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Jessica

《Ci siamo un po' distaccati, zia》
《Perché?》
《Non ne ho idea.》
Parlavo del mio gruppo con Nicole, le avevo detto che in questi giorni non c'erano più discorsi ed era evidente l'assenza nel villaggio; dopo quel leggero dibattito tra me e Blake, le nostre strade non si unirono bensì divennero tortuose.
Mi chiedo cosa sarebbe successo se non avessi preso quel foglio, quali guai ci sarebbero stati se fossi stata da sola Co uno di loro.
《Nah, c'è sempre qualcosa.》
Noah era uscito e noi ci siamo ridotte in una cena alternativa a base di pollo alla piastra ed insalata, rigorosamente sul divano davanti allo schermo della tv; i bendaggi non servivano più ma Noah era insistente e mi mise uno strato prima di andarsene indaffarato.
Chissà che cosa farà stasera.
《È successo qualcosa..non proprio grave..diciamo..》balbettai vaga, non deve sapere nulla di quel pomeriggio, non deve scoprire il motivo delle mie ferite alla schiena.
《Abbastanza grave eh?》annuì nascondendomi con le spalle sul divano.
《Questo fatto, ci ha portato a due strade differenti》inghiottì la saliva sciogliendo le gambe sudate, temo che sia più difficiledi quanto pensassi.
《Ed è per questo che sei stata triste tutti i giorni? Per via del tuo orgoglio?》curvai le sopracciglia indignata, una buona percentuale se la meritavano anche loro seppur la colpa era la mia.
《Ti stai dando la colpa delle tue azioni e poi sostieni il contrario. Mi dici che cosa devo pensare!》
《È colpa mia, ok? Però..mi aspettavo dei gesti di premura》avevo calcato qualcosa di inutile e sono finita sola in questo mucchio di foglie secche, dentro ricordi nostalgici con tristezza amara.
《Ma per favore, come se lui non ti stesse aiutando ancora》aveva subito puntato il dito su Blake, non conoscendo il gruppo restante, blaterava molto buttandomi secchiate d'acqua gelide in viso.
Dovevo svegliarmi.
《Sistema le cose Jessica, fallo ora prima di pentirtene più tardi.》
Lasciai il piatto timida, osservai la pubblicità entrarmi nei ricordi fino al giorno in cui Blake mi chiese di venire alla sua partita, era stata anticipata per vie di vari discussioni tra allenatori e campi; la partita era in casa, nel campo della nostra scuola, non oso immaginare tutte le famiglie e gli amici che verranno.
Glielo avevo promesso però.
Provai a basarmi con le temperature, indecisa aprì le ante dell'armadio e
squadrai tutti i capi d'abbigliamento, mi si illuminarono gli occhi fuoriuscendo una gruccia con un piccolo abito nero corto, svasato e aderente.
Dopo aver messo delle scarpe chiuse con a tacchetto basso, buttai i boccoli biondi all'ingiù, scuotendoli per poi aggiustarli con le mani; misi un cappotto aperto color beige, mi truccai in maniera leggera, aggiunsi tonnellate di profumo.
Osservai il letto e quelle sensazioni sfiorarmi la pelle, ne volevo ancora, tatuate nel mio cervello mi costrungevano a supplicare, pregare di ricevere altri tocchi.
Non dai giocatori, non volevo fare sesso ma le sue attenzioni, i ricordi di quei baci sfusi, il tocco delicato con desiderio e sensualità, l'intimità pulsare in attesa.
Che sarebbe successo se fossi stata io questa volta a baciarlo?
E se quel sogno fosse stato realtà, mi aveva mentito. Perche?
Le attenzioni che mi poneva erano essenziali eppure, andando avanti, il mio cuore esplodeva in cerca di risposte.
Tutte le speranze diminuirono quando vidi da lontano la serratura della porta d'ingresso.
Sarei stata puntuale se iniziassi a partire da casa ora.
《Devo solamente parlargli》avanzai di un passo tremante ma subito ne tirai indietro due per la paura di essere sputtanata davanti a tutti i suoi amici; non mi accorsi poi, che dietro le mie spalle, mio fratello mi osservava.
