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Jessica

Mi svegliai sudata questa mattina, mi giravo e rigiravo nel letto in cerca del sonno stracciato, avevo incubi ogni volta che abbassavo le palpebre ed erano tutti così simili, tutti con lo stesso contesto: l'alpha.
Da quando quei occhi rossi fecero parte della mia vita, i miei sogni non sono più tranquilli, neanche i telegiornali e persino la mia vita sembrava essere soffocata dai misteri.
Il primo tra tutti era quel misterioso biglietto indecifrabile ad occhio nudo.
Mi alzai puntando per prima cosa quella scritta, stropicciai gli occhi ragionando su che codice possa essere; esistono una vastità di idee e non avevo mai visto una roba del genere, decifrarlo mi sembrava impossibile.
Attesi con ansia Blake, non gli avevo detto nulla sull'episodio di ieri, era con i suoi amici e non volevo che si preoccupasse di me.
Decisi di andare in cucina per fare colazione con il biglietto nella tasca del panatole, uscì il latte dal frigo e tagliai un pezzo di crostata alla crema che mi aveva lasciato Nicole sul tavolo.
Nel farlo, mi sporcai le mani di crema e, nello stesso momento, il campanello suonò.
《Arrivo!》cercai un panno per asciugare le mani, dei fazzoletti o qualsiasi altra cosa.
Il campanello echeggiò.
《Un secondo! Santo Cielo..》corsi verso la porta trovandolo impaziente.
《Sei in ritardo》mi disse nascondendo qualcosa dietro la schiena.
《Che saranno mai dieci minuti》gli rivolsi un sorriso curioso cercando di intravedere una sorpresa.
Mi uscì una rosa, la presi con delicatezza abbracciata dal cartone, notavo le sue spine appuntite e sorrisi di gioia; una rosa senza spine, non era una rosa.
Immersi le mani fra questi petali profumati, lessi che le rose dimostravano rispetto che si provava nell'amore, annusai questo misto di odori per poi portarle in un vasetto.
Da quella sera ero abbastanza impacciata, mi aveva baciato, una dichiarazione eppure non sapevo come comportarmi.
Lo abbracciai tenendo a distanza le mie labbra sporche di crema, nel vedere la mia allontananza me le leccò.
Arrossì con un pugno al cuore.
《..Crema?》schiuse le labbra guardando il soffitto, si leccava le dita osservando me poi.
Oh buon Dio.
《Dici?》gli mostrai la crostata in lontananza affrettandomi a tagliarne un pezzo in più.
Ascoltai il rumore delle zampe contro il pavimento, come un cane da tartufo osservò Blake arrabbiato.
《Mi sta guardando male》sorrisi, sarà un meccanismo di difesa del territorio, questa casa la considerava sua oramai.
《È perché sto mangiando?》si osservavano a vicenda, un ringhio bastò prima di attivare la sfida.
《Sta delineando il suo territorio, e tu ci sei dentro》alzò le sopracciglia scioccato, guardò il lupo accanto ai miei piedi e poi me nel tento di finire il boccone che avevo in bocca.
《River è dei nostri》dissi al lupo facendo fiutare l'odore di Blake.
《River? Gli hai dato persino un nome?》annuì《non è un animale da compagnia Jes..non vedi come si sta attaccando a questa casa? Non è il suo habitat.》
Malgrado le sue sembianze, sta crescendo in fretta e sta imparando cose sbagliate, cerco di istruire cose che imparo il giorno stesso e lui deve saperlo fare da solo.
Combattere, sopravvivere, difendersi..non sono io sua madre.
《Liberalo prima che sia troppo tardi》morsi il labbro prendendo con la mano il biglietto di ieri sera trovato fuori.
《Ci sono troppe coincidenze e River, con l'alpha e questo - gli mostrai il codice - sono sospetti》strabuzzò gli occhi tastando la carta, con lo sguardo seguiva le linee e i punti, temo che neanche lui sappia cosa ci sia scritto.
《Cosa sono? Geroglifici?》risi, la professoressa di storia ci avrebbe aiutato allora.
《Non ne ho idea. Ieri avevano bussato e, aprendo, non c'era nessuno tranne il foglio》mi guardò con una leggera rabbia, forse perché non gli avevo detto tutta la storia e, per lo meno, tutto ciò successo prima del biglietto.
《Perché credi che sia legato all'alpha?》mi chiese titubante.
《Abbiamo il suo ostaggio》puntai River nel tento di annusare le scarpe di Blake da lontano.
《Non ha senso, perché lasciare un biglietto anziché prenderselo? È l'alpha, gli alpha non temono i beta》negai con la testa con un sospiro, ripresi il mio codice ponendolo nella tasca, acciuffai lo zaino e lasciai River con l'acqua.
