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Jessica

Mi ritrovai dispersa tra i negozi, da sola il giorno prima della partenza senza ancora nessun regalo.
Mi vergognai, i miei amici avevano già fatto tutto ed io ero così orgogliosa che volevo fare tutto da sola.
Non c'era folla, un punto a favore.
Avevo le idee offuscate eppure sapevo benissimo cosa avrei offerto per lui.
Mi bloccai davanti alla vetrina del negozio musicale, non sapevo quale delle tante desiderava Blake, le guardava tutte con il cuore che batteva a mille, percepivo la sua emozione e i suoi ricordi.
Gli farò sognare la sua gioventù.
Spinsi la porta decisa, provai a restare in silenzio mentre guardavo le chitarre una per una, erano belle colorate e semplici, i cartellini con la grossa quantità di dollari non mi fece respirare; passai oltre, non sapevo quali fossero le differenze tra chitarre acustiche e classiche perché erano tutte sparpagliate lì in questo reparto con sopra il cartello le loro definizioni.
Però conoscevo solo una cosa: Blake mi parlò di chitarre classiche un giorno.
Sarà il segno del destino perché me la rischio.
《Mi scusi..》attirai l'attenzione del titolare nel negozio vuoto.
Mi osservava curioso, una preda facile per il suo bisogno di soldi.
《Sa per caso dirmi quali tra queste sono le chitarre classiche?》mi sorrise, temi la sua educazione in quello che sembrava un ghigno.
Guardai le sue mani, niente fede o anelli, gli occhi brillavano puntati sui miei abiti pesanti.
Fa che sia una cosa rapida, Dio.
《Se vuole gliele posso mostrare》mi girai di scatto puntando alcune con i cartelli decisi, feci un gesto prigo con la mano ma lui non si arrese.
Venne dietro di me, toccando le mie mani nel tento di prendere una chitarra classica; lo fulminai indietreggiando.
La sua folta barba lunga grigiastra mi rispecchiava in un grosso labirinto mentale, che sia una coincidenza?
Che mi stia facendo film mentali?
Eppure, sola con una persona dietro la mia schiena, mi terrorizzava.
《Sa suonare?》
《No》
《Se vuole, posso insegnarle》
《Non suono grazie. È un regalo》ingoiai un groppo di saliva.
《Un gran peccato..le si illuminano gli occhi con questo strumento tra le mani》lo ignorai.
Santo cielo, non andare nel panico e pensa a qualche Blake era interessato.
Spaesata lo osservai avvicinarsi sempre di più a me, feci finta di guardare le corde di una dal colore rosso scuro mentre il suo alito pesante circolava intorno nauseante; allargò il suo più grande sorriso mostrandomi i denti gialli lavati male, era un fumatore di alto livello, tossiva ogni secondo a pieni polmoni mettendo una mano chiusa davanti alle labbra, si sentivano tutti i muchi salire sotto forma di saliva e questo mi fece raddrizzare ogni pelo del braccio.
Poi, trovandomi difronte alla vetrina, le confrontai tutte.
Mi avvicinai ad una sensazione che si trovava a pochi passi lontana da me, una lucentezza mi portò alla realtà notando una delle tante chitarre classiche vibrarmi il cuore..era lei.
Pulita, lucida, di legno ciliegio.
《Noto un bagliore nei suoi occhi》prese la chitarra tra le mani con poca delicatezza, suonò guardandomi le labbra, si leccò l'indice prima di suonare e sogghignare; brividi lungo la colonna vertebrale mi fecero agitare.
Blake mi diceva spesso di rispettare me stessa, con persone del genere potevo usufruire del mio potenziale.
《La prego, non so nulla di musica》dissi tra una risatina e l'altra per riprendermela con le buone.
《La proposta è sempre valida..posso insegnarle a casa mia e-》non gli diedi il tempo di finire la frase che presi il suo colletto sudato tra i miei pugni, la mia forza lo spaventò tanto da sussultare, la pazienza sgocciolava.
《Non mi toccherà neanche con un dito. Voglio la chitarra, nulla di più》le mie iridi si tinsero tanto da vedere il suo riflesso nei miei occhi.
