Capitolo 25

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"Ti prego aiutami, quale dei due preferisci?" lo forzai a scegliere il vestito che avrei dovuto indossare per la serata.
Mi era stata proposta una tranquilla passeggiata per le vie di Córdoba e come avrei potuto rifiutare?
"Metti quello rosso, mi fa impazzire come ti sta" baciò velocemente la mia bocca per poi sfilarmi quell'odioso maglioncino che da ore mi torturava tenendomi stretta e facendomi sudare.
"Se mi spogli così però" posai le mani sul suo petto, anch'esso nudo.
Fece scontrare ancora una volta le nostre labbra ma, nonostante desiderassi tutt'altro, mi staccai riprendendo a sistemarmi, non avrei perso l'opportunità di ammirare una meravigliosa città di un paese che non avevo mai visitato prima, soprattutto sapevo che di lì a breve i nostri accompagnatori sarebbero arrivati, fargli aspettare non era assolutamente tra i miei programmi.
Sciolsi la treccia che lasciò un fantastico effetto ai miei capelli facendoli sembrare più che naturali, passai un velo di mascara sulle ciglia completando il tutto con un rossetto in pendant con l'abito.
"Wow" sentii alle mie spalle mentre mi osservavo allo specchio stirando con le mani le pieghe formatesi sulla gonna.
"Wow?" ripetei interrogativa.
"Sei la cosa più bella che abbia mai visto" gli s'incrinò la voce.
"E sei mia" aggiunse sorridendo.
La fossetta.. quella maledetta fossetta!
Mi sciolsi all'istante, quanto amavo quell'uomo.
E glielo dissi, non potei farne a meno.
"Ti amo da impazzire" fu la sua risposta.
Evitai di baciarlo, la tinta labbra di Fenty non era no-trasfert, gli avrei lasciato una macchia enorme e ci avremmo messo ore per ripulirla.
Il suo telefono trillò.
"È Dol, sono qui ci aspettano in auto" proferì dopo aver letto il messaggio dalla schermata di blocco.
Annuii afferrando la borsetta adagiata sul letto che avevo sapientemente riempito con tutto il necessario, pesava anche abbastanza.
Mi prese la mano facendo intrecciare le nostre dita, lo guardai con occhi sognanti e lui fece lo stesso con me.
Per la seconda volta da quando ci conoscevamo lo vidi imbarazzato, ciò significava che aveva qualcosa da dirmi e per scoprirlo non potevo far altro che attendere.
"¡Qué guapos!" esclamò l'abuelita.
"Oh Angelina" la ringraziai a modo mio facendo il musicchio.
Subito intervenne Alicia e dopo numerosi complimenti ci lasciarono andare augurandoci una buona serata.
Amavo quelle donne, erano diventate la mia famiglia e non potevo desiderare famiglia migliore.
Mi avevano accolta, amata e facevano di tutto per prendersi cura di me, le parole non sarebbero mai bastate per ringraziarle.
"Ciao bellissimi, oggi guido io ma non spaventatevi, sono abbastanza brava" esclamò Dolores non appena ci accomodammo nei sedili posteriori dell'auto di suo fratello.
"Zio se mi distrugge la macchina ti prego, comprarmene una nuova" lo quasi supplicò Lautaro.
"Mi spiace, i miei soldi adesso saranno spesi esclusivamente per la mia madame, non più per voi marmocchi" portò un braccio intorno alle mie spalle stringendomi forte.
Posai la testa sul suo petto e mi ricordai di quella sera, la prima in cui usò quella parola insegnatali da Paul, la sera in cui mi dichiarò il suo amore, quella del nostro primo bacio.
Nell'abitacolo risuonavano le note di "Cómentale" di Ozuna ft. Akon, si cantava a squarciagola, ci si divertiva e dovetti ammettere che non mi sentivo così da tanto tanto tempo.
Non era la prima volta che io e Paulo ascoltavamo musica latina, in casa lo facevamo sempre, ballavamo come i pazzi, oppure la melodia era il sottofondo perfetto dei nostri momenti di passione.
