12-Ricominciare

133 2 7
                                    

Ferid cercò di mettere più distanza possibile tra lui e la stanza della ragazza. Doveva calmarsi. Si fermò di fronte ad un enorme specchio, dove osservò il suo viso riflesso. Strinse la sua mano a pugno e colpì la liscia superficie mandandola in frantumi. Prese un profondo respiro, riprendendo il controllo di sé. Continuò a fissare stralci del suo volto sulla superficie crepata. Chiuse gli occhi e ricordò il sangue di Yurika scendergli lungo la gola, appagando la sua sete, il sapore delle sue labbra sulle sue, ma presto altre immagini gli affollarono la mente: quella povera ragazza in lacrime in preda a un tremito incontrollato. Sospirò. Come aveva potuto spingersi così in là? Si sentiva uno schifo per quello che le stava per fare. Ancora una volta era riuscito a rovinare tutto, la sua natura di mostro aveva prevalso sul resto. Era inutile che provasse a sforzarsi, rimaneva e sarebbe rimasto per sempre un orrendo vampiro, un mostro. Punto. L'unica cosa che gli restava da fare era provare a sistemare le cose, ma dubitava fosse possibile.

Quando Yurika si risvegliò, in un primo momento, non ricordò cos'era successo, ma poi le immagini della sera prima le affollarono la mente. Prese dei profondi respiri, ma non era facile riuscire a calmarsi. Indossava ancora l'accappatoio, ma il suo corpo era avvolto in una coperta. Accese la luce e provò a sollevarsi, ma nel farlo sentì una forte fitta ai polsi. Li osservò notando degli aloni viola. Proprio dove le mani del vampiro si erano strette. Deglutì mentre nuove lacrime si formarono dai suoi occhi. Cosa avrebbe fatto ora? Come si sarebbe comportata in presenza del vampiro? Rabbrividì. Si passò una mano sul morso, anche quello le causò una fitta di dolore, ma più lieve. Spostò lo sguardo sul tavolino, vedendo del cibo. Girò la testa di lato cercando di ricacciare indietro le lacrime. Il vampiro era stato nella stanza mentre dormiva. Si ristese sul letto rannicchiandosi su sé stessa. Doveva assolutamente cercare di calmarsi. Sopratutto perché sapeva che presto il vampiro sarebbe tornato; e lei non riusciva a farsi una chiara idea di quali fossero le sue intenzioni. Si costrinse ad alzarsi per andare a vestirsi. Scelse un abito con le maniche lunghe, almeno le avrebbe nascosto i lividi. Si avvicinò alla porta che l'avrebbe ricondotta in camera cercando di trovare il coraggio per varcarla. La sola idea di doversi ritrovare nella stessa stanza col vampiro la faceva stare male. Non credeva che sarebbe stata in grado di sopportare la sua presenza. Posò la mano sulla maniglia della porta, prese un profondo respiro e l'aprì. Si guardò furtivamente intorno e, dopo essersi accertata che Ferid non fosse nella stanza avanzò, seppure con titubanza. Provò a mangiare qualcosa, ma era ancora scossa per riuscirvi. Sentì la porta aprirsi. Le si gelò il sangue nelle vene e il suo cuore iniziò a battere freneticamente. Non c'era bisogno che si girasse, sapeva perfettamente che poteva essere solo Ferid. Abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi. "Dovresti mangiare." La voce del vampiro suonava molto più grave rispetto al solito, non aveva più il classico tono scherzoso. D'altronde il vampiro sapeva perfettamente di non essere in una buona posizione, ma osservare la reazione della ragazza l'aveva turbato parecchio. Eppure sarebbe dovuto essere contento, ora aveva finalmente ottenuto quello che voleva, quella ragazza era veramente disperata. "Yurika..." Ma la ragazza non sollevò lo sguardo. Ferid si sedette al tavolino e, non ricevendo alcun segno da parte della ragazza, allungò il braccio stringendole la mano nella sua. Nel farlo il vampiro le toccò anche il polso e alla ragazza sfuggì un mezzo gemito. Ferid si immobilizzò. Avvicinò a sé il braccio della ragazza e le tirò indietro la manica del vestito, fermandosi a osservare il livido viola che le era rimasto sulla pelle. Un livido che lui le aveva provocato. Le accarezzò la pelle, poi strinse delicatamente il polso della ragazza tra le sue dita. Yurika dovette ammettere che il freddo tocco del vampiro le dava solievo. Era come avere del ghiaccio, ma questo non bastò a scacciare il suo disagio. Ferid continuò a scrutare il volto della ragazza, capendo il suo stato d'animo. Le lasciò il polso e lei lo ritrasse velocemente. Il vampiro continuava a guardarla, trovandosi incerto su quello che avrebbe dovuto dire o fare. La mente di Yurika stava maturando un'idea malsana. Forse il vampiro aveva perso il controllo a causa della lunga attesa alla quale lei l'aveva sottoposto. Pensava di poter essere più forte di lui, di potergli tenere testa in qualche modo, ma i fatti le avevano mostrato il contrario. Ferid poteva fare qualsiasi cosa di lei in qualsiasi momento e gliene aveva dato la prova. Alzò incerta lo sguardo sul vampiro. Ferid non poté fare a meno di notare gli occhi lucidi della ragazza e la paura che trasmettevano. "Puoi bere il mio sangue quando vuoi." Disse la ragazza, la voce ridotta ad un flebile sussurro. "Yurika, cosa stai dicendo? Quello che è successo ieri..." "È successo perché io non mi decidevo a offrirti il mio sangue." Prese una pausa. "Sto facendo quello che volevi, no? Ti sto chiedendo di bere il mio sangue... Solo quello." La voce della ragazza era ridotta ad un tremito. "Se te lo offrirò, tu... Non farai nient'altro?" Dal tono della sua voce Ferid capì che la ragazza era sull'orlo delle lacrime. Sentì qualcosa muoversi in fondo al suo stomaco. "No." Le sussurrò. Yurika sospirò e Ferid capì che non avrebbe ottenuto altre parole da lei. Allora si alzò, lasciando Yurika sola ai suoi pensieri.

