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Jessica

Ho lasciato che la mia vita dipendesse dagli altri.
Facevo qualsiasi cosa per ricevere delle attenzioni, un minimo per far conoscere almeno il mio nome, di certo eviterei di essere soprannominata ragazza invisibile; c'era una buona cosa però dell'esserlo, qualsiasi cosa, giusta o sbagliata, la facevi senza il fiato sul collo, imparavi da sola.
Ho fatto di tutto per Liam, persino trasferirmi qui, ad Ashley e le sue ricerche, a zia per non liberarmi della rabbia e per Blake, per essermi illusa che potevo essere una perla nascosta per qualcuno.
Sarei riuscita a farmi riconoscere in qualche modo?
Senza affezionarmi a un minimo di attenzioni?
Quanto vorrei essere al suo posto, calmo, protettivo e sicuro di sé.
La luna sembrava quasi come sole, mi sentivo così strana ma accogliente, in un bosco vuoto.
《Jessica dove diamine sei》il lupo, non appena ascoltò la voce della mia amica in lontananza, arrizzò la coda annusando l'aria, tastando l'erba e specialmente, mi guardava.
Desideravo che Ashley mi trovasse e vedesse che ce l'avevo fatta.
Potevo percepire la voce di Ashley da un chilometro di distanza, mi rimisi in piedi provando a cercarla ma fu lei a trovarmi.
《C-cosa? Sono due ora?》per poco non le caddero gli occhi dalla faccia, mi girai per vedere il mio compagno seduto con la coda tra le gambe, ci guardava loquace riparato dal buio; parlai, la chiamai eppure si allontanava carica di emozione.
《Jessica mi sentirà quando le dirò che ne ho trovato uno bianco》è uno scherzo vero?
Io non vedo nulla, sono sotto di lei.
Quando estrasse il telefono per farmi una foto mi partì un neurone, non era il momento di farmi una foto, Cristo sono sotto di te e fai finta che io non ci sia.
Andai contro di lei e subito impaurita fece tre passi indietro, le cadde il telefono e solo allora mi vidi riflessa in qualcosa che non avrei mai creduto.
Ero io, quella dei sogni, quella lupa dal manto bianco.
Ero sempre stata io.
《Ho sempre creduto nella vostra esistenza! Appena lo dirò a Liam o alle altre..ah faranno i salti di gioia!》ero completamente assorbita da quel riflesso, ero una palla di pelo come lui. Non smisi di guardarmi, i miei occhi erano gli stessi ma forse ancora più chiari, colorati come caramello sciolto sul cioccolato, una caratteristica fantastica se fosse stato su una umana.
Dal mio muso uscivano solo versacci e ululati incapaci di risvegliare la mia amica dal suo sogno di felicità, dovevo riprendere l'animo serio di quella ragazza, capire come tornare umana e cercare informazioni.
《Corro alla festa Jess, lo dirò a tutti!》oh no, no..no..no.
Il mio così detto simile si avvicinò a me guardando la mia amica, le mie orecchie a punta erano abbassate sconfitte, il suo muso si scontrò contro il mio sottoforma di carezza, provai a guardarlo ma ormai era tutto finito, non tornerò mai più come prima.
Dun tratto ascoltai un ringhio così forte da rimbombare nelle mie orecchie e fra gli alberi della natura, Ashley si risvegliò dal suo mondo e non credetti alla mia vista quando, furtivamente, distrusse con i denti il suo telefono.
Non solo, sembrava volerla morta.
Cercai di fermarlo mettendomi davanti a lui con dietro la mia amica ma niente di tutto ciò lo fermava, anzi, era più veloce di me ed io non sapevo neanche camminare; la mia amica scappò in preda al panico ed io rimasi nuovamente sola.
Scosse il capo scuotendo tutta la schiena agitando il pelo, poi come un piccolo micetto si grattò l'orecchio sinistro.
Aspettai i suoi comodi, si incamminò verso una parte del bosco di cui non ne sapevo affatto conoscenza.
