Capitolo 45

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Mi guardai allo specchio, il vestito che mi aveva regalato era magnifico, il blu scuro risaltava perfettamente sulla mia carnagione e gli strass presenti sull'intera lunghezza facevano brillare le mie pupille scure.
Mi sentivo veramente bella e capitata davvero poche volte, era soltanto merito suo.
"Hermosa" mi voltai e lo vidi, era stupendo nel suo completo con le Alexander McQueen ai piedi e le mani in tasca.
Avevo sentito le chiavi girare nella serratura pochi minuti prima, poi il tintinnio quando le aveva poggiate nello svuota tasche sul mobile dell'ingresso e il parquet scricchiolare mentre si dirigeva da me.
"Mi amor, te gusta?" feci un giro su me stessa fer farglielo vedere meglio.
Un sorrisetto spuntò sul suo viso e gli occhi si fecero di un verde più limpido.
"Che c'è?" domandai ridacchiando.
"Sei.. quando parli spagnolo mi piaci da impazzire e.. wow.. ti giuro non so cos'altro dire, sei semplicemente splendida" si grattò il mento e poi la nuca.
"Hai già detto tutto" posai lo sguardo sulla lettera ancora adagiata sul materasso dove l'avevo lasciata non molto tempo prima.
"Davvero Paulo, io non so come ringraziarti. E non dirmi che non devo perché tu non hai idea di quanto significhi tutto questo per me. Non sono brava nemmeno io con le parole, lo sai, non sono mai stata capace di spiegarti o raccontarti i miei problemi ma sto iniziando a provarci, per te, per noi" mi avvicinai e lo strinsi forte tra le mie braccia.
Mi era mancato il suo profumo anche se erano passate solo un paio d'ore.
"Ci tengo da morire a te e ho paura di perderti" mi sussurrò all'orecchio.
Mi fece emozionare, sia per le parole che per il modo in cui mi stringeva.
"Non me ne vado, non me ne andrò mai, lo hai detto tu stesso, torno sempre" lo rassicurai.
"Al final somos siempre nos" gli ricordai.
Forse dovevamo dircelo più spesso, ne avevamo bisogno.
Mi venne un lampo di genio e lui ovviamente se ne accorse subito.
"Nena?" si scostò leggermente per guardarmi in faccia.
Gli spiegai quello che avevo in mente, ci trovammo d'accordo e senza pensarci due volte afferrò il cellulare e fece partire la chiamata.
Forse stavamo per fare la più grande stupidaggine della nostra vita ma anche se un giorno la nostra storia sarebbe finita, nonostante avessi seri dubbi che potesse succedere, non ce ne saremmo pentiti perché tutto quello che c'era tra di noi era assolutamente vero, puro.
"Domattina alle 11. Io ho la giornata libera e chiederò ad Andrea di darla anche a te" mi baciò la fronte, era super gasato e lo ero anch'io.
Per una volta m'importava poco delle conseguenze, era giunto il momento di non pensarci.
Infondo un passo dovevo farlo, ero stanca della staticità della mia vita, era ora di far muovere un po' quella linea costantemente piatta.
"Nena, adesso però mi sa che dobbiamo andare, siamo già in ritardo" mi ricordò.
Oh diamine, la festa! Ero così presa da tutto il resto che l'avevo scordato.
Scendemmo giù di corsa ridendo come gli scemi, ignorammo totalmente il portinaio ed entrammo in auto.
Circa una mezz'oretta dopo eravamo davanti al locale di Claudio e, con mia grande sorpresa, lo trovammo insieme a sua moglie e i pargoletti davanti la porta ad aspettarci.
"Roby" corsi ad abbracciarla mentre Paulo si fermò a fare due chiacchere con l'ex numero 8.
"Scusa, non vieni a salutare anche me?" mi reclamò suo marito e, ovviamente, andai a stringere forte anche lui.
Iniziava già a mancarmi nonostante avesse deciso da poco di lasciare la Juventus, d'altronde lo capivo, aveva subito pesanti infortuni e non era più quello di una volta, avrei avuto sempre nostalgia di lui che era come un padre per me, la mia guida.
"Quanto siamo sexy questa sera, chissà che combinerete dopo tu e Paulo" mi sussurrò ma, nonostante ciò, i bambini ci sentirono e immediatamente si tapparono le orecchie.
Poveri, non volevo traumatizzargli, anche se aveva fatto tutto Claudio.
"In realtà nulla, I'm on my period so.." mi uscii spontaneamente in inglese perché dirlo in italiano m'imbarazzava troppo.
