Capitolo 9

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Una volta schiarite le idee tornai in camera dove non trovai nessuno.
Diedi le spalle alla porta rivolgendo lo sguardo al letto, non poteva essere andato veramente a dormire sul divano.
Mi girai intenta a dirigermi in salotto per controllare ma andai a sbattere contro il petto di Paulo che era appena entrato, così silenziosamente da non farmene accorgere.
Il suo peso e la sua altezza mi sovrastarono facendomi atterrare di schiena sul materasso con lui sopra di me.
Potevo sentire il suo cuore accelerare di secondo in secondo mentre i nostri respiri s'intrecciavano.
Le sue iridi fisse nelle mie a chiedermi il consenso per poter far scontrare le nostre labbra, riuscivo a percepire il suo bisogno e lui il mio.
Stavo per cedere ma quando si avvicinò ancora girai istintivamente la testa, per quanto lo volessi aveva una ragazza e io non ero disposta ad essere l'amante di nessuno.
Sì, era proprio così che iniziavo a sentirmi.
"Perché?" domandò allontanandosi leggermente.
"Non è corretto nei confronti di Antonella e sinceramente non capisco che ti prenda" mi spostai mettendomi seduta in un angolino con le gambe incrociate.
"Non lo so nemmeno io, quando sono con te non riesco a controllarmi" si portò una mano tra i capelli sbuffando.
"È che, non credo di aver mai provato questo, non riesco nemmeno a spiegarlo. Sei incantevole, intelligente, mi hai attirato da subito" continuò.
"Non è comunque giusto" ripetei piegando le gambe e prendendole tra le braccia.
"Lo so, non sto cercando di giustificare la cosa, voglio solo farti capire quello che sento, se vuoi" si avvicinò sedendosi di fronte a me.
Annuii invitandolo a parlare.
"In tutta la mia vita non credo di essere mai stato interessato davvero ad una ragazza, nel senso che sono state sempre loro a cercarmi e non il contrario. Con te è stato diverso dall'inizio, impossibile non notarti, sei davvero bella, poi quando inizi a parlare fai capire di essere di fronte ad una ragazza che sa come affrontare la vita e, fattelo dire, anche se ti conosco da poco sei davvero una persona stupenda e se n'è accorto anche il presidente" disse tutto d'un fiato fermandosi però di tanto in tanto per capire come impostare la frase.
Sorrisi ai suoi complimenti, era così spontaneo e la cosa mi faceva impazzire, in senso positivo.
Il cuore continuava a martellarmi nel petto ed ero abbastanza sicura di avere le gote estremamente rosse poiché mi pareva di star andando in fiamme.
"Non dici nulla?" chiese dopo un paio di minuti di silenzio.
"Sinceramente non trovo le parole giuste, innanzitutto per esprimere la mia gratitudine nei tuoi confronti e successivamente per spiegarti cosa provo per te" risposi.
"Tu parla e basta, come ho fatto io" ridacchiò facendomi sorridere nuovamente.
"Hai la risata contagiosa!" esclamai.
"Ti ringrazio per le belle parole, sono diventata un pomodoro intanto ma avrai già notato che arrossisco spesso. Sarò completamente sincera, pian piano ho iniziato a nutrire dei sentimenti per te, non è stato immediato perché eri praticamente il mio idolo e all'inizio mi sembrava tutto un sogno e anche abbastanza strano. Quando ho capito di voler conoscere Paulo, il ragazzino di Laguna Larga, e non Dybala la Joya della Juventus mi sono spaventata. Avevo paura di non essere ricambiata vista la situazione con Antonella che mi pareva essere abbastanza stabile e anche di rovinare l'amicizia che si era creata tra noi due" buttai fuori tutto quello che trattenevo ormai da settimane.
Il mio discorso lo colpì facendogli abbassare la testa, probabilmente per non mostrare al 100% le sue emozioni del momento.
Alzò nuovamente lo sguardo su di me aprendo le braccia e invitandomi ad andare verso di lui.
Arrivai al suo fianco gattonando sul materasso per poi essere attirata in un forte abbraccio.
"Non voglio andare a letto con te Caro, mi dispiace che tu l'abbia pensato, per me vali molto di più di una semplice scopata" disse accarezzandomi la schiena.