《S-sono cento dollari》
《Compresa la custodia?》negò titubante ad un filo dai miei denti affilati.
《Voglio entrambe. In quel cartone andrà?》era quello che intendeva con busta regalo, un cartone rettangolare che si utilizzavano per spedire gli elettrodomestici.
Annuì lasciandolo andare, corse a impacchettare la mia chitarra con una velocità assurda, gli tremavano le mani.
Pagai e accennai di metterci un fiocco, con un sorriso me ne andai seguito dalla sua minaccia.
Mostro mi chiamò, eppure, non ci feci più caso.
Presi un libro che Brooke amava, ne parlava sempre, un classico.
Per Ethan i guanti da box, diceva che voleva allenarsi in una palestra umana, voleva essere forte anche senza pelliccia.
E per Kira, un porta chiavi che tanto voleva, credevo fosse una cosa di poco valore bensì ricordo la sua voce infantile ogni volta che lo chiedeva al fratello ritrovandosi una negazione.
Così ritronai a casa, facendo le valigie e abbracciando Nicole che tanto mi sarebbe mancata; Blake l'aveva invitata a casa sua con i suoi genitori, non poteva rifiutare ad un gesto così premuroso.
La mattina successiva mi svegliai con un sorriso stampato, era il giorno della partenza, sarei andata in vacanza con i miei amici e tutto questo era stato fatto da Blake, aveva organizzato tutto persino Nicole.
Mi vestì con un maglione pesante e la consapevolezza sulle spalle; River mi seguiva come un cane vedeva il suo osso, vedeva me e la zia indaffarate e questa casa sarebbe stata silenziosa senza di noi.
Il mio cucciolo sarebbe andato con i Moore, sotto forma di cane si sarebbe nascosto.
《Tieni d'occhio Nicole per me, va bene?》gli accarezzai il capo osservando la zia prepararsi come se dovesse andare ad una festa.
Entrambe pronte, aspettò che i miei amici venissero a prendermi.
《Non pensare a me quando sei via》
《Ti chiamerò tutte le sere》alzò gli occhi al cielo, non accettavo ancora l'idea di allontanarmi da lei a Natale.
《Non ho bisogno di protezione Jessica, se starai male fammi uno squillo altrimenti divertiti..sii libera.》
Annuì prima di entrare in macchina, con Ethan al posto di comando.
《Ci vediamo tra una settimana》gridai con i finestrini abbassati accanto a Blake e Brooke, il motore ruggì ed io salutai ancora e ancora, la mia mano viaggiava nel vento e i rancori scesero.
Sarà una settimana fantastica, me lo sento.
《Io prenderò il letto di sopra!》risi insieme alle smorfie di suo fratello, il capo tremolante poggiato contro il vetro, l'odore di cannella mi distrusse le narici e il suo sguardo mi assalì.
Allungai un sorriso quando mi strinse contro di lui con la mano sul fianco, mi baciò la fronte rassicurandomi; testata le labbra con il pollice accarezzandomi le guance.
Era un Dio greco con quel maglione a collo alto, rosso e nero.
Dopo un ora dalla nostra partenza mi ricordai del biglietto che avevo nascosto nella tasca quando po trovai all'uscita, sotto la porta di casa.
《Hai trovato qualcosa?》sussurrò Blake per non svegliare Brooke e Kira, colpite dal loro sonno momentaneo, dormivano come un ghiri.
《Ho cercato su internet vari codici e soluzioni. Su queste linee ancora niente.》si morse il labbro guardando Ethan guidare attento, sull'autostrada noi tre ci osservavamo senza una soluzione, non penso che lui sappia una risposta ma lo informai.
《Un codice a linee?》annuì.
《Perché te lo hanno mandato?》mi chiese l'autista guardandomi dallo specchietto, alzai le spalle.
《E se fosse l'alpha? Questo biglietto è stato mandato solo a me. Perché io sono cascata nella sua trappola, io l'ho visto negli occhi, lui mi conosce》poggiata sul petto di Blake, ascoltai il suo sospiro.
《Cosa vuole da noi l'alpha di un altro territorio?》negai con il capo sentendo accennare dai due maschi qualche risposta nei confronti di River, lui era una vittima, una trappola.
Un capo non se ne fa niente di una esca.