Era tornato in maniera losca.
《Sarà così difficile parlare con I tuoi amici eh?》aveva sentito tutti i miei discorsi davanti allo specchio.
Arrossì pensando a cosa avrà sentito di Blake.
《Taci》provava a sfidarmi, così prepotente, così drammatico.
《È per il misterioso Blake - rise sotto voce - ah l'amore..》strinsi la borsa accanto al mio fondoschiena, stavo per perdere la pazienza, volevo trasformarmi e mandare tutto a puttane.
《Lurido ficcanaso》sputai acida uscendo dalla porta aperta in maniera galante da lui, accennai un sorriso di sfida prima di ritrovarmi faccia a faccia con la strada.
Quando fui vicino alla scuola, percepivo le urla dei bambini pronti a tifare le squadre in base a dove giocava il prorpio figlio; una scossa lungo la colonna vertebrale vedendo la maggior parte dei tifosi maschili osservarmi.
Quando diedi un leggero sguardo alle solite scalinate piene di persone, mi arresi all'idea di avere un posto in prima fila.
I bambini tenevano le fascette con il nome della nostra scuola e le lanciavano in aria, gli adulti parlavano in alcuni gruppetti e le cheerleader si preparavano per la loro esibizione; non avevo mai visto così tanta gente, la maggior parte dei genitori erano dei figli della squadra avversaria, noi tifosi della nostra scuola eravamo per lo più tutti amici dei giocatori.
《Persa?》sobbalzai in aria spaventata dalla voce riconosciuta dietro le mie spalle, non mi girai per qualche minuto, continuavo ad osservare questa gente appiccicata contro i scalini e i bambini correre lungo i bordi del campo, erano piccoli, si acchiappavano e poi correvano ancora una volta; si divertivano come se fosse la loro festa di compleanno.
《Sei mai stata circondata da tante persone?》mi voltai vedendolo in divisa, il numero venti sotto il suo cognome, era scritto in grande sulla schiena.
《In aereo》alzai il tono di voce per farmi sentire, lo seguivo nelle zone meno affollate per parlare normalmente.
Sorrise avvicinandosi con tanto di coprispalle e ginocchiere eppure si sentiva ancora quel forte odore di cannella, mi annebbiava la testa.
《Perché sei venuta qui?》
《Te lo avevo promesso, le mantengo.》
Mi vergognavo a parlare con lui, sapevo che sarebbe andata me per non parlare di come le mani mi tremavano, per poco non scoppiavo.
《Sei bellissima stasera》rimasi a bocca aperta, non mettevo spesso queste cose ma il complimento detto da lui suonava diverso, in un senso profondo e pieno di significato.
《Ti sbagli, lo sono sempre》scoppiò a ridere, notavo sotto il casco i suoi occhi farsi brillanti.
Volevo rompere il ghiaccio, non sentirmi a disagio con lui; mi sentivo così frizzante come un bicchiere d'acqua minerale.
《Se tutto va bene, ho una sorpresa per te. Trova gli altri, ho lasciato dei posti per voi avanti.》
Mi spensi quando gli altri componenti della squadra vennero dietro di lui per richiamarlo e portarlo dentro, mi salutò aggiustando il casco con il suo fascino accanto, mi fece l'occhiolino ed io arrossì.
Stavo per avvisarlo che avevo anch'io una sorpresa ma era troppo lontano per sentirmi.
Sono curiosa ora.
Dun tratto le luci divennero più chiare puntando il campo e una musica agghiacciante ne uscì dominando le urla di tutti qui presenti, stavano incominciando a giocare; la squadra avversaria era entrata a due file scombussolate girando per l'intera cornice del campo verde, nel tabellone era presente il punteggio pari a zero e il direttore con il megafono.
Dentro il campo, oltre alle svariate linee, i due arbitri con la maglia bianca e nera tenevano i fischietti, uno sul petto e l'altro tra le labbra pronto e usare il suo fiato quando sarà necessario.
