Capitolo 57

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E fu così che la mattina del 27 dicembre dopo aver compilato tutte le scartoffie necessarie annunciammo nella sala conferenze che:
"La signorina Carolina Ferrari, oltre che ricoprire il ruolo di giornalista ufficiale della JuventusFC come da un anno a questa parte, intraprenderà la carriera da manager iniziando a rappresentare il nostro numero 10" .
Furono quelle le parole esatte del Presidente e chiaramente, com'era giusto che fosse, i giornalisti si scatenarono con le domande.
"Si, però facciamo in fretta, abbiamo un aereo da prendere" fece presente a tutti Paulo.
Sorrisi, era in pausa fino al 2 gennaio e avevamo deciso di goderci quei pochi giorni alle Seychelles, giusto per smorzare un po' la solita monotonia.
Non avremmo fatto granché, anzi tutto il contrario, ci saremmo semplicemente beati del caldo e del mare, niente feste, niente di too much.
Solo io, lui e la spiaggia.
Ne avevo veramente bisogno, di un momento di pausa che m'impedisse di attivare la mente e di conseguenza riempirla di pensieri.
"Fabio Caressa da Sky sport" bene, era il momento.
"Salve, questa decisione dipende dalla vostra relazione personale al di fuori della vita professionale? E se le due cose non sono collegate, avete tenuto conto del fatto che inevitabilmente s'intrecceranno?" domandò.
Iniziavamo col botto.
Me lo aspettavo, era palese lanciassero frecciatine al riguardo.
"No, ho scelto lei perché conosco i suoi studi e la sua preparazione indipendentemente da quello che siamo al di fuori della società, non mi fiderei di nessun altro" rispose lui per primo.
"Esattamente, il nostro rapporto non ha nulla a che vedere con tutto questo" aggiunsi.
E poi, come fosse nulla, lanciarono la bomba:
"Ci sono alcune indiscrezioni in giro come saprete, parlano di un presunto tradimento del signor Dybala, vi vediamo diversi dal solito, più freddi, c'entra Oriana? Perché in tal caso si spiegherebbe questa presa di posizione che non si aspettava nessuno, non è nemmeno la prima volta che accade una cosa del genere"
Davano tutto per scontato, come se quelle fossero parole sante.
"La vera domanda qual è?" mi girai un po' stizzita dalla situazione che si stava venendo a creare.
"Siete ancora una coppia oppure adesso esistono i Dybatini?" ecco..
Io non avevo ancora avuto modo di metabolizzare ma loro per elaborare addirittura una ship si.
"Non credo di dover dare spiegazioni riguardanti la mia vita personale, dal primo giorno in cui ho messo piede qui dentro ci ho tenuto a tenere distanti le due cose. Posso comprendere che essere la ragazza della Joya sia una grande responsabilità, ne sono sempre stata consapevole, ma arrivare a questo livello oltre che una mancanza di rispetto nei miei confronti lo è anche in quello dell'altra ragazza che avete noncurantemente nominato dato che anch'essa è in una relazione stabile da circa due anni. Mettere in giro gossip da fonti poco attendibili non fa altro che farvi fare brutte figure quando poi viene smentito tutto quindi, vi prego, di non farne più sul mio conto perché il prossimo passo non sarà una ramanzina ma una querela" mi alzai di scatto non volendo più rispondere assolutamente a nulla.
Paulo fece lo stesso, mi afferrò la mano e, solo dopo averne baciato il dorso, dando l'ennesima conferma di cui a quanto pare necessitava il mondo intero, abbandonammo la sala dirigendoci immediatamente all'auto che ci avrebbe portato in aeroporto.
Dodici ore dopo atterrammo a Mahé e per quella giornata ci limitammo a stenderci nel letto e parlare.
"Sei stanca?" chiese girandosi verso di me iniziando ad accarezzarmi il braccio.
"Si un sacco, mi sento a pezzi" sospirai avvicinandomi un po' di più a lui.
"Quando torniamo abbiamo una marea di cose da fare" mi fece notare.
"Oh no, siamo venuti qui per non pensarci, concentrati su altro" lo rimproverai.
"Mmh, e su cosa?" si alzò su un gomito.
"Per esempio sull'abbracciarmi e farmi tantiiissime le coccole" sorrisi enfatizzando la vocale.
Lo vidi alzare gli occhi al cielo ma poi aprì il braccio e mi ci accoccolai immediatamente.
Lo amavo così tanto, nonostante preferisse tenersi attivo piuttosto che stare lì a perdere tempo, cosa che odiava, lo stava facendo solo e soltanto per me.
"Ti hanno dato fastidio?" chiese improvvisamente.
"Che cosa?" non riuscivo davvero a capire.