《Il codice contiene cinque tipi di linee diverse, compresi i loro punti. Sarà una parola chiave. Sono certa che sia stato lui a mandarlo》
《Perché questo segnale?》
《È una trappola》negai alla risposta di Ethan, mi avrebbe già fatto fuori quella sera se solo mi avesse avuto tra le mani ancora una volta.
《Ho invaso il suo territorio..》bisbigliai.
E se fosse una minaccia? Ma allora perché non uccidermi quando lo avrebbe potuto fare il momento stesso.
《Vuole giocare con noi》esclamò Blake 《siamo gli unici che hanno visto l'alpha nemico, sa che il villaggio non crede alle nostre affermazioni》continuò innescando altre domande alla mia coscienza.
《Come fa a saperlo?》alzai le spalle.
《Come faceva a sapere che io sarei cascata nella sua trappola, solo noi andiamo lì ad allenarci. Giusto Ethan?》
《Si Jes, altri lupi utilizzano i campi nei boschi》come disse Blake, l'alpha stava giocando contro di noi.
《Ci osserva, metto la mano sul fuoco. Sa molte cose di noi. Vuole giocare finché non occuperà il nostro territorio, saremo dei segnali morti quando il villaggio ci crederà.》
Con il caos in testa, strinsi il biglietto tra l'indice e il pollice, pensai ad una risposta ignorando i loro commenti.
Su internet molte prove erano lontane, arrivavo ad un fuoco di risposte prima di spingermi in un lago ghiacciato, tutto mi riportava domande prive di risposta e quelle linee erano così difficili da decifrare.
Erano parole, cinque lettere dell'alfabeto erano racchiuse qui eppure, non sapevo come decifrarle.
Al risveglio di Brooke, anch'essa guardò il biglietto.
《Ma è un codice rosacrociano》curvai le sopracciglia quando uscì fuori carta e penna dal suo zaino, cominciò a fare una serie di tabelle con alcune lettere dell'alfabeto, non capii cosa volesse fare ma quando vidi alcuni punti simili tra di loro la lasciai fare.
《Perché hai questo codice?》
《Lunga storia..sai decifrarlo?》annuì, la osservai.
Le prime diciotto lettere erano su due tabelle differenti da nove quadranti, nella seconda tabella, a differenza della prima, c'erano dei punti.
Poi fece due x, ponendo ai due estremi le lettere mancanti secondo il loro ordine.
《È un cifrario rosacrociano, le lettere del testo nascosto sono facili da ricordare solo memorizzando le tabelle.. - cerchiò alcuni punti con la penna - ..il metodo è attribuito ai Rosacroce, una società segreta di filosofi.》
Come nell'impiccato cominciò a scrivere le lettere.
《I filosofi scrivevano i loro segreti così, la variante più segreta risale al 1533 con Heinrich in cui spiega la filosofia occulta》con la delicatezza di un bambino scrisse la parola decifrata.
《Grazie al professore di filosofia, mi ero appassionata a questi trucchi》spiegò poi《la tua parola segreta è alpha. Molto semplice》il mio cuore salì in monta ad un cavallo pazzo.
Guardai Ethan dallo specchietto, titubante sospirò, così come Blake che si massaggiava le tempie.
《Che figlio di puttana, gioca sporco. Cosa ce ne facciamo di una sola parola vaga?》
《Alpha..che collegamenti ci sono?》chiede Ethan davanti.
《Lui, il nostro alpha o..non so》ma cosa c'entrava la parola alpha con tutto ciò?
Con il cuore in gola e l'ansia sul collo, decisi di scendere alla prima stazione di servizio per usufruire del bagno, prendere aria e mangiare qualcosa di zuccherato; questo stress mi forniva sbalzi di pressione.
Alpha. Alpha. Alpha.
Dopo qualche minuto chiusa nel bagno, seduta sulla tazza chiusa, con la porta anch'essa sbarrata, ripresi un respiro naturale e non affannoso.
Mi bagnati i polsi con acqua fredda, osservando il mio riflesso contro lo specchio.
Alpha. Alpha. Alpha.
Perché quella parola?
Perché proprio Alpha?
