23 - Sorpresa

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Aveva aspettato che la ragazza si addormentasse, ma non le ci era voluto molto. Essere morsi da un vampiro era un'esperienza che ti prosciugava le forze e che poteva portare alla morte, era più che normale che la giovane fosse così stanca. Cercando di non farla svegliare si era seduto nel letto mentre la osservava dormire beatamente. Ripensò al discorso sull'età che aveva rinnovato in lui il desiderio di possederla. Stese una mano verso di lei e le accarezzò i capelli. Rispetto a lui era veramente una ragazzina, sotto tutti i punti di vista. E il problema non poteva certo stare in quella decina d'anni biologici che li separava. Assolutente no. Troppi secoli li dividevano. "Anche Murasaki era solo una bambina quando Genji si innamorò di lei..." Sussurrò. Perché lui era semplicemente innamorato di lei?

Sorrise. Conosceva già la risposta a quella domanda. Ormai era passato più di un mese da quando la ragazza era entrata nella sua vita cambia cambiandogliela completamente. Il suo non era solo un innamoramento, si era trasformato in amore. Ed era desideroso di dimostrarglielo. In tutti i modi possibili. Gli stessi pensieri che l'avevano spinto a morderla prima riaffiorarono. Pensò alle sue mani sul suo corpo, alle sue unghie nella sua pelle, ai suoi gemiti, al suo nome fuoriuscire dalle sue labbra tremanti. Ardeva dal desiderio di vederla così, almeno una volta. E se lei non avesse voluto? Eppure sentiva che anche lei lo desiderava, il suo corpo parlava chiaro per lui. Ma anche altri suoi atteggiamenti lo frenavano. Cosa doveva fare? Provare comunque ad averla tutta per sé? O aspettare ancora? Distolse lo sguardo da lei e tornò a stendersi nel letto.

C'era un'altra questione che lo tormentava. Ormai Yurika era diventata una sua ospite, anzi, arrivati a quel punto per Ferid era molto di più, ma questo non toglieva il fatto che l'aveva rapita strappandola ai suoi cari. Per quanto lei non avesse mai accennato a voler parlare di loro poteva comunque essere che le mancassero e che lei volesse tornare a casa. Dopotutto non era dipesa da lei quella convivenza. E per quanto avesse paura di perderla, non poteva continuare a tenerla con sé contro la sua volontà. Le avrebbe proposto di tornare a casa, ma non prima di averle dichiarato ufficialmente il suo amore. Forse avrebbe dovuto rinunciare ad averla... O forse no. Forse anche lei non era disposta a rinunciare a quella nuova vita. Quanto ci sperava.

Lavoro, vampiri, lavoro e vampiri. Ecco quali erano le uniche cose alle quali suo padre era in grado di pensare. Rise. Anche lui pensava solo a quello a dire il vero. Bastava pensare a come non avesse mai degnato Aoi di un benché minimo sguardo. Perché era troppo focalizzato sul lavoro da non pensare ad altro. E quest'attitudine gli derivava direttamente dal padre. Da quando Yurika era sparita non aveva più accennato neanche minimamente alla figlia. Possibile che se ne fosse dimenticato? Che non ci pensasse mai? Probabilmente anche lui dava l'impressione di avere di meglio da fare, l'unico tra di loro che sembrasse veramente tenerci era Shinya. Lui che non era veramemte suo fratello si preoccupava più di quanto lui e suo padre dimostrassero.

"Kureto?" "Aoi ti avevo chiesto di non essere disturbato." "Mi dispiace, ma lui..." "Kureto volevo parlarti." Con sua sorpresa si introdusse la voce di Shinya nel loro discorso. Sospirò. "Entra." Ormai era lì, tanto valeva perdere tempo. "Se non ho capito male avete intenzione di attaccare i vampiri." "Sì Shinya, faremo proprio questo. È giunto il momento di riprendere il controllo del nostro territorio." "Pensi che ci sia ancora qualche speranza?" Lo spero vivamente. Ma non espresse quei pensieri ad alta voce, voleva comunque mantenere un contegno. "Non è di questo che ti devi preoccupare, lo sai perfettamente." L'altro sospirò. "Lo so, ma non ci riesco. Quando certe cose succedono a persone che vuoi bene..." "È inevitabile preoccuparsi." Concluse Kureto sorprendendo l'uomo. "È proprio per questo che combattiamo i vampiri, per eliminarli completamente, vendicare i cari che abbiamo perso e salvare i pochi che rimangono. Ricordati questo. È nostro dovere essere forti." E con quelle parole cercò di far capire a Shinya che non era intenzionare a continuare quella stupida conversazione. "Sei proprio come tuo padre." Mormorò prima di uscire. Kureto sospirò sedendosi. Pensava a Yurika più spesso di quanto chiunque altro potesse immaginarsi. Faticava a credere che potesse essere morta, in fin dei conti gli umani erano preziosissimi per i vampiri e ucciderli non avrebbe certamente rappresentato alcun vantaggio. La cosa che lo impensieriva era il nobile che l'aveva rapita, chissà quali piani aveva in mente per la sorella. Sorrise. Sarebbe stato ancora più soddisfacente vederlo morire.