"Le loro parole, ti hanno dato fastidio?" mi strinse ancora un po' a sé.
"Si, abbastanza" sospirai.
Non ne avevo fatto parola ma lui come sempre aveva capito che c'era qualcosa che mi tormentava.
"Vuoi parlarne?" azzardò e per la prima volta dissi di sì.
Lo sapeva, non ero solita rispondere a quella domanda, semplicemente perché se avessi voluto lo avrei già fatto di mia spontanea volontà, ma quella volta era diverso, mi stavo tenendo tutto dentro solo per non dargli un peso, inevitabilmente si sarebbe sentito in colpa dato che mi aveva messo lui in quella posizione e avrebbe creduto di non essere in grado di proteggermi come aveva promesso.
"Sai, dal primo giorno ti ho sempre detto che non volevo entrare nel merito e soprattutto non volevo essere in mezzo ai pettegolezzi ma poi con il tempo ho capito che fosse praticamente impossibile. Devo essere sincera, questa cosa non mi ha mai fatto paura perché c'eri tu al mio fianco, ma quando ci sono di mezzo altre persone non si sa mai cosa può succedere perché non le possiamo prevedere" alzai la testa per guardarlo negli occhi.
"Ti riferisci a Ori?" annuii.
"Hai paura che faccia qualcosa?" domandò poi.
"Si, che rilasci interviste e riporti a galla tutto, magari anche tra un po' di tempo, come ha fatto Antonella a Pomeriggio 5. Non tutti riescono a tenere a bada la tentazione, alcuni cedono, e Nahuel non può salvarci sempre da queste situazioni" gli feci presente.
Non la conoscevo, non potevo giudicarla e mai mi sarei permessa ma sempre meglio prevenire che curare.
"Posso parlarle" disse e poi silenzio, da parte di entrambi.
E ci addormentammo così, l'uno tra le braccia dell'altro, i nostri battiti si sincronizzarono così come i nostri respiri, amavo averlo così vicino.
Per la prima volta non mi svegliai con il suono fastidioso della suoneria iPhone ma bensì con un rumore non esageratamente forte ma abbastanza da strapparmi via dalle braccia di Morfeo.
"Joder!" lo sentì esclamare e mi venne da ridere.
"Sei un imbranato" sussurrai biascicando.
Aprii lentamente gli occhi per non rimanere accecata e lo vidi davanti alla porta finestra mentre si girava di scatto nella mia direzione.
"Nena, scusami, volevo andare a fare un bagno in piscina, non intendevo far casino, solo che questa cosa qui non si apriva e.." stava parlando troppo per i miei gusti.
"Okay va bene, ora lasciami in pace" mi voltai dandogli le spalle.
Poi realizzai..
"In che senso volevi farti il bagno senza di me? Lo prendo come un insulto" scattai in piedi e lui, giustamente, mi guardò un po' perplesso.
"Io non.." provò ma come al solito lo stoppai.
"Basta mi sono offesa" incrociai le braccia al petto.
Un bagliore, come un lampo, nei suoi occhi, poi si mosse a passi svelti verso di me, mi afferrò per i fianchi e mi ritrovai sulla sua spalla con il sedere all'aria.
"Paulo" lo richiamai.
"Paulo che cazzo fai!" esclamai quando mi accorsi che stessimo uscendo in giardino.
"Così la smetti di lamentarti" si avviò alla vasca piena d'acqua.
No.
"Oh mamma mia, non ti azzardare" lo ammonii ma niente da fare.
Prese la rincorsa e senza pensarci due volte si lanciò, pochi secondi dopo il silenzio ci avvolse, rimasi aggrappata alle sue spalle possenti finché non risalimmo a galla.
"Sei deficiente!" lo spintonai.
Rise.
Mio Dio.
Era.. wow.. era meraviglioso, da togliere il fiato.
"Sono in pigiama, quello che hai voluto comprarmi tu per giunta" lo rimproverai ancora.
Lo aveva pagato un occhio della testa e io nemmeno lo volevo.
"E che problema c'è?" mi avvicinò a sé.
"Togliamolo" afferrò i bordi della t-shirt in seta e me la strappò letteralmente di dosso abbandonandola in un punto indefinito della piscina.
L'osservai galleggiare mentre rimanevo completamente nuda ai suoi occhi dato che non amavo dormire in reggiseno.
"Proprio così?" domandai inclinando il capo.
Annuì.
"Sai che è bellissimo qui" girai su me stessa ammirando il panorama stupendo.
"Che ne dici di chiudere gli occhi e aprire la bocca?" portò le mani a coprire le mie palpebre e non potei che cogliere al volo la provocazione.

Joya💎 ||Paulo Dybalaजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें