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Blake

Avevo visto di sfuggita Jessica oggi.
La vidi correre via con il suo zaino fuori scuola, temevo che le sia successo qualcosa così decisi di saltarmi l'ultima lezione per assicurarsi che stesse bene.
Mi era a cuore, ovunque lei fosse stata io l'avrei seguita di mia spontanea volontà; temevo gli incantesimi e magie oscure, odiavo le cose forzate, la scopata facile, il dolore profondo.
Ma se lei fosse stata scelta per me, se io fossi stato realmente suo, cosa divide le nostre strade?
Avevo fatto una scelta, l'avrei protetta con la mia stessa vita.
Stavo male se lei stava male.
Soffrivo con lei.
Gioivo di lei.
Morivo per lei.
Mi giustificavo, trovavo opzioni diverse, la allontanavo, la facevo soffrire e non mi sono neanche reso conto con cosa andavo contro.
Era una parte di me, come io per essa.
Camminavo svelto guardandomi intorno alla sua ricerca, sarebbe andata al bar oppure a casa sua, si sarebbe fatta del male in silenzio senza che nessuno lo sapesse e poi, come se nulla fosse, avrebbe voltato pagina con un peso in più.
Andando avanti mi voltai verso delle voci vicine che occuparono la mia attenzione momentanea, curioso feci qualche passo lì nel parcheggio di un grande hotel con molti piani di altezza, guardai dove tutti posavano lo sguardo e, con le mani tra le tasche, tremai quando un boato ci zittì.
Alla persona sopra il tetto scappò un qualcosa, mi feci strada tra qualche spalla delle persone lì presenti e osservai questo zaino con la spallina rotta per terra.
Era il suo zaino.
Persi il conto delle ore, dei minuti, dei secondi, tutto mi sfuggì di mano quando la vidi seduta sul bordo del tetto.
《La conosce?》mi chiesero quando gridai il suo nome, la gente si calcò su di me chiedendomi informazioni private, cercando di capire se si volesse buttare e il panico si prese gioco di me.
《La polizia arriva cara!》da lontano osservai il suo sguardo chiuso, ebbi paura.
All'istante frenarono accanto volanti della polizia con la sirena accesa, sbarrarono tutto il contorno allontanandomi da ogni possibilità di portarla giù.
《Che cosa vuoi fare eh? Dovrai passare dal mio corpo per raggiungerla》riguardai in alto calcolando tutte le mie possibilità, non l'avrei lasciata andare, lei era troppo importante per me.
Avremmo sofferto insieme, saremmo stati più uniti di prima.
《E cosa dovrei fare? Guardare?》
《Ce ne stiamo occupando noi》
《Morirà. Ha bisogno di me》sfidai l'agente per passare dalle scale dell'esterno, un modo più complicato ma svelto per arrivare al tetto.
《Mi lasci provare, non risolverete niente con falsi incoraggiamenti. Non sapete cosa ha che non va!》le possenti mani dell'uomo presero con forza il colletto della maglia, mi avvicinò al suo viso guardandomi negli occhi.
《Sparisca dalla mia vista prima che la mandi in centrale per aver ostacolato la polizia》soffiò come un gatto contro la mia faccia, mi rivolse uno sguardo intimidatorio che io ignorai.
Presi le sue mani con forza allontanandole da me, lo feci crollare per terra avendo la via libera.
Corsi verso le scale scansando il tutto.
Percepivo il suo battito tamburellare veloce, più scalini salivo e più le lacrime sorgevano.
《Jessica!》
Urlavo il suo nome per far sentire la mia presenza.
Ogni scalino erano due lacrime in più, per la prima volta stavo piangendo per una ragazza, non potevo perderla, mi sarei sacrificato io stesso per salvarla.
Con il fiato corto, dopo aver saltato gradini, corso come un dannato, mi affacciai al tetto mantenendo la calma.
《Perché sei qui?》le domandai avvicinandomi senza far sentire il mio respiro accelerato, a qualche metro di distanza il suo capo si girò verso di me accennando un sorriso triste.
《Cosa ci fai tu qui, cosa ci fanno loro giù?》mi fermai, tolsi una lacrima asciugandomi il mento mentre lei mi guardava in attesa.
《Sono preoccupati, come lo sono io》
《Davvero? Sei venuto qui per me?》sorrisi, annuì cercando di utilizzare la compassione.
