13-Grazie

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Yurika chiuse il libro e spostò la testa di lato, attirata dal volo di una farfalla. Sollevò la mano nel tentativo di avvicinarla. La creatura si posò per un breve istante sul suo dito, poi riprese il volo. Sospirò. Era contenta che il vampiro le avesse concesso libero accesso al giardino e alle stanze della villa, questo la faceva sentire meno in gabbia e più libera. Doveva ammettere che Ferid si stava inpegnando a mantenere le sue promesse, ma, dopotutto, non era neppure passata una settimana dalla sua aggressione e la ragazza non era disposta a illudersi, non quando la presenza del vampiro causava ancora così tanti turbamenti all'interno del suo corpo. Si girò verso la villa e osservò le finestre, scorgendo una figura in quelle più alte. Scosse la testa, strinse il libro al petto e si alzò decidendo che, prima di rientrare, si sarebbe concessa una lunga passeggiata.

Ferid si trovava nel suo studio, avrebbe dovuto rivedere alcuni documenti, ma poi era stato distratto dalla figura di Yurika e non era più riuscito a toglierle gli occhi di dosso. Doveva ammettere che l'idea di lasciare più libertà alla ragazza aveva portato i suoi frutti. Certo, Yurika non gli era saltata addosso quando il vampiro le aveva comunicato la notizia, ma Ferid sapeva quant'era importante per lei. Aveva iniziato a disturbarla molto meno, infatti si era ripromesso che si sarebbero ritrovati nella stessa stanza per non più di una volta al giorno e, le volte che capitava, Ferid non si azzardava a toccarla; certo questa situazione e queste costrizioni che si era autoimposto andavano contro la sua natura ed erano piuttosto difficili da seguire, ma ogni volta si ricordava che, per Yurika, era più che disposto a sacrificarsi e a fare delle eccezioni. Continuava a sperare che, un giorno, sarebbe riuscito a renderla più collaborativa. Continuò a seguirla con lo sguardo finché poté, poi si rassegnò a tornare alle sue ben più noiose carte, tornando a concentrarsi su esse con scarso interesse. Poco dopo ricevette una chiamata dal decimo progenitore. Desiderava incontrare Ferid in giornata per chiarire alcune questioni burocratiche. Il vampiro accettò con scarso entusiasmo, ma non poteva sottrarsi al suo dovere, non poteva farlo se non voleva rischiare di fare saltare tutto il suo piano. Poi si ricordò di Yurika, sarebbe stato il caso di avvisarla dell'imminente visita da parte di un altro vampiro, non voleva che si verificassero spiacevoli incidenti, non aveva bisogno di altri problemi da risolvere. Incrociò la ragazza nei pressi della biblioteca. "Yurika!" La ragazza si fermò e si girò nella direzione della voce. "Tranquilla, per adesso non ho intenzione di importunarti, volevo solo dirti che presto riceverò la visita di un altro vampiro, si tratta di un decimo capostipite, quindi non creerà problemi. Pensavo fosse giusto avvisarti." "Oh... È un problema se sto in biblioteca o...?" Chiese la ragazza. "No, tranquilla. Non c'è nessun problema. Hai già finito l'altro libro?" Yurika annuì. "Ti serve una mano per prenderne un altro?" "No, grazie. Io vado." "Sì... A dopo Yurika!" E la osservò mentre si allontanava. Dopo l'incontro col vampiro si sarebbe recato dalla ragazza, almeno con lei sarebbe riuscito a rilassarsi un po'.

"Benvenuto! Ti sei fatto un viaggio piuttosto lungo per raggiungermi!" "Per noi vampiri le distanze contano veramente poco, come il tempo. Del resto ne abbiamo in abbondanza." "Ottima osservazione, se vuoi entrare ci spostiamo nel mio studio per discutere." Ferid notò come il decimo progenitore annusò l'aria entrando nella villa e non gli ci volle molto per capire cosa stesse fiutando, sperò solo che non avrebbe commentato la cosa. "Ehi, Ferid. Sbaglio o c'è anche un essere umano qui?" Ferid sorrise. "Sì. Si tratta della mia nuova preda." E non aggiunse altro. "Scommetto che anche questa volta si tratta di una bellissima ragazza, conosco i tuoi gusti, allora, dove la tieni nascosta?" A Ferid sfuggì un basso ringhio. Non gli piaceva per niente la piega che stava prendendo la conversazione e ancora meno gli piacevano i commenti di Foula Honte, lo stavano facendo innervosire. "Foula, come credo che tu possa capire, noi non siamo certo qui per parlare di queste cose futili. Mi sembra che abbiamo ben più altre preoccupazioni, non trovi?" "Certo, Ferid." Ma il decimo progenitore fece l'errore di non notare quanto quella conversazione avesse infastidito il settimo progenitore.

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