Gli undici avversari, compresi i sostituiti sulla panchina, erano pronti per vincere.
Fu allora che la musica cambiò e il quarterback James, con il resto della squadra, entrò con tanto di musica e luci; il mio numero fortunato era nella riga di sotto, sembravano perfetti, marciavano sul posto mentre urlavano in speranza della vittoria.
《Jes! Siamo qui sopra!》ero rimasta in piedi accanto alle soglie dei muretti, pronta ad osservare tutta la scena in disparte, gli adulti mi coprivano la visuale.
Puntai verso i primi scalini e il gruppo era lì, tastando lo spazio vuoto dedicato a me.
《Come avete fatto a vedermi?》la sorella di Blake mi fece l'occhiolino, si toccò il naso e accennai un sorrisetto, olfatto da licantropo, me ne ero dimenticata.
Ci fu quell'attimo di silenzio prima di una risata fra noi, negammo l'evidenza del nostro litigio guardando la partita.
Ero seduta in mezzo tra Ethan e Kira, accanto Brooke dava il meglio di sé nel tifare.
《Sta per incominciare!》
Sulla prima fila potevo vedere da vicino tutto il campo, quel verde risplendere sulle strisce bianche con i nomi della scuola difronte ai pali piantati sul terreno; non avevo mai visto una partita di football in vita mia, non mi interessava.
《Lanciano una moneta?》sussurrai prima che tutti si zittirono per guardare la partita, i bambini ancora gridavano di gioia trionfanti, seduti sotto gli scalini ai nostri piedi.
《Devono incominciare, no?》tutti i giocatori in posizione nei loro rispettivi punti, urlavano numeri e cognomi mentre quel piccolo pallone ovale, pieno di vistose cuciture, volava per aria.
Lo stringevano al petto fino alle estremità dei campi, per poi essere buttato per terra con forza e alzare le mani con gesti di vittoria.
I punti salivano contro la nostra scuola.
Blake era in panchina, mi preoccupava la situazione, diceva che James lo avrebbe lasciato nel campo e che sarebbe servito.
Lui e il capitano avrebbero fatto scintille, ne ero certa.
Tutti si buttavano addosso, si schiacciano e cadevano; ero senza fiato, gridavo quando gli altri lo facevano.
Imbarazzante.
I primi tre tempi erano finiti, mancava qualche minuto all'ultimo e Blake si vedeva poco nel campo, i punti vicino alla soglia della parità non segnavano niente di buono.
《Perché non lo fa entrare?》chiesi ad Ethan che ammirava il tutto ingegnandosi.
《Lo userà come tattica, è forte, ribalteranno la classifica tenendolo pieno di adrenalina.》
Al fischio, il numero 20 entrò tastando i muscoli, si guardava intorno prima di mettersi in riga.
《Guarda qua che roba!》Kira urlava nel vedere suo fratello pieno di energie, era una scheggia, nessuno poteva fermarlo.
《Ogni tanto usa i suoi poteri》mi mimò Brooke con un ghigno, lo cercai con lo sguardo e lo vidi stringere il pallone con forza, da lontano vedevo le unghie diventare un po' lunghe mentre affondavano il pallone, si girava ogni secondo per controllare che nessuno stesse vedendo questo dettaglio seminando i giocatori.
Percepivo la sua ansia, stava sottovalutando le sue capacità.
All'improvviso un giocatore della squadra opposta si scontrò verso di lui, osservava il pallone con la testa bassa come un toro con le corna appuntite, si buttò addosso facendo rimanere Blake per qualche secondo fra l'erba.
Mi spaventai nel vederlo distrutto accarezzandosi la schiena, quel giocatore era un bestione.
Gridai spaventata dalla botta presa, tolsi la borsetta dal collo sentendomi soffocare.
Vedendo Blake voltarsi verso la mia direzione, si rialzò stiracchiandosi e ruotando il collo, lo guardai impaurita.
Mi rivolse uno sguardo leggero e con la vista acuta, le sue labbra formarono un sorriso di sicurezza.
Avanti, vinci sta cazzo di partita Blake.

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