34 - Promessa

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Era in biblioteca, una struggente storia d'amore tra le mani. Improvvisamente un gelido freddo calò nella stanza. La luce tremolò per poi spegnersi. "Ferid!" Chiamò. Come risposta ebbe solo l'eco distorta della sua voce. Com'era possibile che ci fosse l'eco in quella stanza? Si guardò attorno, sembrava che una strana nebbia avvolgesse tutto. Kurena! Si rese conto di tenere tra le mani la sua spada. La lasciò cadere. Era imbrattata di sangue. Sentì un dolore pungente al braccio e un liquido scorrerle sulla candida pelle. Sollevò l'arto, confusa e spaventata. Ancora nessuna risposta dal suo demone. Percepì qualcosa poco distante da lei. Un ringhio gutturale risuonò poco distante. Qualcosa di freddo e appuntito le trapassò il collo. Urlò, assalita da un presagio di morte.

"Yurika!" La ragazza aprì gli occhi di scatto, il corpo scosso da tremiti. "Yurika!" Ma la tagliente voce del vampiro sembrava non raggiungere le sue orecchie. Si guardò attorno spaesata. Era in camera. E Ferid era accanto a lei. Il vampiro l'avvicinò a lui, stringendola al petto. Sentiva il suo cuore battere all'impazzata. "Era solo un brutto sogno." Le sussurrò. Yurika prese un profondo respiro. "Scusami Ferid." "SSh, non c'è niente per cui tu ti debba scusare, però... non ti ho mai sentita urlare nel sonno, neppure all'inizio..." E fece morire la frase. Rivangare le prime fasi della loro relazione creava un senso di disgusto nei suoi stessi confronti. "Va meglio?" Le chiese. La ragazza annuì. "Che ore sono?" "è notte fonda. Hai iniziato ad agitarti e poi a urlare. Agghiacciante anche per me." "Non voglio tornare a dormire." "Non sono neppure le due, ti conviene riposare ancora." "Non voglio risognare quella cosa." "Che hai sognato?" "Io... non lo so con chiarezza, non ho visto cosa fosse, però ecco..." I ricordi del sogno erano ancora vividi in lei. Riflettendo, quella cosa che le aveva trapassato il collo sembravano denti di vampiro. Era la stessa sensazione che aveva provato la prima volta che Ferid l'aveva morsa. Rabbrividì. Non voleva rivelare a Ferid quel particolare. "Non lo so." Il vampiro intuì che non ne voleva parlare. Decise di non insistere, forse a mente più lucida sarebbe stato più facile. "Vado a prenderti un bicchiere d'acqua, magari aiuta." Fece per alzarsi, ma le mani di Yurika lo trattennero al letto. "Amore, torno subito." "No, resta con me." Non sapeva neppure lei perché quel sogno l'avesse scossa così tanto, ma voleva avere il suo vampiro accanto a lei. "Torna sotto le coperte allora." Il vampiro si stese accanto a lei e la strinse tra le sue braccia. "Va bene così?" La ragazza mugugnò un sì di risposta, impedendosi di pensare.

Riaprì gli occhi qualche ora dopo sentendo le braccia del vampiro ancora strette attorno a lei. Poco dopo le labbra del vampiro le sfiorarono la fronte. Sorrise. "Per fortuna sei riuscita a dormire beatamente. Ricordi qualcosa del sogno? Stavi cercando di raccontarmi qualcosa stanotte, ma poi ti sei fermata." Yurika tentennò. Ricordava perfettamente il contenuto del sogno e, soprattutto, credeva di sapere perché l'avesse fatto. A pensarci le venne da piangere. Realizzare che tutto quello per cui aveva combattuto per tutti quegli anni potesse essere talmente rischioso da essere quasi impossibile la sconfortava e non poco. Ferid sospirò. "Magari se me ne parlassi potremmo trovare un modo per far tornare il sorriso sulle tue labbra, che dici?" "Era per la storia del demone..." Il vampiro si irrigidì. Non pensava che Yurika fosse arrivata a raccogliere il giusto quantitativo di informazioni necessarie. Forse aveva semplicemente reperito quelle più sconfortanti. Qualche studio in merito l'aveva letto anche lui, ma non vi aveva mai prestato la giusta attenzione, l'unica cosa che gli era chiara era che non era cosa né semplice, tantomeno veloce. "Sapevo che sarebbe stato difficile controllare la maledizione che legava il demone, però forse il ritorno a stadio di vampiro potrebbe essere troppo rischioso per coloro che si trovano nelle vicinanze." Sussurrò. Tale affermazione non aveva bisogno di essere commentata. La persona più vicina al demone sarebbe stata Yurika, c'era poco da fare in merito. La ragazza sentì il corpo del vampiro tendersi impercettibilmente. Come sospettava non sarebbe stato entusiasta di tale rivelazione. "Ma non è detto che debba per forza essere così..." "E che tu debba provarci." Rispose Ferid tagliente. Yurika si liberò dalla sua presa sollevandosi sul letto. "Cosa vorresti dire?" "Quello che ho detto. Se la cosa implica dei rischi non la farai. Non esiste." La sua voce si ridusse a un ringhio. "Ci sarà un modo per rendere il tutto meno pericoloso." "Non è detto." "Ne sei certo?" Passarono alcuni lunghi attimi di silenzio. "No, non lo sai neppure tu." Rispose Yurika, acida.

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