Gli occhi mi diedero il via di entrare fra gli alberi.
Scappavamo come dei dannati con la testa ricoperta di fiamme, era veloce, io lo seguivo più o meno con la stessa frequenza a fatica, dovrò abituarmi al nuovo terreno.
Ringhiavo per ribellarmi a lui, sembrava talmente sereno che stavo per attaccarlo.
Allora perché lo seguivo? È l'unica cosa che potevo fare ora.
Imbocammo dei tubi e costruzioni vecchie, varcai tutto l'inquinamento e saltò tra un sasso e l'altro, tanto da superare un soglia costruita e lasciata in sospeso.
Mi tirai indietro nel vederlo dall'altra parte mentre mi aspettava.
Avevo paura, volevo ritornare umana, andai più a fondo, non appena arrivai dall'altra parte riprendemmo la corsa.
Si fermò in un posto, la natura circondava queste poche tende scout, l'erba era alta e difronte scorreva il fiume, tutta la melodia batteva contro la riva, mi chinai in avanti con tutto il peso del corpo nascondendomi dietro il suo manto nero per evitare l'imbarazzo.
C'erano così tanti lupi sparsi da per tutto, gli adulti si accerchiavano intorno a dei sassi per poi conversare a vicenda mentre i loro figli più o meno più grandi di me lottavano fra di loro, lo stupore più grande fu vederli trasformarsi liberamente come se fossero al comando di questo potere e riuscire a fermare questo incubo una volta per tutte.
Loro erano diversi, nessuno qui aveva il mio manto, nessuno era bianco e puro come la neve ma vivi di colori autunnali, neri come la notte e grigi.
《Ma chi mi hai portato? Una nuova generazione!》ascoltai una voce parlare dietro di me, alzando il capo potevo intravedere i piedi ricoperti da scarpe aperte, i suoi vestiti poco raffinati ma con un lato simpatico. Provò a toccarmi ma io mi riparai dietro l'altro manto, lui si scansò ed io non feci altro che correre correndo da tutti quei sguardi e da quell'uomo misterioso e presuntuoso.
Non fu molta la mia corsa che venni fermata da altri simili tutti dal pelo scuro evidenziarmi più di quanto lo sia già.
《Hai paura lo sento..》respirai a fatica guardandomi intorno in preda al panico.
《Se sono certo di una cosa per governare questa paura è fare respiri profondi, pensare ad altro, tanto da tranquillizzare il cuore e i polmoni》i sandali avanzarono verso le mie zampette bianche sporche di terreno, mi sedetti chiudendo gli occhi per cercare di non guardarlo o fare altro, avevo così tanta paura che potevo aspettarmi di tutto.
《Schiarisci la mente, illumina la tua anima. Il gioco sarà fatto》sentivo il suo polso asciutto sopra la mia fronte e il suo palmo aperto in mezzo alle mie orecchie a punta, ascoltai ogni singola parola bisbigliata dalle sue labbra ed erano così gravi.
Quando riaprì gli occhi vidi le mie zampe tornare dita umane, risi di gioia prima di alzarmi sulle gambe e coprirmi con il famoso cappotto.
Ero felice, ma nessuno era contento di vedere una intrusa.
Rimasi in silenzio subito dopo che tutti sparirono divertendosi e dimenticandosi di chi fosse entrato in questo momento, l'uomo intanto, mi sorrise porgendomi la mano ed io lo seguì stringendomi sempre di più il cappotto per non far vedere il mio corpo svestito; con i piedi scalzi toccavo il terreno ricoperto da erba alta e qualche fiore pronto a germogliare, poi il tessuto verde si fermava alla riva del fiume ammorbidendo il terreno che giaceva lì intorno con tante piccole lingue inumidirsi e i peli intorno al naso bagnarsi completamente.
Entrai in una tenda chiusa con dentro una signora anziana e un piccolo baule chiuso da un lucchetto.