《Per Dio Jessica, scendi da lì. È pericoloso》le dissi ciò in ansia e lei voltò il capo verso il paesaggio difronte, i suoi occhi erano ristretti, il tuo tempo finito.
《Io sono pericolosa》incurvai le sopracciglia, feci per avvicinarmi ancora di più e lei mi minacciò.
Cosa c'era che non andava?
《Abbiamo ucciso vite, noi licantropi siamo pericolosi ed io non voglio averne a che fare. Non posso togliere questo cane rabbioso..lo farò in un altro modo》la saliva divenne difficile da mandare giù.
Balbettò insicura mentre alzava le spalle gesticolando con le mani tutta la merda che usciva dalle sue labbra.
《I-io..speravo fossi qui. Sei l'ultima cosa che mi rimane da salutare.》
《Jessica, tu non hai fatto niente di male》singhiozzò in preda al panico.
《Lo so! Ma potrei esserlo. Non riesco più a guardarmi in faccia, sono un mostro. Lo diceva Ashley e Liam, il signor Foster e zia Nicole. Tu sei l'unica persona che non mi ha fatto sentire tale, e ti ringrazio Blake》negai tutto nella speranza di un ritorno.
L'avrei presa alla sprovvista e l'avrei tirata fuori da lì.
《Tu, un mostro? Stai scherzando?》
《Si Blake, lo sono》
《Se lo fossi realmente, adesso non ti importerebbe delle vite degli altri non è così? Tu lo stai facendo per rassicurare sconosciuti. Un mostro non lo farebbe mai》negò con la testa con un falso sorriso di speranza.
So che nel profondo non vuole farlo ma la paura di proseguire con questa menzogna la stavano inghiottendo sempre di più.
《Vuoi morire Jessica? Ucciderti per qualcosa che non hai neanche fatto?》domandai freddo, privo di sentimenti, il mio cuore è preparato per sprofondare e se non la vedrò più non riuscirei a perdonarmi.
Lei era il destino, il mio destino, la compagna scelta.
《A che costo rimanere in vita, se solo sola?》si girò per un breve istante per guardare l'atterraggio mentre mi teneva col fiato sospeso.
《Non sarai mai sola Jessica. Tu hai me eppure io ho bisogno di te..viva. Supereremo tutto insieme e questa merda sarà solo un brutto sogno》risposi con le mani che tremavano, mi avvicinavo a lei in silenzio, dovevo prenderla.
《Tu mi piaci Blake. Il tuo altruismo inaspettato mi colpisce ma non sono io la persona giusta per te, non io.》
Corsi verso di lei per prenderle le spalle, nel fare ciò lei si spaventò e scivolò.
Quando non la vidi più mi bloccai.
《..Jessica?》fiatai a malapena.
È giù?
Sta crollando?
Una lacrima bagnò la guancia prima che le palpebre si spalancassero così come le labbra, in uno stato confusionale la testa scoppiava e un forte pugno allo stomaco mi fece gemere di dolore.
Ero sbiancato con il sudore gocciolare dalla fronte, fissando quel punto vuoto.
N-no..non lo ha fatto davvero.
Dopo un secondo di silenzio urlai, non avevo parole e poi improvvisamente tutto uscì senza fine.
Le gambe cedettero il peso mentre gattonando mi avviavo lì tastando con le mani tremanti gli ultimi ricordi di lei.
Versai la prima lacrima doppia buttandola per terra sul tetto asciutto, abbassai il capo stringendomi la mano al petto.
Che cazzo ho fatto?
《Porca troia》sussurrai in preda al panico stringendo i pugni massacrando il palmo con le unghie, dentro di me il lupo aveva perso tutto quello che aveva.
Mi sentivo..perso, vuoto, privo di tutto.
Cercai di alzarmi in piedi, le gambe mi tremavano e per un breve momento non respirai più per lo shock di aver visto un suicidio davanti agli occhi, non ero riuscito a salvarla, il mio obbiettivo era proteggerla..ho fallito.
Non sono stato bravo.
Che dirò a Nicole?
Sua nipote è morta per colpa mia.
Me sarà fiera.
Poi, l'aiuto dei cieli.
《Blake!》
Ascoltai la sua voce, era la sua, era quella giusta. Viva..
Quella piccola vocina in me diceva che una luce di speranza mi stava illuminando mentre le sue piccole dita schiacciare la soglia dell'edificio.
