Leo Valdez pt.2 (HoO)

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<<Sono meravigliata>> quasi gridai al gruppo di ragazzini riunito davanti a me, li vidi sorridere compiaciuti. Ci misero pochi secondi a passare dall'essere fieri all'essere confusi.
<<Meravigliata di come sia possibile che dopo due settimane passate a ripetervi le stesse cose, continuiate a sbagliarle!>> sobbalzarono non appena alzai la voce.
<<Siamo semplicemente stanchi di queste lezioni>> rispose stizzito uno di loro, suscitando una risatina generale.
Fissai il mio sguardo nel suo, lo mantenni li fisso mentre gettavo a terra la mia spada e la faretra che portavo sulla schiena, mentre mi avvicinavo a lui con passi fin troppo decisi, e anche quando lo vidi comprendere che non avrei lasciato correre quelle stupide parole.
<<Esci immediatamente dall'arena>> sbottai.
<<Come?>> aggrottò un sopracciglio, alcuni dei suoi compagni fecero qualche passo indietro.
<<Ho detto di uscire dall'arena, da oggi in poi non ti addestrerai più>> ne avevo abbastanza di quei mocciosi strafottenti, sopratutto quando avevo altre mille cose per la testa.
Qualcuno ebbe il coraggio di intervenire <<Non può smettere>> disse un'altra con voce tremante.
La squadrai << Questo non è un mio problema. Preferite uscire li fuori e farmi ammazzare per primi? accomodatevi pure , non sarò di certo io a fermarvi>> recuperai le mie cose e mi avviai verso l'entrata della struttura.
<<Aspetta! dove stai andando?>>
<<A riferire a Chirone quale sarà il gruppo che rimarrà qui a lucidare le armature durante la prossima caccia alla bandiera> giunsero fino a me i loro versi di disapprovazione, li ignorai.
Avrebbero imparato a portare rispetto.

Mi chiusi la porta della Casa grande alle spalle, sobbalzai non appena notai la presenza di qualcuno seduto su una delle sedie sistemate sul portico.
<<Non smetterai di allenarli vero?>>
<<No, ho solo chiesto->> mi fermai <<come fai a saperlo Valdez?>> lo interrogai avvicinandomi a braccia conserte, notai che era  sporco di fuliggine, probabilmente stava ancora lavorando alla sua nave.
<<Si da il caso che oggi stessi cercando qualcosa e qualcuno, e che casualmente io abbia sentito tutto>> ammise passandosi una mano dietro al collo. Il mio sguardo lo spronò ad andare  avanti.
<<Si da anche il caso che quel qualcosa fosse una spada, e che quel qualcuno fossi proprio tu>>
<<E perché cercavi me e un'arma?>>
<<Ho riflettuto sulle tue parole e hai ragione, non ci sarai sempre tu a difendermi>> quella consapevolezza mi ferì.
<<Vuoi che ti insegni a combattere?>>
<<Si, per favore>> lo squadrai per qualche secondo, lasciandolo sulle spine.
<<Ci vediamo dopo cena, non fare tardi Valdez>> detto questo proseguii per la mia strada, lasciandolo a gioire sul portico dell'enorme casa.

Estrassi la mia spada dalla guaina e presi a rigirarmela fra le mani, nel tentativo di distrarmi.
Da quando avevo lasciato il Bunker 9, diversi giorni prima, non avevo fatto altro che pensare e ripensare al fatto  che in poche settimane, Leo Valdez se ne sarebbe andato.
Sarebbe salito insieme ai suoi amici sulla nave da lui costruita con tanto impegno  e sarebbe partito alla ricerca di Percy Jackson , e io sarei rimasta al campo, completamente al corrente  del rischio di non poterlo più rivedere.
Questa consapevolezza era diventata ancora più dolorosa nel momento in cui mi ero resa conto dei sentimenti che provavo per il ragazzo, quelli che fino a poco tempo prima avevo scambiato per semplice affetto.
Proprio per questo stare in sua presenza mi risultava difficile, perché ogni volta che mi guardava non faceva altro che ricordarmi che quella sarebbe potuta essere una delle ultime volte che passavo con lui.
In quel momento fece il suo ingresso nell'arena, impacciato come suo solito, inciampando su alcune frecce lasciate a terra.
<<Fortuna che mi ero raccomandata di essere puntuale>> scherzai muovendo qualche passo nella sua direzione.
<<Beh ho avuto alcuni problemini>> si giustificò indicandosi la maglietta <<non trovavo nulla di comodo e di adatto da mettere>> ridacchiò imbarazzato.
Feci scorrere lo sguardo sulla sua figura tentando di non soffermarmi troppo sul come la sua abbronzatura fosse messa in risalto dalla maglietta bianca che aveva scelto di indossare, altrimenti non sarei più stata in grado di concentrarmi.
<<Va bene, prendi>> gli porsi una spada che avevo preso per lui prima che arrivasse, sorrisi quando la prese goffamente.
<<Cerca di non ferirti>> scherzai.
<<Si, ma se dovessi farlo ci sarai tu a salvarmi, non è forse così?>> ammiccò ironicamente, sperai che il buio nascondesse il rossore apparso sulle mie guance.
<<Iniziamo allora>>
Passai all'incirca dieci minuti a mostrargli le diverse posizioni che doveva assumere  per poter brandire correttamente l'arma, cercando anche di ignorare il suo sguardo bruciare su di me.
<<Bene, ora tocca a te>> strinse l'elsa della sua spada e si mise in posizione, aveva osservato bene, ma c'era comunque qualcosa da correggere.
<<Aspetta, così ti farai male >> si immobilizzò mentre mi avvicinavo, mi posizionai alle sue spalle e delicatamente gli posai una mano sulla schiena, così da sistemare la sua postura.
Si voltò verso di me, rabbrividì nel constatare quanta poca distanza ci fosse fra noi. Puntò il suo sguardo nel mio, restammo in silenzio per qualche secondo, decisi poi di interrompere quell'imbarazzo.
<<La tua nave é pronta?>> domandai, si voltò verso di me senza allontanarsi di un millimetro.
<<Quasi, ci sono ancora alcune cose da riguardare> spiegò.
<<Capisco, quindi partirete presto>> annuii mantenendo lo sguardo fisso nel suo.
<<E non immagini quanto questo mi addolori>> gli rivolsi uno sguardo interrogativo, non capivo.
<<Che intendi?>>
<<Aiuterò Annabeth a trovare il suo ragazzo, di questo non potrei essere più contento, ma a questo si sovrappone il dolore che proverò standoti lontano>>
<<Valdez ma che stai dicen->> non vidi il momento in cui lasciò cadere la sua spada, questo perché pochi secondi dopo premette le sue labbra sulle mie.
Mi immobilizzi per la sorpresa, ma non mi allontanai. Mi prese le mani tirandomi a se, e quando ci allontanammo entrambi senza respiro, mi sorrise.
<<Giuro che se potessi ti porterei con me, e non ti lascerei indifesa nemmeno per un secondo>>  ammise poggiando la sua fronte sulla mia.
<<Indifesa eh?>> ridacchiai portandolo a fare lo stesso.
<<Promettimi che tornerai da me>>
<<Lo giuro.>>

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