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Buona lettura, e godetevi quella foto di Harry, all the love

Nonostante sono stata via per poco più di una settimana mi sembra così strano essere tornata in America. Mi sento strana ad ordinare un caffè al bar, sapendo che non mi prepareranno mai un espresso perfetto, sapendo che non costerà il regolare euro ma costerà almeno tre dollari se non di più. Mi sento strana senza tram per le strade. Mi sento un estranea in questa città che mi ha accettato in un modo così garbato e accogliente. I ritmi a lavoro sono frenetici, le persone contano su di me per ogni intoppo e mio fratello mi scrive quotidianamente. Niente è cambiato. Eppure mi sento come se tutto questo mi andasse un po' stretto. Cerco di togliermi questi pensieri dalla testa. Questi pensieri mi appaiono da ingrata. Provo incessantemente di buttarmi a capofitto nella routine, le cose da fare certo non mi mancano.

Proprio mentre ero a lavoro, finalmente concentrata su ciò che dovevo fare un leggero bussare alla porta mi interrompe. 

"Avanti!" urlo per farmi sentire, non alzo la testa mentre finisco di organizzare tutti i fogli sparsi sulla scrivania cercando di dividerli e ritrovare una piccola nota fondamentale che non trovo da ore. 

"Ciao" una voce roca e calma mi fa scattare dritta sulla sedia. Alzo lo sguardo trovandomi davanti il più inaspettato degli ospiti. 

"Ciao" rispondo piano io, sono confusa, completamente paralizzata. Sta benissimo, indossa una maglietta a righe orizzontali e dei blue jeans, ai piedi noto delle vane bianche con le stringhe rosa. 

"Stai cercando Alessandro?" gli chiedo schiarendomi la voce e cercando di ricompormi. 

"Non proprio" dice lui sorridendo, si passa una mano trai capelli e si avvicina alla mia scrivania.

"Non sapevo avessi un fitting oggi" 

"Cosa stai facendo?" non ci mette neanche mezzo secondo a cambiare argomento, appoggia i palmi sulla scrivania chinandosi a guardare i fogli, trovo che sia fin troppo vicino.

"Controllo le tempistiche di produzione" rimango composta, mantengo un sorriso di facciata mentre dentro di me sono in pieno blackout. 

Lui mi guarda dritto negli occhi, li trovo luminosi, brillanti e divertiti. osserva a fondo tutta la mia scrivania. Le matite e penne precisamente organizzate per colore, i fogli suddivisi in pile accuratamente affiancate, il set di cartoleria tutta perfettamente abbinata e i post it metodicamente attaccati ad ogni cosa presente nel mio ufficio. Infine il suo sguardo si posa sull'agenda: fitta di scritte, appuntamenti, note e orari. Il tutto puntualmente suddiviso in colori.

Si lascia scappare una risata. "In che colore mi segni?" mi chiede indicando il taccuino.

"Non ti segno. Di solito gli incontri con te sono inaspettati." le parole mi escono quasi più dure di come le pensavo. Sono frenata dalla mia totale confusione su cosa aspettarmi, cosa dire, cosa succederà, perché è qui. Perché non mi ha risposto? Sa che non mi ha risposto? Cerco di riprendermi.

"Non sapevo avessi un fitting oggi." ripeto, cercando di ottenere una risposta pur rimanendo cortese.

"Infatti non lo ho. Ho saputo che sei tornata a lavoro." 

"Si, una settimana fa." il nostro dialogo è una partita che non so come andrà a finire e sopratutto dove andrà a finire.

"Com'è andata in Italia?" mi chiede, non lo fa per cortesia, questo è sicuro. Lo leggo nei suoi occhi, gli interessa davvero. 

Ricaccio indietro le lacrime e annuisco prima di parlare perché so che le ha viste nei miei occhi. Abbasso lo sguardo -"c'era un sacco di lavoro da fare"

Blind for Love - H.S.Kde žijí příběhy. Začni objevovat