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Blake

Tornato a casa, mi esercitavo per la prossima sfida in campo contro la scuola avversaria, una occasione unica, se vincessimo i bonus sarebbero micidiali.
Dalla cucina, Kira mi diede il telefono lasciandomi solo in camera a regnare questo silenzio.
Afferrai un secondo il telefono e vidi il nome di Jessica sopra lo schermo che cercava di chiamarmi.
Una novità?
《I prossimi allenamenti ci sono domani, se vuoi posso contattarti Ethan》ma non mi rispose.
Dall'altro capo un silenzio sovrastante mi inquitava, provai a richiamarla preoccupato, chiudevo ed era in una linea occupata, provavo a richiamarla ma squillava e basta.
Presi le scarpe allacciando i lacci, con le chiavi in mano ero quasi fuori la porta di casa nel tento di chiamarla.
《Dove vai?》mia sorella, appoggiata sul muro, si preoccupò della mia espressione.
《Non so cosa sta succedendo Kira, non ho idea di cosa devo fare》aprì la porta chiudendola alle spalle.
All'ennesima chiamata, dopo vari squilli, ascoltai il mio nome.
Blake! Mi senti?》non sentivo molto bene, c'erano pause e dalla scarsa linea del, i singhiozzi erano vivaci.
Piangeva..
《Jes ti sento a malapena, va tutto bene?》le urlavo il suo nome ma il silenzio era sempre presente.
《Pronto?》
Ho bisogno di aiuto》sentivo la sua voce rauca, non era sola, le voci non erano della televisione, c'era qualcuno in casa sua.
《Chi sta in casa? Nicole? Qualcuno che conosci?》le parlavo, anche se la linea era del tutto nulla, provavo a farle compagnia come meglio potevo.
I-io, Blake te lo avevo promesso..
《Va tutto bene Jes. È ok》non sapevo a cosa si stesse riferendo bensì la tranquillizzavo, mi orientai verso la periferia di casa sua con l'ansia attaccata.
Ho provato a mandarlo via, pensavo di gestirlo..Blake? Mi senti?-
《Sto vendendo da te, parlami.》
La sua voce era esausta, non parlava più, ascoltava la mia voce come se fosse un tranquillizzante; cominciai a correre, le chiavi di casa tintinnavano nella tasca dei pantaloni e il telefono rimase acceso fra le mie mani con la schermata di chiamata.
Subito dopo un silenzio si seguì un urlo, cominciò a piangere più forte.
《Chi cazzo si trova in casa Jessica!》gridai per strada, la gente che mi guardava storto.
《Jessica! Dio santo, rispondimi!》
corsi ancora più veloce.
Basta Liam! Per favore!》è impazzito per caso? Cosa le sta facendo?
Scavalcai la staccionata buttandomi contro la porta già aperta, chiusi al telefono mentre mi giravo intorno al piano di sotto alla ricerca di qualcuno, non c'era nessuno, tutto era a soqquadro e la televisione accesa con una birra mezza piena sul tavolino in vetro, feci attenzione ai pezzi rotti per terra.
Che cazzo di casino.
Salì al piano di sopra e poi lo vidi nel bel mezzo del corridoio picchiando la porta chiusa.
《Cagna del cazzo, perché lo hai chiamato eh?》rimisi il telefono in tasca.
《Che ci fai qui》
《Dovrei chiederti lo stesso》aveva bevuto troppo, si sentiva l'odore di alcool da un metro di distanza.
Mi avvicinai piano, facendo attenzione ai minimi particolari, come in un campo, come in una giocata per la vittoria.
Possedeva il manico di una bottiglia mezza rotta, se solo quei vetri mi avessero sfiorato, il sangue sarebbe uscito a fiumi.
《Ascoltami Liam, qualsiasi cosa stia succedendo, possiamo chiarirla》
《Blake..mio caro amico, non vedi che stiamo discutendo sulla nostra relazione? Puoi anche andare ora》feci un passo in avanti, subito mi puntò la sua arma contro il petto, assetato di vendetta, come un cane rabbioso, la saliva gli colava lungo le labbra.
《Non ti avvicinare! Non ti avvicinare ho detto!》alzai le mani mostrandogli il nulla; tremava sul posto, teneva il manico con entrambe le mani, uno spintone e sarebbe svenuto.
Ci mancava una crisi.
《Calma, nessuno si farà del male》provai a fare un secondo passo e mi sputò sulle scarpe segnando il suo territorio.
Fissai lo sputo, la saliva colava sul pavimento e si filtrava tra le scarpe, presi un bel respiro, lo avrei ucciso.
Arrivai alla sua altezza guardandolo negli occhi minaccioso, gli indirizzai la porta una terza volta e lui stava caricando la saliva sulla lingua.
Pronto per sputarmi in faccia, gli afferrai la mandibola storcendola, lo presi per il collo buttandolo contro il muro.
Tolsi quello schifo dalle mie scarpe, allargai le braccia in segno di sfida e lui carico cercò di buttarsi sopra di me, lo presi con forza sbattendogli la faccia contro il muro, più e più volte.