Non appena Ferid se ne fu andato Yurika appoggiò la schiena allo schienale della seggiola e diede libero sfogo alle sue lacrime. Che cos'aveva appena fatto? Che cosa le era venuto in mente? Sperava che, così facendo, Ferid si sarebbe calmato e non avesse sentito il bisogno d'altro, ma sapeva che non poteva avere alcuna garanzia da quel vampiro. L'idea di risentire le sue zanne affondare nel suo collo la inorridiva, ma ormai non aveva molte alternative.

Ferid nel frattempo vagava per i corridoi della sua villa senza una meta precisa, provando solo un incredibile senso di vuoto. Per l'ennesima volta si chiese cosa gli stesse facendo quella ragazza per renderlo così. Così strano e incerto sui suoi comportamenti. In fin dei conti non era la prima volta che si spingeva oltre il limite, ma era sicuramente la prima volta in cui dovette fare i conti con la sua coscienza, ammesso e non concesso che ne avesse ancora una. Ma il vero problema era la ragazza. Non era difficile capire perché si fosse ridotta a offrirgli il suo sangue, evidentemente voleva evitare altri incidenti, ma soprattutto che il vampiro potesse abusare di più che il suo collo. Si diresse in giardino senza abbandonare i suoi pensieri. Non voleva continuare a mantenere quel clima di tensione che aveva creato con la ragazza, doveva assolutamente trovare un modo per rimediare, ma forse non era il caso, non in quel momento. Se voleva riconquistare la sua fiducia doveva essere cauto e agire con calma, non poteva permettersi di fare un passo falso.

