31

217 9 0
                                    

Jessica

Era difficile da spiegare ciò che provavo.
Alcune volte uno stato di rabbia così grande da dargli un milione di schiaffi ma anche tristezza tanto da poter diventare piccina, la felicità e la gioia invece, governano con gran piacere questo uragano di emozioni.
Ogni volta che lo guardavo era come ricominciare da zero, incominciare una gara con gli occhi bendati.
I suoi sono magnetici, verdi lime con quelle piccole sfumature più scure mi facevano star bene.
È stata la lupa a dirmi che doveva far parte di me, non credo nelle coincidenze ma questo è un vero e proprio desiderio di vita.
Rimasi in piedi per tutto il tempo, lo osservavo saltare con tutta la forza che metteva nei piedi e afferrare il pallone come un proiettile, era la rimonta.
Dopo il fischio dell'arbitro, la partita finì e la casa aveva vinto, lui aveva vinto e la sua sorpresa era in attesa.
Tutti i genitori saltavano di gioia, i propri figli avevano vinto e i bambini che non capivano l'emozione urlavano applaudendo, persino quelli dell'altra squadra erano felici; rimisero la musica a palla, mentre i giocatori giravano per il campo schiantandosi addosso gridando la vittoria trionfante.
Ci pensai per qualche secondo, vedendo il suo sorriso da oltre il casco, lo buttò per terra ed era pronto a battere il cinque ad ognuno di loro.
Kira urlava a tutti i genitori che Blake era suo fratello, si vantava di lui come se fosse il campione e in effetti, lo era eccome.
Gettai lo sguardo sul campo, me ne restavo in silenzio a combattere contro la mia vergogna, lui aveva una sorpresa e anche io..la curiosità era amara.
Ascoltai il volume del microfono farsi acuto, l'ansia di vederlo insieme a Jems vicino a quella specie di megafono mi mise sotto stress.
Avrebbe parlato di me?
《Preveniamo il dolore curandoci di queste soddisfazioni. Sono sicuro che voi sarete fieri dei vostri figli come lo sono io da capitano》fece l'applauso che tutti seguirono a ritmo, sorrisi nel vedere Blake a disagio sotto lo sguardo da tutti.
Si vergognava della sua vittoria.
《Sono contento di gestire questa squadra dannazione! Non vedo l'ora di vedere cosa ci riserva il futuro》James bramava vittoria da tutti i pori del suo corpo, per poco non esplodeva o vomitava.
《Dedichiamo queste vittorie non solo alle nostre famiglie, come giusto che sia. Ma anche a quelle persone che, nonostante tutto, abbiano illuminato il nostro cammino con speranza..》fu Blake a parlare ora, i riflettori puntati addosso mentre tutti gli altri lo affiancavano divertiti.
《Ci sono persone veramente speciali, sorelle, amici, fidanzati che..non si sa come, ti fanno sentire bene anche dopo una sconfitta》lo guardai in silenzio, aspettavo un mio riferimento come un miraggio; i palmi sudavano e le dita tremavano.
《Vorrei far sentire a tutti quanto queste persone siano state speciali per me》e i riflettori si posarono su di noi.
Sotto lo sguardo di tutti, avampai.
《Mia sorella Kira e la mia amica Brooke, le ringrazio per non avermi lasciato cadere. Ad Ethan che non mi ha mai fatto gettare la spugna e a te, Jessica. Ti dedicherei il mondo》si allontanò dai suoi amici muovendosi nella mia direzione, mentre camminava il cuore mi martellava nel petto.
《E forse, sarebbe troppo crudele darti questo mondo ingrato. Meriteresti di meglio.》era lì, a qualche centimetro d'altezza in distanza tra i nostri corpi, lo guardavo vicino al mio viso, il suo capo alzato verso il mio mi fece ingoiare le pulsazioni.
《Ti ho donato luce quando tu me ne davi un po' della tua. Mi hai fatto credere nella bellezza delle cose, delle persone..e ti sono grato》sorrisi timida.
Incontrare la sua vista in questo preciso momento, poteva farmi venire i brividi e il rossore sotto le guance.
《Dovrei essere io a ringraziarti》io non avevo fatto niente, è lui a farmi risplendere, a farmi credere nelle mue capacità, è stato lui ad entrare nella mia vita come un fascio di luce, a farmi sentire utile in questo mondo.
