35 - Riconciliazione

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Fissava un punto impreciso tra lui e la scrivania da quasi mezz'ora.

Era quello che aveva sempre desiderato, quello che aspettava da anni. Da una vita intera.

Eppure la sua reazione non era quella sulla quale aveva sempre fantasticato.

Sospirò.

Lui e Yurika avevano ormai litigato a sufficienza per quella questione il giorno prima. Tornare a rigirare il coltello nella piaga così presto non avrebbe fatto altro che portare a un ulteriore conflitto. Ulteriori tensioni e incomprensioni.

Era questo che si otteneva quando si cercava di conciliare due mondi opposti? Era impossibile?

Anche la notte appena trascorsa era rimasto accanto alla ragazza, ma le sue braccia non l'avevano stretta. Aveva dedotto che, per una volta, sarebbe stato meglio lasciarla respirare. Ne aveva bisogno.

Aveva atteso che si svegliasse per non farla sentire ancora una volta abbandonata, ma non si era lasciato andare a troppe smancerie. A nessuna.

Poi la chiamata di Krul nel suo ufficio.

Ormai era ufficiale. C'era una data e la guerra contro gli umani sarebbe iniziata.

"Mi raccomando, presta attenzione alla tua fidanzata." Aveva aggiunto la regina prima di chiudere la conversazione.

Quanto odiava quella situazione nella quale si era cacciato con le sue stesse mani.

Ecco cosa succedeva a non rispettare i piani, capitavano gli imprevisti.

Ricordò, martellanti nella testa, le parole di accusa che Yurika gli aveva lanciato il giorno prima.

Se si fosse presentato da lei con la notizia ufficiale della guerra il loro fragile equilibrio avrebbe finito con lo spezzarsi ancora. Era prevedibile, ma la sola idea che Krul potesse ripetere una visita come quella dell'ultima volta lo terrorizzava.

Era incerto sul da farsi.

Presentarle la notizia dando per scontato che lei lo seguisse? O darle la possibilità di scegliere, di farle capire che per lui contava anche il suo parere?

Non ci voleva molto per intuire quale sarebbe stata la soluzione migliore.

Doveva costruire il suo rapporto con la ragazza, non distruggerlo.

Yurika sfogliava le pagine del libro con scarso interesse, senza riuscire a focalizzarsi su quanto vi fosse scritto. Aveva momentaneamente abbandonato i suoi progetti di ricerca per dedicarsi a una lettura più leggera, ma, nel suo stato attuale, avrebbe perfino faticato a seguire la trama del Taketori Monogatari.

Lei e Ferid avevano chiarito la disputa, ma nell'aria era rimasto qualcosa di fin troppo tangibile.

Come il fatto che non l'avesse ancora sfiorata, neppure per un bacio. Non l'avrebbe mai detto, eppure le mancava il suo tocco. Le erano bastate poche ore per andare in astinenza.

Che ridere. Sotto sotto quel vampiro la teneva in pugno come mai nessuno aveva fatto prima. Come se fosse mai stata succube dell'incantesimo dell'amore.

Era talmente presa a fissare a vuoto una pagina del testo che neppure si accorse che l'amato vampiro aveva fatto il suo ingresso nella stanza.

Ferid sorrise vedendola fintamente assorta in un testo casuale. La sua parte non tanto nascosta di predatore amava vederla sobbalzare ogni qualvolta spuntava dal nulla. In una normale preda avrebbe letto paura, ansia. In parte li aveva percepiti anche nei suoi occhi tempo fa, ma ora non più. La sorpresa vi era sempre, ma accompagnata da felicità. Vederle gli occhi illuminarsi era uno degli spettacoli migliori che le regalava. Anche se, forse, quel giorno non avrebbe potuto ammirare la tanto sperata reazione.

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