Il giorno successivo il vampiro tornò dalla ragazza, questa volta bussò prima di entrare. Yurika sollevò lo sguardo dal suo libro e per un attimo ebbe il timore che si trattasse di uno sconosciuto, solitamente Ferid entrava e basta. "Avanti." Sussurrò. "Ciao, Yurika." La ragazza si alzò e il vampiro le si avvicinò. "Se vuoi il mio sangue..." Ma più il vampiro le si avvicinava e più il suo corpo tremava. Yurika si preparò a sentire il dolore provocato dalle zanne del vampiro, invece accadde una cosa inaspettata: le braccia del vampiro si avvolsero attorno al suo corpo e la strinsero al suo petto. Yurika sgranò gli occhi, avrebbe voluto fare qualcosa, ma restò perfettamente immobile. Anche Ferid restò fermo con la ragazza stretta a lui. Non era per niente facile quello che stava per fare, non per lui. Non era abituato. "Yurika... Io, ti chiedo scusa. Non avrei dovuto farti una cosa simile e quello che ti stavo per fare..." Si fermò un attimo. "Perdonami se puoi." In quell'istante il vampiro desiderò che le braccia della ragazza si avvolgessero attorno al suo corpo, che la sua testa affondasse nel suo petto e si odiò sapendo che lui era l'unico motivo per cui niente di tutto quello che avrebbe desiderato dalla ragazza sarebbe successo. Non avrebbero mai avuto un futuro, questo perché Ferid era e sarebbe rimasto un mostro. Eppure... Sì, con lei le cose sembrava che stessero andando in un'altra direzione, sembrava che tutto stesse andando per il meglio, finché la sua natura non ebbe la meglio come sempre. Strinse la ragazza maggiormente, ma l'unica cosa che lei riusciva a fare era tremare, così il vampiro si decise a lasciarla. Yurika sospirò di solievo e Ferid notò come fosse ancora una volta sul punto di piangere. "Senti, Yurika. Ti prometto che non ti toccherò più. Non lo farò più... Non finché tu non vorrai." La ragazza continuò a guardarlo. "Potresti rispondermi?" Yurika deglutì. "Come puoi pretendere che io mi fidi di te? Dopo quello che hai fatto..." Te lo dimostrerò. Ti dimostrerò coi fatti che puoi fidarti di me. Te lo prometto." E le sorrise. Yurika non ricambiò. "Andiamo Yurika..." "Non è facile..." Sussurrò la ragazza. D'altronde come poteva essere facile? Anche Ferid aveva visto come reagiva il corpo della ragazza alla sua presenza e al suo tocco. L'avrebbe usato per capire meglio quali fossero i suoi pensieri. Avrebbe preso la cosa come una sfida. Sorrise. Avrebbe fatto di tutto per vincerla. "Penso che una passeggiata fuori potrebbe farti molto bene, che dici? Te la senti di venire o la mia presenza ti terrorizza così tanto?" Yurika esitò. In quel momento avrebbe preferito essere lasciata in pace. "Camminerò a venti centimetri di distanza e non parlerò, se preferisci." La ragazza si guardò un attimo intorno e sospirò un sì di risposta. Ferid poteva benissimo sembrare pentito e disposto a rimediare al suo errore, ma lei doveva comunque prestare la massima attenzione. Eppure il vampiro la sorprese parecchio rimanendo fedele alle sue parole. "Hai visto? Sono stato di parola." Il vampiro sembrava essere tornato in modalità scherzosa. "Sì." Sussurrò la ragazza. "Allora buonanotte, pecorella." "Buonanotte, Ferid." Ma la ragazza si sentì parecchio sollevata dal fatto che Ferid si fosse allontanato e l'avesse lasciata sola. Non bastava una passeggiata in giardino, il vampiro avrebbe dovuto fare molto di più se voleva riconquistarsi la sua fiducia.

27/07/2017

Guilty All The Same Where stories live. Discover now