Capitolo 54

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15 novembre 2018

"La smetti di tremare?" mi riprese.
Come potevo? Come potevo smettere?
No, era impossibile.
Giocherellavo freneticamente con gli anelli alle dita, guardai l'orologio che portavo al polso e subito dopo quello sulla parete per constatare che segnassero la stessa ora.
Attendevo quel messaggio con tantissima ansia, doveva essere tutto perfetto.
Ad un certo punto lo schermò s'illuminò e un istante dopo il suono di una notifica mi fece trasalire ma no, non era quella che stavo aspettando.
Sbuffai.
"Ma come fai ad essere così agitata? È solo una torta" mi fece notare la mia amica.
"Solo una torta che per me significa tutto" l'ammonii.
Come poteva essere così superficiale?
Decisi di sedermi sul divano dopo avergli lanciato un'occhiataccia.
Era un giorno speciale, il giorno del suo compleanno, e visto che eravamo così lontani avevo organizzato una piccolissima sorpresa per lui, niente in confronto a quello che avevo in mente.
Mi ero fatta aiutare da Andrea che aveva contattato Gustavo soltanto perché io ero troppo timida per chiamare quello che ormai potevo definire mio cognato, lui a sua volta si era impegnato affinché lo staff della Nazionale Argentina facesse tutto quello che gli avevamo richiesto.
Erano le 15 in Italia, dunque le 11 del mattino in Argentina, possibile che non si fosse ancora svegliato?
Sospirai buttando la testa all'indietro, e se non gli fosse piaciuto? Se era troppo semplice e banale rispetto alle sue aspettative? Perché per forza si aspettava qualcosa.
Già di solito ero totalmente paranoica ma mai come quel pomeriggio, doveva andare bene, per forza, ci tenevo troppo.
Ad un certo punto lo smartphone suonò di nuovo, un messaggio da un numero che avevo memorizzato come "Selección" e poi quella meravigliosa foto che mi fece sciogliere il cuore.
Il mio amore con un sorriso smagliante, in camera, davanti ad un carrello con al di sopra una torta ricoperta di panna e alcune fragole in cima.
Era bellissimo.
Subito dopo ne arrivò un'altra che lo raffigurava chino per leggere cosa avessero fatto con il cioccolato in superficie, forse si aspettava un disegno, oppure il numero dei suoi anni ma no.
"Feliz cumple amor de mi vida" ecco cosa avevo fatto scrivere.
Inoltre, nel caso non si capisse fossi io, gli avevo fatto recapitare un biglietto dove c'erano impresse poche frasi ma che per me significavano tutto, e speravo vivamente sarebbe stato così anche per lui.
Mentre ero ancora con il sorriso stampato in faccia, fotocopia del suo, mi squillò il cellulare tra le mani, una chiamata FaceTime e mi mancò il respiro quando lessi "Paulo ♡".
Premetti immediatamente il pulsante verde e ciò che si palesò davanti ai miei occhi non poté che commuovermi: lui con il naso bianco, sporco di panna e gli occhi lucidi.
"Niño" lo richiamai quasi più emozionata di lui.
"Nena" mi salutò asciugando una lacrima che intanto era scesa lungo la sua guancia.
"Sei felice mi amor?" gli chiedi ridacchiando.
"Scherzi? Sono al settimo cielo! Vorrei prenderti e baciarti, chissà cosa succederebbe se fossi lì" e il mio cuore perse un battito.
Mi mancava da impazzire.
"Ti è piaciuta la sorpresa?" chiesi ancora non sapendo cosa dire, come esprimermi.
Mi mancavano le parole, quando mai a me erano mancate...
"È il regalo più bello che abbia mai ricevuto, ti ringrazio tantissimo, grazie a questo riesco a sentirti vicina, quasi posso assaporare le tue labbra o annusare i tuoi capelli al profumo di Argan" era sincero, riuscivo a percepire il velo di emozione e stupore segnare la sua voce di tanto in tanto.
Poi notai la busta rossa accanto a lui, sul materasso.
"Non l'hai letta?" cercai d'indicarla con lo sguardo.
"Volevo farlo insieme a te" l'afferrò tra le mani e finalmente l'aprì.
Mi guardò, sapevo cosa stesse pensando, rosso ed oro, gli stessi colori che lui aveva usato per me.
"Vado?" domandò e con un cenno del capo gli feci capire che poteva iniziare.
Intanto Giovanna mi aveva salutato con una mano, stava andando a lavoro e io da quel momento ero completamente sola in casa sua, sola con il mio Paulo al telefono.
