad un vecchio albero quando sentimmo dei passi, mi  sporsi un po' nella speranza di intravedere la fonte di quel rumore ma non riuscii a vedere nulla.
Calò il silenzio, che venne interrotto poco dopo da una voce maschile.
"Siamo nati nella alba" iniziò. Non feci in tempo a bloccare il bambino che questo si era già alzato rivelando la nostra presenza che molto probabilmente era stata intuita già prima.
"Per morire nel crepu-" si interruppe quando si trovò davanti una possente figura interamente vestita di nero, dalle scarpe al mantello. Il cappuccio era alzato e portava con se una spada.
Prese il mio piccolo amico per un braccio e lo strattono in modo da averlo sotto tiro.
"Lascialo!" gridai uscendo allo scoperto.
"Bene bene...vedo che non sei solo" gli disse.
"Ho detto di lasciarlo andare!" ribattei. Per un secondo rimasi incantata a fissare quegli splendidi occhi azzurri che mi guardavano con aria di sfida.
"Prima credo che sia il caso che mi diciate ciò che voglio sapere ".
Dopo qualche domanda a cui inizialmente non rispondemmo, ci legò con una corda al suo cavallo e dopo essere montato in sella si incamminò.

Stavamo camminando quando inciampai su una radice quando inciampai e il mio ginocchio iniziò a sanguinare , ma l' uomo, forse ragazzo gli si addiceva di più, sembrò non farci caso e continuò ad avanzare.
Si era fatta sera e il bambino si era addormentato
Ero seduta a terra quando vidi il nostro rapitore che gli si avvicinava brandendo la spada.
"Cosa vuoi fargli?" gridai svegliando scoiattolo.
"Sta calma..." disse e con mia grande sorpresa, lo liberò.
Prima di andarsene attese il mio consenso, che non tardò ad arrivare. Se anche solo uno dei sue poteva salvarsi, era meglio cogliere l' occasione.
Si sedette affianco a me, tenendo sempre il cappuccio alzato. Gli dava un' aria misteriosa, certo, non che lui non lo fosse.
"Dammi la mano" ordinò con voce fredda e rauca.
Spalcai gli occhi. "C-cosa?" chiesi con voce tremante.
"Prima sei caduta, dammi la mano te la disinfetto" in effetti stava sanguinando.
Gliela porsi e con un panno iniziò a tamponare la ferita. Era concentrato, lo si poteva notare dalla sua espressione. Mi persi ancora in quelle due iridi azzurre che riuscivano a togliermi il fiato.
Iniziò ad avvicinarsi fin quando i nostri nasi non si sfioravano. Smise di tamponarmi la ferita e, anche se la tentazione era forte, mi allontanai di colpo.

"Andiamo Golia" accarezzò il suo cavallo, ma prima di salirci prese la spada e tagliò la corda che mi teneva prigioniera.
"Adesso va e...spera solo che non ci rivedremo mai"
"E perché mai?"
"Perchè se mai ti rivedrò, vorrà dire che dovrò ucciderti..." spiegò abbassando il capo.
"Va adesso..." sussurro.
Gli rivolsi un ultimo sguardo e mi incamminai, senza mai voltarmi indietro.

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