In realtà non mi era minimante sfiorato il pensiero che quelle fossero le sue intenzioni ma all'udire quella frase mi sentii finalmente importante per qualcuno.
"Ho bisogno di provarci con te Carolina ma devi fidarti di me e promettermi di non avere paura" mi sussurrò mentre ero ancora tra le sue braccia.
"Non so se posso" per natura non ero una che se ne stava tranquilla ignorando le cose.
"Qual è il problema?" domandò.
"Hai una ragazza e non mi va bene che tu debba frequentare me mentre sei impegnato con lei" glielo ribadii nuovamente.
Sospirò.
"Voglio conoscerti al 100% ma non posso mandare tutto all'aria da un giorno all'altro. Ti giuro che lo farò presto ma nel frattempo non voglio perdere tempo con te" mi spiegò.
Aveva ragione, non poteva bruciare le tappe anche perché la poveretta non se lo sarebbe spiegato.
"Va bene Paulo" acconsentii a quella che mi sembrava la cosa più stupida che potessi mai fare.
Sorrise stringendomi ancora più forte.
"Posso dartelo un bacio?" mi guardò dritta negli occhi.
Come avrei potuto dire di no?
Mi spostai mettendomi davanti a lui, portai le braccia dietro al suo collo e posai le labbra sopra le sue molto delicatamente.
Fu un bacio davvero casto che non durò più di qualche secondo.
Mi staccai da lui prendendo posto sul lato sinistro del letto.
"Buona notte Dybala" dissi sorridente anche se non poteva vedermi visto che gli avevo appena dato le spalle.
"Buona notte Nena" rispose spegnendo la luce.
Fu con il ricordo della sua voce mentre pronunciava quella meravigliosa parola che mi addormentai serenamente.
Una mano che mi accarezzava piano i capelli mi fece schiudere le palpebre, era lui.
"Ehi" mi sorrise.
"B..buongiorno" balbettai sbattendo gli occhi che bruciavano un po' a causa dell'imminente passaggio dal buio alla luce che entrava attraverso le tende bianche.
"Sei così carina" osservò dopo avermi scrutata.
"Non farmi arrossire di prima mattina" mi coprii la faccia con il lenzuolo di seta grigia.
Ridacchiò e wow, era meraviglioso sentire la sua risata con il tono da appena sveglio, era più profonda e mi fece venire le farfalle nello stomaco.
Okay, probabilmente sembrerò patetica ma nonostante avessi 23 anni mi sentivo una sedicenne alle prese con la sua prima relazione.
Forse questo scaturiva dal fatto che nella mia vita amorosa nulla era andato secondo i piani della natura.
Il mio stomaco iniziò a brontolare.
"Hai fame?" chiese immediatamente il ragazzo steso al mio fianco che mi guardava con occhi dolci.
Annuii.
"Cosa vuoi mangiare? Io ho le mie barrette dietetiche e di solito Anto non fa mai colazione qui. Scendo a prenderti una brioche oppure preferisci..." lo interruppi.
"Un caffè è perfetto" sorrisi.
"In realtà non uso il caffè, bevo il Mate" si grattò la nuca.
"Va benissimo quello" gli lasciai un bacio sulla guancia per poi alzarmi.
"Dove vai?" chiese confuso.
"Devo fare pipì, vuoi seguirmi anche in bagno?" alzai ironicamente un sopracciglio.
Scosse la testa e andò via dirigendosi, probabilmente, in cucina.
Dopo aver fatto i miei bisogni ed essermi sciacquata il viso lo raggiunsi.
Era seduto ad uno sgabello con la tazza in mano e proprio di fronte ce n'era posizionata un'altra che supposi essere per me.
Sbadigliai un paio di volte prima di prendere posto.
"Questo sveglia e dà energia?" domandai.
"A me sì" rispose prendendone un sorso.
Decisi di imitarlo, tra l'altro non potei fare a meno di notare quanto fosse carina la cannuccia lilla che aveva scelto per me inconsapevole che fosse il mio colore preferito.
"Mmh" era davvero buono.
"Te gusta?" amavo quando mi parlava in spagnolo.
"Muchísimo" dissi facendolo sorridere.
Era tutto così perfetto che mi sarei voluta svegliare in quel modo tutto i giorni per il resto della mia vita.

Joya💎 ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now