《Peccato che l'ho già fatto io》
《Ne hai avuto di palle per farlo》rise lasciando il microfono poggiato accanto a me, sentivo l'energia fra di noi, la timidezza nel parlare e il mio tono di voce cambiare; era come se fosse solo in questo enorme campo guardandomi come se fossi la cosa più bella del mondo.
《Ti saresti vergognata al mio posto?》
《Non ci avrei neanche pensato..era questa la sorpresa, vero?》negò con la testa con una risatina.
Mi domandai ben poco quando mi afferrò il viso con due mani, per un secondo i suoi occhi curiosavano fra i miei, in cerca della bontà; poi, un silenzio drammatico, uno dove ti chiedi cosa faresti in questo preciso momento.
Balbettai qualcosa invano.
《È questa la sorpresa..》mi toccò il viso, mi strinse le dita intrecciate alle sue sfiorandomi le labbra.
Il mio cuore fece i fuochi d'artificio.
Ero così tesa, non mi aveva mai baciato in pubblico, nessuno sapeva di questo e non me lo aspettavo, non si vergognava di me.
Mi accarezzò le guance con i pollici, sentivo gli applausi ma di quello non mi interessava, per la prima volta potevo affermare che avevo provato e ascoltato l'amore.
《Cosa facciamo ora..?》
《..Viviamo》lì, nel mio sogno remoto, capì che avevo vissuto l'attimo.
Turbata, aspettai lui fuori dai cancelli della scuola, un mucchio di gente mi guardava come se avesse visto la Dea dell'amore mentre altre, pensavano fossi una celebrità, la preferita di Dio.
I miei amici poi, si ritirarono stanchi, in confronto a me carica di emozioni.
《Riferisci a Blake che la mamma lo vuole a casa stanotte, gli ha fatto una torta》Kira mi indicò con l'indice, le sue palpebre calanti mi fecero sorridere.
《Voi due..vi tengo d'occhio eh》risi dando a loro la buonanotte.
Aspettai impaziente i giocatori, mi mordevo le unghie in attesa prima che il mio nome echeggiò nell'aria.
《Jessica, ciao!》era il mio ex, il mio ex Liam con il braccio intorno alle spalle di Ashley.
Lo salutai con un cenno di capo, per un breve momento mi sentii piccola nei loro confronti e non sapevo nemmeno che dire, dopo ciò che era successo in campo, sembrava che avessi preso cinque bicchieri di caffè amaro.
《Sono felice per voi ecco..volevo scusarmi per molte cose》iniziai a sudare freddo, Liam si stava scusando per come mi trattava e adesso lo stava facendo nei peggiori dei modi con accanto la sua nuova fidanzata.
《Spero tu possa perdonarmi》
《Accetto le scuse, si..ma non dimentico la tua definizione di amore》
《Lo so.. lo so.》
Sospirai cercando con lo sguardo Blake che ancora non si faceva vivo, intanto la sua ragazza gli pestò il piede, stava parlando troppo e sono sicura che provava ancora qualcosa ma voleva farmi ingelosire; la nostalgia è un danno permanente.
《Ti auguro il meglio Jes.》
Sorrisi augurando la stessa cosa, mi rimisi dritta e due mani mi oscurano la vista; sorrisi con emozione, le afferrai e vidi i suoi occhi verdi che penetravano nei miei con troppa facilità.
Mi prese in braccio come se fossimo soli tra questa mandria di gente.
《Buona fortuna per tutto Liam!》cominciò a camminare ed io a ridere.
L'ultima cosa che vidi era il viso gelido del mio ex che stringeva la sua ragazza, non aveva mai ascoltato da me questa risata.
Stavo optando per una nuova strada: la felicità.
Anche se non ho un lavoro, studio a malapena e continuo ad andare avanti con fortuna, vivendo con una zia umana e un fratello stronzo, tutto sommato andavo bene.
Ho dovuto affrontare difficoltà per raggiungere il desiderio e sono fiera che le cose stiano andando per il verso giusto.
Ora mi ritrovavo qui, tra il profumo delle coperte morbide fra le mani una tazza di thè caldo con il televisore davanti; Blake mi aveva accompagnata a casa baciandomi la fronte.
Non gli chiesi di stare con me, doveva festeggiare con i suoi amici e andare da sua madre, poteva benissimo stare con me un'altra volta.