"Non posso scriverti una lettera perché in confronto a quella che hai scritto tu sarebbe insignificante, voglio soltanto dirti che sono qui con te e che non me ne andrò mai, smettila di avere paura perché non ti lascerò da solo.
Saremo sempre io e te, combatteremo insieme contro tutto e tutti.
Feliz cumple mi amor, ti amo da impazzire!
Tua amata, Caro"
Semplici concetti pieni di significato.
Mi ricordavo ancora il momento in cui avevo composto quelle frasi, ero nel mio ufficio con le gambe sopra la scrivania.
Non volevo esagerare ma non volevo nemmeno essere superficiale, alla fine avevo scelto le parole giuste e me ne accorsi proprio in quel momento.
Le sue mani tremanti tanto quanto le sue labbra, il sorriso flebile, spontaneo, e gli occhi che riuscivano a penetrarmi l'anima anche attraverso uno schermo.
"Non so cosa di.." iniziò.
"Nulla, non dire nulla" lo fermai.
Restammo per una buona mezz'ora a fissarci, a parlarci con lo sguardo finché non esordì con:
"Non lasciarmi ti prego, non lasciarmi mai, non farlo".
"Non ho intenzione di lasciarti stupidello, insomma, siamo una famiglia, sei la mia famiglia" sorrisi talmente tanto da far addirittura uscire una piccola fossetta che non sapevo nemmeno di possedere.
"Sei meravigliosa, lo sai?" piegò la testa di lato come a scrutarmi meglio.
"Modestamente si, ho messo questo bel vestito per te, però con gli anfibi, senza tacchi" precisai.
Altrimenti probabilmente sarei morta.
"Piuttosto" posai il telefono sul tavolo e mi alzai.
"È nuovo, ti piace?" feci un giro su me stessa per fargli vedere meglio il mio Versace acquistato il giorno prima.
Accidentalmente si alzò la gonna e proprio in quel momento varcò la porta della sua stanza Gonzalo Higuaín.
"Wow, io volevo solo salutare Carolina non pensavo steste facendo.. beh.. okay me ne vado" arretrò e fece per uscire
"Mi manchi Pipa" urlai per farmi sentire.
"Anche tu ma temo che non ti guarderò più con gli stessi occhi" esclamò lui e Paulo, alquanto sconcertato, gli lanciò un cuscino riuscendo a prenderlo in pieno prima che abbandonasse l'abitacolo.
Ridacchiai sedendomi nuovamente e riportando l'attenzione sul mio volto piuttosto che sul mio corpo.
"Tu sei stupida" proferì.
"Non mi hai risposto comunque" gli feci notare.
"Sei bellissima, c'è bisogno che ti dica che lo sei anche con un sacchetto dell'immondizia in testa?" domandò.
"Ti amo" gli mandai un bacino con le labbra.
"Ti amo anche io" fece lo stesso.
Poi improvvisamente: "Caro, posso chiederti una cosa?"
Annuii.
"Ora che usi la pillola, in teoria noi potremmo fare l'amore senza usare il preservativo, giusto?" fu un po' titubante, forse era da un po' che voleva domandarlo ma non trovava il coraggio.
L'amore, non sesso.
"Sì, ma non ci protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili" non che non mi fidassi di lui, ma eran cose da tenere in conto.
"Potremmo fare dei test magari? Anche perché se vogliamo avere dei figli più in là dobbiamo fare senza.." anche lui aveva ragione.
"Va bene, quando torni facciamo tutto il necessario, non preoccuparti" sorrisi.
Era bello che le nostre discussioni fossero diventate così tranquille e che non dovessimo litigate per tutto, continuamente.
Il nostro rapporto era pace e tranquillità e sinceramente non avrei potuto chiedere di meglio.
Squillò il telefono fisso della sua camera.
"Cavolo è tardi! Mi dispiace dover chiudere qui Nena ma devo andare ad allenarmi" fece il musicchio triste.
Era così tenero.
"Tranquillo niño, buon allenamento allora e ancora buon compleanno, sei la mia intera vita" lo rassicurai con un occhiolino.
"Grazie per tutto, davvero, non so cosa farei senza di te. Ci vediamo dopodomani" ci salutammo e chiuse.
Dopodomani.
Dopodomani lo avrei potuto avere di nuovo tutto per me.
Oddio, solo due giorni, dovevo affettarmi ad organizzare la sua sorpresa, quella vera.








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In tutto il suo splendore♥️

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Joya💎 ||Paulo DybalaWhere stories live. Discover now