La calma, era la mia ultima alleata.
Sanguinava dal naso e un livido si creò intorno alla palpebra.
Ne avevo abbastanza di questo pezzo di merda.
《Non perdiamo la calma Liam, usciamo insieme da qui eh? Ti va?》mi fissò con sguardo atroce prima di toccarmi la ferita aperta sul lato della fronte, si tamponò con le dita e il sangue gli tinse le dita.
Si alzò stringendo i pugni venendo ancora una volta verso di me, per un breve secondo, con l'udito sviluppato, ascoltai la chiave della porta girarsi e il mio sguardo centrare quello del mio nemico nel tento di entrare nel bagno.
Voleva andare da lei, mi stava ingannando.
Mi allungai verso la porta tirandola, per la pressione, Jessica si spaventò, tanto da far cadere la chiave per terra.
La tenni chiusa in caso di sicurezza.
Avevo promesso di proteggerla.
Ci fu un tira e molla, carico e deciso, non volevo tirar fuori il peggio di me eppure, con lui era così diverso; non riuscivo a contenermi, non quando voleva fare del male a lei.
Mi allontanai di poco dalla porta, tastai il viso asciugando il sangue che cominciò ad uscire da un capillare spaccato; dalla rabbia, stavo diventando realmente una bestia.
I lividi, i suoi gemiti di dolore, la tensione, l'ira, la mia quasi trasformazione messa a dura prova e il sangue gocciolare goccia dopo goccia.
《Sei un animale..un- un demone!》risi prendendolo in giro, a far pressione erano le mie unghie e la peluria.
《Ma non mi dire, ora mi spuntano le corna e la coda》scoppiai a ridere.
《Sei un mostro! Un lupo..ti stai trasformando..in un fottuto lupo!》mi minacciò poi《lo dirò a tutti, ti metteranno al rogo, ti uccideranno e riderò alla tua morte..dannato figlio di Satana!》alzai le spalle, non mi sfiorò di un millimetro ciò che diceva bensì dovevo garantire sicurezza a tutti coloro che sono simili a me.
《Sei ubriaco, nessuno crederà ad un marmocchio》strinsi la presa al suo collo intravedendo i segni violacei e il mancamento di ossigeno.
《E tieni chiusa la tua fogna.》
Lo minacciai per ogni cosa, doveva stare in un rigoroso silenzio altrimenti poteva persino prendersi le proprie colpe, alla fine, io ero come difesa.
In un lungo e discreto silenzio, dopo aver cacciato Liam a suoni di calci, mi guardai intorno.
Feci qualche passo lento verso il piano di sopra accarezzando la porta del bagno, cedette alla tentazione di aprire la porta; con ancora la chiave in mano, sbuffò.
Era sconvolta.
《Vieni qui..》avanzò insicura di qualche passo guardandosi le spalle, strisciò i piedi intimorita e poi corse tra le mie braccia.
《I-io..mi dispiace, mi dispiace così tanto》si assumeva delle colpe, tremava dalla paura e si assicurò che fossi ancora sano e salvo.
《Ho provato in tutti i modi. Lo giuro, credimi Blake, lo giuro, lo giuro!》mi chinai accanto a lei per accarezzarle i capelli, treamava come un cagnolino impaurito, era così terrorizzata che non sarebbe uscita più di casa.
《Va tutto bene Jes. Ti credo》
《Volevo essere forte, l'ho sfidato e poi..e poi..mi sono trovata con il culo per terra》
《Oh Jessica, non importa. Ci hai provato e sono fiero che hai chiesto aiuto.》
La strinsi a me con un misto di ansia e terrore per ciò che poteva accadere se Liam avesse aperto la porta, non oso immaginare che trauma, le perversioni su un corpo fragile, in quel determinato momento, l'avrebbero segnata.
Quella cicatrice non se ne sarebbe andata neanche con il passare degli anni.
La portai in camera sua, la reggevo per paura che potesse fare follie, sgrovigliai le coperte e la adagiai sul materasso coprendole le spalle, chiusi le tende e la osservai spenta.
Mi sedetti accanto, mi guardò per un secondo e poggiò lentamente il suo capo sulla mia spalla.
《Perché sei orgoglioso di me?》
《Perché hai chiesto aiuto.》
Le sfiorai la guancia umida e ancora fredda, l'accarezzai con il pollice prima di sospirare.
Pazienza.
Jessica da scoprire, dalle tempo.
《Voglio far finta di niente domani, cancellerò dalla mente tutto ciò. È solo un brutto sogno, giusto?》annuì sorridendo, dopo le catastrofi voleva prendere alla leggera il contesto ed essere la solita dura.
《E per oggi?》
《Adesso ci sei tu》rimase in silenzio per brevi minuti prima di parlare.
《Mi dispiace per le ferite》alzai le spalle sorridendo, l'avrei presa anch'io alla leggera per proteggere il suo cuore.
La lasciai sola a riflettere e riposarsi, nel mentre, mi misi all'opera.