《Mi scuso per tutto il caos combinato, è la prima volta e..beh..non volevo》sorrise prendendo del materiale dal baule senza neanche guardarmi, mi porgeva sorrisi accoglienti e vestiti puliti.
《Cara, è stata la prima volta per tutti, c'è stato chi ha fatto di peggio》buttai lo sguardo sul lenzuolo e un piccolo cuscinetto bianco; sembrava una veggente oppure un capo.
《Voi siete tutti come me vero? Vi trasformate e siete dei lupi, vero?》la mia ansia riprese la riscossa, al contrario della signora che, ridendo delle mie insicurezze, cercava di fare non so cosa.
《Io non voglio fare del male a nessuno, volevo chiederle se si potesse togliere con sortilegi, magie..ormai non mi stupisco più》negò con il capo《medaglioni? Io voglio levarmi questa..cosa, di dosso》strinsi i pugni.
《Quella cosa sei tu》perfetto, avrò questa maledizione per il resto della mia vita.
《Devo chiederle altre cose》
《Del tipo?》
《Cosa fare? Dove andare? Perché stare qua? Come proseguire? Gli altri lo sanno? I cittadini sono in pericolo?》mi bloccò dicendo che per queste domande dovevo rivolgermi al suo superiore, erano cose basilari che mi sarebbero state spiegate.
Il problema era che le volevo sapere ora, il tempo a quanto pare, è essenziale.
Tutti quei sogni erano collegati, la mia anima era bloccata da una gabbia d'argento cosicché il lupo che era in me non potesse scappare e cercò di comunicare con i sogni, ecco perché il lupo nero mi trovava ogni sera: per vedere cosa ero in grado di fare.
Sapeva già chi fossi, voleva solo che mi accorgessi della mia seconda vita.
Io non sono adatta a questo, potrei fare uno sbaglio, potrei uccidere qualcuno o essere un peso per il gruppo.
《L'unico consiglio è di imparare. Farai tutto da sola, impara dai tuoi errori e vivi la vita come facevi prima. Porta rispetto al gruppo e loro lo faranno con te》slegò la sua sciarpa mostrandomi il suo petto tappezzato di nei, al collo un marchio, mi era così familiare, lo avevo visto da qualche parte eppure non ricordo dove.
《Non provi a toccarmi, non mi farò marchiare come una pecora!》
《Vuoi essere un pericolo pubblico per caso? Un tappeto di pelliccia per soggiorni?》le lacrime offuscarono la vista, mi strinsi nel giubbotto, non volevo essere così, la mia vita insignificante andava bene.
《Io..che cosa succede se mi rifiutassi?》
《Farai del male, non avrai nessuno che ti potrà aiutare e, se ucciderai uno dei nostri per i tuoi futuri scatti di ira..ti uccideremo. A te la scelta》mi arresi, vidi la strumentazione e tremai dalla paura.
《Non farà male cara, è solo un pizzico》chiusi gli occhi e lasciai che la mia vita passasse nelle sue di mani.
Finito ciò, toccandomi ancora il collo, uscì seguita da lei fuori dalla sua tenda, ispezionando i dintorni e, dopo quel silenzio di paura, mi parlò.
《Sei una di noi ora, hai bisogno di imparare e so perfettamente chi portarti, ha avuto i tuoi stessi problemi. Sono certa che andrete d'accordo》ci mancava solo un altro nemico.
Mi guardavo sempre alle spalle non sapevo chi potesse essere e se avrebbe accettato di aiutare una goffa.
Mi brontolò lo stomaco in cerca di tranquillità, le farfalle svolazzano felici ma la mia ansia le uccideva tutte, stavo letteralmente sudando freddo.
E lì lo vidi, quel manto nero che tanto mi faceva impazzire, mi guardava come solo lui sapeva fare.
Saremmo andati d'accordo e anche più.
Chiunque ci sia lì dietro mi scaturava temporali e vortici infiniti nelle mie emozioni.

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