38 - Campo di battaglia

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Yurika chiuse gli occhi, godendosi il vento scompigliarle i capelli, ormai abituata a viaggiare a quella velocità vampiresca.

Non vi era il rischio che il suo stomaco potesse tradirla vomitando, non era riuscita a ingerire nulla prima della dipartita.

L'ansia l'attanagliava fin troppo.

Chiaramente non era l'unica a percepirla, anche Ferid la subiva passivamente.

Per una volta non avrebbe potuto sfogare i suoi impulsi su umani innocenti.

Per quanto il suo ruolo lo giustificasse dal prendere parte attiva durante gli scontri, dopotutto lui aveva il compito di visionare l'andamento della battaglia.

La macchina si arrestò troppo presto per la ragazza.

"La nostra corsa si ferma qui."

Yurika si guardò attorno confusa. Non le parve di scorgere segni vitali nelle immediate vicinanze.

"Ma non c'è nulla."

"Ho preferito arrestarmi a una bella distanza rispetto a quello che sarà il centro della battaglia. Non vorrei che qualcuno decida di privarmi dell'auto."

"Quindi il resto si fa a piedi?"

"Non sono così sadico da farti percorrere centinaia di chilometri con le tue gambe. Ti porto io."

La ragazza scosse la testa.


Poco dopo lo scenario che si stagliava di fronte ai suoi occhi causò in lei un forte senso di straniamento.

Vedeva vampiri scagliarsi contro umani innocenti per bere il loro sangue.

Mentre lei era ferma a guardare, impotente.

Era tutto così innaturale, così sbagliato.

Aveva sempre odiato usare la sua spada per uccidere, anche se si trattava di vampiri. Però ora le cose erano diverse.

Stare inerme a guardare la faceva sentire sbagliata, dannatamente sbagliata.

Per la maggior parte si trattava di civili e lei una volta li avrebbe difesi senza remore contro i vampiri.

Deglutì a vuoto e chiuse gli occhi, mentre le urla continuavano a rimbombare nella sua mente.

Ferid spostò lo sguardo dalla battaglia a Mika. Anche lui osservava silenzioso.

Si girò verso Yurika, anche lei silenziosa. Teneva le braccia incrociate e gli occhi chiusi.

Vederla in quello stato era parte integrante della sua punizione per essere un mostro sadico.

Se lo meritava.

Soprattutto perché sapeva quello che sarebbe successo a breve.

Iniziava a percepire la presenza del caro Guren e dei suoi amici in lontananza.

Non era certo della reazione che ciò avrebbe suscitato nella ragazza, ma anche uno stupido avrebbe capito che non sarebbe stata positiva.

Percepì lo sguardo di Guren su di sé.

Attese un attimo.

Un sorrisetto comparve sulle sue labbra, certo che avesse visto chi c'era a fargli compagnia.

Gli diede un attimo per metabolizzare.

Poi spostò lo sguardo nella sua direzione a segnalargli di essere stato intercettato.


Guren iniziò a cercare quell'essere schifoso, aveva molte cose di cui disquisire con lui.

Guilty All The Same Where stories live. Discover now