《Stringimi la mano!》mi precipitai verso di lei, vedendola al completo potevo percepire il suo terrore mentre cercava di non guardare giù, afferrai il suo polso spalmando per intero il mio corpo sul caldo tetto; ripetevo nella mia mente di restare tranquillo, che andrà tutto bene ma qui niente va bene.
《Ho paura..》tutta la gente giù fotografava ciò che non doveva essere caricato su internet.
《Sei con me Jessica, dammi l'altra mano》distaccai l'altra mano per accarezzargli il volto mentre asciugava le lacrime bagnarle il viso, era così bella e pura come poteva pensare a queste cose.
Mi diede l'altra mano mentre la tirai su con tutte le forze che avevo e che necessitano sfruttarle, quando la vidi fuori pericolo incrociai le braccia sopra la sua schiena cosicché non potesse scappare.
《Non farmi più una cosa del genere. Chiaro?》chiusi gli occhi respirando a pieni polmoni tutta l'aria di cui avevo bisogno, le strinsi i capelli quasi soffocandola, non potevo credere a ciò.
《..Mi dispiace》le diedi un leggero bacio sulla fronte mentre continuavo a respirare l'ossigeno di cui avevo bisogno, stavo ancora tremando come una foglia bagnata, le tastai la schiena con le dita sfiorare i suoi vestiti; era qui in carne ed ossa stretta a me.
《Qualsiasi cosa parlane con me》
《Mi ascolterai sempre?》
《Fino alla fine dei miei giorni.》
Restammo lì per qualche minuto a guardarci negli occhi, l'avevo salvata.
Non dimenticherò mai questo, ho visto con i miei occhi la confusione del suicida.
Le mie mani raschiate strinsero le sue braccia, i lividi non le permettevano di camminare e la sua caviglia scovata sarebbe stato un problema.
La presi in braccio, ignorando occhiate altrui, giudizi e voci, per portarla a casa.
《Sei arrabbiato con me?》
《Assolutamente no.》
Non ne sarei capace, arrabbiarmi con lei? Mai.
《Hai pianto per me..》le mie emozioni hanno ceduto.
Ora sa quanto è importante per me.
《Mi sono fatta prendere dal panico. Te lo prometto Blake, non succederà più》
《L'unica cosa importante è che tu sia ancora qui, non hai idea di quanto sia felice di vederti.>>
Una volta a casa, la signora Fox mi aiutò a tenerla al sicuro nel suo letto.
La cosa sospetta fu il suo richiamo dalla cucina per parlarmi.
Le raccontai tutto, nel suo corpo bolliva il sangue mentre le vene del collo si erano allargate, non era stupita ma ogni volta che la indicavo sembrava uno strappo al petto.
《Le consiglio di visionarla ogni minuto, deve dormire è ancora sotto shock e priva di forze, per il momento, se starà sotto controllo, siamo al sicuro》tirai indietro i capelli con entrambi le mani per togliermi le goccioline di sudore che mi erano rimaste; avevo spostato le tende di camera sua nella direzione opposta al cespuglio che aveva difronte, in direzione del letto, la controllerò notte a giorno a costo di evitare ciò.
《È la prima volta che qualcuno che non sia Liam, protegga Jessica》sbucò questa frase dal nulla mentre seguì Nicole in cucina, parlava da sola prendendo i bicchieri poggiandoli lentamente senza farli cadere, li tremavano ancora le mani.
《Parlava a malapena di te Blake eppure quando lo faceva, era serena.》
Poggiò il fondoschiena al mobile come se fosse una fanciulla mentre mi guardava gesticolando con le dita parlando dell'infanzia di sua nipote.
I sedicianni peggiori della sua vita me li stavano raccontando in un minuto.

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Credo che questo capitolo abbia illustrato, lontanamente, cosa può succedere al giorno d'oggi.
Siamo vittime e colpevoli di ciò che facciamo o pretendiamo, abbiamo nelle mani tutto ciò di cui abbiamo bisogno e un solo passo sbagliato può portare al crollo totale.
Non abbiate paura di chiedere aiuto, da soli è difficile andare avanti, non vergognatevi mai di una vostra insicurezza, parlare fa la differenza, ve lo garantisco.
Amate chi vi ama, continuate a farlo senza paura, rendete i vostri obiettivi unici nei loro generi.
Buona fortuna. ❤

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