Dieni uno spintone alla porta del bagno, il forte rumore contro la parete mi fece sussultare.
Uscì lasciando scorrere la porta con un sibilo agghiacciante lungo la schiena, volevo prendermi qualcosa con i soldi che avevo dimenticato ieri nei jeans.
Le mie papille gustative desideravano delle caramelle gommose, alla frutta magari, come tanto adoravo da bambina.
Guardai scaffale per scaffale prima di notare la macchina parcheggiata per fare benzina, mi rilassai.
Ethan aveva la pompa tra le mani, le ragazze stavano venendo verso il bar e Blake non lo vedevo da nessuna parte.
Con lo sguardo altrove, non notai che qualcuno voleva prendere lo stesso mio pacco di caramelle, ultimo per giunta.
《Oh cazzo, scusa!》per poi non gli stringevo la mano, non avevo visto le sue dita stringere la confezione.
《No, no. Scusami tu》e in un batter d'occhio, il silenzio di un disagio in vista si allargò.
《Le vuoi tu? Posso cercare altro..》Il ragazzo davanti a me fece una risata pigra.
《Che razza di galante sarei a prendere delle caramelle che voleva una ragazza?》arrossì《pazza per le caramelle anche tu?》osservai le sue braccia cariche di bibite gassose e bottiglie di alcol.
《Mh si. Diciamo di si》sorrisi.
Era alto, spalle possenti, un ciuffo di capelli biondo scuro stirati ai lati, una bandana bianca gli copriva la fronte tirandoli indietro, tanto da illuminare quei ciuffi bizzarri scherzare sulle orecchie.
I suoi occhi marroni cerbiatto, richiamarono la mia attenzione, scrutavo qualcosa di oscuro dentro di loro, la mia lupa ne era attratta.
《Sei da sola?》mi chiese di punto in bianco con un tono curioso.
《No, sono con i miei amici, abbiamo fatto una sosta per fare..benzina.》
Alpha. Alpha. Alpha.
Le parole di quel biglietto mi ingannavano la mente ancora e ancora.
Non pensavo ad altro oramai.
《Che coincidenza, per poco io e i miei amici non ci ritrovavamo a terra per la poca benzina!》guardai fuori la macchine di Ethan sola tra le altre, non vedevo nessun gruppo di amici tanto meno un'altra macchina fare carburante.
《Siamo partiti sa Olympia poco fa, mi fa piacere trovare qualcuno appassionato di dolci come me》scoppiai a ridere seguendolo.
Mi lasciò il pacco di caramelle tra le mani con un piccolo e furbo occhiolino.
《Dylan, bambina delle caramelle》mi porse la sua mano pronta ad essere strinta.
《Jessica, galante sconosciuto》prima di stringerla, controllai meglio ancora avesse qualche tatuaggio o punto di riferimento; qualcosa mi puzza, la mia lupa non si fida, sente odore di licantropo.
Non so se provenga qui intorno, da lui o per il fatto che qualcuno era entratato dalla porta facendo tintinnare il campanello.
《Dove vai di bello Jessica?》
《Vacanze in montagna.》
《Ho un cottage in montagna sai? Sarebbe bello se fossimo vicini. Mi piacerebbe conoscerti》avampai, due mani mi strinsero le spalle e Dylan ritrasse il suo sorriso cambiando sguardo, fu minaccioso.
《Oh Dylan lui è Blake, il mio ragazzo. Blake, lui è Dylan, un..ragazzo che mi ha lasciato le caramelle》avrei riconosciuto il suo odore ovunque.
Mi strinse da dietro spingendomi contro il suo corpo, sapevo che era geloso, per poco non ringhiava.
《Oh Blake, stavo giusto dicendo a Jessica che sarebbe piacevole se ci incontrassimo tutti quanti in montagna》lo vidi curvare le sopracciglia, come se Dylan avesse sparato una cazzata in arabo.
《È stato un piacere vedervi qui, ora devo raggiungere gli altri》ci salutò con la mano prima di andare alla cassa.
Quando pagai e rientrai in macchina per proseguire il tragitto come se nulla fosse, Dylan era sparito eppure, Ethan non aveva visto nessuna macchina lì vicino tanto meno un ragazzo biondo con una bandana in fronte.

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