《Si avvicina Natale, potrebbe anche essere un trucchetto per trascinare l'intera famiglia nel suo branco》mi vennero i brividi immaginando zia Nicole urlare di dolore, massacrata per colpa mia o Noah, che mi guardava sofferente masticato vivo.
Non vorrei neanche pensarci.
《Ucciderti è l'ultimo pensiero spero, e poi - fece cenno alla tasca - diciamolo agli altri, decifriamolo prima che sia una avvertenza sconosciuta.》
Andando a scuola, ipotizzavamo idee su idee, ci schiacciavamo le meningi in cerca di risposte e il periodo natalizio potrà essere una scusa per portare via la mia famiglia, senza lo sguardo di conosciuti.
E se sapesse come passavo il Natale?
Se l'alpha conoscesse la nostra diversità nelle festività?
Sarà per questo, che ci mandava segnali.
《Temo che sappia molte cose su di me..specialmente come passiamo le festività..》chinai lo sguardo in basso per non rispondere alle domande di Blake, tristemente i nostri festeggiamenti erano privi di entusiasmo ma colmi di disagio.
Eravamo sempre io e Nicole, qualche volta Noah e basta.
Si mangiava, si scartavano i due o tre regali e poi si andava a dormire; non si ballava, non si urlava, non si andava in chiesa, non si faceva nulla che tutte le altre famiglie potevano fare.
Perché noi, rispetto alle altre famiglie, sopravviviamo.
《Vi rovinate da soli》
《Siamo in tre Blake, legati da sangue sconosciuto, abbandonati da tutti e cresciuti da pochi. Le conoscenze non sono le migliori》a malapena riuscivo ad andarci in maniera vaga, non mi importavano i regali o il cibo, volevo la gioia, desideravo il sapore natalizio sulla lingua, cercavo quello che tutti hanno.
《Non ho intenzione di lasciarvi soli, potete unirvi ai Moore》negai con la testa colma di vergogna, far vedere ad un'altra famiglia quanta pietà abbia la nostra, era l'ultima soluzione.
《Assolutamente no. Te lo avrei chiesto se ne avessi avuto bisogno》
《Bene, vorrà dire che improvviserò.》
Non ci rendemmo nemmeno conto di quanto avessimo camminato in fretta, per la prima volta eravamo in anticipo, gli altri ci chiamarono rompendo le nostre discussioni.
Sentendo la nostra conversazione in lontananza, persino loro diedero di matto.
Blake rimase zitto con le braccia incrociate, fissava il vuoto mettendomi in mezzo ai suoi abissi.
《Poche settimane ed io me ne vado, solo io, la mia valigia e il Canada. Farò i biglietti tra poco》mi meravigliai della sua scelta, lui desiderava tutto il contrario rispetto a me e, mentre i suoi genitori erano partiti per una destinazione, lui ne cercava un'altra.
《Invece non li farai i biglietti.》
Blake interruppe le chiacchiere tra di noi, lo guardarono tutti mentre fissavo il suo punto fisso, continuava a guardare il vuoto e dal nulla afferrò il suo telefono digitando un numero di telefono, stavo per seguirlo ma i ragazzi entrarono titubanti nelle classi.
Seguì Kira confabulando la stranezza che nascondeva il fratello.
《Avrà visto qualche scoiattolo》iniziò a ridere ed io feci lo stesso, senza un motivo, non aver capito la battuta.
Finite le lezioni, mi orientai verso il gruppo con Kira alle spalle, Brooke era abbastanza strana quando mi vide, si irrigidì come un blocco di ghiaccio.
《Sono sporca?》le chiesi e lei cambiò sguardo, il suo animo bambinesco mi forgiava una allegria nell'animo.
《Mi devi dire qualcosa Brooke?》un ghigno mi apparve quando la vidi annuire, la sua migliore amica le pestò il piede.
Mi nascondo qualcosa.
《Facciamo shopping..!》allargai un sorriso.
《In..in montagna》scoppiai a ridere notando le occhiatacce che tutti mandarono alla piccola Brooke, chiuse la bocca e indietreggiò.
《Ok..vada per lo shopping in montagna》che stranezza.
Tutti risero alla mia ignoranza.
Ritornando a casa, prima che Blake mi lasciasse, mi diede una avvertenza: valigia, regali e tanta pazienza.
Sorrisi di gioia, persino Nicole mi vide con una allegria da sentendere in pieno, ero così contenta di passare delle vacanze che non mi accorsi di Noah pronto per andarsene.
Mi accigliai notando l'energia negativa palpabile.