"Ehilà Shinya, non si salutano più gli amici?" "Guren. Da quando tutto questo entusiasmo?" "Oh, dai. Lo sai che sono sempre felice di vederti, mio caro amico di infinite battaglie." Shinya sollevò gli occhi al cielo. "Cos'è? Hai paura di rimanere secco negli imminenti scontri con i vampiri?" L'uomo non rispose. Guren capì. Non che ci volesse molto per farlo. Ultimamente Shinya era diventato un po' prevedibile, sembrava non aver accettato la faccenda di Yurika. E lo capiva. Anche lui sarebbe impazzito se non avesse saputo nulla di lei. Ma la sua poteva ritenersi una condizione migliore? Certo, sapeva che era viva e che stava bene. Questo secondo le parole di Ferid. Era proprio quel vampiro il problema. Lo conosceva fin troppo bene, per questo non riusciva a fidarsi di lui e a non preoccuparsi per la ragazza. Solo il cielo poteva sapere cosa le stesse facendo. "Devi smetterla di pensare continuamente a lei." "Guren. Come faccio a non pensarci? Come faccio? Lei era lì. Con tutti noi. E invece... Non siamo riusciti a fare nulla. Nulla." Fece una breve pausa. "Non è giusto." "Sono certo che sia ancora viva." Shinya osservò Guren. "Vorrei tanto riportarla a casa." E se ne andò.

Guren rimase fermo lì per un po', consapevole che quel desiderio difficilmente si sarebbe potuto realizzare. Ferid gli aveva già fatto capire come stavano le cose. Un pensiero gli accarezzò la mente, ma lo scacciò subito. Yurika non poteva essere consenziente in quella situazione. Non poteva.

Anche quel giorno la quotidiana sessione di allenamento era riuscita a distruggerla fisicamente. Ferid non poteva far altro che sorridere, piano piano la sua ragazza sarebbe diventata sempre più forte. Era proprio una parla rara. Sorrideva anche per la sorpresa che aveva organizzato per la serata, sarebbe stato tutto perfetto.

"Io mi concederei un bel bagno caldo, sono messa piuttosto male." "Non sei meno bella del solito, mia cara." Yurika sbuffò. "Non mentire." "Io non mento mai." La ragazza lo guardò per niente convinta dalle sue parole. "Forza, muoviti. Ti voglio giù per le 20 e, mi raccomando, segui le mie istruzioni." Lo guardò confusa. "Di cosa stai parlando?" Il vampiro le si avvicinò e le diede un bacio sulla fronte. "Stasera capirai."
"Se volevi mettermi in agitazione, ci sei riuscito."

Sospirò dopo aver letto il messaggio che le aveva lasciato in camera. Diceva che non doveva entrare nel bagno con dei vestiti, ma che avrebbe trovato una volta uscita qualcosa di speciale ad attenderla. "Te lo ritrovi nudo sul letto e così siete a posto. Non dovete neppure faticare a spogliarvi." "Kurena ti prego taci." Ma questo bastò a farla diventare un peperone e a farla agitare ancora di più impedendole di godersi fino in fondo il suo bagno. Come poteva stare tranquilla con uno come Ferid? Chissà quale piano astruso aveva macchinato.

Uscì dal bagno titubante, pronta ad affrontare il peggio. Si sorprese trovando la camera deserta, eppure qualcosa sul letto attirò la sua attenzione. Si avvicinò e rimase a bocca aperta. Sul letto era sistemato un vestito... Da sogno. Era blu, intarsiato da perline argentate. Il corpetto a cuore e maniche di pizzo, un'ampia gonna principesca di tulle. Accarezzò la stoffa del vestito, non aveva mai indossato niente di simile. Trovò un altro biglietto accanto all'abito.

Ti aspetto, mia principessa. Non tardare.

Strinse il pezzo di carta al petto e sorrise, felice e impaziente di scoprire cosa aveva riservato per lei. Si infilò nel vestito e osservò la sua figura nello specchio. Roteò su sé stessa. Si sentiva veramente una principessa. Infilò i tacchi e si preparò a scendere. Il suo cuore si fermò vedendo il vampiro attenderla in cima alle scale indossando un elegante smoking. Era stupendo.

Anche gli occhi di Ferid tradivano la stessa emozione trasognante. "Sei bellissima."

11/01/2019

Guilty All The Same Where stories live. Discover now