Mi ritrovai con le gambe sopra le sue, ci guardammo e poco dopo interruppe il contatto visivo per dirigere le sue labbra sulla pelle sensibile del mio collo, non riuscii a trattenermi dall'ansimare e, nonostante lo feci flebilmente, se ne accorsero, grazie anche al gemito gutturale de mi hombre.
"Ehi voi due, capisco che qui dentro faccia caldo e che abbiate gli ormoni a mille ma non siete soli" ci ricordò il giovane.
Si scostò leggermente per poi sussurrarmi all'orecchio: "dopo continueremo, promesso" prendendo per un secondo il mio lobo tra i denti.
"Ah sobrino, quando troverai la donna che ti farà perdere la testa non riuscirai a starle lontano nemmeno un secondo, allora mi capirai" si rivolse al nipote e io, per l'ennesima volta, mi crogiolai nella soddisfazione che mi stava dando con quelle frasi.
"Mmh, vedremo. Piuttosto, Carolina com'è zio a letto? Si dà da fare?" domandò e in quel preciso instante spalancai gli occhi non sapendo assolutamente cosa dire.
Mio Dio, eccome se si dava da fare.
"Lau ma secondo te lei.." provò ad intervenire il mio lui ma lo bloccai posando una mano sul suo bicipite.
"Sì, tuo zio è molto bravo, te lo posso assicurare" risposi sorridente.
Avrebbe avuto senso mentire?
"Voi che siete così professional me la date qualche tip? Tipo sulle posizioni, sui giochi di ruolo.." tentò ancora il ragazzo facendomi ridere.
"Adesso vuoi sapere troppo, cerca su internet e troverai le tue tips!" esclamò frustrato Paulo.
Evidentemente non gli piaceva parlare della sua vita sessuale, non piaceva nemmeno a me ma ogni tanto ci stava stuzzicare i giovanotti ancora totalmente inesperti.
"Non abbiamo mai fatto i giochi di ruolo io e te" parlai piano per non farmi sentire, con una voce altamente sexy.
"Ti prego, non ti ci mettere anche tu" disse esasperato.
"Gente siamo arrivati, vi lasciamo qui, noi andiamo ad una festa, passeremo più tardi a prendervi" la ragazza frenò di colpo facendoci sobbalzare dallo spavento.
"Va bene, per favore non fumate e non ubriacatevi, almeno uno dei due" gli ammonì lo zio.
Salutai i due ragazzi scendendo per poi dirigermi immediatamente dal mio meraviglioso uomo.
"Faranno un macello" aggrottò la fronte quando gli vide ripartire a tutta velocità.
"Lascia che si divertano ora che possono, nessuna responsabilità, solo tanta voglia di fare baldoria" gli riportai alla mente il suo passato che, come il mio, era stato stra colmo di sacrifici per arrivare dove si voleva essere.
"Dovremmo prenderci una vacanza" infilò le mani in tasca.
"Questa è una vacanza" gli feci notare.
Che stavamo facendo lì sennò?
"Intendo una vacanza lontano da tutti, nessuno che ci conosca, solo io e te" mi abbracciò.
Per un attimo ci pensai seriamente, sarebbe stato fantastico.
"Irlanda" mi uscii di punto in bianco dalla bocca.
"Cosa?" chiese allentandosi.
"Andiamo in Irlanda" saltellai sul posto fomentata.
Mi guardò stranito.
"Perché proprio lì?" incrocio le braccia al petto.
"Non lo so, ci sono sempre voluta andare, sarebbe bellissimo, poi è un posto in cui nessuno ti distingue da una semplicissima persona qualsiasi" tentavo di convincerlo con tutte le mie forze.
"Carolina, sono Paulo Dybala" mi rammentò.
"Lo so chi sei ma se ti chiedessi di andare a Forte dei Marmi o a Gallipoli saresti molto più acclamato che a Dublino" avevo ragione e lo sapeva benissimo.
Ci rifletté qualche secondo.
"Va bene, dopo i mondiali dritti in Irlanda" sorrise.
Urlai battendo le mani al settimo cielo.
"Ti amo" mi fiondai su di lui baciandolo.
"Ti amo Nena, questo ed altro per renderti così felice"

Joya💎 ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now