Mio fratello stava tornando a Tacoma..senza passare le vacanze insieme a noi.
《Perché vai via ora?》anche se lo detestavo, anche se mi paragonava a un mostro, era pur sempre mio fratello e vederlo andare via così presto mi spezzava in due.
《Mi aspettano a Tacoma, Jessica. Devo tornare》lasciai scorrere il mio viso pieno di lacrime, giusto ora che avevo trovati una soluzione, potevamo vivere in maniera diversa questo Natale grazie a Blake e invece, lui scappa via.
Ero delusa, da quando siamo partiti, Noah non aveva fatto altro che deludermi.
《Perché festeggiare con loro e non con noi? Preferisci degli sconosciuti che la tua famiglia..se credi in una famiglia》
alzò le spalle mordendosi la guancia, ero stufa di lui e di tutti questi sbalzi d'umore.
《Non ti interessa no? Devi fare festa》
sussurrai amareggiata.
《Mi interessa di voi..siete la mia famiglia, Jes. Siete insostituibili.》
Una macchina si parcheggiò difronte alla recinzione di casa, cominciò a suonare in modo grezzo e vedere il volto di quel sfigato dell'amico di Noah era orrendo.
Ciò che temevo si stava illuminando.
Preferiva i suoi amici..chiaro.
《Dovresti andare》provò ad avvicinarsi ma spalancai la porta indicando la macchina, era tardi per ritornare con la coda fra le gambe.
《Jes..》mi guardò tristemente《..zia》e lei indicò la porta.
Che illusione.
《Tornerò presto》negai con la testa, pensava davvero di risolvere qualcosa così?
Venire quando gli pare e uscire?
Preferivo quando poltriva.
《Non tornare》dissi tra ira e delusione 《non ci pensare neanche》sospirai chiudendo gli occhi, era troppo ingenuo per capire il dolore che provavo a vedere un altro componente della mia famiglia sparire nel nulla, può essere tutto ciò che vuole e chiamarmi mostro eppure era pur sempre la persona più vicina della mia vita.
Avevo bisogno di urlare, piangere..avevo bisogno di correre nel villaggio.
Non lo salutai quando si diresse verso la macchina, lo guardammo e basta sulla soglia della porta con un rimorso mangiarci dentro, credevo sarebbe cambiato.
《Addio Noah》sussurrai con il cuore in gola.
Colma di rabbia me ne andai, lascia do Nicole da sola, camminando svelta verso i sentieri del bosco, per correre e piangere, per urlare e sfogarmi.
Scavalcai tutti i passaggi, usavo le gambe come se mi trovassi in una maratona, socchiudevo gli occhi per non permettere alle lacrime di scendere, non mi sarei data per persa.
Non mi resi nemmeno conto poi, di star usando le zampe anziché i piedi.
Guaivo in silenzio, correndo da una parte nascosta lontana da tutti i miei simili, volevo restare da sola a guardare l'acqua di fiume scorrere calma.
《Respira lupo bianco.》
Poggiata con il muso sul terreno, ringhiavo allo sconosciuto che la prima volta mi aveva salvato dall'ignoranza.
Starnutì sentendo un filo d'erba solleticarmi la punta del naso per via del vento, lo vidi ridere.
Allargò il braccio mostrandomi tutto lo spazio vuoto circondato da alberi e vegetazione.
《Tutti affrontano qualcosa nella vita.》
Posai lo sguardo, sui arbusti tagliati in maniera sottile dove alcuni li utilizzavano per fare un focolare, il fiume scorreva piano, l'erba verde farci da tappeto e due tronchi abbattuti fare da sedia naturale ad un mondo di irrealtà.
《Avbiamo creato questo posto per aiutare voi, giovani sperduti, a ritrovare la pace》aprì gli occhi guardando una seconda volta il suo viso così familiare, quei capelli castani così corti e quei occhi profondi mi sembravano così rassicuranti che potevo sentirmi a mio agio.
《Percepisco i tuoi pensieri, puoi restare tranquilla perché sono il tuo alpha, Jessica. Se non quello di tutto il branco》sgranai gli occhi saltando sul posto pronta per abbassare il capo per dargli tutto il mio rispetto.
Rise teneramente incuriosito dal mio balzo, avevo l'alpha davanti ai miei occhi non potevo crederci.
《Mi diverte la vostra paura, tutti facevano così sai? Persino Blake, il primo giorno, mi pregò di perdonarlo》lo osservai con la coda tra le zampe, ero curiosa dei suoi racconti e di come i suoi due figli fossero dispersi ai suoi occhi, mi chiedevo dell'esistenza della sua compagna.
Lei mi era sconosciuta.

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