Ovviamente il mio lui non aveva capito una ceppa visto che l'unica cosa che comprendeva in quella lingua a lui totalmente sconosciuta era "Hello", e forse nemmeno.
Avrebbe dovuto impararlo, gli sarebbe tornato utile dato il suo lavoro, non è che noi giornalisti dobbiamo conoscere tutte le lingue del mondo, potrebbero pur mettersi d'impegno e fare qualcosa loro.
"E questi piccoletti chi sono?" m'inginocchiai davanti ai due biondini che non avevo ancora mai avuto modo di conoscere prima.
"Forza bambini, presentatevi" gl'invitò loro madre.
"Ciao, io mi chiamo Leonardo e ho 6 anni" si avvicinò il più piccolino con un sorriso smagliante e mi porse la mano.
"Oh, ma sei un signorino" gliela strinsi facendogli poi un buffetto sulla guancia.
Titubante poi il suo fratellino s'incammino nella mia direzione con la testa bassa e pieno di vergogna mi disse: "Sono Davide, 9 anni e volevo dirti che sei davvero bellissima".
La mia faccia era un misto di stupore e gratitudine che presto fecero lucidare i miei occhi.
"Grazie, sei davvero molto gentile" mi lasciò un bacio sulla guancia e poi scappò tra le braccia di Roberta che mi fece un occhiolino.
"Tu sei l'amica di papà che scrive sul giornale e parla alla tv?" mi domandò il minore dei due.
"Sì, sono proprio io. Mi chiamo Carolina" mi tirai su visto che le gambe iniziavano a farmi male.
"E sei la fidanzata dello zio Paulo?" chiese ancora.
"Esatto, è la mia ragazza" rispose lui per me avvolgendo il braccio intorno ai miei fianchi attirandomi a sé.
"Non vedo l'ora che mi facciate un cuginetto, così posso giocarci tutto il tempo insieme a Edin" saltellò contento facendo riferimento al figlio di Mira.
Rimanemmo entrambi a bocca aperta, era come se il destino ci ricordasse continuamente ciò che non potevamo avere.
"Leo" lo rimproverarono i suoi genitori ma subito scossi la testa facendogli capire che andava tutto bene.
Era solo un bambino innocente, non aveva alcuna colpa.
Dopo qualche altra chiacchera al fresco delle serate Torinesi in agosto entrammo nel locale e rimasi sorpresa quando mi accorsi che c'erano davvero tutti, anche Cristiano e Georgina con i loro bimbi che erano di una dolcezza incredibile.
Quando vennero a salutarmi e augurarmi buon compleanno ero palesemente emozionata, erano così carini, tutto il contrario di quello che si diceva sul web, ed era proprio per quel motivo che avevo deciso di fare la giornalista nella vita, volevo che tutti i gossip infondati cessassero e trasparisse solo la verità.
Non a caso avevo scelto di fare subito il colloquio con la Juventus, oltre al fatto che era il sogno della mia vita, ero certa che loro mi avrebbero permesso di spiegare gli eventi con estrema chiarezza, infatti non mi sbagliavo.
Passammo davvero una bella serata, forse alzai anche un po' troppo il gomito ma era il mio momento e volevo godermelo al 100%.
Ballarono tutti quando Juan Cuadrado fece partire la musica latina e non mancammo io e Paulo che entrammo in pista e ci scatenammo, fu meraviglioso.
Arrivato il momento della torta ne venne portata una rossa e oro, i colori tema della giornata, a due piani, era magnifica, non avrei potuto chiedere di meglio.
Rientrammo in casa ridendo come quando eravamo usciti, tolsi le scarpe e collassai definitivamente sul divano.
"Non ero così felice da moltissimo tempo!" esclamai allargando le braccia.
"Mi fa piacere che ti sia divertita" si accomodò accanto a me slacciando la cravatta e gettandola in un punto indefinito della stanza.
L'avremmo trovata e messa a posto il giorno seguente.
"Abbiamo sconvolto gli equilibri del locale, povero Claudietto" ridacchiai girandomi a guardarlo negli occhi.
"Fidati che lui è quello che è stato meglio" si avvicinò baciandomi una spalla.
"Grazie Paulo, mi stai facendo vivere un sogno" improvvisamente mi feci più seria.
Avevo così tante cose da dirgli ma non riuscivo a spiaccicare parola quando lo avevo davanti.
"Non ringraziarmi, semplicemente ti amo e per te farei e rinuncerei a qualsiasi cosa" non mi diede il tempo di rispondere che le sue labbra furono subito sopra le mie.
Ero la persona più fortunata al mondo, passata dal non avere niente ad avere tutto.
C'è sempre speranza.

Joya💎 ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now