Ascoltai i passi di mia zia, in pigiama, mi salutò assonnata porgendo la mano sulla bocca insinuando uno sbadiglio, mi chiese per quanto tempo dovessi stare sveglia visto che Noah era a letto ed io alzai le spalle.
Avrei chiuso porte e finestre, poteva stare tranquilla e dormire con sogni sereni.
Giocavo con il vapore del thè, soffiavo mentre esso creava altro fumo, non calcolavo la televisione, la maggior parte delle volte la utilizzavo per farmi compagnia ma questa volta aveva trovato la sua funzione..parlava di noi.
La ragazza vestita di tutto punto discusse di luoghi famosi per la ricerca di lupi, mostrarono foto scattate, foto furtive e poi parlarono del nostro paese, della nuova scoperta e l'avvicinanza dei lupi, la cosa che mi incupì furono le foto che mostravano in pubblico.
C'ero io, il gruppo, gli altri, tutto il branco e alcuni che raramente appariva non conoscevo neanche i loro nomi.
Presentava persino l'ultima battaglia che avevo fatto con l'alpha sconosciuto, di River che ora dormiva appisolato sul tappeto, e del mio manto sempre più presente, esigente e succulente per la curiosità del pubblico.
Perché sempre noi?
Perché solo noi?
Non sono coincidenze, non credo proprio.
Corsi in cucina per prendere un piccolo foglietto, con il volume alto ascoltai le cose più importanti, mi esibivano come un potenziale alpha ma non è tutto, quel luogo, seppur nostro territorio, era prelibato per le camere da ripresa.
Mentre prendevo appunti, bevevo l'ultima goccia che rimaneva nella tazza.
Prima di passare alle notizie più esemplari, la donna ribadì ancora una volta che volevano prendere alcuni di noi ed esaminarci nella scientifica, se non scuoiarci vivi.
《Mh..? Zia Nicole sei tu?》ritornai alla realtà sentendo forti passi pesanti lontani da me, il mio udito sviluppato percepiva che passi anomali.
Non provenivano dall'intenro della casa bensì sul perimetro esterno, sembravano in tanti.
I miei occhi bruciarono.
Di soppiatto andai vicino alla finestra, spostai la tenda di qualche centimetro ma non vidi nessuno fuori alla porta e nemmeno intorno alla casa, il giardino era vuoto eppure i passi si facero sempre più pesanti e raddoppiati.
《Chi va là? Sono armata!》gridai mentendo spudoratamente.
I passi divennero corse sul posto, la mente mi venne offuscata e tutto girava intorno alla mia testa con un audio modificato, i rumori di zampe, di mani contro i muri e di passi umani mi fece andare nel panico.
La porta bussò mettendo fine a questi rumori, dentro di me l'ansia mi inghiottì.
Col cazzo che la apro.
Impugnai la penna e, gattonando verso la finestra vicina alla porta d'ingresso, guardai con la coda dell'occhio se qualcuno mi stesse facendo un brutto scherzo.
Non vedendo nessuno feci un respiro profondo, i passi ritornarono presenti nella mia mente e con coraggio, aprì la porta a palpebre spalancate.
Osservai subito nei dintorni il possibile nemico bensì ci fu un silenzio inquietante, qualsiasi passo o rumore era nullo, inesistente e il bussare alla porta continuo sembrava frutto della mia fantasia.
Abbassai il capo notando sotto il portico di casa un biglietto aperto, non c'erano lettere o parole, solo un linguaggio incomprensibile, qualcosa scritto su questo foglio che non avevo mai visto in vita mia.
Provai a schiarirmi le idee con un'altra tazza di thè caldo osservando continuamente il buglietto poggiato sul tavolo, non volevo certo fare degli incubi ma queste cose mi sembravano familiari; questa volta i passi sembrarono allontanarsi.
Quel qualcuno fuori era uno come me, mi avrà fiutato, voleva chiedere aiuto eppure la cosa strana era il silenzio: ogni volta che mi avvicinavo al possibile sospetto, esso spariva nel suo silenzio.
Piegai il foglio scritto da me con gli appunti del telegiornale nella tasca del pantalone e con terrore, guardai per l'ultima volta quel messaggio incomprensibile ai miei occhi.
Non era per i non vedenti, neanche linguaggi che si usano..era qualcosa di stranamente irreale.
Niente lettere, niente parole, niente numeri e neanche disegni..solo punti e linee.

La Nuova AlphaWhere stories live. Discover now