Riordinai la casa da cima a fondo, cancellando ogni traccia di tragedia, eliminando ogni brutto ricordo.
Nascosi delle macchie che non se ne andavano e lucidai i quadri.
Dopo aver chiuso la portella del freezer, me la ritrovai vagante vicino alle finestre del salotto.
《Che succede?》
《Ho bisogno di aria》la guardai senza muovermi, accennai un breve sorrisetto per la sua testa calda prima di fare qualche passo verso di lei.
Le bastava poco per calmarsi, le bastavo io.
Prima che potesse girarsi verso di me, notò la pulizia profonda che ci avevo messo, tutto il tempo necessario per finire quel che potevo; i suoi occhi brillarono di gioia nel vedere me all'opera, mi sentivo fiero del successo di entrambi.
《Oh Blake, hai riordinato tutto》mai dimenticherò quel sorriso.
《Era il minimo che potessi fare》disegnò un sorriso diverso, uno a trentadue denti, tanto da annunciare una breve risatina bambinesca.
《Il mio collaboratore scolastico》alzai gli occhi al cielo accompagnandola in una risata, solo dopo mi accorsi che aveva acciuffato un kit di pronto soccorso.
《Fammi ricambiare il favore》
《Ma hai bisogno di risposo..》
《No, ora ho bisogno di restituire la felicità che mi offri》dubitando, mi orientai verso la sedia della cucina vicino al disinfettante e altro ancora.
Notai i suoi piccoli occhi cupi passare dall'ovatta a dei piccoli fazzoletti umidi, immerse un pezzetto di carta nell'acqua strizzando leggermente, si decise persino di prendere un panno di stoffa, chiuse la mano in un pugno con al suo interno il pannetto imbevuto e, dopo aver svolto i suoi compiti, si avvicinò.
Chinata verso il mio viso, tamponata le ferite ancora aperte e fresche.
Non chiusi gli occhi, il dolore era forte ma non potevo non guardarla, era cosi vicina.
Accarezzò dolcemente il viso osservando meglio la ferita pulendo il sangue asciutto e sbavato sul viso, toccò con le dita le mie labbra sporcandosi il pollice con una piccola scia.
Fissai i suoi polpastrelli alzando di poco po sguardo ogni volta che mi toccava le labbra, non mi muovevo, cercavo di non far percepire il dolore, ero una pietra per trattenermi.
《Come siamo passati a questo?》chiusi le palpebre in silenzio, il dolore mi uccideva.
《A cosa?》le chiesi e aggiunse la risposta《ti volevo morto e adesso ti medico》posò il panno delicatamente aspettando una mia risposta.
《Forse perché mi hai dato una seconda opportunità》
《Oh no, no. Non mi fido delle seconde chance》
《Però ti sei fidata di me》strinse il labbro con i denti evitando il mio sguardo, stava arrossendo, si vergognava dei suoi pensieri.
《Era involontario, non mi fido di persone che mi hanno fatto del male》feci una smorfia ridendo, si stava letteralmente contraddicendo con le sue parole; lo notavo il suo panico, percepivo la sua eccitazione.
《Non lo farò più Jessica. Mantengo le promesse》
《Non andare mai via Blake, non distruggermi il cuore..sei la persona più cara che mi rimane》la pressione che ponevo ai muscoli, il fiato che cercavo di regolare, l'impegno che ponevo alla mia mente, l'obbligo di non lasciarmi andare..tutto era andato a puttane.
Ero in uno stato di trans, in un silenzio pietoso me ne stavo per non balbettare.
《Non lo farò》posizonai meglio la schiena contro la sedia aumentando di altezza, chinata non si mosse dal mio viso, fu chiara la vicinanza intima che volevo ponerle.
Allungai le mani circondandole il viso, la guardavo desiderato; per la prima volta, ero orgoglioso di aver salvato una delle tante ragazze dalle grinfie di James, di aver aspettato, di prendermi cura di lei.
Piccola quando voleva, e in quei casi, c'ero io a farle da guida.
Sfiorai con il naso le sue curve del viso, assaporavo il suo odore con le narici mentre le mie labbra cercavano un contatto con le sue; l'avrei resa mia, avrei determinato il mio territorio.
Un giorno, darò retta alle mie emozioni, fino ad adesso, mi limiterò a trovare eccitante la sua presenza.
《Te l'ho promesso Jessica, fidati di me e sarai felice. Sarai la persona più gioiosa della faccia della terra ed io lo sarò di più con te》mi puntò come io puntai lei.
So che mi desideri Jes.
《Rimani qui stanotte, ti va?》alzai un sopracciglio curioso.
《Perché no》sorrisi annuendo, mi alzai dalla sedia con il viso vicino al suo, posai lo sguardo dolcemente alle sue labbra e poi ai suoi occhi.
Quella scintilla mi travolse, mi faceva sentire desiderato.
Volevo essere ancora desiderato.
Le baciai la fronte come una carezza.
Desiderami Jessica, dimostra quanto mi vuoi sulle tue labbra, sulla tua pelle.

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